venerdì 27 maggio 2011

Un pellegrinaggio in terra marchigiana



Ecce Homo
Chiesa Santuario di S. Maria in Via - Camerino (MC)



«Mi hai risuscitata in Te, vera vita
che dai la vita a ogni vivente»
(S. Camilla Battista Varano)



27 febbraio, partenza, CORINALDO-LORETO

-         santuario S. Maria Goretti a Corinaldo

28 febbraio, MATELICA – CAMERINO

-         Cattedrale di Matelica (beato Gentile, S. Adriano M.)
-         Santuario della Beata Mattia – Matelica (Macerata)

-         Santuario di S. Camilla Battista da Varano (tel. 0737. 633305)
-         Cattedrale di Camerino (S. Venanzio, S. Ansovino)

1 marzo, PESARO – S. ANGELO IN VADO

-         Cattedrale di Pesaro (cappella delle Beate: beata Serafina Sforza, beata Felice Meda, beato Cecco; cripta: ai lati, San Germano Diacono e Costantino e, al centro, San Decenzio e San Terenzio)
-         Santuario della Madonna delle Grazie in Pesaro (beata Michelina, suo altare , beato Tommaso Vitali – altare dei Santi Sette Fond.), apertura 15.30

-         chiesa di San Bartolo, Colle S. Bartolo, Pesaro (una tomba di marmo vicina all’ingresso, sulla sinistra: beato Pietro Gualcerano, beato Giovanni da Valenza)

2 marzo, MONTECAROTTO – SERRA DEI CONTI - FALCONARA M.

-         Parrocchia SS. Annunziata in Montecarotto (S. Placido martire)
-         Monastero di Santa Maria Maddalena – Serra dei Conti (Serva di Dio Maria Giuseppina Benvenuti, "La Moretta")

-         parrocchia S. Antonio, piazza omonima – OFM – in Falconara M. (beato Filippo da Todi)

3 marzo, TOLENTINO – MACERATA

-         santuario di S. Nicola da Tolentino
-         chiesa di San Barnaba, via del Convitto, Macerata (beato Filippo da Fermo) o Chiesa di San Giovanni

4 marzo, URBANIA - S. ANGELO IN VADO

-         Cattedrale San Cristoforo – Urbania (PS) (San Crescentino M., San Placido M. e Santa Secondina M.)
-         Chiesa S. Francesco in S. Angelo in Vado (beata Castora Gabrielli)




Preghiera a tutti i Santi

O spiriti celesti, voi santi venerati in questo luogo e a voi tutti Santi del Paradiso,
volgete pietosi lo sguardo sopra di noi,
ancora peregrinanti in questa valle di dolore e di miserie.

Voi godete ora la gloria che vi siete meritata seminando nelle lacrime in questa terra di esilio.
Dio è adesso il premio delle vostre fatiche, il principio, l'oggetto e il fine dei vostri godimenti.
O anime beate, intercedete per noi!

Ottenete a noi tutti di seguire fedelmente le vostre orme,
di seguire i vostri esempi di zelo e
di amore ardente a Gesù e alle anime,
di ricopiare in noi le sue sante virtù,
affinché diveniamo segno della sua presenza e
un giorno partecipi della vostra gloria immortale.
Amen.

* * *

Litanie dei Santi

Signore Pietà! Signore, pietà!
Cristo pietà, Cristo, pietà!
Signore, pietà! Signore, pietà!
Santa Maria, madre di Dio, prega per noi.
San Michele, prega per noi.
San Giovanni Battista, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Santi Pietro e Paolo, pregate per noi.
Sant'Andrea, prega per noi.
San Giovanni, prega per noi.
Santi apostoli ed evangelisti, pregate per noi.
Santa Maria Maddalena, prega per noi.
Santi discepoli del Signore, pregate per noi.

Santo Stefano, prega per noi.
Sant'Ignazio d'Antiochia, prega per noi.
San Lorenzo, prega per noi.
Sante Perpetua e Felicita, pregate per noi.
Sant' Agnese, prega per noi
Santa Maria Goretti, prega per noi
San Venanzio martire, prega per noi
San Crescentino martire romano, prega per noi
Santa Secondina martire romano, prega per noi
San Placido martire romano, prega per noi
San Placido di Urbania, martire romano, prega per noi
Sant’Adriano martire, prega per noi
San Germano Diacono, prega per noi
San Decenzio, prega per noi
San Terenzio, prega per noi
beato Gentile martire, prega per noi
Santi martiri di Cristo, pregate per noi.

