venerdì 19 aprile 2013

Venerdì della III settimana di Pasqua



Le letture di questa mattina ci scuotono. Noi viviamo l’Eucaristia quotidiana per rimanere in Lui? L’Eucaristia quotidiana non è per noi quotidiano richiamo alla conversione?

Questa mattina siamo di fronte ad un viaggio: la conversione è un cammino.
È il viaggio della conversione di Paolo: descritto dal libro degli Atti.
Si legge:
Paolo descrive la sequela cristiana come una Via - “io la via, la verità e la vita” diceva Gesù ai Dodici - “appartenenti a questa Via”. mentre era in viaggio – Paolo – cadendo a terra” – incontrò Gesù. Dio che si è fatto terra, lo incontra a terra. In basso, per risollevarlo in alto, al Cielo. “«Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu àlzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare»”.
Dopo questa incontro, è rialzato dal comando di Gesù, inizia un nuovo cammino – “facevano il cammino”, ma è accompagnato – guidandolo per mano, lo condussero a Damàsco”. Ecco qui compare un nuovo personaggio – la Chiesa – che raccoglie e accompagna su una nuova strada (diritta!) – “va’ nella strada chiamata Diritta … sta pregando, .. di nome Ananìa, … recuperasse la vista”.
San Luca poi delinea la vocazione, nella profezia del Signore: “«Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d’Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome»”.
Anania lo accoglie e dà a Paolo una nuova possibilità descritta sempre come una strada, la vista è riacquistata e anche qui si scorge una caduta e un rialzarsi: “«Sàulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». …. caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. .. Si alzò e venne battezzato … prese cibo e le forze gli ritornarono. … subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio”.

La scena con il mangiare e la testimonianza.
A questa conclusione fa eco il Vangelo:
“«In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me”.



Signore conduci anche a noi,
nella strada “Diritta”,
cada da noi ciò che ancora
non ci va vivere la tua Via:
il nostro confessore sia il nostro Anania,
che nutrendoci di te, ci aiuti a rimanere in te.
“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui”.

Il santo martire Espedito, martire di Militene, ci sostenga con la sua preghiera
Perché oggi sia giorno di grazia
Perché sia giorno di risposta alla tua grazia
Perché oggi sia giorno di testimonianza.
Amen.