martedì 30 novembre 2010

Le parrocchie dedicate a San Carlo Borromeo (2)




S. Carlo Borromeo in Padova (PD) 
Via Guarnieri, 22, 35132 Padova (PD) 

S. Carlo Borromeo in Palazzaccio di Cecina (LI) 
Via Montenero 2, 57023 Palazzaccio di Cecina (LI) 

S. Carlo Borromeo in Palermo (PA) 
Via Altofonte, 96/D, 90129 Palermo (PA) 

S. Carlo Borromeo in Panettieri (CS) 
Piazza S. Carlo, 87050 Panettieri (CS) 

S. Carlo Borromeo in Parasacco di Ferrara (FE) 
Via del Platano, 65, 44020 Parasacco di Ferrara (FE) 

S. Carlo Borromeo in Pavia (PV) 
Via Montebolone, 2, 27100 Pavia (PV) 

S. Carlo Borromeo in Pesaro (PU) 
Via Carnevali, 19, 61100 Pesaro (PU) 

Ss. Carlo Borromeo (Faedo) e Francesco in Piateda (SO) 
Via Tambanini, 17, Busteggia e Faedo, 23020 Piateda (SO) 
0342/512983 

S. Carlo Borromeo in Piccolini di Vigevano (PV) 
27029 Piccolini di Vigevano (PV) 

S. Carlo Borromeo in Pila di Porto Tolle (RO) 
Piazza P. Caleffi, 6, 45010 Pila di Porto Tolle (RO) 

S. Carlo Borromeo in Pizzinni di Filandari (VV) 
88010 Pizzinni di Filandari (VV)

S. Carlo Borromeo Vesc. in Pognano (BG) 
Via Roma, 15, 24049 Pognano (BG) 

S. Carlo Borromeo in Ponte della Priula (TV) 
Via Donegal, 31010 Ponte della Priula (TV) 

S. Carlo Borromeo in Prignano sulla Secchia (MO) 
Via Pescarola Sopra, Pescarola, 41040 Prignano sulla Secchia (MO) 

S. Carlo Borromeo in Quattromiglia di Rende (CS) 
Contrada Tocci, 87030 Quattromiglia di Rende (CS) 

S. Carlo Borromeo in Rezzato (BS) 
25086 Rezzato (BS)

S. Carlo Borromeo in Riana di Monchio delle Corti (PR) 
43010 Riana di Monchio delle Corti (PR) 

S. Carlo Borromeo Vesc. in Roncallo Gaggio di Pontida (BG) 
Via Don Bonanomi, 24030 Roncallo Gaggio di Pontida (BG) 

S. Carlo Borromeo in S. Giuliano Milanese (MI) 
Piazza S. Carlo Borromeo, 5, 20098 S. Giuliano Milanese (MI) 

S. Carlo Borromeo in S. Marzano di S. Giuseppe (TA) 
Via Castriota, 8, 74020 S. Marzano di S. Giuseppe (TA) 

S. Carlo Borromeo in S. Stefano Magra (SP) 
Ponzano Magra Ceramica, 19035 S. Stefano Magra (SP)

S. Carlo Borromeo in S.Carlo Canavese () 
Via Ciriè 2, 10070 S.Carlo Canavese () 

S. Carlo Borromeo in Sesto San Giovanni (MI) 
via Boccaccio 384, 20099 Sesto San Giovanni (MI) 

S. Carlo Borromeo in Spigno Monferrato () 
Montaldo di Spigno, 15018 Spigno Monferrato () 

S. Carlo Borromeo in Stolvizza di Resia (UD) 
Via Udine, 8, 33010 Stolvizza di Resia (UD) 

S. Carlo Borromeo in Termini Imerese (PA) 
Piazza S. Carlo, 90018 Termini Imerese (PA) 

S. Carlo Borromeo in Torino (TO) 
P.za C.L.N. 236 bis, 10121 Torino (TO) 

S. Carlo Borromeo in Torrazza Coste (PV)  
via Cadelazzi 2, via Cadelazzi 2, 27050 Torrazza Coste (PV) 

S. Carlo Borromeo in Trento (TN) 
Via Gandhi, 7, Clarina- Trento Sud, 38100 Trento (TN) 

S. Carlo Borromeo in Varese (VA) 
Via Giannone, 11, 21100 Varese (VA)

S. Carlo Borromeo in Villa S. Lucia degli Abruzzi (AQ) 
Carrufo, 67020 Villa S. Lucia degli Abruzzi (AQ)

S. Carlo Borromeo in Volania di Comacchio (FE) 
Via S. Carlo, 44022 Volania di Comacchio (FE) 

S. Carlo Borromeo in Zambrone (VV) 
88030 Zambrone (VV)

Fonte: parrocchie.it

lunedì 29 novembre 2010

Le parrocchie dedicate a San Carlo Borromeo (1)




San Carlo Borromeo
Gaeta


S. Carlo Borromeo in Acquarica del Capo (LE) 
Via Don Minzoni, 73040 Acquarica del Capo (LE) 

S. Carlo Borromeo in Acquevive di Frosolone (IS) 
86095 Acquevive di Frosolone (IS) 

Ss. Martino, Carlo Borromeo in Adrara S. Martino (BG) 
Piazza Umberto I, 17, 24060 Adrara S. Martino (BG) 

