sabato 29 ottobre 2011

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano





29 ottobre
SANT’ONORATO di VERCELLI
vescovo

Il vescovo Onorato di Vercelli ha legato il suo nome a quello del contemporaneo Ambrogio. In molti dipinti è infatti raffigurato mentre dà la Comunione al grande vescovo di Milano morente. Segno di un legame forte nell’episcopato, vissuto in anni difficili come quelli tra la fine del III e l’inizio del IV secolo. Anni di confronti serrati, in comunità scosse da scismi e movimenti ereticali. A Vercelli capitò alla morte del vescovo Limenio: la designazione di Onorato come successore trovò fortissime resistenze. Ambrogio dovette spendere tutta la sua autorità, recandosi personalmente a consacrarlo. I fatti dimostrarono che la sua fiducia era ben fondata: come ricorda una lapide nella cattedrale di Vercelli (dove risposano tuttora le sue spoglie) il vescovo Onorato fu un degno discepolo di Eusebio (il grande padre e maestro di questa Chiesa piemontese) e un predicatore infaticabile della dottrina cattolica contro gli influssi ariani. Il suo episcopato durò circa un ventennio e si concluse un 29 di ottobre, giorno in cui ancora è ricordato nel calendario liturgico delle diocesi di Vercelli e di Milano.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 29 ottobre: A Vercelli, sant’Onorato, vescovo: discepolo di sant’Eusebio in monastero e suo compagno nel carcere, tenne per secondo dopo il suo maestro questa sede episcopale che istruì nella retta dottrina ed ebbe il privilegio di offrire il viatico a sant’Ambrogio in punto di morte.

venerdì 28 ottobre 2011

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano




28 ottobre
SANTI SIMONE E GIUDA APOSTOLI
FESTA

Simone, da Luca soprannominato Zelota (Lc 6, 15; At 1, 13), forse perché aveva militato nel gruppo antiromano degli Zeloti, da Matteo e Marco è chiamato Cananeo (Mt 10, 4; Mc 3, 18).

Giuda è detto Taddeo (Mt 10, 3; Mc 3, 18) o Giuda di Giacomo (Lc 16, 16; At 1, 13). Nell’ultima cena rivolse a Gesù la domanda: «Signore come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». Gesù gli rispose che l’autentica manifestazione di Dio è riservata a chi lo ama e osserva la sua parola (Gv 14, 22-24). Una lettera del Nuovo Testamento porta il suo nome. La loro festa il 28 ottobre è ricordata dal calendario geronimiano (sec. VI). In questo stesso giorno si celebra a Roma fin dal sec. IX.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 28 ottobre: Festa dei santi Simone e Giuda, Apostoli: il primo era soprannominato Cananeo o “Zelota”, e l’altro, chiamato anche Taddeo, figlio di Giacomo, nell’ultima Cena interrogò il Signore sulla sua manifestazione ed egli gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».

martedì 25 ottobre 2011

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano



25 ottobre
SAN GAUDENZIO di BRESCIA
vescovo

San Gaudenzio visse tra i secoli IV-V, e ottavo vescovo di Brescia, la città in cui era nato. Il Martirologio Romano lo ricorda il 25 ottobre e dice di lui: “ordinato da sant’Ambrogio, rifulse tra i presuli del suo tempo per dottrina e virtù, istruì il suo popolo con la parola e con gli scritti e fondò una basilica che chiamò Concilio dei Santi”. Si sa qualcosa sulla sua vita dai suoi dieci Sermoni, inviati ad un meritevole concittadino che perché malato, non poteva recarsi ad ascoltarlo. Gaudenzio, per la suo umiltà, pensava di svolgere il suo ministero unicamente attraverso la predicazione. I suoi discorsi vennero copiati e diffusi perché richiesti dai fedeli. Quando fu eletto vescovo, a furor di popolo e con l'approvazione di Sant'Ambrogio, era in pellegrinaggio in Terra Santa. Fece parte anche della missione di vescovi(obbligati poi a tornare indietro) che il Papa ha inviò in aiuto di Giovanni Crisostomo. Gaudenzio, molto colto ma insicuro, godeva fama di grande santità e per questo ebbe la stima di grandi personalità religiose e civili del suo tempo.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 25 ottobre: A Brescia, san Gaudenzio, vescovo, che, ordinato da sant’Ambrogio, rifulse tra i presuli del suo tempo per dottrina e virtù, istruì il suo popolo con la parola e con gli scritti e fondò una basilica che chiamò Concilio dei Santi.

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano




25 ottobre
BEATO CARLO GNOCCHI
sacerdote

Nacque a S. Colombano al Lambro (MI) il 25 ottobre 1902 dal padre Enrico marmista e da Clementina Pasta sarta. A 2 anni divenne orfano di padre e la famiglia si trasferì prima a Milano e poi a Besana di Brianza; studiò nel seminario milanese e venne ordinato sacerdote il 6 giugno 1925; le sue prime esperienze d’apostolato le fece nelle parrocchie di Cernusco sul Naviglio e in quella di S. Pietro in Sala a Milano. Il 22 settembre 1936, fu nominato direttore spirituale dell’Istituto Gonzaga di cui era stato cappellano, diretto dai Fratelli delle Scuole Cristiane e inoltre insegnante di religione all’Istituto Commerciale Schiapparelli di Milano. Il 10 giugno 1940, l’Italia entrò in guerra e don Carlo Gnocchi si arruolò volontariamente come cappellano militare del Battaglione degli Alpini ‘Val Tagliamento’, che partecipò alla campagna di Grecia. Di ritorno dalla Grecia, volle pure partecipare da ‘sacerdote’ alla campagna di Russia, come cappellano degli Alpini della Divisione Tridentina; la disastrosa ritirata del gennaio 1943, che vide la morte di numerosi soldati, lo colpì profondamente, provocandogli una forte crisi spirituale sulla bontà di Dio, crisi che superò con la sua immensa fede e facendogli intuire il significato e il valore della sofferenza degli innocenti. Maturò il lui il desiderio di provvedere all’assistenza degli orfani dei suoi alpini, dei mutilatini di guerra, vittime dei bombardamenti e degli ordigni bellici scoppiati fra le loro mani e dei disabili di ogni genere. Decorato con medaglia d’argento al valor militare, negli anni 1944-45 partecipò alla Resistenza subendo anche il carcere per alcuni giorni e liberato per l’intervento del cardinale Schuster. Nel 1945 lasciò l’incarico di direttore spirituale all’Istituto Gonzaga, prendendo quello di assistente ecclesiastico degli studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, restandoci tre anni, intanto nel 1947 aveva fondato l’Istituzione Pro infantia mutilata riconosciuta con D.P.R. del 26 marzo 1949. Nel 1953 l’istituzione cambiò denominazione in Fondazione Pro Juventute.
Fu scrittore fecondo di spiritualità, educazione, pedagogia. Muore santamente a Milano il 28 febbraio 1956. Il 25 ottobre 2009 è stato beatificato in piazza Duomo a Milano.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 28 febbraio: (il testo non esiste in quanto il Martirologio Romano è del 2001 e la beatificazione è del 2009)

lunedì 24 ottobre 2011

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano




24 ottobre
SANT’ANTONIO MARIA CLARET
vescovo

Antonio (Sallent, Spagna, 1807 – Fontfroide, Francia, 24 ottobre 1870), poliedrica figura di apostolo del Vangelo, fu parroco in Catalogna, missionario nelle Isole Canarie, arcivescovo a Santiago di Cuba, consigliere della corona di Spagna, fecondo scrittore popolare, educatore di anime. Fondò la Congregazione dei Missionari del Cuore Immacolato di Maria (Clarettiani, 1849). Strenuo difensore degli oppressi, soffrì a sua volta persecuzioni e attentati, a cui oppose la sua intrepida fede.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 24 ottobre: Sant’Antonio Maria Claret, vescovo: ordinato sacerdote, per molti anni percorse la regione della Catalogna in Spagna predicando al popolo; istituì la Società dei Missionari Figli del Cuore Immacolato della Beata Maria Vergine e, divenuto vescovo di Santiago nell’isola di Cuba, si adoperò con grande merito per la salvezza delle anime. Tornato in Spagna, sostenne ancora molte fatiche per la Chiesa, morendo infine esule tra i monaci cistercensi di Fontfroide vicino a Narbonne nella Francia meridionale.

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano




24 ottobre
SAN LUIGI GUANELLA
sacerdote

Luigi Guanella nacque a Fraciscio di Campodolcino (Sondrio) nel 1842. Nel 1866 divenne sacerdote. Nella sua attività pastorale avvicinò le esperienze del Cottolengo e di don Bosco, che incontrò a Torino e con il quale trascorse tre anni. Nel 1881 fondò i Servi della Carità e le Figlie di Santa Maria della Provvidenza. Presto da Como si diffusero in Italia e anche in America, Asia e Africa. A Roma, con l'aiuto di San Pio X, sorse la basilica del Transito di San Giuseppe al Trionfale. Guanella intervenne con don Orione nel terremoto della Marsica: gennaio 1915. Si spense pochi mesi dopo. È beato dal 1964. Canonizzato il 23 ottobre 2011.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 24 ottobre: A Como, beato Luigi Guanella, sacerdote, che fondò la Congregazione dei Servi della Carità e delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza per prendersi cura delle necessità dei più poveri e degli afflitti e provvedere alla loro salvezza.

domenica 23 ottobre 2011

Con una cerimonia in piazza San Pietro il Papa ha portato agli altari Guido Maria Conforti, Luigi Guanella e Bonifacia Rodriguez De Castro






Proclamati tre nuovi santi: Conforti, Guanella e De Castro

Sono gli italiani Luigi Guanella – sacerdote fondatore della Congregazione dei Servi della Carità e dell’Istituto delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza - e Guido Maria Conforti -  Vescovo di Parma e fondatore della Pia Società di San Francesco Saverio per le Missioni estere - e la spagnola Bonifacia Rodriguez De Castro - fondatrice della Congregazione delle Serve di San Giuseppe - i beati canonizzati oggi da papa Benedetto XVI durante una s. Messa celebrata sul sagrato della Basilica vaticana.



Luigi Guanella
(Fraciscio di Campodolcino, 19 dicembre 1842 – Como, 24 ottobre 1915).
Educato a Como dai Somaschi, viene ordinato prete nel 1866. Nominato parroco a Panello Lario nel 1878, vi trova un ospizio per orfanelli che più tardi trasferisce a Como, fondando nel 1866 la Casa della Divina Provvidenza, da cui estende in numerose diocesi i benefici del «Cottolengo» di Torino. La primitiva fondazione dà vita a numerose altre in Italia e all’estero (Svizzera, Stati Uniti, ma anche Asia e Africa). Per la direzione e l’assistenza delle sue Case don Guanella fonda nel 1881 le due congregazioni dei «Servi della Carità» e delle «Figlie di S. Maria della Divina Provvidenza», che fioriscono in opere di bene. Spirito attivo e infaticabile, apprezzato da san Giovanni Bosco - che incontra a Torino e con il quale collabora per tre anni - da san Pio X e dal card. Andrea Carlo Ferrari, amico di Davide Albertario, di Giuseppe Toniolo, di mons. Giacomo Sichirollo e del p. Gerardo Beccaro, don Guanella aderisce alle iniziative sociali del tempo: si dedica al risanamento di zone malariche, e – soprattutto dopo un viaggio in America – all’assistenza agli emigrati, inviando sul posto i suoi religiosi; istituisce l’Arciconfraternita del Transito di S. Giuseppe, con più di nove milioni di iscritti che continuamente offrono preghiere per gli agonizzanti; e al Transito di San Giuseppe dedica anche una basilica in Roma, eretta con l’aiuto di papa San Pio X.

Nel gennaio del 1915 don Guanella fa ancora in tempo a intervenire insieme a don Luigi Orione nel terremoto della Marsica, prima di terminare la sua vita terrena a Como. Paolo VI lo beatificherà nel 1964.

«E’ morto un santo», dice Benedetto XV alla notizia della scomparsa di don Luigi Guanella; alcuni anni prima un altro Papa, San Pio X, conversando con p. Agostino Gemelli che nutriva dubbi di fede e teologici, gli aveva suggerito di rivolgersi a don Guanella, al che Gemelli aveva replicato: «Ma non è un teologo», e Pio X a sua volta: «Tu non hai bisogno di un teologo, ma di un santo».

«Don Guanella è da annoverare tra i “santi sociali”», sottolineerà invece nel 2011 il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, «perché lungo tutta la sua vita è stato un sacerdote zelante, con una grande voglia di bene».

Tra le iniziative organizzate per la canonizzazione, ci sarà una serata con i «Cantautori Guanelliani» venerdì 21 ottobre, e poi una Veglia di preghiera sabato 22 a San Paolo Fuori Le Mura, una s. Messa di ringraziamento lunedì 24 presieduta dal card. Tarcisio Bertone, e un pellegrinaggio a Como e nei «luoghi guanelliani» da martedì 25.



Guido Maria Conforti
(Parma, 30 marzo 1865 – 5 novembre 1931)
Volontà molta, salute poca. Supera qualche difficoltà familiare entrando in seminario, ma a 17 anni comincia a soffrire di epilessia e sonnambulismo. Gli fa coraggio il rettore don Andrea Ferrari (futuro Arcivescovo di Milano) e a 23 anni viene ordinato sacerdote. A 28 è già Vicario generale della diocesi parmense. Ma sogna la missione. In Oriente, sull’esempio del pioniere Francesco Saverio.
Però la salute è fragile: nessun istituto missionario lo accetta. E lui, nel 1895, ne fonda uno per conto suo, la «Congregazione di san Francesco Saverio per le Missioni estere». Lo fonda, lo guida, con pochi alunni al principio, e con l’aiuto di un solo prete. Spenderà poi l’eredità paterna per consolidarlo. E nel 1896 ecco già in partenza per la Cina i primi due Saveriani. 

Guido Maria Conforti in questo momento si trova a essere una figura insolita nella Chiesa italiana: impegnato come Vicario nel governo di una diocesi «domestica», e proiettato al tempo stesso verso la missione lontana. E polemico con quanti in Italia ignorano la missione o sembrano temerla («Ruba sacerdoti alle diocesi!»). Nominato Arcivescovo di Ravenna a 37 anni, lascerà l’incarico un anno dopo, ancora per malattia. Muore in Cina uno dei suoi missionari; lui richiama l’altro e si concentra tutto sull’Istituto. Ma nel 1907 eccolo poi «richiamato» in diocesi, come coadiutore del Vescovo di Parma e poi come Successore. Reggerà la diocesi per 25 anni, attivissimo: due sinodi, cinque visite pastorali a 300 parrocchie. E intanto i suoi Saveriani ritornano in Cina. Nel 1912 uno di essi, padre Luigi Calza, è nominato Vescovo di Cheng-chow, e riceve la consacrazione da lui nella Cattedrale di Parma.
Infine arriva il momento più bello per Guido Maria: nel 1928 eccolo in Cina per visitare i suoi Saveriani. Ecco avverato il sogno di una vita: conoscere i nuovi cristiani, la giovane Chiesa cresciuta tra dure difficoltà, sentirsi realizzatore, con i suoi, del sogno di Francesco Saverio. E, insieme, quest’uomo proiettato verso continenti lontani, è pienamente e vigorosamente pastore della sua diocesi nativa, partendo dal lavoro di rievangelizzazione attraverso il movimento catechistico e dalla fraternità praticata in tutte le direzioni, soprattutto con l’opera di assistenza alle famiglie durante la prima guerra mondiale, riconosciuta anche dal governo italiano con un’alta onorificenza civile. Il suo fisico sempre sofferente, e tanto spesso trascinato dalla volontà, cede irrimediabilmente nel 1931. Nel 1995 Giovanni Paolo II lo proclamerà beato.



Bonifacia Rodriguez De Castro
(Salamanca, 6 giugno 1837 – Zamora, 8 agosto 1905).
Spagnola di Salamanca, Bonifacia inizia a lavorare a 15 anni come operaia in una fabbrica di corde, poi apre presso la propria abitazione un laboratorio per la fabbricazione di passamanerie. Prova sulla sua pelle i problemi e i drammi del mondo del lavoro, e così decide di impegnarsi in questo ambito: sotto la direzione del gesuita Francisco Javier Butinyà i Hospital, nel 1874 avvia una congregazione, le Serve di San Giuseppe, per l’assistenza alle operaie; il nuovo Istituto verrà approvato da papa Leone XIII nel 1901. Bonifacia dedica tutta la sua vita alla promozione in campo cristiano e sociale delle donne attraverso la preghiera e il lavoro. Muore nel 1905 all’età di 68 anni. Sarà proclamata beata da papa Giovanni Paolo II nel 2003.


di Domenico Agasso jr
in vaticaninsider.lastampa.it


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O spiriti celesti e voi tutti Santi del Paradiso, volgete pietosi lo sguardo sopra di noi, ancora peregrinanti in questa valle di dolore e di miserie.

Voi godete ora la gloria che vi siete meritata seminando nelle lacrime in questa terra di esilio. Dio è adesso il premio delle vostre fatiche, il principio, l'oggetto e il fine dei vostri godimenti. O anime beate, intercedete per noi!

