venerdì 14 febbraio 2014

Santi Cirillo e Metodio, pregate per noi!





La Chiesa oggi ricorda

1.     Beati 20 Mercedari di Palermo, vittime della carità
2.     Santa Alessandra d'Egitto la Reclusa
3.     Sant'Antonino abate Sorrento
4.     Sant'Aussenzio Sacerdote ed archimandrita
5.     Santi Bassiano, Tonione, Proto, Lucio, Cirione, Agatone, Mosè, Dionigi e Ammonio martiri in Alessandria d’Egitto
6.     Sant'Eleucadio vescovo di Ravenna
7.     Santa Fortunata Martire, venerata a Baucina
8.     San Giovanni Battista della Concezione sacerdote trinitario
9.     Santi Modestino, Fiorentino e Flaviano Martiri, patroni di Avellino
10. San Nostriano vescovo di Napoli Vescovo
11. Beato Vincenzo Salanitro sacerdote mercedario
12. Beato Vincenzo Vilar David, padre di famiglia, martire in Spagna
13. San Vitale martire di Spoleto
14. San Zenone martire di Roma
15. San Valentino prete e martire
16. San Valentino vescovo di Terni e martire

E altri 34 omonimi, appunto di nome “Valentino”.

Questo significa che in molte città d’Italia e del mondo non si celebrano come da noi i Santi Cirillo e Metodio, Apostoli degli Slavi e patroni d’Europa.

Ma ora entriamo nelle letture.

Paolo e Bàrnaba, due fratelli nella fede che fanno cornice, nella festa odierna, a due fratelli di sangue e di fede: Cirillo e Metodio.
Nati a Tessalonica, uno dei luoghi evangelizzati dai Santi Apostoli, città a cui è indirizzata la lettera paolina ai Tessalonicesi.

Qui nacquero nel IX secolo. Cirillo morì a Roma il 14 febbraio 869; mentre Metodio, dopo la consacrazione episcopale, morì in Moravia il 6 aprile 885.

Il legame con la prima lettura tra Paolo e Bàrnaba , e Cirillo e Metodio è ancora più profondo.
Come Paolo e Bàrnaba, essi furono detti Apostoli: apostoli dei popoli slavi.

«Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”».

Cirillo e Metodio, sono inviati dal Signore ad essere luce dei popoli slavi.
La opera missionaria ed evangelizzatrice di grande importanza, non solo da un punto di vista religioso, ma anche culturalmente e socialmente. Essi diedero un’identità linguistica e scritturistica agli slavi. Infatti la scrittura dei popoli slavi si chiama tutto oggi cirillica, da San Cirillo.

Un’invenzione importantissima. Pensate che essi anticiparono il Concilio Vaticano II, in cui si diede spazio liturgico alle lingue nazionali: ebbene essi ebbero il riconoscimento papale perché la lingua slava fosse lingua liturgica. Siamo nel IX secolo!

Tradussero in questa lingua la Scrittura e anche i testi della liturgia latina, per aprire ai nuovi popoli i tesori della parola di Dio e dei Sacramenti.
Quest’opera mi fa pensare ai nostri missionari che ancora oggi compiono quest’opera traducendo nelle lingue locali la Bibbia ed altro.

Quanto detto fin ora ci deve far riflettere. Sappiamo riproporre in modo adeguato, nell’oggi, il messaggio evangelico? Riusciamo a utilizzare gli strumenti contemporanei per porli a servizio del Regno di Dio?

Afferma papa Francesco:

"Fate conoscere Gesù al mondo della politica, degli affari, dell'arte, della scienza, della tecnologia e dei social media … Per favore pregate per me - ha concluso - ne ho bisogno. Io prometto di pregare per voi, specialmente per la Nostra Madre la benedetta Vergine Maria, Stella della nuova Evangelizzazione". (18 ottobre 2013)

Ecco allora ricordiamocelo: noi siamo allo stesso tempo messe e operai. Siamo bisognosi di evangelizzazione, ma siamo anche chiamati dal Signore ad evangelizzare.

Concludo con un pensiero tratto dell’Esortazione Apostolica “Evangelii gaudium”:

“Annunciare Cristo significa mostrare che credere in Lui e seguirlo non è solamente una cosa vera e giusta, ma anche bella, capace di colmare la vita di un nuovo splendore e di una gioia profonda”. (n. 167)
Amen.




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