venerdì 31 gennaio 2014

San Giovanni Bosco, prega per noi!



San Giovanni Bosco e San Domenico Savio
Santuario Madonna dei Miracoli, Mussomeli

Oggi memoria di San Giovanni Bosco, inizia l’anno giubilare per il bicentenario della nascita del santo.
Rileggiamo la Parola di Dio, commentandola con alcuni pensieri di Don Bosco.

“Fratelli siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto, siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti”. (San Paolo)

Voglio regalarti la formula della santità (per essere buoni): Primo:  Allegria.  Secondo: Doveri di studio e di preghiera. Terzo: Far del bene agli altri. (San Giovanni Bosco)

“Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presente a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti” (San Paolo)

Chi prega si occupa della cosa più importante di tutte. La preghiera è una compagna inseparabile della vita cristiana. La preghiera è il primo alimento dello spirito, come il pane è il cibo per il corpo. Chi non prega non può perseverare nella virtù. Sant'Agostino dice:"Chi impara a ben pregare, impara a ben vivere".

Bisogna pregare con una illimitata speranza di essere esauditi.
Quando preghi osserva un ordine di richieste: domanda in primo luogo i beni spirituali, il perdono dei peccati, la luce per conoscere la volontà di Dio, la forza per mantenerti nella sua grazia ; poi chiedi la salute fisica, la benedizione sulla tua famiglia, l'allontanamento delle disgrazie e la sicurezza di un lavoro...".

Mentre state giocando, nelle conversazioni o in altro passatempo, alzate qualche volta la mente al Signore offrendo quelle azioni a Lui.

La preghiera fa violenza la cuore di Dio. Ogni mattina raccomandate a Dio le occupazioni della giornata. (San Giovanni Bosco)

“Fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri”. (San Paolo)

Tutti hanno bisogno della Comunione: i buoni per mantenersi buoni e i cattivi per farsi buoni

Dopo la S. Comunione, trattenetevi almeno un quarto d'ora a fare il ringraziamento. Sarebbe una grave irriverenza se, dopo pochi minuti aver ricevuto il Corpo-Sangue-Anima-Divinità di Gesù, uno uscisse di chiesa o stando al suo posto si mettesse, a ridere, chiacchierare, guardare di qua e di là per la chiesa..

I due sostegni più forti per sostenervi e camminare per la strada del Cielo sono i Sacramenti della Confessione e Comunione. Perciò guardate come gran nemico dell'anima vostra chiunque cerca di allontanarvi da questi due Sacramenti.

Tenete a memoria, che la solita parola che usa il demonio quando vuole spingerci al male è: Oh! è niente!

L'essere buono non consiste nel non commettere mancanza alcuna, ma nello avere volontà di emendarsi. (San Giovanni Bosco)

“Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino…” (Gesù)

Se vogliamo vivere le vette della santità di Don Bosco, dobbiamo metterci ogni giorno alla scuola del Vangelo e scegliere Gesù come Maestro, e abbiamo problemi di studio, chiediamo alla Madre di Dio, qualche ora di ripetizione. Amen.

giovedì 30 gennaio 2014

Un pensiero ...



Venerabile Simone Srugi (Sruji)

"Mio Dio, sono vostro e vostro voglio essere! Intendo fare ogni mia azione con Voi e per voi. Voglio vivere da buon religioso, anzi da SANTO RELIGIOSO; e tenermi preparato al momento in cui Gesù mi chiamerà dall'esilio alla patria celeste"

lunedì 27 gennaio 2014

Decreti della Congregazione delle Cause dei Santi




Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione dei Decreti che riguardano un prossimo Beato, il sacerdote martire Asúa Mendía, ucciso in odio alla fede nel 1936 durante la guerra civile spagnola, e sette nuovi Venerabili Servi di Dio. Di seguito i Decreti riguardanti:

- il martirio del Servo di Dio Pietro Asúa Mendía, Sacerdote diocesano; nato a Valmaseda (Vizcaya, Spagna) il 30 agosto 1890 e ucciso, in odio alla Fede, a Liendo (Santander, Spagna) il 29 agosto 1936;

- le virtù eroiche del Servo di Dio Giuseppe Girelli, Sacerdote diocesano; nato a Dossobuono (Verona, Italia) il 10 gennaio 1886 e morto a Negrar (Verona, Italia) il 1° maggio 1978;

- le virtù eroiche del Servo di Dio Zaccaria di Santa Teresa (al secolo: Zaccaria Salteráin Vizcarra), Sacerdote professo dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi; nato ad Abadiano (Vizcaya, Spagna) il 5 novembre 1887 e morto a Vellore (Tamil Nadu, India) il 23 maggio 1957;

- le virtù eroiche della Serva di Dio Marcella Mallet, Fondatrice delle Suore della Carità di Québec; nata a Côte des-Neiges (Montréal, Canada) il 26 marzo 1805 e morta a Québec (Canada) il 9 aprile 1871;

- le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Benedetta Arias, Fondatrice delle Suore Ancelle di Gesù nel Sacramento; nata a La Carlota di Rio Cuarto (Córdova, Argentina) il 3 aprile 1822 e morta a Buenos Aires (Argentina) il 25 settembre 1894;

- le virtù eroiche della Serva di Dio Margherita del Sacro Cuore di Gesù (al secolo: Virginia De Brincat), Fondatrice delle Suore Francescane del Cuore di Gesù; nata a Kercem, nell'Isola di Gozo (Malta) il 28 novembre 1862 e morta a Victoria, nell'Isola di Gozo (Malta) il 22 gennaio 1952;

- le virtù eroiche della Serva di Dio Serafina (al secolo: Noemy Cinque), Suora professa della Congregazione delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo; nata a Urucuritiba (Brasile) il 31 gennaio 1913 e morta a Manaus (Brasile) il 21 ottobre 1988;

- le virtù eroiche della Serva di Dio Elisabetta Sanna, vedova Laica, Terziaria professa dell'Ordine dei Minimi di San Francesco, del Sodalizio dell'Unione dell'Apostolato Cattolico fondato da San Vincenzo Pallotti; nata a Codrongianos (Sassari, Italia) il 23 aprile 1788 e morta a Roma il 17 febbraio 1857.

domenica 26 gennaio 2014

Festa della Famiglia (2)







Comunità Pastorale “Epifania del Signore” – Brugherio
Parrocchia San Paolo Apostolo

Domenica 26 gennaio 2014
FESTA DELLA FAMIGLIA
con ODOARDO FOCHERINI sposo, padre e martire
testimone del Vangelo della Vita” (Papa Francesco)

                                                                         programma

ore 11.00S. Messa con le famiglie

ore 12.30 – pranzo comunitario
* prenotarsi in segreteria parrocchiale entro venerdì 17 gennaio 2014.

ore 14.30 - presso il salone Benedetto XVI, testimonianza sul Beato Odoardo Focherini: sposo, padre e martire. Sarà presente tra noi Francesco Manicardi, giornalista, e nipote di Odoardo.






Cari fratelli e sorelle!
Al termine di questa Eucaristia dedicata al Vangelo della Vita, sono lieto di ricordare che ieri, a Carpi, è stato proclamato Beato Odoardo Focherini, sposo e padre di sette figli, giornalista. Catturato e incarcerato in odio alla sua fede cattolica, morì nel campo di concentramento di Hersbruck nel 1944, a 37 anni. Salvò numerosi ebrei dalla persecuzione nazista. Insieme con la Chiesa che è in Carpi, rendiamo grazie a Dio per questo testimone del Vangelo della Vita!