Ottenete a noi tutti di seguire fedelmente le vostre orme, di seguire i vostri esempi di zelo e di amore ardente a Gesù e alle anime, di ricopiare in noi le virtù vostre, affinché diveniamo un giorno partecipi della gloria immortale.
Amen.

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano





23 ottobre
SAN GIOVANNI DA CAPESTRANO
sacerdote

Giovanni, nato a Capestrano, L’Aquila, nel 1386, convertito all’ideale francescano dopo travagliate vicende nell’ambito forense e politico, iniziò quell’incessante ministero della predicazione che lo portò dalla Terra Santa, ai Paesi Bassi, alle regioni germaniche e slave, così da essere chiamato l’apostolo dell’Europa. Spirito intransigente, organizzò i Minori Osservanti, fu consigliere di papi e svolse la sua opera per la diffusione della fede e per il rinnovamento dei costumi anche in Italia. Animò la resistenza della città di Belgrado assediata dai Turchi. Concluse la sua testimonianza di missionario itinerante a Tarvisio, Villach, Austria, il 23 ottobre 1456.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 23 ottobre: San Giovanni da Capestrano, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che difese l’osservanza della regola e svolse il suo ministero per quasi tutta l’Europa a sostegno della fede e della morale cattolica. Con il fervore delle sue esortazioni e delle sue preghiere incoraggiò il popolo dei fedeli e si impegnò nella difesa della libertà dei cristiani. Morì presso Ujlak sulla riva del Danubio nel regno di Ungheria.

sabato 22 ottobre 2011

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano




22 ottobre
BEATO GIOVANNI PAOLO II, papa

Carlo Giuseppe Wojtyła nacque nel 1920 a Wadowice in Polonia. Ordinato sacerdote e compiuti gli studi di teologia a Roma, al ritorno in patria ricoprì vari incarichi pastorali e universitari. Nominato Vescovo ausiliare di Cracovia, di cui nel 1964 divenne Arcivescovo, prese parte al Concilio Ecumenico Vaticano II. Divenuto papa il 16 ottobre 1978 con il nome di Giovanni Paolo II, si contraddistinse per la straordinaria sollecitudine apostolica, in particolare per le famiglie, i giovani e i malati, che lo spinse a compiere innumerevoli visite pastorali in tutto il mondo; i frutti più significativi lasciati in eredità alla Chiesa, tra molti altri, sono il suo ricchissimo Magistero e la promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica e dei Codici di Diritto Canonico per la Chiesa latina e le Chiese Orientali. Morì piamente a Roma il 2 aprile 2005, alla vigilia della II domenica di Pasqua o della Divina Misericordia. È stato beatificato da papa Benedetto XVI il 1° Maggio 2011.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 2 aprile: (il testo non è ancora inserito nel Martirologio Romano)

venerdì 21 ottobre 2011

Noi cresciamo....


i cuccioli di Petronilla


Due maschietti neri:
Eleuterio Angelo
Elia Angelo


Un maschietto crema
Giovanni J. Angelo

La femminuccia crema
Panacea J. Guadalupe Angela

San Gaspare del Bufalo, sacerdote





Con la bolla "Quod hoc ineunte speculo" Papa Leone XII (1823-1829) il 24 maggio 1824 indisse quello che passerà alla storia come l'unico Giubileo del XIX secolo. Il vescovo di Gaeta Mons. Francesco Saverio Buonuomo (1818 - 1827) invitò subito a Gaeta il più noto missionario apostolico del momento, Gaspare del Bufalo.

Gli incontri di evangelizzazione in preparazione del Giubileo cominciarono il 5 giugno 1824 quando San Gaspare e il gruppo di predicatori al suo seguito furono accolti dal vescovo di Gaeta e dalle confraternite laicali nel quartiere Porto Salvo. Le predicazioni si svolsero nelle parrocchie di San Cosma e Damiano, San Giacomo e nella Cattedrale. Da alcuni documenti si evince come taluni interventi dovettero essere realizzati nelle piazze in quanto le chiese erano troppo piccole per contenere tutti i fedeli accorsi per l'occasione.

Il Santo di Roma fondò in Gaeta la Confraternita del Preziosissimo Sangue con sede nella chiesa del Rosario e vi donò il Crocefisso utilizzato per la missione: la scultura è oggi esposta nella chiesa di via Aragonese sull'altare laterale sinistro. La missione evangelizzatrice nella città di Gaeta durò diversi giorni e proseguì poi nel territorio della diocesi: Itri e la Civita, Vallecorsa e Ponza. Nel corso della missione gaetana Gaspare del Bufalo intervenne con successo contro la carboneria: tradizionalmente i carbonari in Gaeta avevano una "vendita" nell'attuale via Annunziata nel retrobottega della farmacia Porcellani e nell'Archivio dell'Arcidiocesi risultano documenti in merito ad alcuni sacerdoti carbonari.

Successivamente anche il vescovo Luigi Maria Parisio (1827-1854) chiamò per alcune missioni in Gaeta Gaspare del Bufalo. Nel giugno 1829 il sacerdote e i suoi compagni fecero ritorno in città dove tennero celebrazioni religiose in diversi quartieri di Gaeta, in particolare dal diario di Giovanni Merlini si ricorda la grandiosa celebrazione officiata nella chiesa della SS. Annunziata e nell'attuale piazza.

Della missione in Gaeta del 1829 resta la testimonianza della croce utilizzata per la missione con l'iscrizione che ricorda l'evento. Alla croce lignea, conservata nella chiesa dell'ulivo o della Natività, venne applicata successivamente, una reliquia del santo: un piccolo brano di tessuto dell'abbigliamento di Gaspare del Bufalo con tanto di descrizione (1855).




Nato a Roma il 6 gennaio 1786 da Antonio ed Annunziata Quartieroni, fin dai primi anni si fece notare per una vita dedita alla preghiera e alla penitenza.