S. Carlo Borromeo in Ancona (AN) 
Via Gentiloni, 4, 60129 Ancona (AN) 

S. Carlo Borromeo in Ascoli Satriano (FG) 
Largo Cattedrale, 2, 71022 Ascoli Satriano (FG) 

S. Carlo Borromeo e Spirito Santo in Bafia di Castroreale (ME) 
98050 Bafia di Castroreale (ME) 

S. Carlo Borromeo in Bari (BA) 
Via De Cristoforis, 70123 Bari (BA) 

S. Carlo Borromeo in Bombardone di Zinasco (PV) 
27030 Bombardone di Zinasco (PV) 

S. Carlo Borromeo in Borghetto Vara (SP) 
19020 Borghetto Vara (SP) 

S. Carlo Borromeo in Brittoli (PE) 
Via Umberto I, 11, 65010 Brittoli (PE)

S. Carlo Borromeo Vesc. in Burligo di Palazzago (BG) 
24030 Burligo di Palazzago (BG)  

S. Carlo Borromeo in Cagliari (CA) 
Via S. Carlo Borromeo, 09131 Cagliari (CA) 

S. Carlo Borromeo in Campo Limpido di Tivoli (RM) 
Via S. Carlo Borromeo, 115, 00019 Campo Limpido di Tivoli (RM) 

S. Carlo Borromeo in Cantù (CO) 
Via per Alzate, 73, Fecchio, 22063 Cantù (CO) 

S. Carlo Borromeo in Carpineto della Nora (PE) 
Via San Rocco, 1, 65010 Carpineto della Nora (PE) 

S. Carlo Borromeo in Casalborgone (TO) 
p.za Calo Bruna 5, 10020 Casalborgone (TO) 

S. Carlo Borromeo in Casoni di Luzzara (RE) 
42010 Casoni di Luzzara (RE) 

S. Carlo Borromeo in Castelletto di Brenzone (VR) 
37010 Castelletto di Brenzone (VR) 

S. Carlo Borromeo in Cibrone di Nibionno (LC) 
Piazza Chiesa, 2, 22060 Cibrone di Nibionno (LC) 

S. Carlo Borromeo in Ciseriis di Tarcento (UD) 
Via Crosis, 33017 Ciseriis di Tarcento (UD)

S. Carlo Borromeo in Civitanova Marche (MC) 
Piazza S. Carlo, 9, Fontespina, 62010 Civitanova Marche (MC) 

S. Carlo Borromeo in Crema (CR) 
Piazza Carlo Manziana, 3, 26013 Crema (CR) 

S. Carlo Borromeo in Crotte di Strambino (TO) 
Via S. Carlo, 139, 10019 Crotte di Strambino (TO) 

S. Carlo Borromeo e S. Stefano Protom. in Gaeta (LT) 
Piazza S. Carlo, 04024 Gaeta (LT) 

S. Carlo Borromeo in Grosseto (GR) 
Principina Terra, Piazza Innocenzo III,3, 58100 Grosseto (GR) 

S. Carlo Borromeo in Lambrugo (CO) 
Via S. Carlo, 18, 22045 Lambrugo (CO) 

S. Carlo Borromeo in Latina (LT) 
Via Piave, 04100 Latina (LT) 

S. Carlo Borromeo in Lissago di Varese (VA) 
Via Conte Biancamano, 44, 21100 Lissago di Varese (VA) 

S. Carlo Borromeo in Lumezzane Valle (BS) 
25065 Lumezzane Valle (BS) 

S. Carlo Borromeo in Manfredonia (FG) 
71043 Manfredonia (FG)

S. Carlo Borromeo in Misterbianco (CT) 
Via Piave, 20, Poggio Lupo, 95045 Misterbianco (CT) 

S. Carlo Borromeo in Molini di Triora (IM) 
Agaggio Superiore, 18010 Molini di Triora (IM) 

S. Carlo Borromeo in Molveno (TN) 
Via Paganella, 25, 38018 Molveno (TN) 

S. Carlo Borromeo in Monticelli di Monselice (PD) 
Piazza S. Carlo, 1, 35043 Monticelli di Monselice (PD) 

S. Carlo Borromeo Vescovo in Muggiò (MI) 
Via S. Carlo, 1, 20053 Muggiò (MI) 

S. Carlo Borromeo alle Brecce in Napoli (NA) 
Via Galileo Ferraris 102, 80142 Napoli (NA) 

San Carlo Borromeo al Centro Direzionale in Napoli (NA) 
Centro Direzionale, 80143 Napoli (NA) 

S. Carlo Borromeo in Novate Milanese (MI) 
Via Gran Paradiso, 20026 Novate Milanese (MI) 

S. Carlo Borromeo in Osimo (AN) 
Via Molino Mensa, 1, 60027 Osimo (AN) 

Fonte: parrocchie.it

domenica 28 novembre 2010

Preghiera a San Carlo Borromeo





O Glorioso San Carlo che la vita consacraste alla gloria di Dio, al sollievo dei prossimi e che nella Divina Eucaristia, nella meditazione dei dolori di Gesù Cristo, nella divozione alla Vergine Santissima ed ai santi trovaste la forza di resistere a tante contraddizioni, deh! otteneteci dal buon Dio che seguendo i vostri esempi, santificando noi e gli altri colla coraggiosa pratica di ogni virtù ci meritiamo i gaudii ineffabili del paradiso. Così sia.