(Angelus, Papa Francesco, 16 giugno 2013)

Festa della Famiglia





In un momento storico nel quale la famiglia è oggetto di numerose forze che cercano di distruggerla o comunque di deformarla, la Chiesa, consapevole che il bene della società e di se stessa è profondamente legato al bene della famiglia (cfr. «Gaudium et Spes», 47), sente in modo più vivo e stringente la sua missione di proclamare a tutti il disegno di Dio sul matrimonio e sulla famiglia, assicurandone la piena vitalità e promozione umana e cristiana, e contribuendo così al rinnovamento della società e dello stesso Popolo di Dio.
(San Giovanni Paolo II, Familiaris-consortio, 3)

Cos’è la famiglia?
È il cammino di santità compiuto insieme, come coppia, che non si rivolge alle singole persone, ma nel coloro che vivono il matrimonio, a tutta la comunità famigliare.

La prima lettura ci fa scoprire che la famiglia è il luogo della perfezione dell’amore: che cosa darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?
La perfezione delle relazioni, che Siracide pone in ogni direzione, molto bello anche il riferimento ai defunti: anche al morto non negare la tua pietà
Comprendiamo che la famiglia ha proprio un ruolo fondamentale nel suo interno per educare alla perfezione dell’amore nelle relazioni.

Ma come la famiglia può vivere questo?

Ci viene in aiuto l’Apostolo Paolo: La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza

Cosa ci insegna la parola divina?
Ci insegna a guardare Cristo
rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto
Ben ci ricorda Papa Francesco:
Alcune settimane fa, in questa piazza, ho detto che per portare avanti una famiglia è necessario usare tre parole. Voglio ripeterlo. Tre parole: permesso, grazie, scusa. Tre parole chiave!
Solo nella carità che unisce ogni sentimento in modo perfetto si può vive l’armonia tra la moglie e il marito e tra i genitori e i figli.

Qual è lo scopo della famiglia?
«Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».
Ecco lo scopo della famiglia!
Vivere in tutto la volontà di Dio … del Padre mio.

Perché?
Solo così la famiglia sarà “chiesa domestica”: comunità cristiana nel suo interno, che mira alla perfezione nella carità che è la santità.
Un papà e una mamma che vivono la perfezione nella carità generano nei figli e nella società la stessa carità che fa crescere …. in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

Chi si sposa nel Sacramento dice: «Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita». Gli sposi in quel momento non sanno cosa accadrà, non sanno quali gioie e quali dolori li attendono.
Gli sposi cristiani non sono ingenui, conoscono i problemi e i pericoli della vita. Ma non hanno paura di assumersi la loro responsabilità, davanti a Dio e alla società. Senza scappare, senza isolarsi, senza rinunciare alla missione di formare una famiglia e di mettere al mondo dei figli.
I cristiani si sposano nel Sacramento perché sono consapevoli di averne bisogno! Ne hanno bisogno per essere uniti tra loro e per compiere la missione di genitori.
(papa Francesco, 26 ottobre 2013)

Concludo consigliandovi un libro.

SPOSI e SANTI
Dieci profili di santità coniugale
Edizione Cantagalli
Costo 15 euro!
Amen.

martedì 21 gennaio 2014

Sant'Agnese, prega per noi!





"Quando devo recitare l'Ufficio dei Martiri corro il rischio di essere preso dall'emozione. I Martiri!

Agnese: una fanciulla che non ho mai visto, con la quale non ho mai parlato, ma che sento d'amare; le sue guance color latte, solo ingentilite un po' dal sangue del suo Sposo: lo amava con tenerezza di fanciulla tredicenne, con la forza d'un eroe che non teme la morte. Agnese potrebbe essere il modello del mio martirio, poiché sono debole di temperamento e timido, eppur devo essere forte. ...
Adesso trascrivo due righe di poesia a Sant'Agnese:


Di liliale bellezza la purpurea veste
le labbra adornate di grazia.
Chi le tue pallide guance ha baciato?
Due goccette di rutilo sangue ha lasciato.
Forse il tramonto, l'aurora, lo Sposo.
il tuo Amore è il sangue.
Per raccoglierti, fiore di terra,
lo Sposo discese,
perché sulla terra non amasti che il cielo
Vergine Agnese".

