mercoledì 27 maggio 2020

I MIEI SANTI PREFERITI


“Dimmi i santi che ami e io ti dirò la santità che speri” 

(Card. José Saraiva Martins)

 

san Marco ev. e martire, 25 aprile

san Damiano medico e martire, 26 settembre

san Giuseppe di Nazareth, 19 marzo

san Giovanni il Battista, 24 giugno

san Davide re, 29 dicembre

san Giuseppe il Giusto (l’egiziano), 4 settembre

san Giobbe, 10 maggio

sant'Antonio da Padova, 13 giugno

san Gaspare del Bufalo, 21 ottobre

san Sostene di Calcedonia, 10 settembre

san Nicola da Tolentino, 10 settembre

san Rocco il Pellegrino, 16 agosto

santa Maria Goretti, 6 luglio

san Bruno, fondatore dell'Ordine Certosino, patrono del comune di Serra S. Bruno, 6 ottobre.

san Carlo Borromeo, 4 novembre

san Claudio de la Colombiere, 15 febbraio

san Francesco d'Assisi, 4 ottobre

san Francesco di Paola, 2 aprile

san Leopoldo Mandic, 12 maggio

san Gaetano Catanoso, 4 aprile

san Giuseppe da Copertino, 18 settembre

sant’Ambrogio, 7 dicembre

santa Barbara vergine e martire, 4 dicembre

santa Bernadette vergine, 16 aprile

santa Camilla Battista da Varano, 31 maggio

santa Lucia vergine e martire, 13 dicembre

santa Marcellina vergine, 17 luglio

santa Margherita Maria Alacocque, 16 ottobre

santa Marina vergine, 18 giugno

santa Teresa del Bambin Gesù, 1 ottobre

sant'Annibale Maria Di Francia, 1 giugno

santi Arcangeli, 29 settembre

santi Martiri della Chiesa Ambrosiana 

(Gervasio, Protasio, Nazario, Celso, Nabore, Felice e Vittore)

san Sebastiano Martire, 20 gennaio

santa Angela Merici, 27 gennaio

san Vito martire, 15 giugno

san Tommaso apostolo, 3 luglio

san Girolamo Emiliani, 9 febbraio

beato Mario Borzaga sac. OMI martire, 30 aprile

Venerabile Maria Antonia Samà vergine, + 27 maggio 1953

serva di Dio Concetta Lombardo vergine e martire, + 22 agosto


Santa Maria, prega per noi!


Santa Maria Regina di Tutti i Santi
«Gli anconetani le attribuiscono, per esempio, l’arresto della pestilenza del XVIII secolo. E più avanti sono testimoni del miracolo del 25 giugno 1796 che si è protratto fino al febbraio dell’anno successivo. Era il periodo in cui le truppe francesi stavano per occupare la città di Ancona e proprio in quelle settimane di guerra cruenta la Madonna Regina di tutti i Santi ha iniziato ad aprire e chiudere gli occhi in più di un’occasione. Napoleone, assistendo al prodigio, rimase impressionato, evitò di saccheggiare la cattedrale e ordinò ai suoi soldati di coprire l’immagine. A seguito di quanto è accaduto la tela è stata incoronata Regina di tutti i Santi da Pio VII che, di ritorno dalla prigionia, nel 1814 venne in pellegrinaggio ad Ancona per ringraziarla per la riavuta libertà».

Monsignor Angelo Spina, arcivescovo di Ancona


VIAGGIO VIRTUALE tra i santuari d’Italia: Castrì di Lecce



Oggi, lasciamo il Veneto e attraverso l’autostrada adriatica raggiungiamo il Salento.
Siamo a Castrì di Lecce
Questa località registra la presenza antropica sin dall'età del ferro e tale convinzione è sorretta dal fatto che il territorio su cui sorge il paese fu sede di una tarda stazione megalitica, testimoniata dalla presenza, in tempi a noi vicini, di tre menhir, di cui oggi resta il monolite denominato della Luce in quanto allogato affianco alla chiesetta della Madonna della Luce che è sita, a destra, sul lato della strada provinciale che da Lizzanello conduce a Calimera. Il monolite, ormai nell'abitato di Castrì di Lecce, fino a qualche decennio fa appariva alla periferia del paese, addossato ad un muretto a secco. La pietra di questo menhir è quella leccese. Presenta in cima un incavo nel quale dovette essere un tempo innestata una croce. Fu, questa, un'usanza del Cristianesimo alto-medievale che così intendeva sacralizzare antiche costruzioni pagane. Siamo così nel contesto di un luogo di culto mariano nato su un luogo pagano. Sui menhir, nulla di sicuro si può dire. Una chiave di lettura è quello che li definisce simboli religiosi o idoli primitivi, presenti anche, e venerati nell'oriente semitico.
La cappella della Madonna della Luce fu edificata da maestranze locali nel 1570. L'interno con copertura a botte, spoglio di qualsiasi elemento decorativo, ospita un modesto altare, realizzato nel 1702, che conserva un affresco della Vergine col Bambino databile al XIII secolo. La statua è invece in cartapesta leccese.
La Vergine sorregge con una mano il Bambino Gesù benedicente e con l’altra una fiaccola. Una chiave di lettura è nel Vangelo di Giovanni: Di nuovo Gesù parlò loro e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». (Gv 8,12).
La Vergine mostra Gesù come la vera luce.

Sancta Maria, Virgo praedicanda, ora pro nobis

Preghiamo perché ogni cristiano sia luce, memore delle parole di Gesù: Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte.