martedì 31 maggio 2016

A conclusione del Mese Mariano ...







CANTO

 

Lettore - I misteri del S. Rosario sono un aiuto per fissare il nostro sguardo su Gesù e orientare a Lui il nostro amore, accompagnati da Maria, che per Lui ha avuto l'amore più pieno e profondo di cui creatura sia capace.

Contemplare Gesù è il primo amore del cristiano. Ognuno contempla ciò che ama: «Là dov'è il tuo tesoro sarà il tuo cuore!».

Guardare a Gesù infante, a Gesù sofferente, a Gesù glorioso è la strada per lasciarsi trasformare dallo Spirito santo, lasciarsi rinnovare, convertire, diventare strumenti dell'opera di Dio nel mondo. Preghiamo per le tre intenzioni che ci siamo dati in questo mese mariano: il Papa, le Famiglie, le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa.

 

 

G.        Primo mistero: Maria riceve l'annuncio dall'arcangelo Gabriele

 

1 Lettore        L'angelo Gabriele fu mandato da Dio ad una vergine la Vergine si chiamava Maria.

 

2 Lettore        Maria sa che Dio c'è, e che Dio ama, e che Dio parla per amare e per chiedere amore. Ella cerca perciò di ascoltarlo. Ma quando Dio parla è sempre una sorpresa, soprattutto perché Dio chiede ciò che non si pensa di dover dare. Dio chiede a Maria tutta la vita, le chiede una disponibilità totale.

 

Maria l’annuncio celeste ascoltò

E il figlio di Dio in lei s’incarno. Ave…

 

Pater, 10 Ave, Gloria

 

G.        Secondo mistero: Maria si reca da Elisabetta

 

1 Lettore        In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna. Entrata nella casa di Zaccaria salutò Elisabetta.

 

2 Lettore        Voglio imparare da Maria a contemplare il mio Dio buono e fedele e a trovare in Lui i motivi della mia serenità e della mia gioia, per poter servire con libertà i fratelli che incontro.

 

Ai monti di Giuda Maria salì

E il grande mistero di grazia compì. Ave …

 

Pater, 10 Ave, Gloria

 

G.        Terzo mistero: Gesù nasce a Betlemme

 

1 Lettore        Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto nell'albergo.

 

2 Lettore        L'amore di Maria e Giuseppe per il Padre non si arresta di fronte alla difficoltà del rifiuto degli uomini e né di fronte alla povertà della stalla. Essi continuano ad amare e questo amore è libertà, veramente libero in Dio.

 

La Madre beata sul fieno adagiò

Il Bimbo divino e poi l’adorò. Ave …

 

Pater, 10 Ave, Gloria

 

G.        Quarto mistero: Gesù presentato e offerto a Dio nel tempio

 

1 Lettore        Secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore.

 

2 Lettore        Il bambino, dono dato da Dio e riconsegnato a Lui, attirerà nella sua offerta molti cuori, nonostante il prezzo che verrà chiesto ad essi: rinnegare se stessi, fino a lasciarsi trapassare dalla spada, come è stato detto alla Madre.

 

Col Bimbo Maria al Tempio salì

E il vecchio profeta li vide e gioì. Ave …

 

Pater, 10 Ave, Gloria

 

G.        Quinto mistero: Gesù tra i dottori della legge nel tempio 

 

1 Lettore        Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.

 

2 Lettore        Un avvenimento strano nella vita del Figlio di Dio. Com'è stato possibile? Solo una svista dei genitori? E Lui non s'accorgeva che passavano i giorni e le notti? 

Non abbiamo altra risposta di quella che Egli ha dato: «Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».

 

Gesù tra i Maestri nel Tempio restò,

tre giorni la Madre per Lui trepidò. Ave…

Pater, 10 Ave, Gloria

 

Salve Regina (cantata)

Pater, Ave, Gloria

Requiem

 

Omelia

Litanie Lauretane

 

G.    - Madre del silenzio,

Tutti - che custodisce il mistero di Dio,

liberaci dall'idolatria del presente,

a cui si condanna chi dimentica.

