domenica 29 settembre 2013

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)




 
 
"Ciò che mi attira a Te, Signore, sei Tu! Tu solo, inchiodato sulla Croce, con il corpo straziato tra agonie di morte. E il Tuo amore si è talmente impadronito del mio cuore che, quand’anche non ci fosse il Paradiso, io Ti amerei lo stesso. Nulla hai da darmi, per provocare il mio amore, perché, quand’anche non sperassi ciò che spero, pure Ti amerei come Ti amo".
 
Una deliziosa e profonda preghiera di San Carlo. Che ben si presta per iniziare questa riflessione nella nostra festa patronale, alla luce della Parola di Dio di questa 26° domenica del Tempo Ordinario.

- Una domenica in cui la Parola di Dio ci richiama ancora sulla ricchezza e sulla povertà, non solo in riferimento al primato di Dio, ma anche sull'oltre: in prospettiva eterna. Perché la povertà evangelica e la ricchezza segnano il già e il non ancora!

«Beato colui che sa leggere questo libro!», affermerà San Carlo guardando il Crocifisso.


Il Crocifisso è il punto focale della nostra sequela: chi vuole essere mio discepolo ... dirà Gesù!

Solo chi si focalizzerà su Gesù sarà capace di non dimenticarsi "della rovina di Giuseppe".


Infatti il ricco epulone, ritorto su se stesso, è un uomo dallo sguardo corto, non si accorge di ciò che accade alla porta della sua casa.

"Noi non siamo uomini e donne isolati gli uni dagli altri, ma viviamo, fin dall’istante del nostro concepimento, in relazione. Ebbene, Dio ha voluto entrare nella storia come uno di noi e cambiare la vita degli uomini attraverso una trama di relazioni nata dall’incontro con Lui". (Card. Scola)
La relazione con Gesù segna la relazione con gli uomini: in caso contrario rischiamo di essere cristiani, citando San Vincenzo de' Paoli, che vivono il doppio comandamento dell'Amore in modo affettivo e non effettivo.

- La prosperità del ricco epulone non è solo decadenza umana, ma è anche perdita dell'orizzonte, direbbe Paolo: "Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato".

Infatti dice il Vangelo: "Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto".


La ricchezza è allora dannazione?
 
Non credo proprio. Però potremmo dire citando Gesù: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso? Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell'uomo quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi».



La condanna eterna del ricco epulone è il frutto suo cammino: ha speso tutta una vita a seguire la ricchezza con tutte le sue conseguenze e non il Signore.

- "Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti".
Così si conclude il dialogo nell'eternità tra Abramo e il ricco epulone. Il senso è molto cristologico, è per gli ascoltatori di sempre: noi siamo persuasi dalla resurrezione di Gesù? Io sono stato vinto da Gesù?

- Un richiamo veloce, rileggendo questa parabola: viviamo quella carità che è la preghiera per i defunti? Vorrei suggerirlo in modo particolare ai più giovani, ma è per tutti noi.

- Dovrei parlare di me, visto l'occasione, parlare della mia vocazione, del mio cammino, ma avremo tempo al 25mo di sacerdozio. Solo alcuni pensieri: non amo i complimenti e le moine, la stima per una persona si intesse senza parole; amo una comunità di collaboratori e non di esecutori, ma senza però che questa prospettiva si ribalti, perché è segno di una immaturità ecclesiale; infine, per essere sincero, sono arrivato a San Paolo con un cuore aperto e libero circa i cammini di fede che il Signore ci fatto percorrere, mi sono però accorto che alcune volte la storia personale può essere una ostacolo per incontrarsi realmente, beh impegniamoci a non assolutizzare nulla, che la Chiesa è una comunità di uomini e donne non uguali, ma diversi, perché diverso ed infintamente bizzarro è stato il Signore nel farsi incontrare, ne è una prova la storia dei santi: la Chiesa è una popolo in comunione in Cristo, comunione non è uguaglianza, direbbe il nostro Cardinale Arcivescovo: è la pluriformità nell'unità! Quindi impegniamoci in un cammino di vera comunione e libertà in Cristo.



Concludo ritornando a San Carlo e al Santo Crocifisso:

"Non siamo degni di chiederti che le tue stimmate si imprimano visibilmente nel nostro corpo, come già sul corpo del tuo servo Francesco. Né osiamo desiderare di portarle segretamente, favore che accordasti alla tua sposa Caterina da Siena, come ella per umiltà te ne aveva pregato. Questi sono doni e favori specialissimi, conferiti soltanto a coloro che con l’esercizio delle più esimie virtù e con una carità intensissima si disposero a riceverli. Ma ti supplichiamo almeno di questo: che tu infiammi del tuo amore i nostri cuori, […] Cosicché, portando nel nostro corpo la tua morte, anche la tua vita si manifesti in noi (cfr 2Cor 4, 10) e, partecipando alla tua Passione, meritiamo di partecipare alla tua gloria (cfr Rom 8, 17)". Amen.

