domenica 27 luglio 2014

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)





Il regno dei cieli è simile …
Cosa è per noi il regno di cieli? Ma noi siamo coscienti che c’è un regno dei cieli, già in mezzo a noi? A cosa lo rendiamo simile? Noi come discepoli di Gesù viviamo e rendiamo visibile la novità del regno dei cieli?

Due esempi, un po’ aspri, duri, ma veri, su cosa emerge nel nostro quotidiano, spiccio, circa il regno dei cieli.

Il primo.

“Questi qui son tutti terüni, non c’è nemmeno un italiano”.

È l’ennesima esperienza di insipienza cattolica, spiccia, che ho vissuto questa settimana.

Voi direte il solito ignorante!
Oppure si potrebbe dire la solita affermazione che è sintomo di una cultura cristiana che è incapace di amare la legge di Dio nella quale trovare la saggezza e l’intelligenza della vita, in cui distinguere il bene dal male?

Il secondo.

“Voi del nord siete senza valori.
Drogati, convivente, non avete più i valori della famiglia”

Un’altra affermazione ascoltata in questa settimina. Da un giovane siciliano, il quale si era però dimenticato, ad esempio, che sono le mafie che importano le droghe e che la zizzania cresce con il buon grano sia al Nord, che al Centro, che al Sud non solo d’Italia, ma del mondo.

Stando alla Parola di Dio di questa domenica, tutti siamo chiamati a “concorrere al bene” perché amando Dio e la sua legge siamo costruttori del regno dei cieli.

Il regno dei cieli che è un tesoro nascosto nel campo, ed aggiungo: “Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno”.
Un tesoro, il regno, su cui investire tutto il cuore, la mente e le forze: “vende tutti i suoi averi e compra quel campo”.

Il regno dei cieli che è come una perla preziosa con cui adornarsi, invece di ricoprirsi con surrogati del regno dei cieli o con abiti fatti “in casa” secondo la propria misura e non prendendo come misura Gesù: “Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non lasciatevi prendere dai desideri della carne”.
Dove “della carne” non vuol dire solo esclusivamente della carnalità, sessualità, ma della mentalità mondata, di un modo di vivere la vita senza la vitalità dello Spirito Santo.

Il regno dei cieli che ci dà la misura di una fraternità come una rete “che raccoglie ogni genere di pesci”.

Solo alla fine dei tempi ci sarà la cernita tra il pesce buono e il pesce cattivo, ora a noi non è chiesto di definire chi è buono e chi è cattivo, ma cosa è il bene e cosa è il male nella sapienza del Vangelo e vivere in questa sapienza per edificare veramente il regno dei cieli divenendo discepoli dal cuore docile perché sappiamo rendere giustizia ad ogni uomo e sappiamo distinguere il bene dal male. Amen.