Completati gli studi presso il Collegio Romano, nel 1798 indossò l'abito talare e si diede ad organizzare opere di assistenza spirituale e materiale a favore dei bisognosi.
Si deve a lui la rinascita dell'Opera di S. Galla, della quale fu eletto direttore nel 1806.
Ordinato sacerdote il 31 luglio 1808, intensificò l'apostolato fra le classi popolari fondando il primo oratorio in S. Maria in Pincis e specializzandosi nella evangelizzazione dei "barozzari", carrettieri e contadini della campagna romana, che avevano i loro depositi di fieno nel Foro Romano, chiamato allora Campo Vaccino.

Per la Chiesa, intanto, correvano tempi duri: nella notte dal 5 al 6 luglio 1809 Pio VII fu fatto prigioniero e deportato.
Il 13 giugno 1810 Gaspare rifiutò il giuramento di fedeltà a Napoleone e venne condannato all'esilio e poi al carcere, che sostenne con animo sereno per quattro anni.
Tornato a Roma nei primi mesi del 1814, dopo la caduta di Napoleone, mise le sue forze e la sua vita al servizio del papa.
Pio VII gli diede l'ordine di dedicarsi alle missioni popolari per la restaurazione religiosa e morale.
Quale mezzo efficacissimo per promuovere la conversione dei peccatori, per debellare lo spirito di empietà e di irreligione, scelse la devozione al Sangue Preziosissimo di Gesú e ne divenne ardentissimo apostolo.

Il 15 agosto 1815 fondò la Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, a cui si iscrissero uomini di grande santità, come il ven. servo di Dio d. Giovanni Merlini, Giovanni Mastai Ferretti, il futuro Pio IX.

Nel 1834, inoltre diede inizio all'Istituto delle Suore Adoratrici del Preziosissimo Sangue, coadiuvato dalla beata Maria De Mattias, che egli stesso aveva chiamato a tale missione.

Sostenne con straordinario coraggio la lotta accanita che gli mossero le società segrete, in particolare la massoneria.
Ma nonostante le loro minacce e gli attentati alla sua stessa vita, non cessò mai di predicare apertamente contro tali sette, fucine di rabbioso laicismo ateo; convertí intere logge massoniche e non si stancò di mettere in guardia il popolo contro la loro propaganda satanica.
Ma un'altra piaga vessava lo Stato Pontificio, come, del resto, anche altre regioni: il brigantaggio.


Nella Chiesa della Congregazione ad Albano Laziale, la prima cappella, a sinistra, entrando, è dedicata a San Gaspare del Bufalo. In questo luogo, tra la balaustra e l'altare fu sepolto il Santo dopo la sua morte, avvenuta a Roma il 28 dicembre 1837. Sotto l'altare, dietro un'artistica grata, è collocata l'Urna che contiene parte del corpo di S. Gaspare.
La cappella fu decorata dal Cisterna in occasione della beatificazione avvenuta nel 1904 ad opera del Papa San Pio X. Sull'altare campeggia luminosa la figura del Santo dipinta da Giovanni Gagliardi. I due angeli in bronzo, ai lati dell'altare, sono opera dello scultore G. Roscioli.



Altra parte delle reliquie del santo sono a Roma nella chiesa di S. Maria in Trivio (zona Fontana di Trevi).

San Gaspare è patrono della città di Sonnino (LT), patria del Brigantaggio, che Gaspare salvò dalla completa distruzione.

Nella bella cittadina di S. Marco D'Alunzio (ME), a causa di un grazie di conversione e di un culto popolarmente diffuso, da pochi anni si celebra la novena e la messa, con processione, il 21 ottobre.

Al Santo sono state dedicate in Italia due parrocchie, una a Roma ed una ad Ancona:

Parrocchia S. Gaspare del Bufalo
Via Brecce Bianche, 60131 Ancona (AN)

Parrocchia S. Gaspare del Bufalo
Via Borgo Velino, 1, 00179 Roma



Una curiosa coincidenza nella vita di San Gaspore: nasce il giorno dell'Epifania e muore il giorno dei Santi Innocenti, due date che a loro volta sono legate nella vicenda evangelica.

«Quando san Gaspare del Bufalo fondò la vostra Congregazione nel 1815, il mio predecessore Pio VII gli chiese di andare laddove nessun altro sarebbe andato... per esempio gli chiese di inviare missionari a evangelizzare i "banditi" che a quel tempo imperversavano così tanto nella zona fra Roma e Napoli. Fiducioso nel fatto che la richiesta del Papa fosse un ordine di Cristo, il vostro Fondatore non esitò ad obbedire, anche se il risultato fu che molti lo accusarono di essere troppo innovatore. Gettando le sue reti nelle acque profonde e pericolose, fece una pesca sorprendente»

mercoledì 19 ottobre 2011

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano





19 ottobre
SANTI GIOVANNI DE BRÉBEUF
e ISACCO JOGUES sacerdoti,
e COMPAGNI, martiri

I sacerdoti Carlo Daniel, Giovanni De Brèbeuf, Gabriele Lalement, Carlo Garnier, Natale Chabanel, furono martirizzati il primo nel 1648 e gli altri nel 1649, nell’attuale Canada, abitato dagli Uroni; il fratello coadiutore Renato Goupil nel 1642, il sacerdote Isacco Jogues e l’altro fratello  coadiutore Giovanni de La Lande il 18 ottobre del 1647 presso Auriesville, nell’attuale stato di New York, abitato allora dagli Irochesi. Erano tutti della Compagnia di Gesù.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 19 ottobre: Santi Giovanni de Brébeuf, Isacco Jogues, sacerdoti, e compagni, martiri, della Compagnia di Gesù: in questo giorno san Giovanni de la Lande, religioso, fu ucciso da alcuni pagani del luogo nel villaggio di Ossernenon, oggi in Canada, dove, pochi anni prima, anche san Renato Goupil aveva conseguito la palma del martirio. In un’unica commemorazione si celebrano in questo giorno anche i loro confratelli, i santi Gabriele Lalemant, Antonio Daniel, Carlo Garnier e Natale Chabanel, che in territorio canadese, in giorni diversi morirono martiri, dopo molte fatiche compiute nella missione presso gli Uroni per annunciare il Vangelo di Cristo alle popolazioni di questa regione.