Purificaci gli occhi con il collirio della memoria:

torneremo alla freschezza delle origini,

per una Chiesa orante e penitente.

 

Madre della bellezza,

che fiorisce dalla fedeltà al lavoro quotidiano,

 destaci dal torpore della pigrizia,

della meschinità e del disfattismo.

Rivestici di quella compassione che unifica e integra:
 
scopriremo la gioia di una Chiesa serva, umile e fraterna.

 

Madre della tenerezza,

che avvolge di pazienza e di misericordia,

aiutaci a bruciare tristezze, impazienze e

rigidità di chi non conosce appartenenza.

Intercedi presso tuo Figlio

perché siano agili le nostre mani,

i nostri piedi e i nostri cuori:

edificheremo la Chiesa con la verità nella carità.

Madre, saremo il Popolo di Dio,

pellegrinante verso il Regno. Amen.

Da: Preghiera a Maria, Madre del silenzio di Papa Francesco

Benedizione - CANTO

domenica 29 maggio 2016

La Santa Spina di Bari, ha rinnovato il prodigio!






Dopo la notizia della Santa Spina di San Giovanni Bianco e di Andria, eccoci a quella di Bari, che ha avuto meno eco mediatica delle precedenti.
 
La Sacra Spina, è indubbiamente la più venerata fra le reliquie della Basilica dopo quelle di S. Nicola. Se nel XII e XIII secolo prevale quella di S. Tommaso Apostolo, a partire dal XIV secolo la Sacra Spina emerge fra le numerose reliquie della Passione di Cristo. Fu composta anche la liturgia della “Corona del Signore”, e fu inserita in tutti i Rituali della Basilica sia manoscritti che a stampa. In quello del 1744 la sua ufficiatura è seconda solo a quella di S. Nicola. In Puglia è famosa anche quella di Andria. Il reliquiario di Carlo II d’Angiò (1301), trasformato nel XVII secolo, fu corredato nel 1856 di una bella base dal conte Massenzio Filo. Secondo la tradizione, allorché la festa dell’Annunciazione (25 marzo) cadeva di venerdì santo la punta della spina prendeva il colore rosso sangue. (Fonte)
 
Anche la S. Spina di Baria, monitorata e fotografata ha compiuto il miracolo, come riporta il Bollettino di San Nicola 2\2016.

domenica 22 maggio 2016

San Liviero, Liberio o Oliviero, monaco O.S.B. anconetano





Un interessante santino edito in Francia, ma raffigurante un raro santo venerato in Italia: San Liviero, Liberio o Oliviero, monaco O.S.B. anconetano, sepolto nella cattedrale di San Ciriaco di Ancona.
 
Iconografia infantile, ma interessante come soggetto, direi raro.
 