(P. Mario Borzaga, OMI, da: Diario di un uomo felice, 21 gennaio 1957)





lunedì 20 gennaio 2014

San Sebastiano, prega per noi!




304 - 2014. E' millesettecentodieci anni che la Chiesa ricorda il martirio di San Sebastiano.
 
Sebastiano, il cui nome deriva dal greco significa “venerabile”, appellativo che gli stessi greci avevano dato all’imperatore Augusto per significare un senso di grandezza e di rispetto. Nacque a Milano, verso la seconda metà del ‘200 d.C., da illustre famiglia. Rimasto orfano del padre ancora fanciullo, la madre educò questo suo unico figlio alla scuola della generosità e del coraggio, preparandolo al grande ed ultimo sacrificio: l’imitazione di Gesù Crocifisso. Giovane, dall’animo forte, dal carattere energico, rispose alla voce della grazia che ne fece un difensore della Chiesa, pieno di entusiasmo corse là dove c’era più bisogno di lui. Parte per Roma, ove la persecuzione contro i cristiani era diventata violenta e feroce. Questa fu la causa determinante del viaggio di San Sebastiano verso la capitale, per assistere i cristiani, proteggerli e soprattutto impedire le abiure. Sebastiano temeva che i cristiani, atterriti dai tormenti e dalle persecuzioni, per sfuggire alla morte, rinnegassero quel Cristo e quella fede che con tanto slancio avevano abbracciata. Ma prima di toccare la tappa gloriosa e finale del suo mortale cammino, Sebastiano per un tempo abbastanza lungo guidò la conquista missionaria dei cristiani e si arruolò nell’esercito imperiale per poter esercitare più facilmente, sotto l’emblema della milizia, il suo fecondo apostolato di fede. Per la sua cultura, per la sua gentilezza d’animo, per la sua bontà, Sebastiano seppur ancora giovane raggiunse i massimi gradi della gerarchia militare, permettendogli di occupare il posto di comandante della Prima Corte della Guardia Pretoriana, sotto l’impero di Diocleziano e Massimiano che lo stimarono, lo amarono senza nutrire alcun sospetto sulla sua appartenenza alla fede cristiana. Nell’anno 287 d.C. la persecuzione di Diocleziano infierì sempre più contro la Chiesa, che fu costretta a ritirarsi nel silenzio delle catacombe, mentre i suoi figli innocenti venivano portati nell’Arena del Colosseo per essere lacerati dalle fiere o per essere arsi vivi. Durante questo eccidio, indegno di un popolo civile, Sebastiano non riuscì a tacere e a nascondere la sua fede in Cristo Signore e cominciò ad operare. Un vile cortigiano, Torquato, accusò e denunziò Sebastiano come cristiano all’imperatore Diocleziano. L’imperatore non trenette a quelle parole e chiamò Sebastiano per testimoniare. Sebastiano nemico dell’ipocrisia, da vero soldato di Gesù Cristo, confessò la sua fede. Per questa nobile e franca dichiarazione, Diocleziano inveisce, lo accusa di tradimento e di ingratitudine: Sebastiano, quindi, malgrado le sue virtù morali e civili, solo perché cristiano, venne condannato a morte. Condotto nel boschetto sacro ad Adone, sul Palatino e legato ad un tronco d’albero, Sebastiano diviene bersaglio