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano




19 ottobre
SAN PAOLO DELLA CROCE
sacerdote

Paolo (Ovada, Alessandria, 1694 – Roma 18 ottobre 1775) è uno dei santi suscitati in un periodo di trapasso storico e culturale. Dopo un periodo di vita eremitica, favorito da speciali doni mistici, si dedicò alla predicazione popolare in forma di missione, incentrando il suo messaggio sulla passione di Cristo, rivissuta e predicata. Fondò la Congregazione dei Chierici Scalzi della Santa Croce e Passione di nostro Signore Gesù Cristo (Passionisti) aprendo una via, che unisce la contemplazione dei dolori del Crocifisso all’opera di evangelizzazione. Negli scritti e nelle lettere di direzione spirituale lascia una testimonianza di fiducia e di gioia, attinte dal mistero della croce.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 19 ottobre: San Paolo della Croce, sacerdote, che fin dalla giovinezza rifulse per spirito di penitenza e zelo e, mosso da singolare carità verso Cristo crocifisso contemplato nel volto dei poveri e dei malati, istituì la Congregazione dei Chierici regolari della Croce e della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Il suo anniversario di morte, avvenuta a Roma, ricorre il giorno precedente a questo.

martedì 18 ottobre 2011

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano





18 ottobre
SAN LUCA EVANGELISTA
FESTA

Luca, evangelista e autore degli Atti degli Apostoli, è chiamato «lo scrittore della mansuetudine del Cristo». Paolo lo chiama «caro medico» (Col 4, 14), compagno dei suoi viaggi missionari, confortatore della sua prigionia (Col 4, 14; Fm 24; 2 Tm 4, 11). Il suo vangelo, che pone in luce l’universalità della salvezza e la predilezione di Cristo verso i poveri, offre testimonianze originali come il vangelo dell’infanzia, le parabole della misericordia e annotazioni che ne riflettono la sensibilità verso i malati e i sofferenti. Nel libro degli Atti delinea la figura ideale della Chiesa, perseverante nell’insegnamento degli Apostoli, nella comunione di carità, nella frazione del pane e nelle preghiere (At 2, 42). La sua memoria è celebrata il 18 ottobre sia in Oriente che in Occidente.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 18 ottobre: Festa di san Luca, Evangelista, che, secondo la tradizione, nato ad Antiochia da famiglia pagana e medico di professione, si convertì alla fede in Cristo. Divenuto compagno carissimo di san Paolo Apostolo, sistemò con cura nel Vangelo tutte le opere e gli insegnamenti di Gesù, divenendo scriba della mansuetudine di Cristo, e narrò negli Atti degli Apostoli gli inizi della vita della Chiesa fino al primo soggiorno di Paolo a Roma.

lunedì 17 ottobre 2011

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano






17 ottobre
SANT’IGNAZIO DI ANTIOCHIA vescovo e martire
MEMORIA

Ignazio, secondo successore di Pietro come vescovo di Antiochia, è espressione del fervore delle comunità subapostoliche. Condannato alle fiere del tempo di Traiano (98-117), nel suo viaggio verso Roma subì le angherie dei soldati e fu confortato dalle rappresentanze delle comunità ecclesiali. Nelle sue sette lettere, documento vivo della sua dottrina e della sua sollecitudine pastorale, vibra la sua anima eroica di appassionato imitatore di Cristo fino al martirio. E’ testimone di una Chiesa incentrata nell’Eucaristia che, intorno al vescovo e al suo presbiterio, forma come una sinfonia di perfetta unità e concordia. La sua memoria è celebrata dai Siri il 17 ottobre, giorno in cui è ricordata in un breviario della fine del sec. IV il suo nome si trova anche nel Canone Romano.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 17 ottobre: Memoria di sant’Ignazio, vescovo e martire, che, discepolo di san Giovanni Apostolo, resse per secondo dopo san Pietro la Chiesa di Antiochia. Condannato alle fiere sotto l’imperatore Traiano, fu portato a Roma e qui coronato da un glorioso martirio: durante il viaggio, mentre sperimentava la ferocia delle guardie, simile a quella dei leopardi, scrisse sette lettere a Chiese diverse, nelle quali esortava i fratelli a servire Dio in comunione con i vescovi e a non impedire che egli fosse immolato come vittima per Cristo.

domenica 16 ottobre 2011

Restituite a Cesare e a Dio ...




Martirologio Romano, 15 aprile: Ad Avignone nella Provenza, in Francia, beato Cesare de Bus, sacerdote, che, convertitosi dalla vita mondana, si dedicò alla predicazione e alla catechesi e fondò la Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana, a cui diede la finalità di rendere gloria a Dio attraverso la formazione dei fedeli.


