giovedì 12 luglio 2018

“Ei fu”, il 5 maggio 1836!




Giovedì 19 luglio 2018, alle ore 10.00, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco presiederà la celebrazione dell’Ora Terza e il Concistoro Ordinario Pubblico per la Canonizzazione del Beato Nunzio Sulprizio, laico.

 
 
 
 “Ei fu”, il 5 maggio 1821 Napoleone Bonaparte moriva a Sant’Elena. Il 5 maggio 1836 moriva a Napoli a soli 19 anni un operaio vissuto nell'Ottocento e beatificato da Paolo VI il 1° dicembre 1963, durante il Concilio Vaticano II.
Forse lo stesso giovane operaio e il pontefice che riconobbe la sua santità con la beatificazione saranno canonizzati insieme.
Nunzio Sulprizio era nato a Pescosansonesco, in provincia di Pescara, il 13 aprile 1817. Fin dalla prima infanzia aveva perso entrambi i genitori; a nove anni, poi, morì anche la nonna materna Anna Rosaria, che lo aveva cresciuto. A quel punto uno zio lo prese con sé nella sua officina di fabbro ferraio. Ma il lavoro troppo pesante per l'età, minò il suo fisico: colpito nel 1831 da una malattia alla tibia, fu ricoverato in ospedale prima a L'Aquila e poi a Napoli. Qui il colonnello Felice Wochinger si prese cura di lui e iniziò a trattarlo come un figlio. Nonostante i dolori terribili, Nunzio affrontò la malattia con una pazienza e un'offerta del proprio dolore che colpì chi gli stava vicino.
 
 
Già Leone XIII lo propose come modello per la gioventù operaia. Le sue spoglie sono custodite in un'urna nella chiesa di san Domenico Soriano a Napoli.

Siete stranieri!



Una storia al colmo della realtà.

Una famiglia calabrese emigra al nord, negli anni '60-'70, qui crea una famiglia con figli e figlie, i quali si sposano ed a loro volta hanno figli e figlie. Qui tutto normale. Ben integrata nel territorio - che non è sempre così! - vive la vita della comunità parrocchiale e i nipoti, figli dei figli, frequentano la sportiva parrocchiale, il catechismo e l'oratorio.. anche quello estivo.
Ogni anno i nonni scendo al paese nativo e portano con se un nipote.
Qui scoprono che il parroco a metà luglio inizia l'oratorio estivo.
Che bello come a Milano!
Ed allora vanno dal parroco del paese nativo per chiedere se anche il nipote può partecipare alle attività.
 
 
Risposta?
No.
Perchè?
Siete stranieri. Sì! gli ha detto s-t-r-a-n-i-e-r-i, forse giustifico voleva dire estranei.
Boh!
Ma sapete il colmo di questa storia, il parroco non è calabrese, e tanto meno di pelle bianca... è di colore! :) :) :)
Non è una invenzione questa storia, se pur assurda, mi è stata raccontata dalla mamma del bambino "straniero" che mi diceva che sua volta sua madre, la nonna del bambino "straniero", era indignata e quando ne parla si infuria!
Che bella storia: terrona a Nord e al sud... straniera! :) ;)
Una volta al sud ti chiamavano polentone o esagerando "minchianese" .... ma straniero è nuova!
Mi fa tristezza per il sacerdote, mi fa ridere per l'assurdità!
buona serata!