venerdì 2 novembre 2012

COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI (Messa II)





“Eliminerà la morte per sempre”

Così il profeta Isaia afferma nella I lettura proclamata.
Ma questa speranza profetica quando si realizzerà?
Quando ci rallegreremo ed esulteremo per questo?

Nella II lettura abbiamo ascoltato, troviamo una risposta:
“Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria”.

Qui l’apostolo Paolo ci ricorda chi siamo figli di Dio e, la figliolanza divina ci apre una prospettiva di eredità, una speranza che affonda le sue radici nell’eredità di Cristo.
La vita se pur fatta di gioie e di fatiche, di sofferenze, ma se conformata a quella di Cristo è partecipazione della sua gloria.

Quindi. Se pur la morte non appare sconfitta, ed ancora viviamo il suo dramma, la fede in Cristo ci fa affermare che essa non è l’ultima parola.

Il Vangelo infine ci da le indicazioni per essere eredi di questa gloria.
Solo una vita piena di compassione e di misericordia sarà una vita che non finisce ma che è destinata alla gloria.

Difatti cosa rimane alla nostra morte?
I nostri palazzi? No, perché sono destinati a perire, un terremoto li può portare via, e chi si ricorderà più di noi.
I nostri soldi? No, saranno consumati, e chi si ricorderà più di noi.
Il nostro monumento al cimitero? No, quando i nostri intimi non saranno più chi si ricorderà più di noi.

Ma l’amore che abbiamo donato rimarrà in eterno, di generazione in generazione.
Pensate all’amore che avete ricevuto dai vostri cari non è ancora una carezza che ci commuove?

Nella giornata della commemorazione dei defunti siamo invitati a far memoria della vita eterna come meta del nostro destino; siamo esortati a vivere la comunione tra il Cielo e la terra attraverso la preghiera di suffragio che unisce l’eterno con il presente; infine dobbiamo ricordarci che una vita piena che vive in eterno è solo una vita che ha amato nella misura di Gesù.

Concludo con un pensiero:
“In Paradiso saremo davvero tutti un corpo solo ed un’anima sola in Gesù Cristo.
Il Paradiso si costruisce già qui sulla terra, nella conversione dei peccati, nella preghiera e nella solidarietà con il prossimo, uniti a Gesù Cristo.
Il Paradiso è Gesù Cristo, cioè l’Amore. Chi ama è già in Paradiso interiormente.
Nessuno entra in Paradiso se non lo vive già dentro di sé.
Nel momento in cui si corrisponde all’amore di Dio, si intravede più chiaramente il fine per cui siamo stati creati, cioè glorificare con le nostre esistenze Dio Trinitario, facendo parte del suo dinamismo in Cristo”. (Pier Angelo Piai)