San Gregorio, prega per noi.
Sant'Agostino, prega per noi.
Sant'Atanasio, prega per noi.
San Basilio, prega per noi.
San Martino, prega per noi.
San Benedetto, prega per noi.
San Francesco, prega per noi.
San Domenico, prega per noi.
San Francesco Saverio, prega per noi.
San Giovanni Maria [Vianney], prega per noi.
Santa Caterina da Siena, prega per noi.
Santa Teresa d'Avila, prega per noi.
San Nicola da Tolentino, prega per noi
Sant’Ansovino, prega per noi
Santa Camilla Battista da Varano, prega per noi
beata Castora Gabrielli, prega per noi
beata Felice Meda, prega per noi
Beata Mattia, prega per noi
beata Michelina, prega per noi
beata Serafina Sforza, prega per noi
beato Cecco, prega per noi
beato Filippo da Fermo, prega per noi
beato Filippo da Todi, prega per noi
beato Giovanni da Valenza, prega per noi
beato Pietro Gualcerano, prega per noi
beato Tommaso Vitali, prega per noi

Madre Maria Giuseppina Benvenuti, prega per noi

Santi e beati pellegrini a Loreto, pregate per noi
Santi e sante di Dio, pregate per noi.



Madonna di Loreto
Montecarotto (AN), Chiesa del Ss. Crocifisso

SANTITA' e LEBBRA



San Damiano da Molokai




Introduzione

Le Crociate è un film del 2005 diretto da Ridley Scott. In esso si evidenzia un saggio, Baldovino IV di Gerusalemme, detto il re lebbroso (Gerusalemme, 1161 – Gerusalemme, 16 marzo 1185), che nel film, attraverso la sua saggezza, emana un alone di santità: ma in realtà non è annoverato tra i santi.

Prima di inoltrarci in questo argomento (la santità e la lebbra), spendiamo due parole sulla malattia di re Baldovino.

La lebbra (o morbo di Hansen) è una malattia infettiva e cronica, causata dal batterio Mycobacterium leprae, che colpisce la pelle e i nervi periferici in vari modi e gradi, anche molto invalidanti. Un tempo considerata una maledizione di Dio e incurabile, in era moderna si è rivelata molto meno temibile e meglio curabile di quanto ritenuto in passato. Le dizioni "morbo di Hansen" o "Hanseniasi" vengono oggi privilegiate per evitare il marchio di infamia che la parola "lebbra" ancora reca con sé nell'opinione comune.

La lebbra era considerata una maledizione di Dio. A tal proposito un versetto del capitolo quinto del secondo libro dei re dice: “Giezi … la lebbra di Naamàn si attaccherà a te e alla tua discendenza per sempre». Uscì da lui lebbroso, bianco come la neve”. Era la punizione che Eliseo invoca sul suo servo Giezi, a causa della sua avarizia e della sua mancanza di gratuità.

Infatti Elisio aveva guarito Naamàn dalla lebbra. Ascoltiamo il passo biblico:

“Naamàn, comandante dell'esercito del re di Aram, era un personaggio autorevole presso il suo signore e stimato, perché per suo mezzo il Signore aveva concesso la salvezza agli Aramei. Ma quest'uomo prode era lebbroso. Ora bande aramee avevano condotto via prigioniera dalla terra d'Israele una ragazza, che era finita al servizio della moglie di Naamàn. Lei disse alla padrona: «Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che è a Samaria, certo lo libererebbe dalla sua lebbra». Naamàn andò a riferire al suo signore: «La ragazza che proviene dalla terra d'Israele ha detto così e così». Il re di Aram gli disse: «Va' pure, io stesso invierò una lettera al re d'Israele». Partì dunque, prendendo con sé dieci talenti d'argento, seimila sicli d'oro e dieci mute di abiti. Portò la lettera al re d'Israele, nella quale si diceva: «Orbene, insieme con questa lettera ho mandato da te Naamàn, mio ministro, perché tu lo liberi dalla sua lebbra». Letta la lettera, il re d'Israele si stracciò le vesti dicendo: «Sono forse Dio per dare la morte o la vita, perché costui mi ordini di liberare un uomo dalla sua lebbra? Riconoscete e vedete che egli evidentemente cerca pretesti contro di me».
Quando Eliseo, uomo di Dio, seppe che il re d'Israele si era stracciate le vesti, mandò a dire al re: «Perché ti sei stracciato le vesti? Quell'uomo venga da me e saprà che c'è un profeta in Israele». Naamàn arrivò con i suoi cavalli e con il suo carro e si fermò alla porta della casa di Eliseo. Eliseo gli mandò un messaggero per dirgli: «Va', bàgnati sette volte nel Giordano: il tuo corpo ti ritornerà sano e sarai purificato». Naamàn si sdegnò e se ne andò dicendo: «Ecco, io pensavo: «Certo, verrà fuori e, stando in piedi, invocherà il nome del Signore, suo Dio, agiterà la sua mano verso la parte malata e toglierà la lebbra». Forse l'Abanà e il Parpar, fiumi di Damasco, non sono migliori di tutte le acque d'Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per purificarmi?». Si voltò e se ne partì adirato. Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: «Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una gran cosa, non l'avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha detto: «Bàgnati e sarai purificato»». Egli allora scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola dell'uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato.
Tornò con tutto il seguito dall'uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c'è Dio su tutta la terra se non in Israele»”. (2Re 5, 1 – 15)

