domenica 29 agosto 2021

Amici, parenti ... chi sono?

 



Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. 32Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». 33Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 34Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 35Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre». (Mc 3)


Un uomo uccide un vitello e dice a sua figlia: -" Figlia mia, vai a farlo sapere ai nostri amici e parenti. Invitali a venire a pranzo da noi."

La ragazza intelligente, è uscita di casa, e percorrendo per le strade dove abitavano amici e parenti e ha proclamato ad alta voce: -" Aiutateci gente, la nostra casa sta bruciando e siamo in pericolo!"

Molto presto, alcune persone hanno risposto alla chiamata e si sono riunite a casa della ragazza, e molte altre si sono comportate come se non avessero ascoltato. Chi ha risposto alla richiesta di aiuto ha mangiato e bevuto quanto gli è piaciuto.

Dopo che il pranzo era terminato, e la gente se era andata, il padre sorpreso chiese alla figlia:

-" Oh figlia mia, ma che gente hai invitato per pranzo? Non li avevo nemmeno visti una volta. Perché non hai invitato i nostri amici e parenti?"

La ragazza rispose:

-" Padre, ho chiamato aiuto e questi ci hanno risposto. Penso che questi siano i nostri amici e parenti, non quelli che vengono a pranzo e cena."

Chi ti ignora nelle sventure e nei momenti difficili, chiunque sia, non merita di essere parte dei tuoi momenti di gioia.

Ma anche chi con te non condivide la tua gioia, difficilmente condividerà il tuo dolore.

Un amico vuol bene sempre, è nato per essere un fratello nella sventura. (Pro 17,17)

Le ricchezze moltiplicano gli amici, ma il povero è abbandonato dall'amico che ha. (Pro 19,4)

sabato 28 agosto 2021

Un giorno a Catanzaro

 




Chiesa di San Giovanni

Santa Liberata V. M.

beatificata il 3 ottobre 2021

Chiesa del Monte dei Morti
luogo della sepoltura della Beata Nuccia

Chiesa di S. Anna
luogo del battesimo della beata Candida dell'Eucarestia



San Vitaliano 2021
patrono di Catanzaro
un bellissimo gesto per la città!



venerdì 27 agosto 2021

Margherita (Marina) nuova martire di Russia

 


Margarita (Maria Mikhailovna) Gunaronulo fu badessa del convento del Profeta Elíasa di Menzelinsk.

Nata tra il 1865 e il 1866 a Kiev, Ucraina (allora parte dell'impero russo) proviene da una famiglia greca insediata in città. Fin da giovane si è distinta per il suo desiderio di farsi monaca, come racconta nelle sue memorie il Principe Zhevakhov descrive:

′′ Ho visto nella persona di Maria Mikhailovna l'incarnazione della fede ardente e un amore ardente per Dio ′′

Il suo confessore fu l'Arcipreste Alexander Korsakovskij che capì la sua brama di vivere la vita monastica e fu tonsurata con il nome di Margarita (Marina) in onore della famosa martire di Antiochia.

Con decreto del Santo Sinodo il 18 gennaio 1917 (poco prima dell'inizio della Rivoluzione Russa) è stata nominata rettrice del monastero delle donne del Profeta Elia della Provincia di Ufa e successivamente Badessa.

Nel mezzo del clima di instabilità politica Madre Margarita si è trasferita a Menzelinsk nell'inverno dello stesso anno dove si è fatta carico di 50 suore e 248 novizie. Intelligente e ben educata la Badessa rifulse per la sua vita ascetica e per lo spirito di pietà con cui viveva. Dopo che il Ministero dell'Istruzione ha secolarizzato le scuole, Madre Margarita Gunaronulo è riuscita a proteggere la Scuola del Monastero.

Con lo scoppio della guerra civile russa e la ribellione cecoslovacca nel maggio 1918 la provincia di Ufa è stata una zona di intensi combattimenti tra i nuovi eserciti bianchi e rossi. La città di Menzelinsk è passata dalla parte dei bianchi e la badessa pensava di unirsi ai bianchi per fuggire dal giogo bolscevico, tuttavia nel porto (secondo la suora Alevtina) ha avuto una visione di San Nicola rimproverandole: ′′ Perché fuggi dalla tua corona?"

Incoraggiata da questa visione ha deciso di rimanere in città.

Il 10 agosto 1918 i rossi abbandonarono Menzelinsk e la popolazione locale creò un distaccamento di volontari per contattare l'esercito bianco.

La controffensiva rossa è stata lanciata il 21 agosto e dopo molte ore di combattimento hanno preso la città e hanno massacrato anche da 150 a 200 persone, tra le vittime c'era Madre Margarita Gunaronulo. Secondo un testimone, il movente dell'omicidio è stato il tentativo delle monache di proteggere gli ufficiali bianchi rifugiati nel monastero, che hanno anche ucciso a fucilate nel cortile del recinto. Secondo un altro racconto è stata uccisa dal rifiuto di aprire la chiesa a un reggimento di bolscevichi ubriachi per procedere alla sua profanazione. La notte prima del suo martirio passò la Badessa in preghiera e dopo la Santa Liturgia scendendo dal pulpito la uccisero a colpi di pistola. Le sue ultime parole sono state: - Gloria a te, o Dio!

Fu sepolta vicino all'altare della chiesa dell'Ascensione dove fu uccisa.

Il 26 ottobre 1999 fu canonizzata come una santa a livello locale della Diocesi di Ufa e nel 2000 fu aggiunta alla lista dei Nuovi Martiri di Russia.

mercoledì 18 agosto 2021

"Il giudice santo"

 

Rosario Angelo Livatino nacque a Canicattì (Agrigento, Italia) il 3 ottobre 1952. Iscrittosi alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo, il 9 luglio 1975 conseguì la Laurea con il massimo dei voti.

Sin dalla giovinezza partecipò all’Azione Cattolica e frequentò la parrocchia, dove teneva conversazioni giuridiche e pastorali, dava il proprio contributo nei corsi di preparazione al matrimonio e interveniva agli incontri organizzati da associazioni cattoliche. Anche da Magistrato continuò a vivere l’esperienza della comunità parrocchiale. Recandosi al lavoro presso la Procura di Agrigento, sostava presso la vicina chiesa di San Giuseppe per la visita al Santissimo Sacramento.

Ebbe brevi frequentazioni con alcune ragazze.



Il 18 luglio 1978, entrò in Magistratura come Uditore giudiziario presso il Tribunale di Caltanissetta. Dal 24 settembre 1979 al 20 ottobre 1988 svolse l’incarico di Uditore giudiziario con funzioni di Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento. Tra il 1984 e il 1988 il Servo di Dio risultò essere, per riconoscimento del Consiglio Superiore della Magistratura, il Magistrato più produttivo della Procura di Agrigento.

Il 29 ottobre 1988, a 35 anni di età, dopo aver seguito regolarmente il corso di preparazione, volle ricevere il sacramento della Confermazione.

Il 21 agosto 1989 prese possesso del nuovo incarico di Magistrato del Tribunale di Agrigento, dove svolse le funzioni di Giudice della sezione penale. Il 21 aprile 1990, dopo aver frequentato la Scuola biennale di formazione in diritto pubblico regionale nell’Università degli studi di Palermo, conseguì il Diploma con lode. In quegli anni a Canicattì e in tutto il territorio agrigentino la situazione sociale era scossa da una vera e propria “guerra” di mafia, che vedeva contrapposti i clan emergenti (denominati Stiddari) contro Cosa Nostra, il cui padrino locale era Giuseppe Di Caro, che abitava nello stesso condominio del Servo di Dio.

Il 21 settembre 1990, il Servo di Dio venne ucciso in un agguato, sulla strada statale 640 che conduce da Canicattì verso Agrigento, mentre viaggiava da solo, in automobile, per recarsi in Tribunale, dove lavorava.

Il Servo di Dio venne assassinato mentre, come ogni mattina, si recava al lavoro con la propria auto. La dinamica dell’omicidio si caratterizzò per particolare ferocia, come fu riconosciuto dalla Corte d’Assise di Caltanissetta. In fin di vita, prima del colpo di grazia esploso in pieno volto, egli si era rivolto agli assassini con mitezza.