di frecce. L’iconografia cristiana, la letteratura, e la tradizione popolare di ogni tempo rappresentano San Sebastiano giovanissimo e trafitto da poche frecce: nelle braccia, nel petto, alle gambe come se gli esecutori, i suoi stessi soldati che lo amavano, avessero tentato di risparmiarlo, mentre gli “Atti” della sua passione confermano che fu trafitto da tanti dardi da poter essere paragonato ad un riccio. Abbandonato sul campo, perché considerato morto, fu ritrovato notte tempo dai compagni di fede. Era notte avanzata quando la pietosa Irene giunse al luogo del martirio per portare via il corpo e dargli onorata sepoltura nelle catacombe: ma quale non fu il suo stupore nel constatare che il martire non era morto. Lo fece quindi portare da alcuni servi nel palazzo imperiale dove ella abitava e qui aiutata dal prete Policarpo, curò le terribili ferite così che Sebastiano in pochissimo tempo tornò a rifiorire. Tuttavia, Sebastiano aveva ormai votato la propria vita a Dio e così un giorno presentatosi a Diocleziano gli gridò: “Diocleziano, sono un uomo uscito dalla tomba per avvertirti che si avvicina il tempo della vendetta ! Tu hai bagnato questa città col sangue dei servi di Dio e la sua collera poserà grave su di te: morrai di morte violenta e Dio darà alla sua Chiesa un imperatore secondo il suo cuore. Pentiti mentre è tempo e domanda perdono a Dio.” Un profondo silenzio, rotto soltanto dalla proclamazione della condanna a morte, seguì queste parole. Come si usava solo per gli schiavi, Sebastiano fu fustigato e annegato. Era il 20 gennaio dell’anno 304 d.C.
Il suo corpo fu gettato nella cloaca che passa sotto la via dei Trionfi, presso l’arco di Costantino. Gli “Atti” narrano che il Santo apparve alla matrona romana Lucina, alla quale chiese di essere sepolto nel sacro recinto presso le spoglie degli apostoli Pietro e Paolo, dopo averle indicato il luogo dove il suo corpo era rimasto impigliato.Lucina ritrovò, con l’aiuto dei cristiani, il corpo di San Sebastiano e lo seppellì con tutti gli onori nel Cimitero ad Catacumbas, meta di venerazione in ogni tempo. Nel IV secolo fu costruita una basilica chiamata “Ecclesia Apostolorum” e tale titolo rimase fino al IX secolo, quando prevalse la denominazione di Basilica di San Sebastiano (sull’Appia Antica a Roma). Le sacre Reliquie sono conservate sull’altare della cripta. La fama di San Sebastiano si propagò rapidamente nell’antichità, nel medioevo, sino al XVI secolo anche come taumaturgo e protettore contro la peste. Papa Caio lo elesse Difensore della Chiesa; di molte corporazioni, come gli arcieri, è il protettore. La gioventù di Azione Cattolica lo ha prescelto come modello di vita. Attualmente è patrono dei Vigili Urbani d’Italia e compatrono di Roma. In questi tempi di dissacrazione e negazione dei valori spirituali e religiosi, umani e sociali, la figura di San Sebastiano è sempre più viva e attuale e la sua intercessione è implorata per aiutare i giovani disorientati e fuorviati, a salvarsi dal peccato.
 