Lo stesso passo è ripreso nell’episodio di Gesù a Nazareth raccontato dall’evangelista Luca:

“Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l'anno di grazia del Signore.

Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: «Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!»». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino”. (Lc 4, 14-30)

La guarigione della malattia è segno di misericordia e di bontà divina. Ma in questo passo di San Luca si intuisce anche che è dono della fede.

È proprio nella fede dei santi che la lebbra viene vissuta non come punizione divina, ma come compassione per l’umanità sofferente.

Questo si evidenzia in alcuni testimoni del Vangelo che vissero la loro carità verso i lebbrosi fino a partecipare della stessa malattia: il grande e santo sacerdote Damiano da Molokhai, l’umile francescano Daniele da Samarate e il dotto sacerdote gesuita Giovanni Beyzym.

In altri esempi di santità invece si racconta che vissero una parte o totalmente la loro vita come lebbrosi:

  1. Sant'Abgar V Ukama (il Nero) Re di Edessa
  2. Sant'Aleide di Schaerbeek Vergine
  3. Sant’Amico Martire
  4. Santa Angadrisma Badessa
  5. Beato Bartolo Buonpedoni da San Gimignano
  6. San Lazzaro di Kyoto Martire
  7. Venerabile Pietro Urraca della SS. Trinità
  8. San Teobaldo di Provins
  9. Beata Salome di Niederaltaich

Infine ci sono alcuni significativi esempio di santità che non si può non citare quando si accosta il tema della santità alla malattia della lebbra:

  1. San Lazzaro il Mendicante
  2. Sant'Eliseo Profeta
  3. Beata Marianna (Barbara) Cope di Molokai
  4. Servo di Dio Marcello Candia medico
  5. Servo di Dio Raoul Follereau imprenditore
  6. Beato Bentivoglio de Bonis da San Severino Marche
  7. Beato Bonaventura da Potenza
  8. Sant'Elisabetta di Portogallo regina
  9. Santa Brigida d'Irlanda (di Cell Dara) badessa
  10. Beata Maria Dolores Rodriguez Sopena
  11. Beata Teresa di Calcutta (Agnes Gonxha Bojaxiu)
  12. San Francesco d'Assisi

Ecco in breve i loro tre profili agiografici dei tre “santi lebbrosi”: il loro esempio ci guidi a vivere la nostra carità verso il nostro prossimo, perché nell’amore verso di Dio e verso il prossimo è il compendio di tutti i Comandamenti.


Santa Aleide di Schaerbeek presso Bruxelles
monaca lebbrosa cistercense


San Damiano da Molokai
Martirologio Romano, 15 aprile: In località Kalawao sull’isola di Molokai in Oceania, beato Damiano de Veuster, sacerdote della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, che attese con tale dedizione all’assistenza dei lebbrosi, da morire colpito anch’egli dalla lebbra.