Beato Andrea Carlo Ferrari
Arcivescovo di Milano

sabato 27 novembre 2010

Milano e San Carlo Borromeo a 400 anni dalla canonizzazione





L'arca con il corpo del santo rimarrà esposta in Duomo fino al 31 luglio presso l'altare di San Giovanni Bono.

«Santi per vocazione sull’esempio di san Carlo Borromeo», è l’invito che quest’anno l’Arcivescovo di Milano rivolge a tutti i fedeli della Diocesi come percorso pastorale per l’anno 2010-11. La lettera pastorale prende spunto dall’anniversario dei 400 anni della canonizzazione di san Carlo, avvenuta l’1 novembre 1610. E nella ricorrenza dei 400 anni l’urna del santo resterà esposta nel Duomo fino al 31 luglio per la venerazione e la devozione da parte dei fedeli.

È stato lo stesso Cardinale Tettamanzi, terminata la liturgia eucaristica in onore della solennità di tutti i santi, a portarsi per primo in processione davanti all’altare di San Giovanni Bono per lo scoprimento della teca, che consentirà, come ha ricordato il cardinale stesso ai tanti fedeli, di «avvicinarsi al Santo Patrono», i cui resti fino a questo momento erano custoditi nello Scurolo, dove ritorneranno il prossimo luglio.

L’urna di san Carlo, unico vescovo santo dell’epoca moderna, sta tra le statue dei due vescovi beati, Andrea Carlo Ferrari e Ildefonso Schuster, quest’ultimo legato al Borromeo dal “filo rosso” dell’aver custodito Milano in un momento di difficoltà e di non averla abbandonata. San Carlo stette qui durante la peste, il cardinale Schuster la salvò da una prevedibile distruzione totale durante la seconda guerra mondiale.

Intanto, una lunga fila di persone, tra cui fedeli della Diocesi e tanti altri provenienti da molte parti della Lombardia e delle regioni vicine, hanno raggiunto in questi primi giorni di novembre la città di Milano per recarsi in Duomo a venerare l’urna del santo.
Fonte: Città Nuova, 05-11-2010  di Silvano Gianti

venerdì 26 novembre 2010

La contemplazione della Passione in San Carlo Borromeo

del Cardinale Carlo Maria Martini





Per seguire il cammino di san Carlo verso la croce e la contemplazione del crocifisso, voglio citare ancora due omelie da lui fatte negli ultimi anni della sua vita.

La prima omelia che desidero ricordare è del 1583: «La meditazione della passione di Cristo renderà dolcissime le cose più dure, toglierà ogni difficoltà... Veramente felici coloro che hanno impresso nel cuore Cristo crocefisso, e non svanisce mai! Questa continua memoria è per loro uno scudo fortissimo e un'armatura contro tutti gli attacchi di Satana... Chi non sopporterà serenamente anche le cose più terribili pensando: Se sono cristiano, non dovrei essere seguace e imitatore di Cristo?.. Egli dalla passione e dalla morte passò alla gloria (è il tema della lettera ai Filippesi che abbiamo ascoltato come seconda lettura)... e io rifiuterò, prima della gloria, di patire qualcosa? Egli ha il capo trafitto dalle spine, mani e piedi trapassati dai chiodi... E io mi dedicherò tutto ai piaceri? O se sapeste, fratelli, come questa continua meditazione è per il demonio odiosa e terribile, vi applichereste sempre ad essa!... O felici coloro che in ogni istante custodissero la memoria di questa Passione che dà la vita! Oso dire che sarebbe loro, in qualche modo, impossibile peccare» (dall'Omelia 45 del 1583: Sassi, Sancti Caroli Borromei Homiliae, Milano 1747).

Vediamo come, in tutti questi anni, il tema della meditazione e della contemplazione della passione fosse entrato nel cuore e nella mente di san Carlo, così da costituire il suo riferimento fondamentale e da dar ragione all'iconografia e alle rappresentazioni artistiche che ce lo mostrano in pianto davanti al crocifisso o in contemplazione adorante del crocifisso.

La seconda omelia che voglio citare è del 1584, l'anno della morte del santo. Si domanda: «Perché non ci infiammiamo anche noi ardentemente per tanto misericordioso amore di Dio verso di noi? Perché, almeno, a tanta carità non rispondiamo con un'assidua contemplazione?». È l'invito alla contemplazione del Signore crocifisso.

«O noi felici se potessimo versare due o tre lacrime ogni giorno davanti all'immagine di Cristo Signore crocefisso!, dicendo: il Figlio di Dio innocentissimo, così tormentato, sputacchiato, trafitto dalla lancia, fu confitto per me malfattore, indegnissimo peccatore e vilissimo vermiciattolo, per la mia superbia, le mie pompe, la mia sfrenata licenza!».

Ed esortando i suoi figli esclamava: «Lasciate dunque, o figli, botteghe, officine, affari del secolo; giacché siete impediti dal lasciare del tutto la città, almeno lasciate queste cose per qualche poco tempo, affinché in questi sabati tutti insieme... ci dedichiamo alla meditazione della Passione di Cristo» (dall'Omelia 101 tenuta nel sabato della 2a settimana di quaresima del 1584: Sassi, Sancti Caroli Borromei Homiliae, Milano 1747).

Ci potremmo domandare quale sia l'origine interiore della devozione di san Carlo alla passione di Cristo, alla crocifissione del nostro Signore redentore.. A me pare che si debba approfondire e chiarire, per comprendere la forza e la potenza di questa omelia del 1584, una radice che è certamente paolina.

San Paolo che veneriamo qui, nella sua tomba, con le sue parole di contemplazione sulla croce e su Gesù crocifisso, è all'origine dell'atteggiamento interiore di san Carlo. Le parole di Paolo sono tuttavia mediate attraverso l'esperienza del mese di esercizi spirituali che, come ho ricordato ieri, san Carlo fece a Roma nell'estate del 1563, in preparazione alla sua prima messa. Negli esercizi meditò a lungo sulla passione del Signore, sia al termine della prima settimana, contemplando il crocifisso, vedendolo come davanti a sé e parlandogli a tu per tu, sia per l'intera terza settimana, dedicata totalmente alla contemplazione dei misteri della passione. Da quel periodo inizia la sua memoria, che diverrà poi continua, della passione del Signore come strumento di salvezza, forza nelle difficoltà, garanzia quasi egli dice - di impeccabilità.

Possiamo allora terminare con la preghiera che il santo fa nell'omelia della 3a settimana di quaresima del 1584: «Rimani con noi con la tua grazia, col tuo splendore, col tuo calore, o Signore Gesù. Rimani nei nostri cuori, nella nostra volontà e nell'intelligenza, nel più profondo della nostra memoria. Fa' che ci ricordiamo sempre di te, che siamo sempre memori della tua crudelissima Passione, che sempre, con gli occhi dell'anima e del corpo, ti contempliamo crocefisso» (dall'Omelia 102 tenuta nel sabato della 3a setto di quaresima del 1584: Sassi, Sancti Caroli Borromei, Homiliae, Milano 1747).

Chiediamo, in questo momento del giubileo e per intercessione di Maria addolorata, madre di Gesù e madre nostra, che sia data anche a noi la grazia della contemplazione del crocifisso affinché sia forza e nutrimento della nostra vita.

(dall’Omelia in s. Paolo fuori le mura 5 novembre 1983)


giovedì 25 novembre 2010

La cappella della canonizzazione (1610)

Cattedrale di Bergamo - Seconda Cappella di destra





Fino al 1610 era dedicata a San Giorgio. Viene intitolata a San Carlo Borromeo nel 1610 anno della sua canonizzazione. È di questo periodo la pala d'altare di Giovanni Paolo Cavagna, raffigurante la "Crocifissione" con Vergine, San Giovanni, accompagnati dai Santi Carlo Borromeo e Ambrogio. I due apostoli in marmo bianco sono opere postume della bottega del Sanz (1806).

mercoledì 24 novembre 2010

Omelia del Cardinale Martini





Carissimi pellegrini ambrosiani, rinnovo prima di tutto il mio saluto più cordiale a voi che siete venuti con me per visitare il papa, per prendere l'indulgenza del giubileo, per iniziare solennemente a Roma, nella festa di san Carlo Borromeo, l'anno commemorativo del 4° centenario della morte del nostro grande vescovo.
Saluto e ringrazio tutti voi perché avete accolto l'invito del pellegrinaggio dio ce sano e vi siete sobbarcati a non poche fatiche. Penso, in particolare, allo sforzo e all'impegno di tutti i vescovi, dei vicari e delegati episcopali, dei sacerdoti che con celebrano con me; penso ai malati che sono qui con noi; penso ai giovani che, dopo la preghiera di ieri sera in duomo, hanno passato la notte in treno, insieme a me, e in treno ritorneranno a Milano questa notte.
C'è poi la fatica di stare in piedi adesso, pur essendo la chiesa molto capiente: sono tutti sacrifici inerenti al pellegrinaggio e al nostro giubileo penitenziale.

LA CATTEDRALE DEL PAPA
Celebriamo l'eucaristia nella chiesa cattedrale del papa. Spesso noi pensiamo, istintivamente, che sia s. Pietro la chiesa del papa. In realtà lo è questa antichissima basilica di s. Giovanni in Laterano, madre delle chiese di tutto l'universo e, fin dai tempi più antichi, cattedrale del vicario di Cristo.

Per questo ci sentiamo strettamente uniti al papa e da qui gli rivolgiamo il nostro ringraziamento per la meravigliosa accoglienza di stamane e per le parole programmatiche che ha detto e che serviranno di guida per tutto l'anno pastorale.

