martedì 30 dicembre 2014

L'attività fisica ...




Colui che si attacca all'attività fisica come essenziale, finirà lui stesso per diventare materiale, si andrà pian piano raffreddando e il suo cuore si commuoverà sempre di meno... Questo non significa che dobbiamo lasciar perdere il lavoro esteriore, il quale anzi complementare di quello interiore: entrambi dovrebbero procedere insieme. La priorità dev'essere data all'adorazione interiore, perché bisogna servire Dio in spirito e verità. Le due attività sono interdipendenti, ma dobbiamo sempre aver presente il loro valore rispettivo: dobbiamo impedire che l'una prevalga sull'altra o che siano motivo di divisione nella nostra fedeltà a Dio.

(Teofane il Recluso, in Caritone di Valamo, " L'arte della preghiera", Gribaudi, Milano 1980, p. 80)

 
* Teofane il Recluso, anche conosciuto come Feofan Zatvornik, al secolo Georgij Vasilievič Govorov, in russo Феофан Затворник (Černavsk, 1815Vjša, 1894), fu un monaco russo, glorificato come santo dal Concilio Locale della Chiesa ortodossa russa del 1988 tenutosi al Troice-Sergieva Lavra.

venerdì 26 dicembre 2014

Stefano, un fuoco dello Spirito!


opera Prato Museo di Palazzo Pretorio

 
Nella Chiesa apostolica il giovane Stefano è stato un fuoco dello Spirito.
L’evangelista Luca ci riferisce le circostanze della elezione di Stefano al diaconato (Atti 6,1-6): la tensione tra i cristiani di origine palestinese e quelli della diaspora, ed ogni comunità correva pericolo di chiudersi in se stessa.
Stefano è l’uomo che incarna l’unità in Dio. Essere una sola comunità nella carità.

Ieri abbiamo celebrato la nascita nel tempo del nostro Re eterno, oggi celebriamo la passione trionfale del soldato.
Il nostro Re, l’Altissimo, venne per noi umile, ma non poté venire a mani vuote; infatti portò un grande dono ai suoi soldati, con cui non solo li arricchì abbondantemente, ma nello stesso tempo li rinvigorì perché combattessero con forza invitta. Portò il dono della carità, che conduce gli uomini alla comunione con Dio. (Fulgenzio di Ruspe)
 


 
I sette Diaconi, tra cui Stefano sono di origine greca, ciò equilibrava in parte l’autorità dei «Dodici» di origine palestinese.
Una comunità iniziale che era fatta di una diversità equilibrata.

Stefano quindi, … Sostenuto dalla forza della carità vinse Saulo che infieriva crudelmente, e meritò di avere compagno in cielo colui che ebbe in terra persecutore. La stessa carità santa e instancabile desiderava di conquistare con la preghiera coloro che non poté convertire con le parole. (Fulgenzio di Ruspe)

La carità di Stefano è l’arma del suo conquistare a Cristo, lì dove non arriva l’eloquenza della parola.
La carità è la grande testimonianza che è chiesta al discepolo.

La carità dunque è la sorgente e l’origine di tutti i beni, ottima difesa, via che conduce al cielo. Colui che cammina nella carità non può errare, né aver timore. Essa guida, essa protegge, essa fa arrivare al termine. (Fulgenzio di Ruspe)

Il più grande gradino della carità è il perdono dei nemici.

Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì.

Il racconto della «passione di Stefano» è modellato da Luca sul racconto della Passione di Cristo. Come il Maestro, anche Stefano morì perdonando ai suoi uccisori. La santità cristiana è viva imitazione di Cristo.

Dio si è fatto portatore di carne perché l’uomo possa divenire portatore di Spirito. (Atanasio di Alessandria)

Egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio».
Egli, infinito si è fatto finito, per dare a noi nello nostra finitezza di avere lo sguardo dell’infinito che è l’amore!
Dio è amore
Amen.

venerdì 12 dicembre 2014

Maria, tu sei per me!