Padre Daniele da Samarate


Servo di Dio Daniele da Samarate
Felice Rossini (Daniele da Samarate), servo di Dio, missionario e apostolo dei lebbrosi, nacque a S. Macario di Samarate (Milano) il 15 giugno 1876 da Pasquale e Giovanna Paccioretti e il giorno seguente riceve il battesimo col nome di Felice. Il 15 gennaio 1890, entra tra i frati cappuccini di Lombardia nel convento di Sovere (Bergamo). È consacrato sacerdote a Fortaleza (Cearà) il 19 marzo 1899 e nel gennaio 1900 è destinato alla Colonia Agricola di S. Antonio do Prata (Parà) dove rimane - direttore illuminato, costruttore intraprendente, missionario infaticabile - fino al gennaio 1913. Durante questi anni di intenso apostolato fra quella gente assetata di Dio, contrae la lebbra. Di ritorno in Italia per consulte mediche, il 21 agosto 1909 fa sosta a Lourdes con immensa fede e riceve la grazia della perfetta conformità al progetto di Dio. Dopo una breve parentesi come parroco di S. Luis-Anil (Maranhão), il 27 aprile 1914 entra definitivamente nel lebbrosario di Tucunduba (Belém-Parà) dove rimane fino alla morte, servendo spiritualmente con zelo e grandi sofferenze i colpiti dalla sua stessa malattia. Muore santamente il 19 maggio 1924 a soli 48 anni, 26 dei quali passati in missione. È rimasta famosa e incide nel cuore dei suoi numerosi ammiratori e devoti la formuletta di ringraziamento da lui coniata negli ultimi anni della sua atroce malattia: "A Deus louvado" (Dio sia lodato). Il 4 luglio 1998 venne emanato il decreto di validità dei Processi diocesani, quello principale di Belem (Brasile) e quello rogatoriale di Milano.


beato Giovanni Beyzym

Beato Giovanni Beyzym.
Martirologio Romano, 2 ottobre: A Fianarantsoa in Madagascar, beato Giovanni Beyzym, sacerdote della Compagnia di Gesù, che svolse in tutta l’isola una fervida attività per i lebbrosi, che servì nel corpo e nello spirito con grande zelo di carità.




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 Bibliografia e Siti

  • AA. VV. - Biblioteca Sanctorum (Enciclopedia dei Santi) – Voll. 1-12 e I-II appendice – Ed. Città Nuova
  • C.E.I. - Martirologio Romano - Libreria Editrice Vaticana – 2007 - pp. 1142
  • Grenci Damiano Marco – Archivio privato iconografico e agiografico: 1977 – 2011
  • Sito Web di santibeati.it
  • Sito Web di wikipedia.org
  • Sito Web di newsaints.faithweb.com




santini e quaderno: SANTI e LEBBRA

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano


S. Agostino di Canterbury

27 maggio  
SANT’AGOSTINO DI CANTERBURY
vescovo

Agostino (+ Canterbury, Inghilterra, c. 605), figlio spirituale di san Gregorio Magno e suo successore come abate di sant’Andrea a Roma, fu da lui inviato come apostolo della fede nelle isole britanniche.
Convertì il re del Kent e il suo popolo al Vangelo. E’ riconosciuto da cattolici e anglicani primo vescovo e padre della Chiesa inglese. Nella linea gregoriana fu promotore dell’incontro tra il mondo latino e la cultura anglosassone. La sua «deposizione» il 26 maggio è ricordata dai più antichi manoscritti del martirologio geronimiano (sec. VI).

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 27 maggio: Sant’Agostino, vescovo di Canterbury in Inghilterra, che fu mandato dal papa san Gregorio Magno insieme ad altri monaci a predicare la parola di Dio agli Angli: accolto con benevolenza da Edilberto re del Kent, imitò la vita apostolica della Chiesa delle origini, convertì il re e molti altri alla fede cristiana e istituì in questa terra numerose sedi episcopali. Morì il 26 maggio.

(26 maggio: A Canterbury in Inghilterra, deposizione di sant’Agostino, vescovo, la cui memoria si celebra domani)


beato Ludovico Pavoni

27 maggio 
BEATO LUDOVICO PAVONI
sacerdote

Ludovico Pavoni, sacerdote diocesano, nato a Brescia, 11 settembre 1784 e morto a Saiano, Brescia, 1 aprile 1849, fondò la Congregazione dei Figli di Maria Immacolata detti “Artigianelli”. Dedicò la sua vita all’istruzione dei giovani più poveri, nell’intento soprattutto di educarli secondo i costumi cristiani e di avviarli a un mestiere.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 1 aprile: A Brescia, beato Ludovico Pavoni, sacerdote, che con grande sollecitudine si dedicò all’istruzione dei giovani più poveri, nell’intento soprattutto di educarli secondo i costumi cristiani e di avviarli a un mestiere, fondando per questo la Congregazione dei Figli di Maria Immacolata.