LA ROMA DI SAN CARLO
S. Giovanni in Laterano è anche legata alla memoria di san Carlo che vi è certamente venuto durante l'anno santo del 1575 insieme ai pellegrini milanesi. In quell'occasione sappiamo che visitò le grandi basiliche romane, pregando e facendo penitenza. Scrive infatti il suo biografo: «Ripeté la confessione dei suoi peccati passati e si immerse nel programma di preghiere stabilito. Si recò a piedi processionalmente col suo seguito con ogni manifestazione di pietà ed umiltà alle basiliche fissate quindi anche in s. Giovanni in Laterano - ed in esse visitò diligentemente tutti gli oggetti che avevano un qualche culto particolare. Lungo la strada si recitavano senza alcuna interruzione le litanie e molte altre preghiere» (cf. C. Bascapé, Vita di s. Carlo Borromeo) .

Noi stiamo seguendo le orme di san Carlo anche in questo: abbiamo pregato, ci siamo preparati con la confessione al giubileo e continueremo a pregare.
San Carlo ha, in Roma, moltissimi ricordi della sua vita. Se gli anni decisivi della sua formazione intellettuale sono stati quelli passati a Pavia, gli anni decisivi della sua conversione, e quindi di tutta l'impostazione spirituale della sua vita, sono quelli trascorsi a Roma.
Qui ha conosciuto Gesù Signore crocifisso: lo ha conosciuto in un modo profondo, intimo, personale che lo ha accompagnato negli anni successivi e che è stato il sostegno della sua instancabile attività.

Proprio a Roma, infatti, nel 1563, anno della sua ordinazione sacerdotale, dalla sua prima messa, della sua ordinazione episcopale, san Carlo fece un mese intero di esercizi spirituali. E durante quelle quattro settimane concepì il proposito di vita e l'impegno di conversione che portò poi avanti, coerentemente, per tutto il resto della sua esistenza. Ebbe probabilmente allora l'intuizione del mistero della croce che prenderà a simbolo e segno della sua penitenza e delle grandi processioni penitenziali. La croce che noi vogliamo onorare, in modo particolare, in questo anno santo, facendone appunto il simbolo dell'anno centenario di san Carlo.
Scrive un altro suo biografo: «Da quel momento (i mesi decisivi del luglio e agosto 1563) Carlo è come attirato dalla croce di Cristo che più tardi chiamerà volentieri «la cattedra» su cui Gesù è salito per insegnare, come in un riassunto, tutto ciò che aveva insegnato in parole e azioni. Gesù crocifisso diventa per lui un «libro aperto», nel quale le ferite sono come altrettante pagine, le gocce del sangue come altrettante parole, le piaghe altrettanti passi. La sua vita diventa vita di preghiera e di penitenza. Trascorrerà momenti sempre più lunghi di contemplazione davanti al crocifisso» (cf. A. Deroo, S. Carlo Borromeo, Ancora 1965).
A Roma, dunque, noi ci troviamo alla radice, al seme di tutta l'attività di san Carlo e siamo qui per prenderne ispirazione.
Dalla radice della sua conversione e del suo amore alla croce, vorrei, brevemente e semplicemente, trarre tre conclusioni.

1. La sorgente della missione
La prima conclusione è che la straordinaria, instancabile e incredibile attività missionaria di san Carlo è profondamente radicata nella contemplazione, nella preghiera e nell' eucaristia.

2. Impegno missionario di catechesi
Dopo aver sottolineato e proposto il tema della contemplazione, del primato della Parola, della centralità dell'eucaristia nei precedenti anni pastorali, noi vogliamo dedicare quest'anno di san Carlo al tema dell'approfondimento della nostra coscienza missionaria.
Ripercorrendo l'itinerario del nostro patrono, vogliamo tenerci sempre ancorati, come lui, alla contemplazione del crocifisso, la cui realtà ci è ripresentata ogni volta che celebriamo la s. messa, sacrificio della croce.

Ecco allora la seconda conclusione: a partire da questa contemplazione, in unità con l'eucaristia, vogliamo seguire s. Carlo nel suo impegno missionario, soprattutto in quella catechesi vasta, ampia e capillare che ha caratterizzato la sua attività e che per noi si traduce, in particolare, in un'attenzione speciale alla catechesi con gli adulti e per gli adulti.
Chiediamo a san Carlo la benedizione sul nostro cammino di missione e di catechesi, che dovrà sfociare nel convegno catechistico diocesano che raccoglierà le esperienze, le riflessioni e i propositi di quest'anno.

3. Itinerari, luoghi e ambienti di catechesi
La terza conclusione è che oggi, nella nostra situazione di civiltà e di cultura, si può pensare ad un'attività missionaria soltanto se si fanno proposte concrete, individuando itinerari catechistici per adulti e scoprendo luoghi e ambienti di catechesi lunghe e programmate.
A questo vogliamo impegnarci partendo da Emmaus e approfondendo (come ci ha detto anche il papa, stamane), in chiave missionaria, il tema della catechesi sistematica, soprattutto per e con gli adulti. Riscoprendo ambiti di incontro e di parola in cui la catechesi possa essere presentata in forma organica e completa, noi potremo ridare fiato, coraggio, parola alla nostra fede e, di conseguenza, ridarle espressione culturale e civile degna della sua intrinseca potenza.

San Carlo ci accompagni nel cammino; benedica l'inizio che desideriamo porre qui, nella memoria di s. Giovanni Battista e di s. Giovanni Evangelista ai quali è dedicata questa basilica, sotto lo sguardo della vergine Maria, davanti al Cristo Signore che ci guarda dal mosaico, antico e meraviglioso, che veglia sull'eucaristia che stiamo celebrando.

Omelia in s. Giovanni Laterano 4 novembre 1983
festa di san Carlo Borromeo

martedì 23 novembre 2010

Omelia di San Carlo Borromeo

dall'Omelia 102 tenuta nel sabato della 3a settimana di Quaresima del 1584
Sassi, Sancti Caroli Borromei, Homiliae, Milano 1747





«Rimani con noi con la tua grazia, col tuo splendore, col tuo calore, o Signore Gesù. Rimani nei nostri cuori, nella nostra volontà e nell'intelligenza, nel più profondo della nostra memoria. Fa' che ci ricordiamo sempre di te, che siamo sempre memori della tua crudelissima Passione, che sempre, con gli occhi dell'anima e del corpo, ti contempliamo crocefisso»

lunedì 22 novembre 2010

Dall'Omelia di San Carlo Borromeo

Omelia 101 tenuta nel sabato della 2a settimana di quaresima del 1584
Sassi, Sancti Caroli Borromei Homiliae, Milano 1747






«O noi felici se potessimo versare due o tre lacrime ogni giorno davanti all'immagine di Cristo Signore crocefisso!, dicendo: il Figlio di Dio innocentissimo, così tormentato, sputacchiato, trafitto dalla lancia, fu confitto per me malfattore, indegnissimo peccatore e vilissimo vermiciattolo, per la mia superbia, le mie pompe, la mia sfrenata licenza!».



La Vergine del Bambino piagente
Cernusco Sul Naviglio (MI)

«Lasciate dunque, o figli, botteghe, officine, affari del secolo; giacché siete impediti dal lasciare del tutto la città, almeno lasciate queste cose per qualche poco tempo, affinché in questi sabati tutti insieme... ci dedichiamo alla meditazione della Passione di Cristo».



Santa Camilla Battista da Varano

domenica 21 novembre 2010

Dall'Omelia di San Carlo Borromeo

Omelia 45 del 1583, Sassi, Sancti Caroli Borromei Homiliae, Milano 1747





«La meditazione della passione di Cristo renderà dolcissime le cose più dure, toglierà ogni difficoltà... Veramente felici coloro che hanno impresso nel cuore Cristo crocefisso, e non svanisce mai! Questa continua memoria è per loro uno scudo fortissimo e un'armatura contro tutti gli attacchi di Satana... Chi non sopporterà serenamente anche le cose più terribili pensando: Se sono cristiano, non dovrei essere seguace e imitatore di Cristo?.. Egli dalla passione e dalla morte passò alla gloria … e io rifiuterò, prima della gloria, di patire qualcosa? Egli ha il capo trafitto dalle spine, mani e piedi trapassati dai chiodi... E io mi dedicherò tutto ai piaceri? O se sapeste, fratelli, come questa continua meditazione è per il demonio odiosa e terribile, vi applichereste sempre ad essa!... O felici coloro che in ogni istante custodissero la memoria di questa Passione che dà la vita! Oso dire che sarebbe loro, in qualche modo, impossibile peccare»

sabato 20 novembre 2010

Dall’Omelia di San Carlo Borromeo

 in s. Maria Maggiore, in occasione del giubileo di Malta, anno 1565






«Grandissime grazie dobbiamo noi rendere a Dio e alla benignità di Nostro Signore che non cessa di continuamente invitarci alla penitenza, aprendoci egli stesso con ogni sorta di benignità le porte della divina misericordia, al fine che noi riconciliati, come quel figlio prodigo, con l'Eterno Padre, possiamo impetrare da Lui grazia che liberi gli altri nostri fratelli et noi medesimi, dalle forze degli infedeli, il che è stata la potissima e principale intenzione di Sua Beatitudine il Papa, a cui come potremo noi mancare di satisfare, avendo ci egli fatto così prezioso et inestimabile dono, com'è l'indulgenza plenaria dei peccati?»

«Sibbene una sola stilla del preziosissimo sangue di Cristo basta per redimere mille mondi, è tanto il merito della passione di quel gloriosissimo corpo, unito inseparabilmente alla divinità, che non si può neppure immaginare nonché trovare debito alcuno così grande che senza fine non ne sia avanzato, nondimeno il Salvatore nostro, per manifestarci maggiormente la bontà, la potenza e gloria sua, vuole satisfare per noi all'Eterno Padre, non solo col prezzo del suo vero corpo, ma con quello ancora del suo Corpo mistico, che sono i santi et eletti suoi, facendo tutto un tesoro, dei suoi meriti e dei loro».

venerdì 19 novembre 2010

Dalle Omelie sulla Eucaristia di san Carlo Borromeo







“Quando recitate il Padre nostro, figli, chiedete che vi sia dato il pane quotidiano; chiedete al Signore questo Pane, quello che nutre la vostra anima. Quando comincerete a riceverlo frequentemente - lo so - non sentirete subito i frutti immensi che ve ne derivano; ma dovete perseverare. Anche chi pianta un albero, lo innaffia e scalza la terra intorno ad esso, non lo vede crescere improvvisamente e produrre subito frutti. Figli, ci vuole pazienza e perseveranza.
Questo chiedo per voi, dilettissimi, per la bontà del Signore Nostro Gesù Cristo. Provate, sperimentate, ve ne prego! Cominciate a comunicarvi ogni mese; per ogni festa, e vi accorgerete di quale cambiamento avviene in voi, quanto sarà mutata la vostra anima. Gustate, gustate, porgete le labbra, e sperimentate quanto soave e ricco è il pane di Cristo! Ciò che per la primitiva Chiesa era Cristo è per noi l’Eucarestia; anche la sua forza è la medesima: riceverete gli stessi frutti. Ma non è sufficiente ricevere Cristo: dovete conformargli la vostra vita. Non è sufficiente essere stati riempiti di doni dello Spirito Santo se essi non vengono messi a profitto: “Se pertanto viviamo dello Spirito camminiamo anche nello Spirito? Fuggite le ‘opere della carne: fornicazione, impurità libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordie, gelosie, dissensi, divisioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere’. Figli, il Signore vi conceda di abbondare nello Spirito, di produrre frutti dello Spirito: carità, gioia, pace, pazienza, benignità, bontà, longanimità, mansuetudine, defe, modestia, continenza e castità. Vivendo nello Spirito, possiate camminare nello Spirito. Possiate essere colmati, per Suo dono, di Grazia qui sulla terra e di gloria in Cielo. Amen".

giovedì 18 novembre 2010

La Visitazione

Omelia di San Carlo Borromeo
Homilia 43. Mediolani 1747, t. 1, 322-327.330-332




San Carlo Borromeo
Chiesa di San Carlo in Vienna

Oggi la Vergine Maria valica i monti e arriva da Elisabetta per esserle di aiuto durante la gravidanza di lei. Infatti, appena la Vergine santissima fu piena di Dio, si dedicò con impegno totale alle opere di carità in esultante e fervida premura.

Talvolta anche noi siamo riempiti dallo Spirito Santo, quando egli ci ispira santi desideri che ci fanno concepire progetti di bene. Bisogna però correre subito a eseguirli, giacché sono tanti coloro che avvertono le mozioni dello Spirito Santo, ma per negligenza le lasciano illanguidire, sicché esse svaniscono del tutto.

Figli miei, veniamo subito ai fatti concreti finché il nostro cuore è infiammato e lo spirito ci arde di quel fuoco sacro, per tema che le preoccupazioni e i pensieri profani non spengano il fervore che lo Spirito di Dio ha suscitato nel nostro intimo.

Noi siamo a noi stessi il nostro peggior nemico, quando ci abbassiamo al punto da preferire di abitare nei bassifondi con bestie e serpenti, piuttosto che dimorare con Dio e gli angeli e salire sui monti con la santissima Vergine Madre di Dio. Perché sostiamo in questo infelice esilio terreno?

Perché indugiamo per via quando non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura (Eb 13,14). A che scopo Cristo è morto e ha istituito i santissimi sacramenti? Essi non sono forse i gradini che ci permettono di salire sulla montagna spirituale?

Contemplate, figlie. figlie carissimi, le profondità della chiamata divina e con ogni cura vigilate sul cuore (Pro 4, 23).

Non posso far a meno di ammirare, fratelli, la somma umiltà di Maria. La grandezza inconcepibile dell'onore che è fatto alla Vergine non la esalta minimamente, ma al contrario la sua nuova dignità la rende ancora più umile.

Ed è normale, perché Maria deve alla sua umiltà di essere quello che è: Dio ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata (Lc 1,48).

Maria era vergine, divenne Madre di Dio, signora del cielo e regina degli angeli, eppure non sdegna di andare da Elisabetta per servirla, benché lei stessa sia incinta. Addirittura saluta la cugina per prima e rimane con lei circa tre mesi.

Pensate, fratelli, a tutti gli atti di umiltà che la Vergine dovette fare durante quel soggiorno! Benché il vangelo non scenda in particolari a questo proposito, senz'altro Maria fece tutto quello che ci si poteva aspettare dalla più umile delle vergini.

Maria si mette rapidamente in viaggio per recarsi da Elisabetta, non soltanto perché vuole essere di aiuto alla cugina, ma perché nel suo grembo Dio la spinge ad affrettarsi.

Il Figlio di Dio scende in terra per debellare il peccato, per estirparlo fin dalla radice nell'intento di riscattare gli uomini. Spinge Maria a recarsi da Elisabetta, perché ancora prima di nascere gli preme di redimere l'anima di Giovanni, vuole purificarla dal peccato originale e investirla di una grazia tale che nessun peccato grave possa sfigurarla finché vivrà.