(FONTE: sansebastiano.org)
 
* * *
 
1- Ancora si trova una importante Chiesa dedicata al culto di San Sebastiano.
 
2- Storicamente è certo che San Sebastiano sostenne il martirio sotto Massimiano e non Diocleziano: questi aveva scelto per sè la parte orientale dell’impero con sede in Nicomedia, lasciando a Massimiano il governo della parte occidentale. Gli editti di persecuzione contro i cristiani partivano a quei tempi dalla corte di Nicomedia, ed erano sempre ispirati da Diocleziano, che nonostante quella divisione territoriale dell’impero era rimasto moralmente il capo supremo e l’anima del governo. Esclusivamente per questo si crede che Diocleziano abbia condannato al martirio San Sebastiano perché cristiano.
 
* Per un approfondimento iconografico, meravigliosamente composto, guardare il link: viaggio nell'iconografia di san Sebastiano a cura di Giovanni Morale.
** i dati sono prelavati dal sito della Basilica di San Sebastiano di Palazzolo Acreide dichiarata dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità, cittadina dove il culto del Santo Martire è molto fiorente insieme a quello dell'Apostolo Paolo.


domenica 19 gennaio 2014

San Mario, prega per noi!





"Oggi è la mia festa: S. Mario martire. Martire di che cosa?
Probabilmente del solo amore di Dio e della carità per il prossimo. Sto pensando fino a che punto io pure sono martire della carità, ma ci potrei arrivare, ci potrei arrivare se si pensa che da mattina a sera devo essere a disposizione degli altri, che mi arrabbio quando cercano troppo la mia disposizione".

(P. Mario Borzaga, OMI, da: Diario di un uomo felice, 19 gennaio 1960)


venerdì 17 gennaio 2014

Sant'Antonio abate


San Nicola di Mira e
Sant'Antonio Abate


Sant'Antonio Abate fu il padre degli eremiti che dalla metà del III secolo si ritirarono nel deserto per fuggire il mondo.
In un tempo di pace, i cristiani si erano un po’ addormentati: il monachesimo è un nuovo risveglio, è il martirio verde, come insegna una omelia irlandese dell’VII secolo: consiste nel liberasi per mezzo del digiuno e dell’ascesi dei propri desideri malvagi per arrivare alla vera conversione.

Sant'Antonio Abate fu il “fondatore dell’ascetismo”, come lo chiamò il patriarca di Alessandria, Sant’Atanasio, che lo conobbe e ne rimase affascinato. Scrisse la prima vita del santo monaco egiziano, che lo ha fatto conoscere al mondo intero.

In essa si legge:
“Dopo la morte dei genitori, lasciato solo con la sorella ancora molto piccola, Antonio, all’età di diciotto o vent’anni, si prese cura della casa e della sorella. Non erano ancora trascorsi sei mesi dalla morte dei genitori, quando un giorno, mentre si recava, come era sua abitudine, alla celebrazione eucaristica, andava riflettendo sulla ragione che aveva indotto gli apostoli a seguire il Salvatore, dopo aver abbandonato, ogni cosa. Richiamava alla mente quegli uomini di cui si parla negli Atti degli Apostoli, che, venduti i loro beni, ne portarono il ricavato ai piedi degli apostoli, perché venissero distribuiti ai poveri.  Pensava inoltre quali e quanti erano i beni che essi speravano di conseguire in cielo. Meditando su queste cose entrò in chiesa, proprio mentre si leggeva il vangelo, e sentì che il Signore aveva detto a quel ricco: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi» (Mt 19, 21)”.

È dalla Parola di Dio che nasce la sua conversione. È la Parola che risuonando nella sua mente e nel suo cuore scava in lui la strada del vero incontro con il Signore.

Racconta ancora S. Atanasio:
“Partecipando un’altra volta all’assemblea liturgica, sentì le parole che il Signore dice nel vangelo: «Non affannatevi per il domani» (Mt 6,34)”

Egli allora che aveva già venduto tutto e trattenuto solo una parte per la dote della sorella, dona anche quello e affidandosi alla Provvidenza divina, chiede a una comunità di vergini consacrate di prendersi cura della sorella e inizia la sua vita eremitica.

Ecco come la Parola di Dio deve essere efficace in noi! Ecco cosa vuol dire convertirsi: lasciare che la Parola divina sia la sola parola che guida i miei passi e le mie scelte. Questo dobbiamo imparare dai Santi, in particolare da S. Antonio.

La vita del santo monaco divenne “praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio”.
Egli poteva ben dire, perché la sua vita lo mostrava: “Sei tu, Signore, l'unico mio bene”.

Morì ultracentenario il 17 gennaio 356, data in cui la Chiesa lo commemora.