Dagli scritti del Beato Cesare

I messaggeri, dopo aver lodato Gesù per accattivarsene la benevolenza, in atto rispettoso e come in aria di consiglio, gli chiesero quale fosse il suo parere, se fosse lecito o no di pagare il tributo a Cesare, immaginando di coglierlo con questo mezzo in parola… Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: “Ipocriti perché mi tentate?”. Ed in ciò fece vedere che era Dio, perché Egli non risponde alle loro parole ma ai loro pensieri…

Subito dopo, Egli disse agli invitati: “Mostratemi la moneta!”. Ed Egli domandò loro: «Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio»… Siccome nella moneta di Cesare era impressa l’immagine ed era scritto il nome di Cesare; così nella moneta di Dio bisogna che vi si trovi scolpito il nome e l’immagine di Dio. La moneta di Cesare era d’oro e d’altro metallo; quella di Dio è l’uomo…

Gesù ci dice di rendere a Cesare quello che è di Cesare. Egli dice a noi “rendete” e non “date” perché si dà quello che è proprio e si rende ciò che è altrui… Noi dobbiamo rendere a Dio, a noi stessi e al nostro prossimo. Dobbiamo rendere a Dio onore, timore e amore, perché è nostro Dio; amore perché è nostro Padre, timore perché è nostro Giudice, onore perché ci ha creati, amore perché ci ha riscattati… A noi dobbiamo tre cose, cioè la purità al cuore, la custodia della lingua e la mortificazione della carne… Dobbiamo al prossimo tre cose:
obbedienza, concordia e liberalità, cioè obbedienza ai superiori…

Oh Signore nostro Gesù Cristo, maestro supremo, da cui dipende l’esistenza di tutte le cose, che nella vostra onnipotenza dite, e tutte le cose sono fatte. Fate che siamo veri discepoli e così fedeli che mai ci allontaniamo dai vostri comandamenti. E poiché siete la via, fate che non ci scostiamo mai da essa, ma che la seguiamo in tutto e per tutto, sia nella stalla della povertà, sia nel deserto della penitenza, sia nella croce delle tribolazioni. Ed essendo voi verità infallibile, non permettete che cadiamo nell’errore, ma esercitando la giustizia e rendendo a ciascuno tutto ciò che gli è dovuto, possiamo presentarci con sicurezza dinanzi al trono della vostra maestà e rendere un ottimo conto della nostra vita. Amen.

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano




16 ottobre
BEATO CONTARDO FERRINI, laico
MEMORIA

Contardo Ferrini nasce a Milano nel 1859. Ragazzo prodigio, a 17 anni consegue la licenza liceale, a 21 si laurea in giurisprudenza e, dopo un periodo di specializzazione a Berlino, a 24 insegna già diritto romano all'università di Pavia. Insegna poi a Messina e a Modena e nel 1894 torna a Pavia, dove resterà fino alla morte. Studioso, giurista e ricercatore stimato, coltiva anche una forte spiritualità, che gli permetterà di distinguersi in un ambiente fortemente anticlericale. Il suo segreto: l’«apostolato silenzioso» e il suo stile di vita, con cui riuscirà a parlare di Dio anche ai lontani, agli indifferenti, agli atei. Impegnato nella San Vincenzo e in altre attività caritative, per quattro anni è anche consigliere comunale di Milano, dove si batte per conservare l'insegnamento religioso nelle scuole primarie. È anche uno dei primi a sostenere il progetto di un'università cattolica in Italia. Contrae il tifo bevendo a una fontana inquinata e muore a 43 anni, il 17 ottobre 1902, durante un periodo di vacanza a Suna, sul Lago Maggiore. Pio XII lo proclama beato nel 1947.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 17 ottobre: A Suna presso il lago Maggiore, beato Contardo Ferrini, che, nell’educare i giovani, con il suo esempio di fede e di vita cristiana andò ben oltre la scienza umana.

sabato 15 ottobre 2011

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano




15 ottobre
SANTA TERESA DI GESÙ, vergine e dottore della Chiesa
MEMORIA

Teresa (Avila, Spagna, 1515 – Alba de Tormes, 15 ottobre 1582), donna di eccezionali talenti di mente e di cuore, entrò a vent’anni nel Carmelo di Avila, dove concepì e attuò la riforma che prese il suo nome. Unì alla più alta contemplazione un’intensa attività come riformatrice dell’Ordine carmelitano. Dopo il monastero di san Giuseppe in Avila, con l’autorizzazione del Generale dell’Ordine si dedicò appassionatamente ad altre fondazioni e potè estendere la riforma anche al ramo maschile. Fedele alla Chiesa, nello spirito del Concilio di Trento, contribuì al rinnovamento dell’intera comunità ecclesiale. Lasciò nella sua autobiografia e nei suoi scritti di spiritualità un documento di profonda esperienza mistica. Paolo VI la riconobbe Dottore della Chiesa (27 settembre 1970).

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 15 ottobre: Memoria di santa Teresa di Gesù, vergine e dottore della Chiesa: entrata ad Ávila in Spagna nell’Ordine Carmelitano e divenuta madre e maestra di una assai stretta osservanza, dispose nel suo cuore un percorso di perfezionamento spirituale sotto l’aspetto di una ascesa per gradi dell’anima a Dio; per la riforma del suo Ordine sostenne molte tribolazioni, che superò sempre con invitto animo; scrisse anche libri pervasi di alta dottrina e carichi della sua profonda esperienza.

venerdì 14 ottobre 2011

Il nome Callisto e la santità cristiana


Statua di San Callisto papa martire
protettore di Ripacorbaria di Manoppello (PE)


In data 14 ottobre la liturgia di rito romano e ambrosiano prevede la memoria (se pur facoltativa) di San Callisto I papa e martire.
La vita di questo pontefice è molto complicata e segnata dalle diatribe ecclesiali dell’epoca, come l’elezione dell’antipapa Ippolito, il primo della storia della Chiesa.

Chi è papa Callisto?

San Callisto, è nato in Trastevere da famiglia cristiana e di condizione servile, suo padre si chiamava Domizio, e la sua incapacità ad amministrare beni terreni lo mise nei guai e fu deportato in Sardegna. Una volta libero, anche qui ci sono varie teorie che noi non consideriamo, visse inizialmente ad Anzio e poi ad opera di papa Zefirino entrò a far parte del clero di Roma, creato  diacono e sovrintendente del cimitero cristiano nella via Appia, oggi conosciuto come "catacombe di San Callisto". Nel 217 egli divenne papa ma, per controversie teologiche si trovò a lottare contro un antipapa, Ippolito, che tuttavia non condannò e da cui fu fortemente calunniato. Ippolito si riconciliò con Ponziano, successore di Callisto, entrambi poi venerati come martiri il 13 agosto.

