venerdì 1 maggio 2020

LETTERA APERTA A ...



Buona sera, Signora Imma Polese.
Le scrivo come credente e come utente che vede qualche volta la trasmissione che si svolge nella sua struttura.
La mia osservazione è legata alla celebrazione del matrimonio di rito civile.
Non so se ha avuto osservazioni al riguardo.
Mi colpisce che venga fatta in una cappella, la cappella del Castello, appunto, con simboli religiosi evidentemente cristiani, che mi pare poco consoni per un matrimonio civile: è un pasticcio da evitare.
La cosa però più disdicevole è non tanto il rito delle candele, nella sua simbologia, ci può stare, ma è il rito delle candele nella sua forma.
Ho visto che usate il Cero pasquale per accendere le candele. La cosa è fuori luogo, per il simbolo che è attribuito al Cero pasquale; difatti che senso ha accendere le candele in Cristo (questo è il simbolo!) in un rito civile?
Rasenta la blasfemia. Senza voler esagerare.
Ha pensato di revisionare il gesto?
Auguro ogni bene a Lei e a tutta la famiglia e ai collaboratori.

Sant'Ansano, Sant'Anzano ...



Questo patrono di Siena era di origini romane, figlio di un nobile patrizio, Tranquillino. Ansano era stato condotto al battesimo dalla madrina Massima. Quando scoppò la persecuzione di Diocleziano Massima e Ansano vennero imprigionati. La madrina morì sotto i colpi di verga dei littori, mentre Ansano riuscì a fuggire, dirigendosi verso nord lungo la via Cassia, fino ad arrivare a Siena. Qui predicò il Vangelo e battezzò i primi cristiani. Quest'opera gli meritò il titolo di «battezzatore dei Senesi»: sulla sua sepoltura sarebbe sorta la cattedrale e lo stesso Duccio di Buoninsegna lo ritrasse nella sua celebre «Maestà». Ma la persecuzione seguì Ansano anche a Siena. Inseguito e raggiunto dal proconsole Lisia venne catturato e torturato. La lunga vicenda che, dopo la cattura, lo portò al martirio narra di pesanti e dolorose vessazioni che non servirono a fargli rinnegare la propria fede. Venne così condannato al rogo. Ansano, però, fu salvato miracolosamente dalle fiamme, che si spensero non appena venne gettato sul fuoco. Alla fine fu decapitato con la spada fuori dalla città, sulle rive dell'Arbia. 

Tracce del culto del martire, le cui spoglie furono conservate per secoli nella Pieve di Dofana (AR), si trovano a Bagnoregio (VT), Allerona di cui è anche patrono, e Siena, luoghi dove Ansano predicò e morì, e si annoverano chiese di Sant'Ansano a Spoleto, a Seravezza (LU), a Monte Aceraia nel comune di Borgo San Lorenzo, a Fiesole (FI) e Petrignano del Lago (PG). È il patrono principale della Città e dell'Arcidiocesi di Siena e la memoria liturgica ricorre il 1 dicembre. A Siena la festa di Sant'Ansano segna anche l'inizio dell'anno contradaiolo. È inoltre è venerato a San Leonardo di Treponzio (LU), ed anche il patrono del comune di Anzano di Puglia, dove, venerato con il nome di Anzano, il culto è stato ripristinato dal 2006, dopo il ritrovamente e il restauro di un'antica statua forse ottocentesca.

Il corpo rimase sepolto per secoli a Dofana, nella Diocesi di Arezzo, fino a quando nel 1107 il Vescovo di Siena, Gualfredo e quello di Arezzo, Gualtiero, si accordarono e i senesi poterono andare a recuperare i resti di Sant'Ansano (si narra del 6 febbraio) e li traslarono nel Duomo di Siena. La testa del santo fu invece portata ad Arezzo, dove è ancora custodita in un reliquiario d'argento conservato nel Duomo. Nel 1359 il corpo di Ansano fu bruciato da un fulmine. Rimangono il braccio sinistro a Dofana e quello destro a Siena. Un dito si conserva nella Pieve di San Giovanni Battista a Sant'Ansano, nel comune di Vinci.

VIAGGIO VIRTUALE tra i santuari d’Italia: Fontanasanta



La prima meta è Ripaldina, che fa parte del comune di Arena Po, in provincia di Pavia. Qui è venerata la Madre di Dio con il titolo delle Grazie, presso il santuario di Fontanasanta.
Il Santuario fu elevato a parrocchia nel 1930 e presenta, nel suo interno, una fonte di acqua solforosa.
Fontanasanta era un luogo acquitrinoso che le donne usavano come lavatoio e che lì si incontravano per sciacquare i panni. Un luogo femminile così come lo era la protagonista del miracolo: una bambina, cieca dalla nascita, che era al seguito della madre. L’acquisizione della vista, o meglio, la perdita della cecità, coincide con il momento in cui la Madonna “si fa vedere” sotto forma di un’immagine impressa su di un sasso talmente poroso da riuscire a galleggiare nelle acque che sgorgavano dalla sorgente. Il miracolo non riguarda solo la vista ritrovata ma anche il luogo naturale che la Vergine decide di “abitare”. Secondo il racconto tramandato, la pietra con impressa la Madonna sfuggiva “alla presa”, seppur bassa fosse l’acqua in cui galleggiava. Riposta in quello che sembrava essere il suo luogo più appropriato, la vicina chiesa di Arena Po, dopo poco sparisce per essere ritrovata alla sorgente.
Le sorgenti d’acqua, furono in epoca pagana e precristiana, luoghi sacri. È quindi la cristianizzazione di un luogo di culto preesistente. La cripta del santuario di Fontanasanta custodisce la sorgente di acqua solforosa testimone della devozione popolare alla Madonna.
Ogni anno, la seconda settimana di maggio, avviene il pellegrinaggio dalla località di Pievetta (PC), percorrendo l’argine del Po che collega le due frazioni. Il santuario è aperto ogni domenica.

Sancta Maria, Mater misericordiae, ora pro nobis

Preghiamo perché il nostro quotidiano sia segno della misericordia di Dio.
Preghiamo per tutti quelli che nella loro vita si dedicano alle opere di misericordia spirituali e corporali.
Preghiamo per i non vedenti e per tutti gli operari sanitari che si occupano delle patologie agli occhi.
Preghiamo perché non sciupiamo il dono di Dio: nostra sorella acqua, l’oro blu per l’umanità.