Il profeta Isaia aveva predetto quel viaggio affrettato. Infatti, dopo aver parlato della nascita del Cristo Signore, dicendo: Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio (Is 7,14), soggiunge: In fretta il bottino! Rapida la preda! Poiché.. prima che il bambino sappia dire babbo e mamma, le ricchezze di Damasco e le spoglie di Samaria saranno portate davanti al re di Assiria (Is 8, 3). Questo fare un buon bottino simboleggia la vittoria di Cristo che strappa la preda dalle fauci del demonio.

La salvezza degli uomini è ardentemente bramata da colui che viene a salvarli. Perché stupirsi allora che la Vergine Maria si metta in cammino alla svelta sotto l'impulso del Figlio che porta in seno? Egli aspira a santificare il figlio di Elisabetta la sterile, a lavarlo dal peccato originale e a riempirlo dì Spirito Santo.

Questo episodio ci spinge a considerare l'immenso amore che Dio ci porta; non dobbiamo, infatti, mai perdere un'occasione per farne memoria, figli carissimi.

Il Signore, ancora racchiuso nel grembo della Vergine, si affretta per poter mostrare la sua misericordia a Giovanni.

In questo modo, che non deve stupirci, ci fa capire come Dio si connota per una misericordia sempre pronta a perdona re. Somma bontà per essenza, egli ha sommo desiderio di comunicarsi e diffondersi in ciascuno di noi.

Ancora nel grembo materno, Giovanni riconosce il Figlio di Dio che viene e lo santifica. Cristo comincia con l'illuminare la mente di lui, poi ne infiamma il volere con l'ardore della carità. Giovanni esulta allora di gioia in seno a Elisabetta.

Va sottolineato che il bambino manifesta il suo sentimento alla presenza della maestà divina non soltanto con la gioia del cuore, ma anche con un movimento del corpo. Infatti, l'amore con cui lo Spirito Santo lo infuoca, si estende pure alle potenze inferiori dell'anima e si comunica nella forma di una gioia fisica, tanto che Giovanni avrebbe potuto ripetere con il profeta: Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente (Sal 83, 3).

L'esempio di Giovanni ci insegna a onorare Dio con una bontà ardente, che non sia soltanto interiore ma esteriore, giacché l'amore per Dio non può rimanere inoperoso. Il trasalimento del Precursore ci rammenta l'immensità dei beni che abbiamo ricevuto da Dio.

Giovanni è santificato prima di nascere nel seno materno, e il demonio non possederà mai la sua anima, perché il Battista non offenderà mai Dio con una colpa grave. Questo non è certo il nostro caso. Beati, tuttavia, quelli che si consacrano al culto di Dio fin dall'infanzia e cosi gli offrono, come sacrificio quanto mai gradito, il fiore della vita, primizia dei frutti che porteranno.

Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamo a gran voce: "Benedetta tu fra le donne,, e benedetto il frutto del tuo grembo!" (Lc 1, 42).

Tu sei benedetta fra tutte le donne, perché benedetto è colui che tu porti. Solitamente, la nobiltà del frutto proviene dalla nobiltà dell'albero, ma tu, o Maria, sei nobilitata dal frutto delle tue viscere. Eva aveva avvelenato l'universo a.causa di un frutto mortifero; tu invece arrechi la salvezza al mondo intero.

A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? (Lc 1,43). E' mai possibile che la regina degli angeli e la Madre di Dio voglia visitare la sua serva meschina, questa donnetta?

Fate vostre a doppio titolo queste parole di Elisabetta, figli carissimi, e rivolgetele non alla Madre di Dio ma a Dio stesso, perché egli viene doppiamente a noi: viene per noi e viene grazie a noi, che siamo i suoi ministri e i suoi inviati.

Il Figlio glorioso di Dio, Cristo stesso, viene a noi nel santissimo sacramento dell'Eucaristia. Se sapessimo entrare in estasi davanti a tale mistero!

Quando Gesù si avvicinò a Pietro, questi gridò: Signore, allontanati da me che sono un peccatore (Lc 5, 8). Anche il centurione esclamò: Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto (Mt 8, 8). Ciò nonostante, Cristo salì sulla barca dell'Apostolo ed entrò nella casa dell'ufficiale.

Che vi rimane da dire, figli miei, quando il Signore viene nella vostra anima e nel vostro corpo e si fa per voi banchetto spirituale? Senza dubbio esclamerete: A che debbo che venga a me? Quale è il mio merito, dato che seppi soltanto fare il male e nulla di buono? Com'è possibile che tu venga a nutrire me povero peccatore, per unirmi a te? Perché tu vieni verso di me non soltanto per tramite dei tuoi ministri, non soltanto con la tua grazia, ma con il dono di tutto te stesso.

Com'è possibile che tu, Dio, Re del cielo e della terra, possa volerti unire a me, che sono cenere, polvere e indegno peccatore? lo, che ti offendo ogni giorno e ti provoco di continuo?

L'unica spiegazione sta nel tuo amore infinito. Fu l'amore a guidarti dal cielo in terra e ti spinse a soffrire e a morire per me.