domenica 27 gennaio 2013

SANTA FAMIGLIA

(Liturgia Ambrosiana - ANNO C)


Santa Famiglia di Gesù, di Maria e di Giuseppe
Parrocchia di San Carlo Borromeo a Brugherio (MB)


Tra tutte le frasi della Parola di Dio proclamata in questa liturgia eucaristica, mi colpisce profondamente questa tratta dalla lettera di San Paolo agli Efesini:
“perché tu sia felice” (Ef 5-6)

Mi sono domandato alla luce delle altre letture che cosa significa?!
Forse bisognerebbe rispondere alla domanda: cosa è la felicità alla luce Parola di Dio?
Leggendo la Bibbia ci si accorge che la felicità è invocata ed è la speranza per la vecchiaia e per la vita dei figli.
Ma la felicità nella Bibbia è anche associata all’obbedienza alla legge di Dio.
“Questi sono i comandi, le leggi e le norme che il Signore, vostro Dio, ha ordinato di insegnarvi … Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto” (Dt 6).

Anche nella I lettura e nel Vangelo di questa liturgia emerge che la felicità di Israele e della Santa Famiglia è frutto dell’obbedienza alla santa legge di Dio.
Il popolo di Israele attraverso Mosè riceve i comandamenti “legge di vita e d’intelligenza”.
La Santa Famiglia attraverso Giuseppe riceve in sogno le indicazioni di Dio, che il giusto Giuseppe compie prontamente per la felicità della madre e del bambino.

Quindi… L’obbedienza alla legge di Dio, ai suoi insegnamenti ispirati, è cammino di felicità, è sorgente di felicità.

Anche l’obbedienza dei figli ai genitori è riletta come sorgente di felicità, come afferma la II lettura, ma per di più l’Apostolo Paolo afferma: “è giusto”.

Possiamo dire che la felicità è frutto dell’obbedienza alla legge divina e della ricerca della giustizia divina?

Un popolo così incamminato, una famiglia così impostata, è “luogo” in cui perdura la felicità come dono di Dio?

Può una famiglia vivere in questo progetto? Può una famiglia essere infelice perché non vive nell’obbedienza alla legge divina o perché in Dio non cerca la giustizia?
Sono domande profonde, per la cui risposta occorre un lunga osservazione del vissuto.
Perché una risposta a caldo rischia di cadere nello scontato oppure nel non corretto o nel superficiale.

Forse bisogna chiedersi come una famiglia cristiana – oggi - obbedisce alla legge divina in riferimento alla vita morale (sessuale, affettiva, economica, …), alla giustizia, alla carità, alla fraternità, e a tutte quelle sfumature del quotidiano in cui “bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini” (At 5)

San Giuseppe tra Gesù e Maria
Parrocchia di San Bartolomeo e Santi Magi a Brugherio (MB)

Concludendo.
Alla luce della pagina evangelica, chiediamo al Signore che ogni famiglia, che si dice cristiana, sia capace di farsi accompagnare passo dopo passo dalla legge divina come ci insegna Giuseppe, lo sposo di Maria. Amen.

Giornata della Memoria e i Martiri Cristiani





C'erano una volta i martiri cristiani, uccisi in odio della fede. C'erano una volta e ci sono ancora, anzi non sono mai stati tanto numerosi come negli ultimi decenni; tra le grandi verità taciute dai libri di testo scolastici, dai mass media, dai giornali vi è infatti quella relativa alla persecuzione contro i cristiani nel secolo XX, che va dall'anno 1900 all'anno 2000 appena trascorso. Persecuzione che purtroppo alligna ancora agli inizi di questo millennio. Il dittatore tedesco affermò in più di un'occasione: «è una questione decisiva, non è possibile essere cristiani e tedeschi insieme: o si è l'uno o si è l'altro!» Tra il 1933 e il 1936 il pontefice Pio XI inviò ben 34 lettere di protesta al governo del Reich finchè, vedendosi inascoltato, pubblicò il 14 marzo 1937 la grande Enciclica contro il nazismo, Mit brennender Sorge, che iniziava con queste parole: «Con cocente preoccupazione e crescente sgomento osserviamo il doloroso cammino della Chiesa... Chi pone la razza o il popolo o lo stato al di sopra di tutto, anche dei valori religiosi, e li adora idolatricamente, deforma ed inverte l'ordine delle cose create e volute da Dio». Insieme al Papa insorsero contro il nazismo i vescovi tedeschi, tra cui i cardinali Bertram, Faulhaber, Sculte e soprattutto l'eroico Von Galen, soprannominato «il leone di Munster». Già negli anni 1940-41, nel solo campo di Dachau, erano concentrati diverse migliaia di sacerdoti cattolici, quasi tutti uccisi nel campo o durante i cosiddetti «trasporti invalidi in altri campi», durante i quali venivano segretamente eliminati. Nella spedizione del 31 ottobre 1941 partirono da Kostantinow più di 2.800 sacerdoti, ma a Dachau ne arrivarono solo 130: tutti gli altri erano stati eliminati durante il viaggio. Secondo calcoli attendibili, 3650 preti e religiosi polacchi finirono nei campi di concentramento nazisti, specialmente in quelli di Dachau e di Auschwitz e di essi più di tre quarti vi morirono per stenti, o vi furono uccisi. Nel campo di Auschwitz i nazisti concentrarono gli ebrei catturati in tutte le nazioni occupate dal Reich e ne fecero una strage immane, eliminandone nelle camere a gas dai quattro ai sei milioni. Fu un vero genocidio. Ad Auschwitz furono uccisi anche più di tre milioni di cattolici polacchi, in gran parte proprio perché cattolici e, fra questi, un quinto di tutti i preti di Polonia. La Giornata della Memoria ci accomuna tutti!


“Ho continuamente pregato ogni giorno che, attraverso la forza e la grazia, il Signore faccia saldi me e voi, perché noi prendiamo pazientemente e devotamente su di noi tutto ciò che è stato stabilito e deciso. E sento come, attraverso la preghiera, ci sia in me calma e pace”.

(Lettera ai famigliari – 1944, b. Nicola Gross)

“O Vergine, regina dei martiri messicani, concedimi che un giorno sia anch’io martire di Cristo Re e di te, vergine Immacolata. O Mamma.. sono sicuro che per intercessione dei tuoi martiri me lo concederai. Tuo figlio, fr. Martino Capelli”.

(dagli scritti, p. Martino Capelli)

“Benedici ugualmente, Signore, i miei nemici”.

(dal Diario, ultima pagina – 1945, b. Carlo Leisner)

“Prendiamo dalle mani di Dio quel che ci tocca. Pregate per noi, per farci rimanere forti e anche noi pregheremo per voi lassù. Dio sia con voi!”.
(prima di morire, b. Enrico Kaczorowski)