Alla sua intercessione affidiamo il nostro cammino di conversione, così da poter dire con il salmista.

“Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra”.
Amen

mercoledì 15 gennaio 2014

Mercoledì della I settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)



San Mauro abate
Parrocchia della Natività di Maria
Bernareggio (MB)

memoria liturgica 15 gennaio


Un nuovo miracolo di Gesù.
Questa volta tra i suoi, in casa dei suoi: “La suocera di Simone era a letto con la febbre”.

Ma l’opera di guarigione si propaga anche per quelli che stanno davanti alla porta: “Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni”.

Gesù scaccia molti demoni. È così iniziata la lotta contro il principe di questo mondo, che avrà il suo apice nella Passione.

Una lotta anche culturale… possiamo chiamarla così.
A differenza del popolo che non conosceva Gesù, il diavolo conosce chi è costui a cui anche i demoni obbediscono: “non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano”.

La sua opera salvifica perché non si ferma alla porta … va oltre! Egli va oltre la dimensione famigliare, degli intimi… di coloro che lo accolgono e lo amano: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».

Signore converti il nostro modo di pensare Dio!
Perché le tue pecore ascoltano la tua voce, tu le conosci ed esse mi seguono. Noi vogliamo conoscere come tu ci conosci ed essere tue pecore.

Guarisci le nostre infermità umane e spirituali perché possiamo metterci al tuo servizio, e donaci uno spirito di orazione che guidi con verità ogni nostra azione perché sia sempre secondo la volontà del Padre.
Amen.

lunedì 13 gennaio 2014

Beata Veronica, prega per noi!





Nasce a Binasco (Mi) nel 1445 da famiglia di contadini. A 22 anni prende l'abito di Sant'Agostino, come sorella laica, nel monastero di Santa Marta di Milano.
 
Qui rimarrà per tutta la vita dedita alle faccende domestiche e alla questua.
 
Fedele allo spirito dell'epoca, si sottopose ad una dura disciplina ascetica, pur essendo cagionevole di salute. Anima mistica, ebbe delle visioni frequenti. Sembra che proprio in seguito ad una rivelazione si sia recata a Roma, dove fu ricevuta con affetto paterno dal pontefice Alessandro VI.
 
L'intensa vita contemplativa non le impedì però di vivere a pieno la sua condizione di questuante a Milano e nel circondario, sia per le necessità materiali del convento, sia per il soccorso ai poveri e agli ammalati. Muore il 13 gennaio 1497 dopo aver ricevuto per cinque giorni un riconoscente ed esultante saluto di addio da parte della popolazione tutta.
 
Nel 1517, Leone X concesse al monastero di Santa Marta la facoltà di celebrarne la festa liturgica di questa beata. Il corpo della beata dopo le soppressioni degli ordini religiosi è a Binasco, dove oggi è venerata con S. Messa e offerta della cera.

sabato 11 gennaio 2014

Beati Martiri, pregate per noi!





La Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, dopo la canonizzazione di Padre Damiano da Molokhai (1840 - 1889), ora ha la grazia di annoverare tra i suoi figli ben cinque Beati martiri: Padre Mario (1910 - 1936), padre Teofilo (1898 - 1936), Padre Isidoro (1901 - 1936), Padre Eladio (1904 - 1936) e Padre Gonzalo (1899 - 1936).

VIDEO DELLA VITA (FILM)

Sono stati beatificati con il gruppo dei 522 martiri del secolo XX a Tarragona in Spagna, il 13 ottobre 2013.


VIDEO DELLA VITA (DOC.)






mercoledì 8 gennaio 2014

Feria propria dell'8 Gennaio





“In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”. (1 Gv 4)

C’è una gratuità che ci precede!
Non siamo stati noi ad amare Dio, ma Egli ci ha amati primo.
Nel suo amarci per primo, ha mandato il Figlio, perché non solo fossi amati, come già ci ha ama da sempre, ma fossimo redenti da Gesù: “vittima di espiazione per i nostri peccati”.