Festa del Santissimo Crocifisso






 
 
Canto e segno di Croce

Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L'altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre,nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.
Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest'uomo era giusto». (Lc 23)

 


Litanie a Cristo crocifisso (di Anonimo)

Preghiamo insieme e diciamo: ricordati di noi

1. Cristo crocifisso, amore del Padre: nel tuo regno, ricordati di noi!
2. Cristo crocifisso, sorgente dello Spirito: nel tuo regno, ricordati di noi!
3. Cristo crocifisso, agnello e pastore: nel tuo regno, ricordati di noi!
4. Cristo crocifisso, riscatto della colpa: nel tuo regno, ricordati di noi!
S. Cristo crocifisso, perfetta espiazione: nel tuo regno, ricordati di noi!
6. Cristo crocifisso, nostra riconciliazione: nel tuo regno, ricordati di noi!
7. Cristo crocifisso, fonte della pace: nel tuo regno, ricordati di noi!
8. Cristo crocifisso, nuova alleanza: nel tuo regno, ricordati di noi!
9. Cristo crocifisso, abbraccio universale: nel tuo regno, ricordati di noi!
10. Cristo crocifisso, benedizione del mondo: nel tuo regno, ricordati di noi!
11. Cristo crocifisso, luce agli smarriti: nel tuo regno, ricordati di noi!
12. Cristo crocifisso, conforto degli afflitti: nel tuo regno, ricordati di noi!
13. Cristo crocifisso, medico dei deboli: nel tuo regno, ricordati di noi!
14. Cristo crocifisso, tesoro degli apostoli: nel tuo regno, ricordati di noi!
15. Cristo crocifisso, sposo dei vergini: nel tuo regno, ricordati di noi!
16. Cristo crocifisso, dignità dei sacerdoti: nel tuo regno, ricordati di noi!
17. Cristo crocifisso, cuore della Chiesa: nel tuo regno, ricordati di noi!
18. Cristo crocifisso, centro dell'unità: nel tuo regno, ricordati di noi!
19. Cristo crocifisso, albero di vita: nel tuo regno, ricordati di noi!
20. Cristo crocifisso, roveto sempre ardente: nel tuo regno, ricordati di noi!
21. Cristo crocifisso, ultima parola: nel tuo regno, ricordati di noi!
22. Cristo crocifisso, lampada del cielo: nel tuo regno, ricordati di noi!




Viviamo anche quest'anno la processione, un gesto di fede; facendoci guidare dalle parole del nostro Cardinale Arcivescovo e da alcuni brani evangelici che richiamano la nostra vita: la fede è un incontro con Gesù, solo questo incontro salva.


CANTO (esce la processione)
 
Il Figlio dell’uomo semina il seme buono nel campo che è il mondo. Questo significa che tutto dell’uomo e tutti gli uomini sono interlocutori di Gesù. Come comunicare che la fede è un dono alla portata di tutti? Come mostrare allora che non vi è opposizione tra fede e ragione, le due ali dell’umana, inesausta ricerca? Come superare la diffidenza, in molti diffusa, verso la fede e la Chiesa? A questi interrogativi papa Francesco ha dato una risposta semplice e diretta: «La fede nasce nell’incontro con il Dio vivente, che ci chiama e ci svela il suo amore, un amore che ci precede e su cui possiamo poggiare per essere saldi e costruire la vita. Trasformati da questo amore riceviamo occhi nuovi... La fede... appare come luce per la strada, luce che orienta il nostro cammino nel tempo» (Lumen fidei 4).

Noi non siamo uomini e donne isolati gli uni dagli altri, ma viviamo, fin dall’istante del nostro concepimento, in relazione. Ebbene, Dio ha voluto entrare nella storia come uno di noi e cambiare la vita degli uomini attraverso una trama di relazioni nata dall’incontro con Lui.
CANTO
 
Andando via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». (Mt 9)

Dopo l’incontro con Gesù di Nàzaret nulla fu più come prima nella vita dei discepoli. Mentre lo ascoltavano, camminavano con Lui per le strade di Galilea, lo vedevano abbracciare i peccatori e guarire gli ammalati, condividevano le loro giornate con Lui... insomma dalla convivenza con Gesù ebbe inizio una storia ininterrotta di rapporti umani, che ha raggiunto anche noi, in cui Dio stesso si comunica da Libertà a libertà.
CANTO
 
* decina del S. Rosario - primo mistero: l'Annuncizione dell'angelo a Maria. Tutto partì da qui!