 
* * *

Secondo un'antica tradizione della Chiesa anconitana, riportata dai cronisti del luogo, Liberio condusse vita eremitica, durante il sec. V, nei dintorni della città d'Ancona, ove già si indicava una grotta in cui egli trascorreva il tempo nella contemplazione e nella penitenza. Fu sepolto nella chiesetta di S. Silvestro, situata nel suburbio, e la sua tomba fu oggetto di venerazione e meta di pellegrinaggi.
Essendo la chiesetta, a cui era stato dato il titolo di S. Liberio, esposta agli attacchi dei pirati, il corpo fu trasferito nella parte piú sicura ed elevata della città, presso la chiesa di S. Lorenzo, ove sorge attualmente la cattedrale di S. Ciriaco. Tanta importanza ebbe il culto di Liberio fin dall'antichità che il suo corpo fu per secoli conservato nel famoso sarcofago paleocristiano, appartenente in origine al magistrato imperiale Flavio Gorgonio. Successivamente, la figura di Liberio nei monumenti iconografici apparve vicino a quella dei santi patroni locali, s. Ciriaco e s. Marcellino; ciò spiega anche la fioritura di racconti leggendari, che si ebbe nei tardi secoli del Medioevo e la confusione e le incertezze che questi hanno creato intorno alla personalità storica del santo.
Gli Atti, che ne possediamo e a cui si sono ispirate anche le lezioni del Proprium anconitanum, contengono, secondo il giudizio del bollandista Papebroch, elementi chiaramente favolosi e non risalgono oltre il sec. XIII; non è da accettarsi, peraltro, l'ipotesi dello stesso, che il santo sia un eremita o canonico del sec. XIII. Basti ricordare che l'invocazione in onore di s. Liberio appare nei frammenti di alcuni "usi liturgici" anconitani, certamente anteriori al mille; una chiesa in suo onore è ricordata in un documento del 1051 e la figura del santo appare accanto a quella di altri santi anconitani in una lastra graffita del sec. XI-XII.
Una solenne ricognizione delle reliquie del santo avvenne nel 1756, sotto il vescovo Mancinforte, che le volle in seguito esposte alla pubblica venerazione in un'urna marmorea della cripta dei santi protettori presso la cattedrale di S. Ciriaco, ove si conservano attualmente.

by Mario Natalucci

domenica 15 maggio 2016

San Felice, venerato nella Chiesa di Casanola, chi è?




San Felice Venerato nella Chiesa di Casanola, chi è?
Dall'iconografia fa pensare a Felice presbitero e martire di Nola.
Poi il nome della località, Casanola, fa pensare a martire nolano.

Martirologio Romano, 14 gennaio: A Nola in Campania, san Felice, sacerdote, che, come riferisce san Paolino, durante l’imperversare delle persecuzioni, patì in carcere atroci torture e, una volta ristabilita la pace, fece ritorno tra i suoi, ritirandosi in povertà fino ad avanzata vecchiaia, invitto confessore della fede.
 
Sorge però qualche dubbio in merito, in quando la reliquia del braccio come arrivo a Casanola?
 
E' una reliquia di un martire Felice detto sacerdote e martire, arrivata da Roma?
 
Il web in riferimento ... tace! Né su San Felice e Casanola, tanto meno San Felice e Solarolo.
 
 
 
Il retro del santino non riporta alcun riferimento a Nola, viene da pensare che si tratti un martire delle catacombe.

sabato 14 maggio 2016

Beata Cristina: Lucoli sta a L'Aquila come Calvisano sta a Spoleto





Beata Cristina: Lucoli sta a L'Aquila come Calvisano sta a Spoleto.
 
Questa equazione agiografica significa che esistono non quattro beate Cristina, ma due: Cristina (Mattia Ciccarelli) da Lucoli o L'Aquila e Cristina Semenzi da Calvisano o Spoleto.
 
 
 
 
 
Beata CRISTINA DA L'AQUILA o DA LUCOLI
(Lucoli, L'Aquila 1480 - L'Aquila 1543)
di Bruno Silvestrini O.S.A.
 
Al secolo Mattia Ciccarelli, nacque da Domenico e Maria di Pericolo a Colle di Lucoli (L'Aquila), il 24 febbraio 1480, ultima di sei figli. Sin dalla più tenera età fu adorna delle virtù dell'obbedienza, dell'umiltà e della modestia, congiunte con l'amore per la preghiera che praticava per buona parte del giorno ritirata nell'angolo più riposto della sua casa e devotamente raccolta davanti a un'immagine della Madonna della Pietà. Alle preghiere univa costantemente mortificazioni e rigorosi digiuni, macerando così il suo corpo per cancellarne la bellezza, al fine di impedire di essere ammirata.
A undici anni conobbe il beato Vincenzo da L'Aquila, che divenne il suo direttore spirituale e a cui ben presto confidò il suo intimo desiderio di consacrarsi interamente al Signore, abbracciando la vita religiosa. Nel giugno 1505 entrò, infatti, nel monastero di S. Lucia delle Agostiniane osservanti in L'Aquila, dove prese il velo assumendo il nome di Cristina. La grande pietà, la sottomissione più completa e l'assoluta umiltà di cui dava quotidianamente luminose prove, le meritarono in breve la venerazione di tutte le consorelle le quali, dopo non molti anni, la scelsero come loro badessa, carica cui fu eletta più volte, suo malgrado. Divenuta celebre per la sua santità, per le visioni avute e per i miracoli operati, Cristina era visitata continuamente da una gran folla di persone, dalle più modeste alle più cospicue.
Tra le varie estasi di cui il Signore volle degnarla, due restano veramente mirabili: quella avuta in una ricorrenza della festa del Corpus Domini, allorché fu trovata sollevata da terra per più di cinque palmi, mentre sul petto le risplendeva l'Ostia santa rinchiusa in una pisside d'oro (per questo la beata viene comunemente così raffigurata); e quella avuta in un venerdì santo e prolungatasi fino al giorno successivo, durante la quale provò, a suo dire, gran parte dei dolori della passione di nostro Signore. Cagionevole di salute e afflitta da più mali, Cristina morì il 18 gennaio 1543. Soppresso il monastero agostiniano di S. Lucia il 12 ottobre 1908, le spoglie mortali della beata furono trasferite nel monastero agostiniano di S. Amico a L'Aquila. Il culto, che già subito dopo la sua morte cominciò ad esserle prestato, fu solennemente confermato da Gregorio XVI nel 1841.
 
ANTINORI, A., Vita della Beata Cristina da L’Aquila, Roma 1740; Sacra Rituum Congregatione. Aquilana super approbatione cultus praestiti B. Christinae a Lucolis, Romae 1839; CREMONA, C., La b. C. de L’Aquila, agostiniana, Roma 1943; DURANTE, M., La stella di Lucoli. Breve vita della b. C. da Lucoli, L'Aquila 1943; FALCIONI, D., OSA. Beata Cristina da L’Aquila, beata, in Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano 1950, 915; CURTIS, C., OSA., Vita della Beata Cristina da L’Aquila. L'Operetta fu stampata a Colonia nel 1636, L'Aquila 1991; ID., Beatae Christianae vita. Testo latino - traduzione a fronte. A cura di Antonio Cordeschi, L'Aquila 1993. 
 
 
 
 
 
 

 
Spoleto - la Beata Cristina Semenzi é tornata nella sua Calvisano in provincia di Brescia. Quest'oggi l'Arcivescovo di Spoleto-Norcia Mons. Renato Boccardo ha consegnato la rinnovata teca che custodisce il corpo della Beata Cristina al Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari. Nota anche come Beata Cristina da Spoleto, dal momento della sua morte avvenuta il 13 Febbraio del 1458 la Suora Agostiniana fu sepolta all'interno della Chiesa di San Nicolò, chiusa al culto la Chiesa degli agostiniani nel 1803 fu trasferita nella Chiesa della Madonna di Loreto sempre a Spoleto e nel 1921 invece fu spostata nella Basilica di San Gregorio Maggiore dove è stata custodita fino alla traslazione definitiva avvenuta quest'oggi. Le spoglie della Beata Cristina sono dunque tornate nel Comune lombardo di Calvisano di cui è Patrona.
 
 
 

Festa di san Mattia Apostolo

 
 
 
 
 
Martirologio Romano, 14 maggio: Festa di san Mattia, apostolo, che seguì il Signore Gesù dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui Cristo fu assunto in cielo; per questo, dopo l’Ascensione del Signore, fu chiamato dagli Apostoli al posto di Giuda il traditore, perché, associato fra i Dodici, divenisse anche lui testimone della resurrezione.
 
 
* * *
 
Prima della riforma liturgia:
 
24 FEBBRAIO
SAN  MATTIA, APOSTOLO
(Negli anni bisestili questa festa si rimanda al 25 febbraio).
 
Un novello Apostolo.
Un Apostolo di Gesù Cristo, San Mattia, viene con la sua presenza a completare il coro dei Beati che la Chiesa invita ad onorare in questa stagione liturgica.
Mattia fu ben presto alla sequela di Gesù, divenne testimone di tutte le sue opere fino al giorno dell'Ascensione. Era del gruppo dei discepoli, non degli Apostoli; ma era destinato a tale gloria; di lui infatti parlava David, quando profetizzò che un altro avrebbe preso l'Episcopato lasciato vacante dalla prevaricazione di Giuda traditore (Sal 108). Nell'intervallo di tempo che passò fra l'Ascensione di Gesù e la discesa dello Spirito Santo, il Collegio Apostolico provvide alla sua elezione, affinché il numero dei dodici stabilito da Cristo fosse al completo il giorno in cui la Chiesa, ricevendo lo Spirito Santo, doveva presentarsi alla Sinagoga. Il novello Apostolo prese parte a tutte le tribolazioni dei fratelli in Gerusalemme; e quando giunse il momento della dispersione degl'inviati di Cristo, si diresse verso le province che gli erano state affidate da evangelizzare.
 
L'insegnamento dell'Apostolo.
Le gesta di san Mattia, i suoi travagli e le sue prove sono rimaste ignorate. Ci furono solo conservati alcuni punti della sua dottrina negli scritti di Clemente Alessandrino. Fra l'altro troviamo una sen­tenza, che ci faremo un dovere di citare qui, perché è in rapporto ai sentimenti che la Chiesa ci vuole ispirare in questo santo tempo.
"È necessario, diceva san Mattia, combattere la carne, e non lusingarla con ree soddisfazioni; quanto all'anima, dobbiamo farla crescere mediante la fede e la conoscenza" (Stromata, l. 3, c. 4).
Infatti, rotto nell'uomo l'equilibrio per il peccato, ed inclinando i suoi sensi al basso non abbiamo altra maniera di restaurare in noi l'immagine di Dio, che costringendo il corpo a subire violentemente il giogo dello spirito. Lo stesso nostro spirito ferito spiritualmente dalla colpa di origine, è trascinato su una china pericolosa verso le tenebre. Soltanto la fede lo può scampare, umiliandolo; e la ricompensa della fede è la conoscenza. È in sintesi, tutta la dottrina che la Chiesa si sforza in questi giorni di farci comprendere e praticare. Glorifichiamo colui che così ci rischiara e ci fortifica.
La stessa tradizione che ci offre una tenue traccia della carriera apostolica di san Mattia, ci fa noto che le sue fatiche furono coronate dalla palma del martirio, senza però precisare se ciò avvenne in Etiopia o nella Giudea.

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p.  826-827

giovedì 12 maggio 2016

Ma cosa vuol dire essere cattolico in politica?

 
 

 
 

11 maggio 2016
La Camera dei Deputati ha dato il via libera al ddl: le unioni civili sono legge. Dopo aver votato la fiducia (i sì sono stati 369, i no 193, due gli astenuti), Montecitorio ha dato il via libera definitivo al testo con 372 favorevoli e 51 contrari (99 gli astenuti).
 Ecco cosa prevede il testo il ddl Cirinnà:
Le unioni e le convivenze - Il decreto distingue due istituti diversi: le unioni civili per le coppie gay e le convivenze per le coppie etero. L’articolo 1 del ddl stabilisce che due persone dello stesso sesso possono costituire un'unione civile con una dichiarazione di fronte all'ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni. Potranno essere riconosciuti come unioni civili anche i matrimoni celebrati all’estero e quelli nei quali uno dei coniugi abbia cambiato sesso.
I diritti e i doveri - Nelle unioni civili tra persone dello stesso sesso, Per quanto riguarda i diritti e i doveri (residenza, abusi familiari, interdizione, scioglimento dell'unione) il testo finale giunto in Aula ( il cosiddetto Cirinnà - Bis) prevede che siano validi gli articoli del codice civile relativi al matrimonio. Nel disegno di legge sono riconosciuti alla coppia anche i diritti di assistenza sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni, subentro nel contratto d'affitto, reversibilità della pensione e i doveri previsti per le coppie sposate. Equiparate anche le pratiche di successione: come nel matrimonio, il partner della coppia gay avrà il 50% dell'eredità del partner.
Escluse le adozioni - Il ddl non prevede che una coppia omosessuale possa adottare un bambino "terzo" , ovvero che non abbia alcun legame con uno dei due partner, e dal decreto è stata esclusa anche la possibilità della "stepchild adoption", l'adozione del bambino che è già riconosciuto come figlio di uno dei due coniugi, presente nella prima versione del testo e poi eliminata prima della votazione di febbraio.
"L'atteggiamento negativo di parte della gerarchia e di parte del mondo cattolico era ovviamente atteso. Io sono cattolico ma faccio politica da laico: ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo”. (Matteo Renzi, presidente del Consiglio)
 

 
Ma cosa vuol dire essere cattolico in politica?
 
 

martedì 10 maggio 2016

Decreti 9 maggio 2016





MIRACOLO

- il miracolo, attribuito all’intercessione del Beato Ludovico Pavoni, Sacerdote, Fondatore della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata; nato l’11 novembre 1784 e morto il 1° aprile 1849;

- il miracolo, attribuito all’intercessione del Beato Salomone Leclercq (al secolo Guglielmo-Nicola-Ludovico), dei Fratelli delle Scuole Cristiane, Martire; nato il 15 novembre 1745 e morto il 2 settembre 1792;

VENERABILE

- le virtù eroiche del Servo di Dio Raffaele Emanuele Almansa Riaño, Sacerdote Diocesano, già Professo dell’Ordine dei Frati Minori; nato il 2 agosto 1840 e morto il 28 giugno 1927.

W S. Alfio!





 
O martiri gloriosi della Fede,
noi esultiamo di santa gioia
ripensando i vostri immortali trionfi
che riportaste nei più aspri tormenti.
 
Ed esultiamo ancora al pensiero
d'essere Voi i nostri difensori in
vita, i nostri protettori in morte.
 
Deh! dal Cielo dove sedete tra
uno splendore di luce infinita,
volgete i vostri pietosi sguardi
sopra di noi e fateci degni della
vostra protezione.
 
Voi guariteci da tutte le infermità
temporali, ma più di ogni altro,
guariteci dalla lebbra del peccato
ed infondete nelle nostre anime
una ardente carità che ci avvii
al premio della vita eterna.
Cosi sia.
 
FONTE Francesco Centamore

venerdì 6 maggio 2016

Mandi, Friuli!






Mandi.

Così mi salutò il bravo sacrestano di San Giacomo, Fabio.

Mi chiesi subito che cosa volesse dire, e gli feci la domanda.

Mandi deriva dal latino “manus dei" ( "mano di Dio", "che Dio ti protegga") oppure da “mane deo" ("rimani con Dio").

Che bel saluto!

Nella mani di Dio, il Friuli, che dopo il 6 maggio 1976, dopo “l’orco”, si dette forza e usando le mani, sentendosi nella mani di Dio, aiutati che Dio ti aiuta - dice il proverbio – fece il miracolo della ricostruzione.

Chi oggi va in Friuli, in città come Osoppo, Venzone, Gemona, per citarne di quelle visitate nel 2015, non vede più le tracce del terremoto.
Ad esempio, se entra nel santuario di S. Antonio in Gemona – la Porziuncola del Friuli – vede che il nuovo e l’antico si intrecciano in un splendore che crea stupore.

Vede come il passato che “l’orco” ha risparmiato, è custodito dentro il nuovo con grazia e dovizia di particolari

Ecco il miracolo friulano!

