giovedì 31 gennaio 2013

Giovedì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

San Giovanni Bosco






"Il demonio ha paura delle persone allegre" (San Giovanni Bosco)

Cosa significa?
Allegro non vuol dire brillo perché ubriaco, come fanno oramai molti al venerdì-sabato sera!
L'allegrezza cristiana è un dono interiore di Dio, derivato dalla buona coscienza.
La persona allegra è la persona luminosa: perché ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica.
La persona triste è al contrario la persona non obbediente alla Parola di Dio, ma anche la persona che non vive affidata alla volontà del Signore.
La persona felice è la persona che misura tutto secondo la misura di Dio.
Qual è la misura del Signore?
Dice San Paolo:
“Per questo io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ha origine ogni discendenza in cielo e sulla terra, 16perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati nell'uomo interiore mediante il suo Spirito. Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e di conoscere l'amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio”. (Ef 3)

La persona che vive così è allegra interiormente, e il demonio ha paura, perché non sa da che parte prenderla!

Quando ci hanno battezzato ci hanno unti con l’olio dei catecumeni: con esso il sacerdote ci ha dato la forza per essere “scivolosi” al male.
L’allegrezza cristiana è quell’ebbrezza dello Spirito che ci rende inafferrabile dal male.

Concludo con San Giovanni Bosco. Domenico Savio scrisse a Don Bosco un biglietto: "Mi aiuti a farmi santo". Il sacerdote gli rispose con i così detti “segreti della santità”: 1.Allegria 2.Impegno nei doveri di studio e di preghiera 3.Fare del bene
Amen.

domenica 27 gennaio 2013

SANTA FAMIGLIA

(Liturgia Ambrosiana - ANNO C)


Santa Famiglia di Gesù, di Maria e di Giuseppe
Parrocchia di San Carlo Borromeo a Brugherio (MB)


Tra tutte le frasi della Parola di Dio proclamata in questa liturgia eucaristica, mi colpisce profondamente questa tratta dalla lettera di San Paolo agli Efesini:
“perché tu sia felice” (Ef 5-6)

Mi sono domandato alla luce delle altre letture che cosa significa?!
Forse bisognerebbe rispondere alla domanda: cosa è la felicità alla luce Parola di Dio?
Leggendo la Bibbia ci si accorge che la felicità è invocata ed è la speranza per la vecchiaia e per la vita dei figli.
Ma la felicità nella Bibbia è anche associata all’obbedienza alla legge di Dio.
“Questi sono i comandi, le leggi e le norme che il Signore, vostro Dio, ha ordinato di insegnarvi … Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto” (Dt 6).

Anche nella I lettura e nel Vangelo di questa liturgia emerge che la felicità di Israele e della Santa Famiglia è frutto dell’obbedienza alla santa legge di Dio.
Il popolo di Israele attraverso Mosè riceve i comandamenti “legge di vita e d’intelligenza”.
La Santa Famiglia attraverso Giuseppe riceve in sogno le indicazioni di Dio, che il giusto Giuseppe compie prontamente per la felicità della madre e del bambino.

Quindi… L’obbedienza alla legge di Dio, ai suoi insegnamenti ispirati, è cammino di felicità, è sorgente di felicità.

Anche l’obbedienza dei figli ai genitori è riletta come sorgente di felicità, come afferma la II lettura, ma per di più l’Apostolo Paolo afferma: “è giusto”.

Possiamo dire che la felicità è frutto dell’obbedienza alla legge divina e della ricerca della giustizia divina?

Un popolo così incamminato, una famiglia così impostata, è “luogo” in cui perdura la felicità come dono di Dio?

Può una famiglia vivere in questo progetto? Può una famiglia essere infelice perché non vive nell’obbedienza alla legge divina o perché in Dio non cerca la giustizia?
Sono domande profonde, per la cui risposta occorre un lunga osservazione del vissuto.
Perché una risposta a caldo rischia di cadere nello scontato oppure nel non corretto o nel superficiale.

Forse bisogna chiedersi come una famiglia cristiana – oggi - obbedisce alla legge divina in riferimento alla vita morale (sessuale, affettiva, economica, …), alla giustizia, alla carità, alla fraternità, e a tutte quelle sfumature del quotidiano in cui “bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini” (At 5)

San Giuseppe tra Gesù e Maria
Parrocchia di San Bartolomeo e Santi Magi a Brugherio (MB)

Concludendo.
Alla luce della pagina evangelica, chiediamo al Signore che ogni famiglia, che si dice cristiana, sia capace di farsi accompagnare passo dopo passo dalla legge divina come ci insegna Giuseppe, lo sposo di Maria. Amen.

Giornata della Memoria e i Martiri Cristiani





C'erano una volta i martiri cristiani, uccisi in odio della fede. C'erano una volta e ci sono ancora, anzi non sono mai stati tanto numerosi come negli ultimi decenni; tra le grandi verità taciute dai libri di testo scolastici, dai mass media, dai giornali vi è infatti quella relativa alla persecuzione contro i cristiani nel secolo XX, che va dall'anno 1900 all'anno 2000 appena trascorso. Persecuzione che purtroppo alligna ancora agli inizi di questo millennio. Il dittatore tedesco affermò in più di un'occasione: «è una questione decisiva, non è possibile essere cristiani e tedeschi insieme: o si è l'uno o si è l'altro!» Tra il 1933 e il 1936 il pontefice Pio XI inviò ben 34 lettere di protesta al governo del Reich finchè, vedendosi inascoltato, pubblicò il 14 marzo 1937 la grande Enciclica contro il nazismo, Mit brennender Sorge, che iniziava con queste parole: «Con cocente preoccupazione e crescente sgomento osserviamo il doloroso cammino della Chiesa... Chi pone la razza o il popolo o lo stato al di sopra di tutto, anche dei valori religiosi, e li adora idolatricamente, deforma ed inverte l'ordine delle cose create e volute da Dio». Insieme al Papa insorsero contro il nazismo i vescovi tedeschi, tra cui i cardinali Bertram, Faulhaber, Sculte e soprattutto l'eroico Von Galen, soprannominato «il leone di Munster». Già negli anni 1940-41, nel solo campo di Dachau, erano concentrati diverse migliaia di sacerdoti cattolici, quasi tutti uccisi nel campo o durante i cosiddetti «trasporti invalidi in altri campi», durante i quali venivano segretamente eliminati. Nella spedizione del 31 ottobre 1941 partirono da Kostantinow più di 2.800 sacerdoti, ma a Dachau ne arrivarono solo 130: tutti gli altri erano stati eliminati durante il viaggio. Secondo calcoli attendibili, 3650 preti e religiosi polacchi finirono nei campi di concentramento nazisti, specialmente in quelli di Dachau e di Auschwitz e di essi più di tre quarti vi morirono per stenti, o vi furono uccisi. Nel campo di Auschwitz i nazisti concentrarono gli ebrei catturati in tutte le nazioni occupate dal Reich e ne fecero una strage immane, eliminandone nelle camere a gas dai quattro ai sei milioni. Fu un vero genocidio. Ad Auschwitz furono uccisi anche più di tre milioni di cattolici polacchi, in gran parte proprio perché cattolici e, fra questi, un quinto di tutti i preti di Polonia. La Giornata della Memoria ci accomuna tutti!


“Ho continuamente pregato ogni giorno che, attraverso la forza e la grazia, il Signore faccia saldi me e voi, perché noi prendiamo pazientemente e devotamente su di noi tutto ciò che è stato stabilito e deciso. E sento come, attraverso la preghiera, ci sia in me calma e pace”.

(Lettera ai famigliari – 1944, b. Nicola Gross)

“O Vergine, regina dei martiri messicani, concedimi che un giorno sia anch’io martire di Cristo Re e di te, vergine Immacolata. O Mamma.. sono sicuro che per intercessione dei tuoi martiri me lo concederai. Tuo figlio, fr. Martino Capelli”.

(dagli scritti, p. Martino Capelli)

“Benedici ugualmente, Signore, i miei nemici”.

(dal Diario, ultima pagina – 1945, b. Carlo Leisner)

“Prendiamo dalle mani di Dio quel che ci tocca. Pregate per noi, per farci rimanere forti e anche noi pregheremo per voi lassù. Dio sia con voi!”.
(prima di morire, b. Enrico Kaczorowski)

sabato 26 gennaio 2013

Beata Cristiana, vergine agostiniana

da Santa Croce sull’Arno
(Oringa Menabuoi)


Sant'Agostino tra la Beata Cristiana (sx)
e S. Chiara da Montefalco (dx)


Nata a Santa Croce sull’Arno (PI) nel 1240
Morta a Firenze il 4 gennaio 1310

“Oringa” era il suo nome di Battesimo, ma fu in seguito chiamata “Cristiana” per i suoi comportamenti da “vera cristiana”.
Cercò sin da fanciulla di mantenere candidi mente e cuore, con mortificazioni e preghiere.
Rimasta orfana di madre, per sfuggire alla pressione dei fratelli che volevano si sposasse, si trasferì a Lucca e poi a Roma, lavorando come domestica.
In seguito ad un pellegrinaggio ad Assisi, sentì il desiderio di tornare al suo paese e di fondare una comunità religiosa.
Nel 1279 ottenne dal comune un edificio e vi fondò il Monastero di S.Maria Novella, sotto la regola di S.Agostino, che nel 1296 ebbe il riconoscimento canonico.
Cristiana si è fatta amare dal popolo di Santa Croce per i continui aiuti che riservava alla povera gente.
Negli ultimi tre anni della sua vita portò la croce di una grave malattia e morì a Firenze, dove probabilmente era ricorso per cure mediche, il 4 gennaio 1310.
Fu sepolta nel suo Monastero a Santa Croce dove fu oggetto di venerazione per i suoi concittadini.
Il suo culto fu ratificato da Pio VI il 15 giugno 1776.
È patrona della città di Santa Croce.

Un pensiero ...




"La politica è servizio sociale,
carità in atto"
Igino Giordani (1894 – 1980)

mercoledì 23 gennaio 2013

Santi Martiri, pregate per noi!





Santi Martiri di Cristo
Babila vescovo, Urbano, Prilidano ed Epolono
pregate per noi!


'Il martirio di santa Emerenziana' di Giovanni Francesco Barbieri
detto il Guercino - Roma, Collezione Colonna

Santa Emerenziana,
vergine e martire di Cristo
prega per noi!

giovedì 17 gennaio 2013

Sant'Antonio Abate 2013





Afferma un certo Eugenio Harvey: “Dobbiamo essere noi il cambiamento che vogliamo vederlo nel mondo”.
In altre parole se voglio che il mondo si converta devo per primo convertire me stesso.
È questa la strada che hanno percorso tutti i santi. Anche il barbuto, di nero vestito, con il bastone con il campanello e il porcello tra i piedi, Antonio abate, ha intrapreso questo cammino.

Antonio, vissuto nell’Alto Egitto, qui nato nel 250 dopo Cristo e qui morto nel 356, è tra i santi monaci il più grande esempio ricercatore del Regno di Dio: lo propose in primis al suo cuore, Cristo doveva regnare sul suo cuore, e poi lo propose ai suoi monaci e a tutti coloro che incontrò nella sua vita.
Il suo esempio fu conosciuto in tutta la Chiesa grazie alla scritto sulla sua vita, opera di Sant’Atanasio vescovo di Alessandria d’Egitto.
È considerato “padre di tutti i monaci e di ogni forma di vita religiosa”.
Egli infatti facendo risuonare in se la parola di Gesù: “Se vuoi essere perfetto va’, vendi ciò che hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo, poi vieni e seguimi”, e sull’esempio di alcuni anacoreti che vivevano nei dintorni dei villaggi egiziani, in preghiera, povertà e castità, volle scegliere questa strada e venduto i suoi beni, lascia la vita di città e si ritira nel deserto.
Inizio così una nuova vocazione: il monachesimo.