Maria, tu sei per me,
Madre spirituale e Maestra di vita, Regina potente.
Non ti chiedo visioni o rivelazioni, né esperienze spirituali straordinarie.
Madre carissima: che io abbia il tuo spirito per conoscere Cristo e il suo Vangelo.
Amen.

sabato 6 dicembre 2014

Nostrum Parentem maximum!



6 dicembre, solennità di S. Ambrogio patrono della Diocesi e città di Milano.

Io sono stato chiamato all'episcopato dal frastuono delle liti del foro e dal temuto potere della pubblica amministrazione. Perciò temo di essere giudicato un ingrato, se amo di meno, mentre mi è stato rimesso di più... Conserva, Signore, la tua grazia, custodisci il dono che mi hai fatto nonostante le mie ripulse. Io sapevo che non ero degno d'essere chiamato vescovo, perché mi ero dato a questo mondo. Ma per tua grazia sono ciò che sono, e sono senz'altro l'infimo (cfr. 1Cor 15,9) fra tutti i vescovi e il meno meritevole; tuttavia, siccome anch'io ho affrontato qualche fatica per la tua santa Chiesa, proteggine il risultato. Non permettere che si perda, ora che è vescovo, colui che, quand'era perduto, hai chiamato all'episcopato, e concedimi anzitutto di essere capace di condividere con intima partecipazione il dolore dei peccatori. Questa, infatti, è la virtù più alta... Anzi, ogni volta che si tratta di uno che è caduto, concedimi di provarne compassione e di non rimbrottarlo altezzosamente, ma di gemere e piangere, così che, mentre piango su un altro, io pianga su me stesso (Ambrogio, La penitenza, II, 8, 67 e 73: SAEMO 17, pp.265,267,269).
 
 
 
 
 
 
Sant’Ambrogio (Vespri)
Il canto festoso si leva «Nostrum parentem maximum»
 
1. Il canto festoso si leva
al padre e pastore animoso,
che in tempi insicuri apparve
presidio di forte speranza.
2. Ed ecco, una voce di bimbo
nel popolo incerto e discorde:
«Ambrogio sia vescovo!» - grida,
e lieti acclamano tutti.
3. Così un maestro la Chiesa
conobbe gioiosa e invidiata;
così la protervia di Ario
per sempre fu vinta tra noi.
4. Insegna i canti di Dio
che unanime il popolo accoglie;
rigenera, padre amoroso,
al fonte di grazia Agostino.
5. È l’alba del sabato santo:
nutrito del corpo di Cristo,
nel giorno che aveva predetto
si avvia alla Pasqua eterna.
6. Ambrogio, ancora il tuo gregge
minacciano lupi rapaci:
disperdi ogni insidia funesta
e guidaci a tempi di pace.
7. All’unico e trino Signore,
che premia fatiche e speranze
di gioia ineffabile in cielo,
nei secoli gloria e onore. Amen.
 

lunedì 1 dicembre 2014

Io mi abbando a Te!






Padre mio,
io mi abbandono a te,
fa di me ciò che ti piace.

Qualunque cosa tu faccia di me
Ti ringrazio.

Sono pronto a tutto, accetto tutto.
La tua volontà si compia in me,
in tutte le tue creature.
Non desidero altro, mio Dio.

Affido l'anima mia alle tue mani
Te la dono mio Dio,
con tutto l'amore del mio cuore
perché ti amo,
ed è un bisogno del mio amore
di donarmi
di pormi nelle tue mani senza riserve
con infinita fiducia
perché Tu sei mio Padre.

Beato Carlo di Gesù (Charles de Foucauld) Religioso
Strasburgo, Francia, 15 settembre 1858 - Tamanrasset, Algeria, 1 dicembre 1916




«Guardiamo i santi – è l’invito del beato Charles de Foucauld –, ma non attardiamoci nella loro contemplazione, contempliamo con essi Colui la cui contemplazione ha riempito la loro vita, approfittiamo dei loro esempi, ma senza fermarci a lungo nel prendere per modello completo questo o quel santo, e prendendo di ciascuno ciò che ci sembra più conforme alle parole e agli esempi di nostro Signore Gesù, nostro solo e vero modello, servendoci così delle loro lezioni, non per imitare essi, ma per meglio imitare Gesù».

domenica 23 novembre 2014

La regalità di Cristo: la santità dei discepoli!





