martedì 2 marzo 2021

San Lucillo Martire, venerato a Lodi

 


Il nome Lucillo deriva dal cognomen romano, di epoca imperiale, Lucillus, che costituisce un diminutivo del nome Lucius.

Nel Martirologio Romano il nome Lucillo è assente, se pur alcuni voci sul web parlano di Lucillo di Verona, ma il Martyrologium parla di un certo Lucidius Episcopus Veronensis.

 

Nella vita del levita romano Lorenzo si racconta che il santo ridiede la vista ad un certo Lucillo, il cui nome era entrato nell’elenco dei martiri romani per una errata trascrizione del nome Lucilla, figlia di Nemesio e martiri a Roma sotto Valeriano (25 agosto):

Romae praeterea natalis beati Nemesii Diaconi, et filiae Lucillae Virginis; qui, cum de fide Christi flecti nequaquam possent, decollati sunt, jubente Valeriano Imperatore. Ipsorum corpora, a beato Stephano Papa sepulta, deinde a beato Xysto Secundo via Appia, pridie Kalendas Novembris, honestius tumulata, Gregorius Quintus in Diaconiam sanctae Mariae Novae transtulit, una cum sanctis Symphronio, Olympio Tribuno, hujusque uxore Exsuperia et Theodulo filio; qui omnes, Symphronii opera conversi et ab eodem sancto Stephano baptizati, martyrio coronati fuerant. Eadem Sanctorum corpora, Gregorio Decimo tertio Summo Pontifice, ibidem inventa, sub altari ejusdem Ecclesiae honorificentius collocata sunt sexto Idus Decembris.

Nella piccola, ma preziosa opera di Giovanni Sicari, «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» leggiamo:

Sinfronio, Olimpio, Esuperia, Teodolo, Nemesio e Lucilla, santi, martiri di Roma, papa Gregorio V, nel 996, fece trasportare dalla via Latina i loro corpi in S. Maria Nova al Foro Romano. Nel 1580 i resti furono ritrovati, unitamente ad una tavoletta di piombo nella quale era riportato un’anatema ascrivibile a Gregorio V, dal cardinale Antonio Carafa che li ripose sotto l’altare maggiore. Nell’agosto del 1880, in occasione del restauro del deposito di S. Francesca Romana, fu rinvenuta una lapide del 1580 che ricordava la loro sepoltura. I primi cinque martiri erano venerati sulla via Latina come attestano gli Itinerari del VII secolo, mentre nulla si conosce di Lucilla. M.R.: 26 luglio - A Roma, sulla via Latina, i santi Martiri Sinfronio, Olimpio, Teodolo ed Esuperia, i quali (come si legge negli Atti di santo Stefano Papa), arsi col fuoco, conseguirono la palma del martirio. 25 agosto - A Roma inoltre il natale del beato Nemesio Diacono e di sua figlia Lucilla Vergine, i quali, non potendo essere distolti dalla fede di Cristo, per ordine dell'Imperatore Valeriano furono decapitati. I loro corpi, sepolti dal beato Stefano Papa, e poi dal beato Sisto secondo, il 31 ottobre, più decorosamente tumulati sulla via Appia, da Gregorio quinto furono trasportati nella Diaconia di santa Maria Nova, insieme coi santi Sinfronio, Olimpio Tribuno ed Euserpia sua moglie e Teodolo suo figlio, i quali tutti, convertiti da Sinfronio e battezzati dallo stesso santo Stefano, erano stati coronati col martirio. I medesimi corpi di questi Santi, ivi trovati al tempo del Sommo Pontefice Gregorio decimoterzo, furono con maggior decoro collocati sotto l'altare della medesima chiesa l'8 dicembre: l’Invenzione dei santi Martiri Nemesio Diacono, sua figlia Lucilla Vergine, Sinfronio, Olimpio Tribuno, Esuperia sua moglie e Teodolo suo figliolo, dei quali si fa memoria il 25 agosto.

 

Infine troviamo san Lucillo fanciullo martire venerato nella chiesa del Collegio San Francesco a Lodi.

Del Martire ne perla il Martyrologium Mediolanensis Ecclesiæ, Mediolani, apud Impressores Archiepiscopales, MDCLXXXXV, al giorno 14 aprile (Decimo Octavo Calendas Maij): Item Mediolani Sanctorum Lucilli & Maximi Martyrum, quorum Corpora ex Urbe delata, in Ecclesia Sanctæ Catharinæ in Bryada hodie Fidelium venerationi exoponuntur.

Siamo nel 1695, anno dell’edizione del suddetto Martirologio.

Qual è la chiesa di Sanctæ Catharinæ in Bryada? È la casa di Santa Caterina in Brera delle Umiliate soppressa nel 1782?

Sappiamo da retro di un santino, edizioni Bertino, che il corpo fu traslato dalla catacomba romana di Callisto nel 1661.

Altra osservazione che possiamo fare è sul simulacro in ceroplastica: è molto simile ad altri simulacri ricomposti durante l’episcopato milanese del beato Schuster.

Quando San Lucillo arrivo a Lodi non lo sappiamo.

Cocludo con l’orazione del Comune dei Martiri del Messale Romano (II edizione):

 

Dio onnipotente e misericordioso,

che hai dato a san Lucillo

un’invitta costanza

fra i tormenti del martirio,

rendici sereni nelle prove della vita

e salvaci dalle insidie del maligno.

Per il nostro Signore.