sabato 12 ottobre 2019

Mafalda divenne un simbolo!



La tragica storia della principessa Mafalda Maria Elisabetta di Savoia-Assia (Roma, novembre 1902-Buchenwald 28 agosto 1944), secondogenita del re Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro è tristissima e straziante. La pupilla di casa Savoia era andata sposa, il 23 settembre 1925, al principe tedesco Landgrave Philipp von Hesse (Germania, 6 novembre 1896 - Roma, 25 ottobre 1980) tenente dell'Esercito prussiano. Il nazismo, pur non riconoscendo titoli nobiliari utilizzò il Langravio d'assia conferendogli un grado nelle SS e vari incarichi. Non si sa se Filippo fosse un nazista convinto, di certo Mafalda, almeno nei primi tempi ammirava Hitler come del resto aveva ammirato Mussolini. Una foto storica li ritrae circondati da innumerevoli e importanti invitati sullo scalone d'onore del castello reale di Racconigi il giorno delle fastose nozze. L'unione principesca fu allietata dalla nascita di quattro figli: Maurizio - Maurice Frederick Charles (Racconigi, 1926) sposò nel 1964 la Principessa tedesca Tatjana di Sayn-Wittgenstein-Berleburg, da cui divorziò nel 1974 ; Enrico - Henry William Constantine (Roma, 1927-Langen, 1999); Otto - Otto Adolf (Roma, 1937 –Hannover, 1998) sposò nel 1965 Angela von Doering da cui divorziò nel 1969; seconde nozze nel 1988 con la cecoslovacca Elisabeth Bönker, da cui divorzio nel 1994; Elisabetta - Elisabeth Margarethe Elena Johanna Maria Jolanda Polyxene (Roma, 1940) sposò nel 1962 Friedrich Carl Gf von Oppersdorff (1925-1985). La vita scorreva via, felice e piena. Mafalda aveva ricevuto come dono di nozze Villa Polissena, a Roma: è lì che abitava quando tornava in Italia. Poi il destino di Mafalda diventa tragico. Nel 1943, in piena guerra mondiale, la principessa Savoia partì alla volta della Bulgaria. Voleva abbracciare la sorella Giovanna di Savoia moglie del re Boris III, agonizzante. La firma della resa dell'Italia agli anglo-americani e il suo annuncio (8 settembre) la colsero Oltralpe. In pieno marasma con il piano di Hitler che voleva arrestare il Re Vittorio Emanuele III, la Regina e il principe ereditario. Che elusero la cattura rifugiandosi a Ortona e poi, via mare, a Brindisi. Mafalda volle a tutti i costi ritornare a Roma per riabbracciare i figli. I piccoli Savoia-Assia erano ben nascosti in Vaticano sotto la protezione del cardinal Montini, il futuro Paolo VI. Il resto è noto. Fu catturata con l'inganno dai nazisti di Kesselring (Mafalda è stata arrestata il 22 settembre 1943 a Villa Wolkonski sede dell'ambasciata tedesca dove era stata attirata con un inganno. Che venne in seguito portata all'aeroporto dell'Urbe e imbarcata su un volo per Berlino) e deportata a Buchenwald. Il 18 ottobre del '43 Mafalda varcò il portone del Campo di concentramento. La principessa possedeva solo i vestiti che indossava al momento dell'arresto. Le sue richieste di vestiti e biancheria furono sempre negate. Le fu proibito anche di scrivere ed il suo nome venne cambiato con quello di MADAME ABEBA. Rinchiusa in una baracca riservata a prigionieri particolari che non lavoravano e ricevevano il vitto delle SS che era poco migliore di quello che ricevevano i prigionieri comuni, soggiornò insieme al socialdemocratico tedesco ed ex ministro Brenschiel e sua moglie nonché una dama di compagniaLa principessa ebbe occasione di conoscere un prigioniero italiano, il sardo Leonardo Bovini, addetto allo scavo di una trincea antiaerea all'interno del recinto della baracca dove Mafalda era prigioniera. Da lui si ebbe la notizia al Campo della presenza della principessa di Savoia. Il 24 agosto del '44 Buchenwald venne bombardato dagli alleati anglo-americani. Mafalda rimase ferita gravemente: il braccio sinistro ustionato fino all'osso e una vasta bruciatura sulla guancia. Venne trasportata nella camera di tolleranza del Campo trasformata provvisoriamente in lazzaretto. Fu operata in ritardo dal medico capo delle SS perché non avesse contatti con i prigionieri e con metodo inadeguato alla circostanza. Non venne soccorsa adeguatamente e dopo quattro giorni d'agonia in preda alla cancrena la sfortunata principessa moriva, a soli 42 anni. La salma della principessa non fu cremata come accadeva normalmente, ma messa in una cassa nera di legno e trasportata a Weimar in Germania dove fu messa nel reparto d'onore riservato ai caduti in guerra nella fossa comune 262 delle SS. Recentemente fu scoperto che Mafalda non fu mandata subito in Germania ma a Bolzano nel Campo smistamento dei prigionieri (ebrei, zingari, politici). Ci sono testimoni oculari che l'hanno riconosciuta nel campo di Bolzano. Era sempre vicina a una signora ebrea. Ma nessuno ha potuto avvicinarla». Perché il re non ha avvertito la figlia sul pericolo imminente? «Non sapeva con esattezza la data dell'armistizio. Il dramma è che non sono riusciti a coordinarsi. Lei è stata avvertita, però, al confine italiano. Ma essendo sposata con un principe tedesco s'è fidata, non ha pensato di poter diventare un capro espiatorio per i nazisti. Mafalda invece divenne un simbolo, anche il marito fu spedito nel Campo di concentramento di Flossenburg. (da www.lager.it)

PREGHIERA
Pietosissimo Iddio, che nei Tuoi imperscrutabili disegni, permettesti che la Tua serva Mafalda, nata e vissuta nella regalità della corte, si dipartisse da questa terra in seguito alle sofferenze ed all'abbandono vissuto negli ultimi mesi della sua esistenza terrena, lontano dalle cure e dall'affetto dei suoi, umiliata e vilipesa in suolo nemico, accetta il suo sacrificio!
Fà che ella, spiritualmente ricollegata alle grandi donne della sua casa che la precedettero, in una dinastia di Santi e di Eroi, ascenda presto alla Beatitudine del Regno dei Cieli, onde intercedere presso di Te per la grandezza del Regno d'Italia.
Così sia.

Con approvazione ecclesiastica
+ Giuseppe Gagnor, Vescovo
18 nov. 1945