Oggi vengono proclamati 6 nuovi santi: 4 italiani e 2 indiani!
 


         Glória in excélsis Deo
         et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.
Laudámus te,
benedícimus te,
adorámus te,
glorificámus te,
grátias ágimus tibi propter magnam glóriam tuam,
Dómine Deus, Rex cæléstis,
Deus Pater omnípotens.
 
Dómine Fili Unigénite, Jesu Christe,
Dómine Deus, Agnus Dei, Fílius Patris,
qui tollis peccáta mundi, miserére nobis;
qui tollis peccáta mundi, súscipe deprecatiónem nostram.
 
Qui sedes ad déxteram Patris, miserére nobis.
Quóniam tu solus Sanctus, tu solus Dóminus,
tu solus Altíssimus,
Jesu Christe, cum Sancto Spíritu: in glória Dei Patris.
Amen.

venerdì 14 novembre 2014

ITALIA ... paese a sud di Catanzaro




Il nome deriva dal vocabolo Italói, termine con il quale i greci designavano i Vituli (o Viteli), una popolazione che abitava nella punta estrema della nostra penisola, la regione a sud dell’odierna Catanzaro, i quali adoravano il simulacro di un vitello (vitulus, in latino). Il nome significa cioè “abitanti della terra dei vitelli”. Fino all’inizio del V secolo avanti Cristo, con Italia si indicò solo la Calabria, in un secondo tempo il nome fu esteso a tutta la parte meridionale del Paese.
Dalla Calabria alle Alpi. Nel secolo III, dopo le vittorie riportate dai romani contro i Sanniti e contro Pirro, si estese fino al Magra e al Rubicone. Nel 49 avanti Cristo, quando anche alla Gallia Cisalpina furono concessi i diritti di cittadinanza romana, anche le regioni settentrionali della penisola presero il nome di Italia. Tali confini vennero ulteriormente dilatati con la riforma amministrativa di Augusto (27 dopo Cristo) che li portò a ovest al fiume Varo (presso Nizza) e a est al fiume Arsa, in Istria. (da Focus)

giovedì 13 novembre 2014

San Brizio, prega per noi!




 
"A Tours nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Brizio, vescovo, che, discepolo di san Martino, succedette al maestro e per quarantasette anni fece più volte fronte a varie avversità".

domenica 9 novembre 2014

Decreti del 7 novembre 2014



Il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione a promulgare i decreti sulle virtù eroiche dei seguenti Serve e Servi di Dio:

- Francesco Massimiano Valdés Subercaseaux, dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, Primo Vescovo di Osorno; nato a Santiago del Cile (Cile) il 23 settembre 1908 e morto a Pucón (Cile) il 4 gennaio 1982;

- Ildebrando Gregori (al secolo: Alfredo Antonio), Abate Generale della Congregazione Silvestrina dell'Ordine di San Benedetto, Fondatore della Congregazione delle Suore Benedettine Riparatrici del Sacro Volto del Nostro Signore Gesù Cristo; nato a Poggio Cinolfo (Italia) l'8 maggio 1894 e morto a Roma il 12 novembre 1985;

- Raimondo Calcagno, Presbitero della Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri; nato a Chioggia (Italia) il 17 aprile 1888 ed ivi morto il 18 luglio 1964;

- Giovanni Sullivan, Sacerdote professo della Compagnia di Gesù; nato a Dublino (Irlanda) l'8 maggio 1861 ed ivi morto il 19 febbraio 1933;

- Pelagio Saúter, Sacerdote professo della Congregazione del Santissimo Redentore; nato a Hausen am Thann (Germania) il 9 settembre 1878 e morto a Goiânia (Brasile) il 23 novembre 1961;

- Giovanna Mance, Laica, Fondatrice dell'Ospedale Hotel-Dieu nella città di Montréal; nata a Langres (Francia) probabilmente l'11 novembre 1606 e morta a Montréal (Canada) il 18 giugno 1673;

- Marta Luigia Robin, Laica, Fondatrice dell'Associazione Foyers de Charité; nata a Châteauneuf-de-Galaure (Francia) il 13 marzo 1902 ed ivi morta il 6 febbraio 1981;

- Silvio Dissegna, Fanciullo; nato a Moncalieri (Italia) il 1° luglio 1967 e morto a Poirino (Italia) il 24 settembre 1979.

martedì 4 novembre 2014

Nel dì di San Carlo ...





Quando evangelizzeremo la pietà popolare?

"Sant'Antonio mio beato,
pura gemma di splendore,
del Bambino che Vi è a lato
ottenetemi il favore".

sabato 1 novembre 2014

Tutti i Santi



San Giovanni XXIII e Beato Paolo VI


"I più grandi personaggi della storia non sono i conquistatori ma i Santi".
(Henry Bergson)

San Giovanni Paolo II
e servo di Dio Luigi Giussani
 

“Nella "grande schiera di santi e di martiri" che include "Pontefici ben noti alla storia o umili figure di laici e religiosi, da un continente all'altro del globo la santità è apparsa più che mai la dimensione che meglio esprime il mistero della Chiesa. Messaggio eloquente che non ha bisogno di parole, essa rappresenta al vivo il volto di Cristo"   (San Giovanni Paolo II in Novo Millennio ineunte)

 

San Nicola di Myra o da Bari
 

"Nella vita di quelli che, sebbene partecipi della nostra natura umana, sono tuttavia trasformati nell'immagine di Cristo (Cfr 2 Cor 3, 18), Dio manifesta vividamente agli uomini la sua presenza e il suo volto. In loro è egli stesso che ci parla e ci mostra il segno del suo regno, verso il quale, avendo davanti a noi un tal nugolo di testimoni (Cfr Ebr 12, 1) e una tale affermazione della verità del Vangelo, siamo potentemente attirati" (Lumen Gentium, 50)

domenica 19 ottobre 2014

Paolo VI, beato!





"La santità
è un dramma d'amore
tra Dio e l'anima umana;
un dramma in cui
il vero protagonista è
Dio stesso.
Nessuna storia
è più interessante,
più ricca, più profonda,
più sorprendente
di questo dramma"
 
(Beato Paolo VI)

domenica 12 ottobre 2014

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)





Le partecipazioni sono state spedite.
Gli invitati sono avvisati, lo Sposo è pronto.
La Sposa è pronta?
Ma chi è lo sposo e la sposa?

Le letture di questa domenica parlano di
una festa di nozze
per tutti i popoli, su questo monte
un banchetto di grasse vivande,
un banchetto di vini eccellenti,
di cibi succulenti, di vini raffinati.

È un invito per tutti, nessuno è escluso, buoni e cattivi
un banchetto abbandonante
per come è descritto fa ingrassare solo al pensiero!

Ecco la salvezza operata dal Signore, lo Sposo, è così…
abbondante e per tutti!

Un banchetto in cui traspare la gioia degli invitati,
il tintinnio dei calici di vino,
un banchetto che è svelamento del vero volto di Dio:

Egli strapperà su questo monte
il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
e la coltre distesa su tutte le nazioni.

Un banchetto che quando accadrà
in quel giorno
Eliminerà la morte per sempre

Un banchetto che ci riporta alla mente un’immagine: ecco la gioia che dobbiamo avere nell’accogliere la salvezza portata da Gesù sul Golgota, una salvezza per tutti, abbondante nel senso di eterna, che non viene meno, non si consuma!
Quindi: mai disperare della salvezza di Dio! Mai disperare di fronte al male … in quel giorno tutto sarà vinto anche la morte per sempre.

Anche noi con il Salmista diciamo:

Il Signore è il mio pastore:
Rinfranca l’anima mia. (Sal 22)
Rendimi la gioia della tua salvezza (Sal 51, 14)

Ma dobbiamo aspettare solo in quel giorno?

Non esiste un orizzonte quotidiano per gustare la salvezza, per avere la gioia della salvezza?

Ogni giorno il Signore si svela a noi nella sua Parola e ci dona il gusto di quel giorno.
Lo stesso accade nell’Eucaristia quotidiana,
nel vestire ogni giorno l’abito nuziale.

Ma cos’è l’abito nuziale.

Il Vangelo ci dice che la salvezza può essere rifiutata per gli affanni di ogni giorni, perché abbiamo altro da fare …
non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero …
la salvezza di Gesù può essere venduta per altro, può essere osteggiata, distrutta, uccisa… fino a farci diventare indegni di riceverla, la salvezza è un dono che va indossato, è un dono che va accolto per come è e non va modificata…. Chi è invitato al banchetto nuziale deve avere l’abito nuziale.

Capite la durezza del Vangelo!

Tutti sono invitati, tanto che l’immagine che cogliamo è una stanza strapiena – come una treno della metro in estate in orario di punta -, come è abbondante il banchetto decritto nella prima lettura, tutti assiepati, vicini vicini, per riempire ogni spazio, Gesù vuole tutti, cerca buoni e cattivi, ma vuole la nostra conversione, vuole che noi accogliamo il Vangelo così come, ci vuole vestiti solo con il suo abito quello che ci ha donato quanto ci ha chiamato, ricordiamoci cosa dice il sacerdote quando ci consegno la veste bianche:

sei diventato nuova creatura,
e ti sei rivestito di Cristo.
Questa veste bianca
sia segno della tua nuova dignità:
portala senza macchia per la vita eterna.

Portala fino ad entra con essa nella vita eterna!
Fino in quel giorno!
Quindi non dobbiamo aspettare solo la fine dei giorni per gustare la salvezza, ma dobbiamo viverla in ogni circostanza della vita, dice San Paolo:
so vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza.

Perché la certezza di essere salvato e la gioia che scaturisce da questa consapevolezza, è la forza per vivere tutto ciò che accade!
Non è sempre facile, ma è la strada da percorrere … l’Apostolo Paolo ci ricorda:
Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù.

* anonimo brasiliano

Questa notte ho fatto un sogno, ho sognato che camminavo sulla sabbia accompagnato dal Signore e sullo schermo della notte erano proiettati tutti i giorni della mia vita.
Mi sono guardato alle spalle ed ho visto che, per ogni giorno della mia vita, come proiettate in un film, apparivano orme sulla sabbia: una mia e una del Signore.
Così sono andato avanti, finché tutti i miei giorni si esaurirono. Allora mi fermai guardando indietro, notando che in certi posti c’era solo un’orma… Questi posti coincidevano con i giorni più difficili della mia vita, i giorni di maggior angustia, di maggior paura e di maggior dolore…
Ho domandato allora: “Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me tutti i giorni della mia vita ed io ho accettato di vivere con te. Ma perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti peggiori della mia esistenza?”
Ed il Signore: “Figlio mio, io ti amo e ti dissi che sarei stato con te tutta la vita e che non ti avrei lasciato solo neppure un attimo, e non ti ho lasciato… I giorni in cui hai visto solo un’orma sulla sabbia sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio.”

Non diceva il Salmo…. Il Signore è il mio pastore:
Rinfranca l’anima mia. (Sal 22)?

Concludo con un pensiero di San Damiano da Molokai, sacerdote missionario divenuto lebbroso per assistere i lebbrosi, canonizzato da papa Benedetto XVI l’11 ottobre 2009, che ci svela la palestra dove allenarci, per essere come dice San Paolo… sono allenato a tutto e per tutto
Afferma padre Damiano:

“Essendo temporaneamente l'unico sacerdote sull'isola di Molokai, ho dovuto prendere come confessore il grande Sacerdote nostro Signore che abita nel tabernacolo. ... mio caro fratello, è ai piedi dell'altare che, nel nostro isolamento, troviamo la forza necessaria per non mollare ed è proprio là che mi incontro con te e con tutti i padri della nostra congregazione. Senza il Santissimo Sacramento, una situazione come la mia non sarebbe sostenibile, ma con il Signore al mio fianco, riesco a essere sempre allegro e contento ..."
Amen.

sabato 11 ottobre 2014

Oggi sono 5 anni!




Oggi sono 5 anni che S.S. Benedetto XVI ha canonizzato padre Damiano da Molokai, il missionario divenuto lebbroso.

Il libro delle edizioni San Paolo è molto interessante: un excursus sull'opera, sulla fede, e sul dramma di Damiano, religioso della Congregazione di Picpus.

Un sacerdote ammirevole, certamente inimitabile per il coraggio e per l'abnegazione, però imitabile nella sua obbedienza e nella fede.

Il libro di De Volder contiene alcune passaggi di scritti e di lettere di San Damiano da Molokai che ben esprimono la sua fede.

Un passaggio interessante è un suo pensiero in cui descrive la sua fede eucaristica.

"Essendo temporaneamente l'unico sacerdote sull'isola di Molokai, ho dovuto prendere come confessore il grande Sacerdote nostro Signore che abita nel tabernacolo. ... mio caro fratello, è ai piedi dell'altare che, nel nostro isolamento, troviamo la forza necessaria per non mollare ed è proprio là che mi incontro con te e con tutti i padri della nostra congregazione. Senza il Santissimo Sacramento, una situazione come la mia non sarebbe sostenibile, ma con il Signore al mio fianco, riesco a essere sempre allegro e contento ..."

Mi domando: ma per me "Gesù nascosto" è veramente vivo che lo era per padre Damiano?


venerdì 10 ottobre 2014

Venerdì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)





In questo venerdì le letture sono di alto spessore, forse a tratti un po’ difficili.

In questi giorni mi pare che letture ruotano intorno alla scoperta e alla conformazione di se come figlio di Dio.

La figliolanza divina presuppone le opere della fede, raccogliere la propria vita intorno al Figlio Unigenito, Gesù.
Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde.

Questo è il presupposto.
È la dimensione della vita, che poi è del cuore e della mente.

Tutto questo si oppone alla dispersione del maligno, che è disordine e non unità.
Pensate anche a tutto il fermento in Italia, in Europa e nel mondo di disordini che cercano di ledere l’unità di popoli, per strani obbiettivi, trovare il benessere di pochi contro quello di tutti. Il referendum in Galles, in Catalogna, la questione Ucraina, il medio oriente, ecc…

Ma ritorno al Vangelo.
L’opposizione fatta a Gesù è frutto della paura di perdere le proprie sicurezze, perché Egli irrompe con la sua opera di salvezza, che non è fatta di bieca osservazione alla legge mosaica (i X comandamenti per capirci!), ma è indirizzare il cuore, la mente, tutta la vita a quella nuova scoperta della fede che è la figliolanza divina.

Ecco la nuova unità, la nuova fraternità, la rivoluzione religiosa che opera Gesù.
gli domandavano un segno dal cielo…. Perché?

Gesù irrompe nella religiosità di Israele sovvertendo le loro abitudini, nelle quali si sentivano salvati …. Ma non sono le abitudini, è Gesù che salva!

Se le mie abitudini sono solo una formalità, un arrivo e non un entrare sempre più in Gesù, con la vita, con il cuore e con la mente, allora siamo lontani dalla vita da figlio di Dio che Gesù mi propone.

Gesù,
rinnova anche questa sera
la promessa dello Spirito.
Perché nel tuo Spirito,
passiamo dalla dispersione all’unità.
Perché da osservanti,
passiamo ad essere figli di Dio,
con tutto il cuore, la mente
con tutta la nostra vita.
Amen.

sabato 4 ottobre 2014

San Francesco d'Assisi, prega per noi!





Il vanto la Croce, la sapienza quella rivelata ai piccoli: così la liturgia riassume la vita di Francesco d’Assisi.

Un uomo trasformato dalla Parola di Dio: sì, perché dalla scoperta del Vangelo che il giovane di Assisi, scopre il Dio Crocifisso e Risorto.

Tra i suoi scritti si legge:

Rapisca, ti prego, o Signore,
l'ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia
da tutte le cose che sono sotto il cielo,
perché io muoia per amore dell'amor tuo,
come tu ti sei degnato morire per amore dell'amor mio.
(Preghiera "Absorbeat")

Un uomo del XIII secolo, un secolo di fermenti spirituali e di spiritualismi, che seppe rimanere in seno alla Chiesa, tanto che pone la sua intuizione spirituale nelle mani della Chiesa per avere la certezza del vero discernimento.

Francesco Assisi, patrono d’Italia, interceda per noi popolo italiano, perché sappiamo riconoscere nel Vangelo e nella Croce di Gesù la sapienza della nostra vita in comunione con la Chiesa “nostra madre”. Amen.

* * *

Saluto alla Vergine

Ave, Signora, santa regina,
santa Madre di Dio,
Maria,
che sei vergine fatta Chiesa
ed eletta dal santissimo Padre celeste,
che ti ha consacrata
insieme col santissimo suo Figlio diletto
e con lo Spirito Santo Paraclito;
tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene.

Ave, suo palazzo.
ave, suo tabernacolo,
ave, sua casa.
Ave, suo vestimento,
ave, sua ancella,
ave, sua Madre.

E saluto voi tutte, sante virtù,
che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo
venite infuse nei cuori dei fedeli,
perché da infedeli
fedeli a Dio li rendiate. Amen.

giovedì 2 ottobre 2014

Santi Angeli, pregate per noi!




Oggi è la festa dei Santi Angeli custodi, che la società civile vuole farci chiamare festa dei nonni!

La festa dei nonni è il 26 luglio: Santi Anna e Gioacchino, nonni di Gesù.
 
Porre la festa il 2 ottobre è un modo per eliminare il riferimento a Gesù, in quanto gli angeli si prestano per una cultura religiosa aconfessionale e laica.
 
Poi celebrare i nonni il 2 ottobre è commerciale, a luglio si è in ferie e ad ottobre le ferie sono lontane, per cui si può spendere nuovamente.
 
Questo è un altro segno di come noi cattolici abbiamo perso la nostra dimensione culturale, e ci facciamo infarcire da altre pseudo culture di gusto pseudo religiose!!!!
 
 
O Dio, che nella tua misteriosa provvidenza mandi dal cielo i tuoi Angeli a nostra custodia e protezione, fa che nel cammino della vita  siamo sempre sorretti dal loro aiuto per essere uniti con loro nella gioia eterna.
(Colletta, Messa dei Santi Angeli Custodi).

mercoledì 1 ottobre 2014

La vocazione di Teresa di Lisieux




"Siccome le mie immense aspirazioni erano per me un martirio, mi rivolsi alle lettere di san Paolo, per trovarmi finalmente una risposta. Gli occhi mi caddero per caso sui capitoli 12 e 13 della prima lettera ai Corinzi, e lessi nel primo che tutti non possono essere al tempo stesso apostoli, profeti e dottori e che la Chiesa si compone di varie membra e che l'occhio non può essere contemporaneamente la mano. Una risposta certo chiara, ma non tale da appagare i miei desideri e di darmi la pace.
Continuai nella lettura e non mi perdetti d'animo. Trovai così una frase che mi diede sollievo: «Aspirate ai carismi più grandi. E io vi mostrerò una via migliore di tutte» (1 Cor 12, 31). L'Apostolo infatti dichiara che anche i carismi migliori sono un nulla senza la carità, e che questa medesima carità è la via più perfetta che conduce con sicurezza a Dio. Avevo trovato finalmente la pace.
Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ritrovavo in nessuna delle membra che san Paolo aveva descritto, o meglio, volevo vedermi in tutte. La carità mi offrì il cardine della mia vocazione. Compresi che la Chiesa ha un corpo composto di varie membra, ma che in questo corpo non può mancare il membro necessario e più nobile. Compresi che la Chiesa ha un cuore, un cuore bruciato dall'amore. Capii che solo l'amore spinge all'azione le membra della Chiesa e che, spento questo amore, gli apostoli non avrebbero più annunziato il Vangelo, i martiri non avrebbero più versato il loro sangue. Compresi e conobbi che l'amore abbraccia in sé tutte le vocazioni, che l'amore è tutto, che si estende a tutti i tempi e a tutti i luoghi, in una parola, che l'amore è eterno.
Allora con somma gioia ed estasi dell'animo grida:
 
O Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione. La mia vocazione è l'amore. Si, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me lo hai dato tu, o mio Dio.
Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l'amore ed in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si tradurrà in realtà.

NOVELLO, il Santo Martire di Roma venerato a Casalbeltrame






La Chiesa celebra San Novello Martire ed è in questa veste che i suoi devoti lo venerano. Non esistono, tuttavia, testimonianze scritte o notizie certe sulla sua vita e sul suo martirio e le ricerche finora effettuate non hanno smentito né confermato quanto già si conosce. San Novello visse forse durante l’impero di Massimiliano e si colloca in quella fitta schiera di martiri massacrati a causa della fede cristiana. Un’esame anatomico del corpo del santo ne rivela la giovane età e fa supporre che il martirio sia stato compiuto a colpi di mazza sulla fronte. Le spoglie di San Novello, venerate nell’attuale cappella a lui dedicata, che vanta la prestigiosa firma del Costa, sono interamente ricoperte di cera. Si conservano tuttora le ossa della testa, complete della mandibola inferiore, le vertebre dorsali, lombali, cerebrali, parte delle scapole, molte costole, i femori interi, parte delle ulne con i relativi radi, gli omeri, le tibie e i peroni. Inoltre, nell’urna, è conservato un vaso di vetro finissimo color verde contenente il calice con il sangue rappreso del martire.
Il corpo fu rinvenuto nel cimitero di Calepadio, nella città di Roma, e quindi donato da Papa Innocenzo X alla nobildonna Olimpia Aldobrandini, principessa di Rossano.

Le spoglie del Santo passarono poi a Milano nel 1656, alla nobildonna Maria Aldobrandini Sforza, marchesa di Caravaggio. Per volontà di quest’ultima, i resti mortali di San Novello vennero esposti nell’oggi scomparsa Chiesa di San Giovanni in Conca, nella città di Milano. A questo punto, le già incerte notizie riguardanti il martire sfumano nel totale mistero delle modalità del suo trasferimento a Casalbeltrame, avvenuto nel 1660. Ciononostante, la popolazione di Casalbeltrame ha sempre ritenuto San Novello legittimo patrono e difensore della sua comunità cristiana e sempre lo ha venerato come tale.

Nei momenti di difficoltà e angoscia e nelle circostanze calamitose di cui la popolazione ha patito, San Novello non è mai stato invocato invano. Nell’anno 1960, la popolazione di Casalbeltrame, festante e unita, ne celebrò il terzo centenario.
 
Festa patronale di San Novello è ultima domenica del mese di agosto.
 
 
 
FONTE: da casalbeltrameonline, con alcune modifiche nelle parti di pura fantasia

martedì 30 settembre 2014

ALESSANDO MARTIRE ROMANO, il Santo del Casato dei D'Alessando (I)





Interessantissima novità è l'autentica pubblicata sul sito della famiglia D'Alessandro.




L'autentica è interessantissima per porre un sigillo alla questione. In essa non si dice che è il martire di Bergamo, ma che è il martire Alessandro; e poi si parla di "cum vasculo eius sangunis", se è quello che pare (CON IL VASO DEL SUO SANGUE), ci troviamo difronte ad un tipico elemento di identificazione delle reliquie dei martiri nelle catacombe romane, e se quelle ossa vengono dalle catacombe romane, perché del Martire di Bergamo non c'è come elemento identificativo il vaso di sangue, non vengono da Bergamo, quindi il martire dei duchi D'Alessandro è un martire romano, solo omonimo a quello di Bergamo.

La questione è conclusa.
 
 
 
 
W S. Alessandro martire romano, venerato a Pescolanciano!


NB. Sul BLOG è presenta altra voce relativa a questa questione, come anche in Wikipedia.