La motivazione che spinse i gruppi mafiosi di Palma di Montechiaro e Canicattì a colpire il Servo di Dio fu la sua nota dirittura morale per quanto riguarda l’esercizio della giustizia, radicata nella fede. Durante il processo penale emerse che il capo provinciale di Cosa Nostra Giuseppe Di Caro, che abitava nello stesso stabile del Servo di Dio, lo definiva con spregio santocchio per la sua frequentazione della Chiesa. Dai persecutori, il Servo di Dio era ritenuto inavvicinabile, irriducibile a tentativi di corruzione proprio a motivo del suo essere cattolico praticante. Dalle testimonianze, anche del mandante dell’omicidio, e dai documenti processuali, emerge che l’avversione nei suoi confronti era inequivocabilmente riconducibile all’odium fidei. Inizialmente, i mandanti avevano pianificato l’agguato dinanzi alla chiesa in cui quotidianamente il Magistrato faceva la visita al Santissimo Sacramento.

Il Servo di Dio era consapevole dei rischi che correva. Malgrado le intimidazioni, continuò a compiere il proprio dovere con rettitudine, rispettoso verso ogni persona, anche se indagata o detenuta. Giunse ad accettare la possibilità del martirio attraverso un percorso di maturazione nella fede. A trentacinque anni volle ricevere la Cresima. La partecipazione ai sacramenti e l’assidua preghiera lo resero sempre più consapevole nella sua testimonianza cristiana. Per non esporre alla morte altre persone «lasciando vedove e orfani», rifiutò la scorta; questa motivazione poté influire anche sulle mancate nozze. Durante alcuni momenti di scoraggiamento si affidava al Signore. Nelle sue agende personali appare sistematicamente la sigla S.T.D. a significare “Sub tutela Dei”.

La fama di martirio del Servo di Dio perdura sino ad oggi ed è accompagnata da una certa fama di segni. (FONTE)

domenica 15 agosto 2021

"Pasqua d'estate"

 


PREGHIERA DEL VEN. PIO XI (1950)

O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre degli uomini.

1. — Noi crediamo con tutto il fervore della nostra fede nella vostra assunzione trionfale in anima e in corpo al cielo, ove siete acclamata Regina da tutti i cori degli Angeli e da tutte le schiere dei Santi; e noi ad essi ci uniamo per lodare e benedire il Signore, che vi ha esaltata sopra tutte le altre pure creature, e per offrirvi l'anelito della nostra devozione e del nostro amore.

2. — Noi sappiamo che il vostro sguardo, che maternamente accarezzava l'umanità umile e sofferente di Gesù in terra, si sazia in cielo alla vista della umanità gloriosa della Sapienza increata, e che la letizia dell'anima vostra nel contemplare faccia a faccia l'adorabile Trinità fa sussultare il vostro cuore di beatificante tenerezza; e noi, poveri peccatori, noi a cui il corpo appesantisce il volo dell'anima, vi supplichiamo di purificare i nostri sensi, affinchè apprendiamo, fin da quaggiù, a gustare Iddio, Iddio solo, nell'incanto delle creature.

3. Noi confidiamo che le vostre pupille misericordiose si abbassino sulle nostre miserie e sulle nostre angosce, sulle nostre lotte e sulle nostre debolezze; che le vostre labbra sorridano alle nostre gioie e alle nostre vittorie; che voi sentiate la voce di Gesù dirvi di ognuno di noi, come già del suo discepolo amato: Ecco il tuo figlio; e noi, che vi invochiamo nostra Madre, noi vi prendiamo, come Giovanni, per guida, forza e consolazione della nostra vita mortale.

4. — Noi abbiamo la vivificante certezza che i vostri occhi, i quali hanno pianto sulla terra irrigata dal sangue di Gesù, si volgono ancora verso questo mondo in preda alle guerre, alle persecuzioni, alla oppressione dei giusti e dei deboli; e noi, fra le tenebre di questa valle di lacrime, attendiamo dal vostro celeste lume e dalla vostra dolce pietà sollievo alle pene dei nostri cuori, alle prove della Chiesa e della nostra Patria.

5. — Noi crediamo infine che nella gloria, ove voi regnate, vestita di sole e coronata di stelle, voi siete; dopo Gesù, la gioia e la letizia di tutti gli Angeli e di tutti i Santi; e noi, da questa terra, ove passiamo pellegrini, confortati dalla fede nella futura risurrezione, guardiamo verso di voi, nostra vita, nostra dolcezza, nostra speranza; attraeteci con la soavità della vostra voce, per mostrarci un giorno, dopo il nostro esilio, Gesù, frutto benedetto del vostro seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen.

sabato 14 agosto 2021

In attesa della solennità dell'Assunzione di Maria, "pasqua d'estate"

 


PREGHIERA DEL VEN. PIO XII

ALLA VERGINE ASSUNTA IN CIELO

O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre degli uomini.

4. — Noi abbiamo la vivificante certezza che i vostri occhi, i quali hanno pianto sulla terra irrigata dal sangue di Gesù, si volgono ancora verso questo mondo in preda alle guerre, alle persecuzioni, alla oppressione dei giusti e dei deboli ;

e noi, fra le tenebre di questa valle di lacrime, attendiamo dal vostro celeste lume e dalla vostra dolce pietà sollievo alle pene dei nostri cuori, alle prove della Chiesa e della nostra Patria.

5. — Noi crediamo infine che nella gloria, ove voi regnate, vestita di sole e coronata di stelle, voi siete; dopo Gesù, la gioia e la letizia di tutti gli Angeli e di tutti i Santi;

e noi, da questa terra, ove passiamo pellegrini, confortati dalla fede nella futura risurrezione, guardiamo verso di voi, nostra vita, nostra dolcezza, nostra speranza; attraeteci con la soavità della vostra voce, per mostrarci un giorno, dopo il nostro esilio, Gesù, frutto benedetto del vostro seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen.



venerdì 13 agosto 2021

In attesa della solennità dell'Assunzione di Maria, "pasqua d'estate"

 


PREGHIERA DEL VEN. PIO XII

ALLA VERGINE ASSUNTA IN CIELO

(1950)

 

O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre degli uomini.

 

3. Noi confidiamo che le vostre pupille misericordiose si abbassino sulle nostre miserie e sulle nostre angosce, sulle nostre lotte e sulle nostre debolezze; che le vostre labbra sorridano alle nostre gioie e alle nostre vittorie; che voi sentiate la voce di Gesù dirvi di ognuno di noi, come già del suo discepolo amato: Ecco il tuo figlio;

 

e noi, che vi invochiamo nostra Madre, noi vi prendiamo, come Giovanni, per guida, forza e consolazione della nostra vita mortale.

 

AVE ...



giovedì 12 agosto 2021

In attesa della solennità dell'Assunzione di Maria, "pasqua d'estate"

 


PREGHIERA DEL VEN. PIO XI (1950)

O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre degli uomini.

1. — Noi crediamo con tutto il fervore della nostra fede nella vostra assunzione trionfale in anima e in corpo al cielo, ove siete acclamata Regina da tutti i cori degli Angeli e da tutte le schiere dei Santi;

e noi ad essi ci uniamo per lodare e benedire il Signore, che vi ha esaltata sopra tutte le altre pure creature, e per offrirvi l'anelito della nostra devozione e del nostro amore.

2. — Noi sappiamo che il vostro sguardo, che maternamente accarezzava l'umanità umile e sofferente di Gesù in terra, si sazia in cielo alla vista della umanità gloriosa della Sapienza increata, e che la letizia dell'anima vostra nel contemplare faccia a faccia l'adorabile Trinità fa sussultare il vostro cuore di beatificante tenerezza;

e noi, poveri peccatori, noi a cui il corpo appesantisce il volo dell'anima, vi supplichiamo di purificare i nostri sensi, affinchè apprendiamo, fin da quaggiù, a gustare Iddio, Iddio solo, nell'incanto delle creature.

AVE ...