È l’amore per la terra, per le radici, per una libertà sempre da conquistare, che forse – vista la sua storia – il popolo friulano ha nel sangue.

In articolo apparso nel 1943 sul quotidiano Il Popolo del Friuli , si leggeva: “... E dico di noi friulani che stiamo vergognandoci (è la parola) del nostro bellissimo Mandi che viene direttamente dal "Mane diu" o "Manes diu" di romana e claustrale origine. Infatti esso ci fu importato dai monaci che se lo scambiavano incontrandosi per via o lungo i severi porticati dei primi cenobii : "Mane diu" - Vivi a lungo -. Che di meglio? Friulani, abolite il servilissimo "s'ciao" e adottate il classico, romano, nobilissimo Mandi, che da queste colonne invio a tutti voi, miei conterranei ...”

Quindi ... Mandi, Friuli!

Arrivederci a luglio!

Una famiglia di cristiani





Ischitella, nominata è una bolla papale del 1058 (così dice il sito del comune... ma nome del papa e data non corrispondono, difatti non esiste uno Stefano XIV papa!)

Certo che questo comune ha certamente un primato (almeno secondo me!), venerare con festa pubblica una famiglia di Martiri: Eustachio, Teopista, Teopisto e Agapio.




Eustachio è il santo patrono di:

•Acquaviva delle Fonti (BA): compatrono, 20 maggio

•Belforte del Chienti (MC), 20 maggio
 
•Brignano (SA)

•Campo di Giove, (AQ), 20 settembre
 
•Ischitella, (FG), 20 maggio

•Macerata (MC)
 
•Matera: compatrono, 20 settembre

•Mordano (BO), 20 settembre

•Poli (RM), 20 settembre

•Privati di Castellammare di Stabia (NA)

•Scanno (AQ), 20 settembre

•Tocco da Casauria (PE), 20 maggio e 20 settembre

•Torella dei Lombardi (AV), 20 settembre

•Vignale, fraz. di San Cipriano Picentino (SA), 20 settembre
 



giovedì 5 maggio 2016

Santa Giustina, vergine e martire romana, la Santa di Bellusco



 
 

Il Corpo Santo denominato “S. Giustina V. M.” proviene dalla Catacomba di Calepodio in Roma ed è stato donato alla Parrocchia di S. Martino in Bellusco per interessamento del parroco Don Luigi Alemanni.
 




 
Alcune date:

- Inizio del 1700, "inventio" presso la catacomba di Calepodio in Roma.

- 1702, Papa Clemente XIII, ne fa dono all'abate Don Piero Scotti di Milano.

- 9 gennaio 1703, autentificazione da parte della Curia Ambrosiana.

- 27 luglio 1808, arrivo alla parrocchia di S. Martino di Bellusco.

- 2 agosto 1815, decreto papale che accorda la celebrazione della festa annuale.

- II domenica di Settembre, data della festa e sagra di Santa Giustina V. M.


La presenza di queste Sante Reliquie sia pegno di santificazione per popolo di Bellusco e sorgente perenne di vocazione alla vita sacerdotale, religiosa e matrimoniale, secondo la volontà di Dio che semina a piena mani nella sua Chiesa germi di vocazione.

martedì 3 maggio 2016

Festa di San Giacomo il Minore, apostolo




 
Martirologio Romano, 3 maggio: Festa dei santi Filippo e Giacomo, Apostoli. Filippo, nato a Betsaida come Pietro e Andrea e divenuto discepolo di Giovanni Battista, fu chiamato dal Signore perché lo seguisse; Giacomo, figlio di Alfeo, detto il Giusto, ritenuto dai Latini fratello del Signore, resse per primo la Chiesa di Gerusalemme e, durante la controversia sulla circoncisione, aderì alla proposta di Pietro di non imporre quell’antico giogo ai discepoli convertiti dal paganesimo, coronando, infine, il suo apostolato con il martirio.