 

Partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d'Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore - disse la donna -, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita. (Mt 15)
CANTO
 
DALLE LITANIE ALLA SANTA CROCE

 

Preghiamo insieme e ripetiamo dopo il lettore:


Croce nostra corona salvaci, Santa Croce
Firmamento di pace salvaci, Santa Croce
Che ci apri il paradiso salvaci, Santa Croce
Verga delle meraviglie di Dio salvaci, Santa Croce
Baluardo della fede salvaci, Santa Croce

Croce vita dei giusti aiutaci, Santa Croce
Risurrezione dei morti aiutaci, Santa Croce
Chiave del regno dei cieli aiutaci, Santa Croce
Difesa dei poveri aiutaci, Santa Croce
Sicuro rifugio di coloro che sono in pericolo aiutaci, Santa Croce

Croce segno di castità illuminaci, Santa Croce
Modello di santità illuminaci, Santa Croce
Che dai forza alla castità illuminaci, Santa Croce
Palma di immortalità illuminaci, Santa Croce
Tesoro di tutti i beni illuminaci, Santa Croce

 

E giunsero a Gerico. Mentre partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. (Mc 10)



CANTO
 
* decina del S. Rosario - secondo mistero: La nascita di Gesù a Betlemme. Un Dio che si fa uomo per essere incontrato.


 

Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l'aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di' pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va' in pace!». (Lc 7)
CANTO
 
* decina del S. Rosario - terzo mistero: Gesù istituisce l'Eucarestia. Ecco il pane del cammiano, che si fa sequela.



DALLE LITANIE ALLA SANTA CROCE

 
Preghiamo insieme e ripetiamo dopo il lettore


Croce salvezza dei fedeli sostienici, Santa Croce
Che ricevi splendore dalle membra di Cristo sostienici, Santa Croce
Resa nobile dal sangue di Cristo sostienici, Santa Croce
Resa santa dal corpo di Cristo sostienici, Santa Croce
Segno vivificante del Figlio di Dio sostienici, Santa Croce

Croce che ci doni la sanità confortaci, Santa Croce
Pegno di libertà confortaci, Santa Croce
Altezza del cielo confortaci, Santa Croce
Profondità della terra confortaci, Santa Croce
Che abbracci tutto il mondo confortaci, Santa Croce

 

Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, perché tutti erano in attesa di lui. Ed ecco, venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: si gettò ai piedi di Gesù e lo pregava di recarsi a casa sua, perché l'unica figlia che aveva, di circa dodici anni, stava per morire.
Mentre Gesù vi si recava, le folle gli si accalcavano attorno. E una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, la quale, pur avendo speso tutti i suoi beni per i medici, non aveva potuto essere guarita da nessuno, gli si avvicinò da dietro, gli toccò il lembo del mantello e immediatamente l'emorragia si arrestò. 45Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Tutti negavano. Pietro allora disse: «Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia». Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me». Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, tremante, venne e si gettò ai suoi piedi e dichiarò davanti a tutto il popolo per quale motivo l'aveva toccato e come era stata guarita all'istante. Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace!». (Lc 8)
CANTO
 
* decina del S. Rosario - quarto mistero: Gesù muore in Croce . Qui è il compimento dell'Incarnazione.

 

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato!». (Lc 17)
CANTO
 
* decina del S. Rosario - quinto mistero: Gesù risorge a morte. Ecco la speranza della vittoria.



DALLE LITANIE ALLA SANTA CROCE

 
Preghiamo insieme e ripetiamo dopo il lettore


Croce che trionfi sui demoni liberaci, Santa Croce
Che distruggi il peccato liberaci, Santa Croce
Che sconfiggi il mondo liberaci, Santa Croce
Che vinci la morte liberaci, Santa Croce
Che annienti l’inferno liberaci, Santa Croce

Da ogni male liberaci, Santa Croce
Da ogni peccato liberaci, Santa Croce
Dal potere del maligno liberaci, Santa Croce
Dalle insidie di tutti i nemici liberaci, Santa Croce
Dalla fame e dalla guerra liberaci, Santa Croce
Da ogni malattia liberaci, Santa Croce
Dai fulmini e dalle tempeste liberaci, Santa Croce
Dalla paura della morte liberaci, Santa Croce
Dalla morte eterna liberaci, Santa Croce

 

Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». (Lc 22)

A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta. Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede». Tu credi che c'è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano! Insensato, vuoi capire che la fede senza le opere non ha valore? Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le sue opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull'altare? Vedi: la fede agiva insieme alle opere di lui, e per le opere la fede divenne perfetta. E si compì la Scrittura che dice: Abramo credette a Dio e gli fu accreditato come giustizia, ed egli fu chiamato amico di Dio. Vedete: l'uomo è giustificato per le opere e non soltanto per la fede. Così anche Raab, la prostituta, non fu forse giustificata per le opere, perché aveva dato ospitalità agli esploratori e li aveva fatti ripartire per un'altra strada? Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta. (Gc 2)
CANTO, inizia la S. Messa