Callisto morì martire durante un tumulto popolare in Trastevere il 14 ottobre del 222. La sua "deposizione" il 14 ottobre nel cimitero di Calepodio, sulla via Aurelia, è attestata dalla "Depositio Martyrum" (A.D. 354). Probabilmente la sepoltura non avvenne sulla via Appia a San Callisto in quanto la situazione tumultuosa fece preferire una sepoltura veloce e nelle vicinanze del luogo del martirio.

Il pontificato di San Callisto fu molto contrariato a causa di molti cristiani dissidenti di Roma. Fu accusato di lassismo e di eresia (adozionismo e patripassianesimo), ma alla fine della sua vita ogni contrarietà fu cancellata con il glorioso martirio e un culto liturgico che dopo quello agli Apostoli Pietro e Paolo fu il primo nella Roma del secolo III.

Il nome “Callisto” deriva dal nome greco Kallistos, tradotto in latino in Callistus. Il significato è nella parola greca kallistos che significa "bellissimo".

Il nome dopo il papa martire è presente in altri esempi di santità della Chiesa Cattolica:

  • San Callisto Caravario, sacerdote salesiano martire in Cina nel XX secolo
  • San Callisto martire, ucciso con San Carisio a Corinto
  • San Callisto vescovo e martire a Todi
  • San Callisto, martirizzato a Roma, con Bonifacio e Felice
  • San Callisto di Huesca, ufficiale e martire
  • San Callisto turmarca, ufficiale bizantino martire ad Amorio



San Callisto Caravario
Cuorgnè, Torino, 18 giugno 1903 - Cina, 25 febbraio 1930

Martirologio Romano, 25 febbraio: Sulle rive del fiume Beijang vicino alla città di Shaoguan nella provincia del Guandong in Cina, santi martiri Luigi Versiglia, vescovo, e Callisto Caravario, sacerdote della Società Salesiana, che subirono il martirio per aver dato assistenza cristiana alle anime loro affidate.

San Callisto martire a Corinto
Probabilmente il nome di questo martire, secondo la Bibliotheca Sanctorum è un errore di trascrizione dei nomi Callide e Cariessa, vergini appartenenti al gruppo di San Leonida.








San Callisto di Todi
Probabilmente il nome di questo martire, secondo la Bibliotheca Sanctorum è un errore di identificazione. Infatti potrebbe essere il papa S. Callisto a cui era dedicata una chiesa insieme a San Cassiano. Però risulta una traslazione di reliquie nell’agosto 1301 nella chiesa francescana di san Fortunato. Altre traslazioni e ricognizioni nel 1596 e nel 1923. Rimane il dubbio se questo sacro deposito sia di un santo vescovo della Chiesa tudertina di nome Callisto. La memoria liturgica è il 14 agosto.

San Callisto martire a Roma
Probabilmente il nome di questo martire, secondo la Bibliotheca Sanctorum è un errore di trascrizione dei nomi di altri omonimi martiri.





San Callisto di Huesca
Ufficiale dell’esercito di Sancio Abarca II, re di Aragona, passato in Francia, morì nel 1003 lottando contro i Saraceni, nei pressi di Caseaux-Frechet (diocesi di Tarbes), dove se ne celebra la festa il 15 ottobre.

San Callisto turmarca
Siria, marzo 845
Ufficiale bizantino martire ad Amorio ad opera dei mussulmani nel marzo 845.

Martirologio Romano, 6 marzo: In Siria, passione di quarantadue santi martiri, che, arrestati ad Amorio in Frigia e condotti al fiume Eufrate, ottennero con un insigne prova la palma del martirio.


Concludo questa piccola ricerca con l’Inno ai Martiri di Rabbula di Edessa:

O beati martiri,
o grappoli umani della vite di Dio,
il vostro vino inebria la Chiesa;
luci gloriose e divine,
che avete accettato con gioia tutti i tormenti
e vinto gli iniqui carnefici;
gloria alla potenza che vi ha assistito
quando combatteste!
Il Dio venuto per la nostra salvezza
abbia pietà di noi.

Amen!



BIBLIOGRAFIA E SITI


  • AA. VV. - Biblioteca Sanctorum (Enciclopedia dei Santi) – Voll. 1-12 e I-II appendice – Ed. Città Nuova
  • C.E.I. - Martirologio Romano - Libreria Editrice Vaticana – 2007 - pp. 1142
  • Grenci Damiano Marco – Archivio privato iconografico e agiografico: 1977 – 2011
  • Sito Web monasterovirtuale.it
  • Sito Web todi.org

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano



14 ottobre
SAN CALLISTO I, papa e martire

Callisto, successore del papa Zefirino (217), di cui era diacono, legò il suo nome alle catacombe romane e al culto dei martiri. Difese la fede trinitaria contro alcune deviazioni e subì il martirio a Roma (222) nel luogo dove sorge l’omonima chiesa. La sua «deposizione» il 14 ottobre nel cimitero di Calepodio, sulla via Aurelia, è attestata dalla «Depositio martyrum» (354).

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)

Martirologio Romano, 14 ottobre: San Callisto I, papa, martire: da diacono, dopo un lungo esilio in Sardegna, si prese cura del cimitero sulla via Appia noto sotto il suo nome, dove raccolse le vestigia dei martiri a futura venerazione dei posteri; eletto poi papa promosse la retta dottrina e riconciliò con benevolenza i lapsi, coronando infine il suo operoso episcopato con un luminoso martirio. In questo giorno si commemora la deposizione del suo corpo nel cimitero di Calepodio a Roma sulla via Aurelia.