martedì 19 maggio 2020

VIAGGIO VIRTUALE tra i santuari d’Italia: Saronno



Dall’ex seminario di Castellamare di Stabia alla cittadina dove aveva sede uno dei Seminari della Diocesi di Milano: Saronno.
Proprio nella piazza del santuario sorgeva il seminario diocesano, uno delle sedi in cui la diocesi di Milano aveva scelto per formare i futuri sacerdoti.
Il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno ha superato i cinquecento anni di vita, una vita costellata di eventi particolari, di miracoli riconosciuti, di speciali privilegi che i Sommi Pontefici hanno voluto concedere da Pio II nel 1462 fino a San Giovanni Paolo II (1998) con 107 tra bolle e brevi, parificandolo, con la concessione di indulgenze, alle sette Basiliche di Roma.
Il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno è definito uno “scrigno” pieno di tesori d’arte (Luini, Ferrari, ecc..).
La storia del Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno incominciò attorno al 1460: un giovane di nome Pedretto, malato e costretto a letto da alcuni anni, fu miracolosamente guarito dalla Madonna della Strada Varesina che lo invitò a costruire una chiesa in suo onore. Dopo la costruzione di una “chiesuola” che per ben tre volte rovinò, i saronnesi decisero di formare un comitato di deputati per erigere un tempio che fosse degno della richiesta della Madonna e l’8 maggio 1498 in occasione della giornata festiva di S. Vittore, posero la prima pietra dando l’avvio alla costruzione del Santuario.
Una chiesa voluta dalla Madonna: “… là mi costruirai una chiesa e vedrai che i mezzi non mancheranno mai!”. Così avvenne, in pochi anni i lavori volsero al termine e non si fermarono mai nonostante le numerose invasioni dai paesi del nord d’Europa di predatori e soldataglie con conseguenti saccheggi, onerosissime gabelle, distruzioni e gravissime pestilenze. Il complesso fu edificato in tre tempi: la parte rinascimentale dal 1498 al 1516 comprendente l’abside, il presbiterio, l’antipresbiterio, la cupola col tiburio ed il campanile; nel 1556 si procedette ad un allungamento di tre campate su tre navate con l’aggiunta della sacristia; infine dal 1570 agli inizi del 1600 furono aggiunte altre due campate ed eretta la facciata. Nello stesso periodo costruirono l’Hostaria dell’Angelo” per ristorare i pellegrini (diventerà poi stazione di posta e successivamente biblioteca e teatro civico), il portico esterno ed il campanile delle ore.

Sancta Maria, Causa nostrae laetitiae, ora pro nobis.

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