mercoledì 28 giugno 2017

Madre e figlia, specchio di virtù umane e cristiane.







"Concittadini dei santi e familiari di Dio"

(Ef 2,19)

 
Il Martirologio Romano, in data 19 gennaio, scrive: “Sulla via Cornelia a tredici miglia da Roma nel cimitero ad Nymphas, santi Mario, Marta, Audíface e Abaco, martiri”.

Secondo la tradizione, come è spiegato su cartantica.it, si ritiene che San Mario e i Santi Marta, Audíface e Abaco, siano una famiglia; da qui nasce una domanda: esistono altri santi o beati che sono “famigliari” non solo per la fede ma anche per la carne e il sangue?
 
Ne esistono molti. Vedi il mio articolo su cartantica.it.
Tra gli ultimi scoperti ci sono due membri della Famiglia De Ferrari di Genova.
 
Antonietta Celesia vedova De Ferrari, e la figlia Suor Maria Teresa del Sacro Cuore di Gesù (Teresa De Ferrari), religiosa delle Sacramentine dell'Adorazione Perpetua.
 
Entrambe sono in causa di canonizzazione, e la transumptum del processo informativo è presso gli archivi del Congregazione per le Cause dei Santi.
 
 
* * *
 
Serva di Dio Teresa De Ferrari (2 gennaio), religiosa sacramentina dell’Adorazione Perpetua, figlia della Serva di Dio Antonietta Celesia De Ferrari (27 ottobre), sposa, madre e religiosa sacramentina dell’Adorazione Perpetua.
 
 
 

 

giovedì 22 giugno 2017

I gloriosi amici Astanzio e Antoniano, martiri


antico santino

il martirio in Porta Romana
La terra ambrosiana oltre ai gloriosi fratelli Gervaso e Protaso, ha anche tra i suoi figli i gloriosi amici Astanzio e Antoniano, se pur vissuti in epoche diverse.

La vicenda di Astanzio e Antoniano, molto assomiglia a quella dei gloriosi Arialdo ed Erembaldo.

Siamo nel 1000, anno in cui la tradizione colloca la nascita di Astanzio e Antoniano a Vigonzone. Vissuti in famiglie di fede, come quella di Gervasio e Protasio, e poi arruolati nell’esercito dell’Arcivescovo di Milano, Ariberto, nella lotta contro le eresie. Alla morte di Ariberto, succede Giudone “di stirpe ignobile e plebea”, che cominciò a dar man forte alla rappresaglie eretiche che devastavano la diocesi. In queste lotta soccombero in Porta Romana di due amici per difendere dalla profanazione una chiesa. Inizialmente i sacri corpi furono deposti dal sacerdote Eriberto e dal diacono Lieto in San Dionigi,. Poi dopo le esequie, furono traslati con solennità a Vigonzone. Dopo un periodo di smarrimento della memoria, il culto fiori nuovamente nel 1151. Nel 1185 papa Eugenio III ne riconobbe il culto.
 
le sacre reliquie
I sacri corpi però, successivamente, furono riportati a Milano, in San Satiro, come punizione, dopo un fatto sacrilego operato a Massazio di Vigonzone. Solo nel 1802 i sacri corpi tornarono a Vingonzone, dove sono venerati come illustri concittadini e martiri il 25 agosto.

Vigonzone è una frazione del comune di Torrevecchia Pia, ma fu comune autonomo fino al 1872.
 
la Parrocchia
Parrocchia è nella diocesi di Pavia, ma fino al 1979 appartenne all'Arcidiocesi di Milano, ha per cui mantenuto il rito ambrosiano.

La parrocchia di Vigonzone è pieve fin dal XIII secolo con la dedicazione a San Giuliano, nel XIV e XV secolo cambia la dedicazione in Santi Astanzio e Antoniano; alla metà del XVI secolo la parrocchia di Vigonzone viene aggregata alla pieve di San Giuliano. Nel 1573 si contavano tra i parrocchiani 300 anime da comunione e il clero risultava composto da un parroco. Nel 1694 vi venne eretta la confraternita del Santo Rosario.

Tra XVI e XVIII secolo la parrocchia di Vigonzone, a cui era preposto il vicario foraneo di San Giuliano, è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi e delegati arcivescovili di Milano nella pieve di San Giuliano, inserita nella regione VI della diocesi.
Nel 1749, durante la visita pastorale del cardinale Giuseppe Pozzobonelli, il clero risultava composto dal parroco e due cappellani; il numero delle anime era di 600 unità, tra cui 450 anime da comunione; entro i confini della parrocchia di Vigonzone esisteva un oratorio.

Tra XIX e XX secolo, la parrocchia di Vigonzone è sempre stata compresa nel vicariato foraneo di San Giuliano e successivamente nel vicariato foraneo di Zibido al Lambro, nella regione VI, fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972, quando fu attribuita al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Melegnano, nella zona pastorale VI di Melegnano (decreto 11 marzo 1971).
 
Con decreto 15 gennaio 1979 fu assegnata alla diocesi di Pavia. Dopo il passaggio alla diocesi pavese, è stata inclusa nel vicariato di Landriano.

sabato 17 giugno 2017

Santi Compatroni di Tarquinia (1)




San Litardo o Lituardo di Corneto 
pellegrino tedesco (X-XI secolo)


San Lituardo, ricorda in alcuni testi il 12 luglio, in altri il 9, è con probabilità un monaco tedesco che per penitenza o per devozione si fa pellegrino verso Roma.
Trova la morte a Corneto, odierna Tarquinia, dove è venerato come compatrono. 

 
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto, 
sicut erat in principio, et nunc et semper
et in saecula saeculorum. Amen
 
 
È nascosto un senso di elezione particolare il custodire la memoria dei santi, non tanto per la loro presenza o perché limitiamo il nostro sguardo su di loro, ma nel vivere attraverso la loro memoria il memoriale della Pasqua di Cristo, che attraverso anche loro vita e per mezzo del sacrificio eucaristico si riversa in noi, affinché così anche noi possiamo diventare amici di Dio.

PS. L'immaginetta è richiedibile a questo BLOG






Il libro, edito nel 2018, alle pagine 57-58 ha una scheda su San Litardo o Lituardo di Corneto.

Il libro in se mi è piaciuto, ma ha molte lacune.

giovedì 8 giugno 2017

Tu che, spezzando le catene del maligno serpente!





Il titolo della Catena ci riporta al miracolo avvenuto a Palermo il 18 agosto 1392, ai tempi del re Martino I di Aragona, quando nella chiesetta di Santa Maria del Porto: “La Madonna aveva spezzato le catene a tre poveri condannati a morte ingiustamente. Assolti dal re perché liberati dalla Madre di Dio”

PREGHIERA
 
O Vergine Santissima della Catena,

tu che, spezzando le catene del maligno serpente,

hai nuovamente legata l’umanità perduta

al suo eterno Creatore, guarda, pietosa, i fedeli

che a Te ricorrono, fiduciosi nella Tua materna bontà,

nella Tua divina potenza, nel Tuo celeste aiuto.

Tu, che da Dio sei stata prescelta come dispensatrice

delle grazie celesti, continua a far discendere dal cielo

le Divine benedizioni sulla Tua Dinami di cui Tu

sei la gloria più fulgida, sui pellegrini, che corrono

ai tuoi piedi fin dai lontani paesi per tributarti

l’omaggio della profonda venerazione e su tutti quei

fedeli che ricorrono a Te per aiuto

nei loro bisogni spirituali e corporali.

Salve Regina


 

simulacro ligneo del XVIII secolo