Ma non fu insensibile ai problemi del suo tempo, anzi proprio perché il suo cuore era sempre in Dio, aveva acquisito un nuovo modo di guardare l’uomo e la vita quotidiana: infatti collaborò per il bene comune con i responsabili della vita ecclesiastica e civile, sostenne “i confessori della fede durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, e appoggiò sant’Atanasio nella lotta contro gli ariani”.

La Parola di Dio di questo giorno ci esorta alla conversione del cuore, e poi ci ricorda la fama di Gesù che a causa dei suoi miracoli stava isolato nel deserto.
Il deserto, sappiamo che per Gesù fu luogo di tentazione, ma anche l’abate Antonio si fece combattente nel deserto contro il diavolo, e lo vinse!
Quando alla fine Cristo gli si rivelò illuminandolo, egli chiese: “Dov’eri? Perché non sei apparso fin da principio per far cessare le mie sofferenze?”. Si sentì rispondere: “Antonio, io ero qui con te e assistevo alla tua lotta…”.
Nel 561 fu scoperto il sepolcro del santo abate e le reliquie cominciarono un lungo viaggiare nel tempo, da Alessandria d’Egitto a Costantinopoli, fino in Francia nell’XI secolo, dove fu costruita una chiesa in suo onore.

Perché il Santo è raffigurato con il porcellino?
La leggenda racconta che prima di farsi monaco era porcaro e un maialino gli si affezionò: forse da qui la protezione per gli animali e le stalle. Lo stesso maialino come novello Prometeo lo aiutò a rubare il fuoco ai diavoli nell’Inferno… ma questo è mito!
Però è storico il fatto che in Francia intorno alla chiesa del Santo si allevano i maiali, nutriti dalla popolazione, la cui carne andava ai poveri e il cui grasso era usato per preparare, ad opera dell’antico Ordine ospedaliero degli “Antoniani”, un unguento per curare una malattia (detta poi “fuoco di S. Antonio”). Forse da qui il perché il Santo è raffigurato con un porcellino ed è patrono degli animali e delle stalle.

Invochiamo il Santo Abate perché preghi per noi affinché come lui cerchiamo con tutte le nostre forze il regno di Dio.
Signore, venga il tuo regno!

martedì 15 gennaio 2013

Patrono dei Fornai ...

Panettieri – Panificatori - Pasticceri





Sant' Alberto di Lovanio vescovo e martire
24 novembre

Martirologio Romano: A Reims in Francia, passione di sant’Alberto di Louvain, vescovo di Liegi e martire, che fu costretto all’esilio per aver difeso la libertà della Chiesa e fu ucciso nello stesso anno in cui era stato ordinato.

Sant' Elisabetta d'Ungheria sposa, madre, terziaria
17 novembre

È patrona dei panettieri e degli ospedalieri (secondo la tradizione, avrebbe trasformato in rose i pani che aveva nascosto per i poveri e gli ammalati)

Martirologio Romano: Memoria di santa Elisabetta di Ungheria, che, ancora fanciulla, fu data in sposa a Ludovico, conte di Turingia, al quale diede tre figli; rimasta vedova, dopo aver sostenuto con fortezza d’animo gravi tribolazioni, dedita già da tempo alla meditazione delle realtà celesti, si ritirò a Marburg in Germania in un ospedale da lei fondato, abbracciando la povertà e adoperandosi nella cura degli infermi e dei poveri fino all’ultimo respiro esalato all’età di venticinque anni.

San Firmino di Amiens vescovo martire
25 settembre

Martirologio Romano: Ad Amiens nella Gallia belgica, ora in Francia, san Firmino, venerato come vescovo e martire.

Sant' Onorato di Amiens vescovo
16 maggio

È patrono dei pasticcieri e dei panettieri. (Questo è il più diffuso nella categoria)

Martirologio Romano: Ad Amiens nel territorio della Neustria, in Francia, sant’Onorato, vescovo.


Dopo quelli "ufficiali", poi ci sono in alcune località:

San Lorenzo diacono martire
10 agosto

San Lorenzo a Firenze dei fornai, perché nella zona della Basilica di San Lorenzo abitavano ed avevano forni e botteghe un gran numero di fornai e di negozianti di pasta "da minestra".
Anche a Siena, il santo diacono era\è venerato come patrono dei fornai.

San Gugliemo di Vercelli
Patrono dei fornai di Brescia.

San Sebastiano martire
Patrono dei fornai di Messina

San Nicola di Bari
Santa Zita di Lucca


domenica 13 gennaio 2013

Nuovo miracolo per i Beati Martin!?





“Insomma, il buon Dio mi fa la grazia di non spaventarmi; sono tranquillissima, mi sento quasi felice, non cambierei la mia sorte con nessun’altra. Se il buon Dio mi vuole guarire, sarò contentissima, perché in fondo desidero vivere: mi costa lasciare mio marito e le mie figliole. Ma d’altra parte mi dico: se non guarirò è forse perché per loro sarà più utile che io me ne vada… Intanto, farò tutto il possibile per ottenere un miracolo: conto sul pellegrinaggio di Lourdes, ma, se non sarò guarita, cercherò di cantare lo stesso al ritorno”

(beata Zelia Martin, Al fratello, 26/2/1877).



Lo scorso 7 gennaio 2013 a Valencia (Spagna), l'Arcivescovo Carlos Osoro Sierra ha aperto ufficialmente il Processo Canonico per investigare una presunta guarigione miracolosa attribuita ai Beati Martin.

Luigi Martin (1823-1894)
Zelia Guérin (1831-1877)
Beatificati a Lisieux il 19 ottobre 2008. La Chiesa li ricorda: Luigi Martin il 29 Luglio e Zelia Guerin il 28 Agosto, mentre la Diocesi di Bayeux-Lisieux ed i Carmelitani Scalzi ne fanno memoria il 12 Luglio.

Sono anche in cammino verso la santità, in attesa di un svolta del percorso:
la Beata Elisabetta della Trinità, il Venerabile Padre Benigno di Santa Teresa di Gesù Bambino e altri candidati, il cui iter per aprire un Processo, a Dio piacendo, si sta mettendo in moto, e cioè: Fra Jean Thierry di Gesù Bambino e della Passione (Jean-Thierry Ebogo), Padre Marcello dell'Immacolata (Carlo Zucchetti), e Padre Maurizio di Gesù Bambino (Edoardo Vigani).

domenica 6 gennaio 2013

Epifania del Signore 2013



"Epifania guadalupana"
opera di Jesus Perez Busta

Con la solennità dell’Epifania la Chiesa ci introduce liturgicamente al senso profondo delle festività natalizie.
Noi diciamo l’antico proverbio: “l’Epifania tutte le feste porta via”, vero, ma l’Epifania è anche la festa che mostra il tutto del Natale, cioè la sua profondità.

Se rileggiamo con calma il Vangelo appena ascoltato ci rendiamo conto che il Bambino adagiato nella mangiatoia:

non è un semplice e povero bambino, ma “re dei Giudei … un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”

è indicato dal Cielo, non da un segno qualunque, ma da un segno tra i segni del divino: “Abbiamo visto spuntare la sua stella”

è il desiderio di un gesto di culto, quindi una divinità, Dio: “siamo venuti ad adorarlo”

è sorgente di “una gioia grandissima”

è degno di doni preziosi e simbolici: “gli offrirono in dono oro, incenso e mirra”

Detto questo, possiamo capire l’affermazione di San Pietro Crisologo in una sua omelia:
“I Magi sono pieni di stupore davanti a ciò che vedono; il cielo sulla terra e la terra nel cielo; l’uomo in Dio e Dio nell’uomo; vedono racchiuso in un piccolissimo corpo chi non può essere contenuto da tutto il mondo”.

