S. Oliva v. m.
venerata ad Alcamo (TP)
Molte sono le questioni che si fanno intorno a questa santa, sia perché non si sa con precisione
storica quando sia nata, ne dove e quali vicende abbia avuta la sua vita.
Secondo una Passione che dopo il dodicesimo secolo fu divulgata, S. Oliva era figlia di nobili
palermitani e a tredici anni fu esiliata per la sua fede cristiana a Tunisi, dove fu relegata in luoghi
deserti e nel deserto o nei boschi, secondo altri.
Ivi visse parecchi anni, in preghiere e compiendo molti miracoli.
Un giorno alcuni cacciatori
tunisini la videro e volevano stuprarla ma ella riuscì a convertirli per cui essi dopo si diedero a
grandi penitenze e cominciarono a predicare la religione cristiana.
Saputa la cosa dal bej di Tunisi, Oliva fu chiamata davanti al giudice che la condannò, non solo per
essere cristiana, ma anche per avere convertito molti musulmani.
Il giudice la condannò a morte; ma
durante il martirio si raccontano molti miracoli; fu fatta flagellare, scarnificare, e poi messa
sull'eculeo; infine messa in una caldaia bollente; ma la santa miracolosamente, rimase immune da
tutti quei supplizi; e poi il giudice ordinò che fosse decapitata.
Il suo cadavere fu rapito da alcuni cristiani che si trovavano a Tunisi e fu portato a Palermo, ma
sepolto fuori le mura della città, in quel luogo dove qualche tempo dopo i Frati Minimi edificarono
la loro chiesa e il loro monastero; proprio nel pozzo di questa chiesa furono cercate le ossa della
Santa; ma non furono trovate mai.
Si sparse la voce che forse i Padri Gesuiti le avevano rubate ed
allora l'Arcivescovo di Palermo minacciò i Padri Gesuiti di ridargli le sacre ossa, pena la
sospensione.
La più antica chiesa costruita a Palermo in onore di S. Oliva fu del 1310; poi si sparse la voce che il
corpo della santa fosse rimasto a Tunisi, vicino alla moschea che si chiama propria dell'olivo;
Gami-zz-zaitum (moschea della oliva).
Il suo culto si diffuse dopo il mille in tutta la Sicilia, da
Trapani ad Alcamo, Termini Imerese, Pettineo (che secondo quegli abitanti diede i natali alla santa).
Nella cattedrale di Palermo vi era un antico altare dedicato a S. Oliva; ed il Serpotta fece una bella
statua di S. Oliva.
Ad Alcamo vi è una bella chiesa dedicata a S. Oliva e vi è una bella pittura di Pietro Novelli.
Fu
molto venerata anche a Cefalù, Erice, Trabia, Termini ed altrove; Palermo la ebbe come patrona,
insieme a S. Agata, S. Cristina; Ninfa e Santa Oliva poi furono soppiantate da S. Rosalia nel 1600.
Molte questioni si fanno sulla santa:
I) sul tempo in cui visse; se visse nel secolo V al tempo dei Vandali, che erano ariani e
perseguitarono i cattolici; tempo in cui fu esiliato anche S. Mamiliano Vescovo di Palermo, in
Sardegna;
II) oppure al tempo quando i Saraceni avevano invaso e sottomesso la Sicilia, nei secoli IX e X.
Gli storici che sostengono il tempo dei Vandali furono sia lo Spuches, sia l'Inveges, anzi questi
sostiene che S. Oliva morì nell'anno 455 tenendo conto del tempo quando i Vandali vennero in
Sicilia e la sottomisero. Secondo il Gaetani quindi S. Oliva sarebbe nata nel 442 a Palermo e morta
il 10 giugno 463.
Il Lancia di Brolo, già Arcivescovo di Monreale, sostiene che la santa Oliva sia vissuta nel secolo X
quando i Musulmani o Saraceni sottomisero la Sicilia; comunque, dice, non si può dubitare del
martirio della santa.
Il suo culto è attestato, secondo il Gaetani:
1) dall'antico Breviario della chiesa Palermitana;
2) da un altro manoscritto trovato a Termini Imprese in volgare siciliano;
3) dal Padre Marcello Grasso che ne scrisse per primo la vita, completa e storica;
4) vi sono tre Passionari sulla vita di S. Oliva; ricordati dal Fazello, dal Baronio, dal Montoia e
da Rocco Pirri, lo storico della chiesa siciliana.
A Palermo la santa ebbe un culto pubblico e ufficiale fin dal secolo XI e vi fu costruita una chiesa
fuori le mura di Porta Carini, ove ora sorge la chiesa dei Padri Minimi o Paolotti. Anzi si disse che
più volte la santa si mostrò sia ai frati, sia all'ortolano, sia ad altri fedeli che frequentavano la
chiesa dei Padri Paolotti.
Queste apparizioni e questi miracoli furono descritti nelle porte bronzee della chiesa ora
parrocchiale; vi sono altre quattro belle pitture che coprono sia le volte sia le pareti della chiesa.
Anche il Mongitore parla di miracoli avvenuti ai suoi tempi da S. Oliva; tanto che la festa che si
celebrava il 10 giugno era molto frequentata e sentita e portata in processione la statua argentea
della santa.