Gesù è nato tra noi, Signore di tutti i popoli della terra: così infatti si è manifestato attraverso una stella ai Magi.

Egli è in mezzo a noi come un pastore pieno di compassione per ogni uomo, perché Egli conosce il nostro bisogno: avere un guida che ci sostiene e ci sprona nel nostro cammino per conformarci alla Luce, noi che non siamo luce ed aneliamo ad essa!

Egli si è fatto luce, pane, pastore… con compassione, cioè partecipando della nostra natura umana, per nutrirci a sazietà di quell’unico alimento che sazia l’uomo: l’amore!

“Chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore”.

Come amare?
 “Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me”. «Voi stessi date loro da mangiare».
Amen.

lunedì 6 gennaio 2014

EPIFANIA DEL SIGNORE






“I Magi sono pieni di stupore davanti a ciò che vedono; il cielo sulla terra e la terra nel cielo; l’uomo in Dio e Dio nell’uomo; vedono racchiuso in un piccolissimo corpo chi non può essere contenuto da tutto il mondo”.

(San Pietro Crisologo)

domenica 5 gennaio 2014

SECONDA DOMENICA DOPO NATALE





“Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce”.


In questo passo del Vangelo di Giovanni, il soggetto è il Battista.

“Non era lui la luce”, è strano non pensare al Battista se non come una persona luminosa, importante, ma capiamo bene che c’è una fonte della luce, da cui anche il Battista è illuminato.

Egli quindi non è la sorgente della luce, in cui noi lo vediamo illuminato, splendente, come uomo di Dio.

Due insegnamenti.
1.
Il Battista è certamente il più grande tra i figli nati da donna – così lo definisce Gesù stesso – ma la sua grandezza è subordinata a quella di Gesù.

Impariamo a subordinare ogni cosa partendo da Gesù: . Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!” (San Giovanni Paolo II, 22 ottobre 1978).

2.
“doveva dare testimonianza alla luce” è attraverso la storia del Battista, che Gesù intesse la sua storia di salvezza.

Egli ha bisogno di noi, per salvare noi da noi stessi!
Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!
Diceva Giovanni Paolo II.

Solo accogliendo Gesù, per essere servitori della sua dolce potestà, noi vinciamo le nostre tenebre e diventiamo segno della sua presenza luminosa.

Sia questo 2014 un anno dove noi cristiani, ciascuno di noi, preghi e impegni con tutte le sue forze perché il Signore Gesù “illumini gli occhi del vostro cuore per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi”.

Amen.

sabato 4 gennaio 2014

Quando gli statisti erano santi ...





“Quando gli statisti erano santi”: così si intitola un libro del 1992, di Denis Guillaume, con prefazione di S. M. Simeone II re di Bulgaria. A pagina 173, tra i 260 sovrani e principi commemorati dalle Chiese d’Oriente e d’Occidente, c’è la Venerabile Maria Cristina di Savoia (1812 – 1836), che “come regina si dimostrò molto caritatevole verso i poveri, specialmente verso le fanciulle senza dote”.



Ferdinando II con la moglia Maria Cristina di Savoia
nel palazzo reale di Napoli


Qualche giorno fa, mi è giunta una mail, in cui mi si ricordava della prossima beatificazione della Venerabile Maria Cristina di Savoia, che sarà sabato 25 gennaio 2014 a Napoli.

La Venerabile è sepolta, come gli altri membri della famiglia Borbone, nella Basilica di Santa Chiara in Napoli.



Ecco elenco di libri, articoli e immagini sulla Beata Maria Cristina, così come riportati dalla mail suddetta:
































Nozze di Ferdinando II di Borbone
con Maria Cristina di Savoia




Cattedrale di Cagliari
la volta in cui troneggia
Maria Cristina di Savoia
vestita di bianco