Faccio nostro lo stupore dei Magi, lo stupore dei Maria e Giuseppe, quello dei pastori. Queste feste natalizie sono state un susseguirsi di stupore davanti a quel bambino adagiato nella mangiatoia.
Dio possa stupirci sempre e di stupore in stupore introdurci in quella casa, dove i Santi Magi, entrati videro, si prostrarono e adorarono.
Non basta entrare in quella casa, ma quella “casa” deve entrare nella mia vita, afferma papa Benedetto XVI:

"Chi fa entrare Cristo [nella propria vita] non perde nulla, nulla - assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No, solo in questa amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in questa amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in questa amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera"

Sia il Santo Bambino la misura di ogni nostro desiderio.
Afferma ancora papa Benedetto XVI: “Più conosci Gesù e più il suo mistero ti attrae; più lo incontri e più sei spinto a cercarlo”.

Come i Santi Magi ogni cristiano sia tra gli uomini un cercatore di Dio: sappia mostrarlo con scienza ed intelligenza, sappia mostralo in carità e misericordia, sappia mostralo con gentilezza e amorevolezza.

Quando vi recherete in chiesa a San Bartolomeo, davanti all’altare dei Magi, cercatori di Dio: chiedete sempre questo dono al Signore per l’intercessione dei Santi Magi.

Concludo con un pensiero di papa Benedetto XVI:
“Possiamo immaginare lo stupore dei Magi davanti al Bambino in fasce! Solo la fede permise loro di riconoscere nei tratti di quel bambino il Re che cercavano, il Dio verso il quale la stella li aveva orientati. In Lui, colmando il fossato esistente tra il finito e l'infinito, tra il visibile e l'invisibile, l'Eterno è entrato nel tempo, il Mistero si è fatto conoscere consegnandosi a noi nelle membra fragili di un piccolo bambino”.


mercoledì 2 gennaio 2013

Feria propria del 2 Gennaio

Santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno



Santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno


Chi sono i Santi che oggi ricordiamo?
Basilio (nato in Turchia nel 330 e ivi morto il 1 gennaio 379), vescovo della sua città natale nel 370, tra i pastori più significativi della Chiesa nel sec. IV: geniale guida dei suoi fedeli, difensore tenace della fede e della libertà della Chiesa, instauratore di nuove forme di vita comunitaria, creatore di istituzioni caritative, promotore di liturgia e autore fecondo nel campo ascetico (regole monastiche, che danno poi origine in Occidente, alla Congregazione Monastica di San Basilio), teologico e omiletico.

Gregorio (nato anche lui in Turchia nel 330 e ivi morto il 25 gennaio 389/390) condivise con l’amico Basilio la formazione culturale e il fervore mistico. Fu eletto patriarca di Costantinopoli nel 381. Temperamento di teologo e uomo di governo, rivelò nelle sue opere oratorie e poetiche l’intelligenza e l’esperienza del Cristo vivente e operante nei santi misteri.

Ora cerchiamo di comprenderli alla luce della Parola di Dio, oggi, proclamata.

Scrive nella sua lettera l’Apostolo Giovanni: “Figlioli, chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo?”
L’opera pastorale di Basilio e Gregorio fu un opera di svelamento e di sostegno delle verità della fede.
Un’aspra lotta dottrinale contro tutte le correnti ereticali che volevo distorcere “la fede cattolica trasmessa dagli Apostoli”.
Purtroppo quest’opera di divisione e di menzogna non è finita nel XXI secolo.

Scrive l’Apostolo Giovanni: “L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre”.

Ci sono infiniti gruppi religiosi che si definiscono cristiani che negano i fondamentali insegnamenti della fede cattolica, in senso lato cristiana, spacciandosi per custodi della rivelazione di Dio.
Tra tutti i Testimoni di Geova che negano la divinità del Figlio: definendolo la personificazione dell’Arcangelo Michele.
Certo ci fa sorridere tutto ciò: ma quanti deboli cattolici cadono nella trappola dei geoviti o di altre sette pseudo cristiane.

L’Apostolo Giovanni scrive la sua lettera dicendo: “Questo vi ho scritto riguardo a coloro che cercano di ingannarvi”.
Dobbiamo adoperarci per il gusto della Verità e della vera fede trasmessa dagli Apostoli.

Come il Santo Precursore, dobbiamo essere voce, «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».

Una “voce” però non proclama parole, ma grida la Verità.
In questo Anno della Fede dobbiamo rispolverare, approfondire, i contenuti della nostra fede attraverso un rapporto profondo con il Gesù dei Vangeli, con la Sacra Scrittura e Catechismo della Chiesa Cattolica.
Spesso anche i fedeli cristiani si abbeverano non alla vera dottrina e alla Parola di Vita, ma si perdono in quel corollario di mistici o pseudo mistici che se pur non escono dal solco Apostolico, non dissetano con la vera dottrina ma con fantasie spirituali che rendono il contenuto della nostra fede debole, non sapiente e soprattutto incapace di sostenere l’inganno di “chiunque nega il Figlio”.

L’intercessione di così Santi Dottori della Chiesa, Basilio e Gregorio, ci aiuti a rimanere nella vera fede e nella santa dottrina apostolica.

Santi Cosma, Nicola di Myra e Damiano

Concludo con una preghiera di San Basilio Magno:
O Cristo Dio, tu che in ogni tempo e in ogni ora, in cielo e in terra sei adorato e glorificato, tu che sei pieno di misericordia … che ami i giusti e hai pietà dei peccatori, che chiami tutti alla salvezza … accogli in questa ora anche le nostre suppliche e orienta la nostra vita verso i tuoi comandamenti. Santifica le nostre anime, purifica i nostri corpi, correggi i nostri pensieri, rettifica le nostre intenzioni, liberaci da ogni afflizione, da ogni male e dolore. Difendici con i tuoi santi angeli affinché, custoditi e guidati dalla loro schiera, perveniamo all’unità della fede e alla conoscenza della tua gloria inaccessibile, perché tu sei benedetto per i secoli dei secoli. Amen.



martedì 1 gennaio 2013

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO





“Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”.

Nel giro di due festività abbiamo trovato le due affermazioni lucane in cui ci è ricordato la dimensione contemplativa della Vergine Maria: custodiva e meditava nel cuore ciò che gli accadeva.
È certo che, oltre a ricordarci che dobbiamo educarci a cogliere la profondità degli eventi, per non essere risucchiati in un mondo di superficialità, quest’atteggiamento di Maria ci deve far riflettere.

Ho allora cercato nella Sacra Scrittura se questo atteggiamento è riportato, ecco cosa ho trovato.

Il libro del Siracide (Sir 50, 28-29) afferma:
“Beato chi medita queste cose e colui che, fissandole nel suo cuore, diventa saggio; se le metterà in pratica, sarà forte in tutto, perché la luce del Signore sarà la sua strada”

Nel libro dei Salmi si legge:
“La legge del suo Dio è nel suo cuore: i suoi passi non vacilleranno” (Sal 37,31)

“Beato l'uomo che trova in te il suo rifugio e ha le tue vie nel suo cuore” (Sal 84,6)

Nel primo libro dei Re si legge:
“Tutta la terra cercava il volto di Salomone, per ascoltare la sapienza che Dio aveva messo nel suo cuore”. (1Re 10,24)

Alla luce dei passi biblici possiamo definire Maria come Sede della Sapienza, Porta del Cielo, Torre di Davide, Torre d’Avorio, Casa d'oro, Arca dell'alleanza, così come la preghiamo nelle Litanie Lauretane.

Padre, nella solennità odierna in cui contempliamo il privilegio di Maria, vergine e madre, benedetta fra tutte le donne, di essere la dimora del tuo Verbo fatto uomo tra noi, fa che alla scuola della Santa Madre di Dio impariamo la sapienza del vivere e ci facciamo accompagnare sulle vie del tuo e suo Figlio, da Colei che “ha le tue vie nel suo cuore”,
perché si compia in noi l’unico miracolo che da noi dipende: la nostra santità.
Questo nuovo anno sia allora un anno in cui sovrabbondi questo miracolo.
Amen.