mercoledì 11 marzo 2020

La Santa di Monacilioni: Benedetta


La santità è sempre stupore. Quando guardiamo i santi ci rendiamo conto che la vita secondo il Vangelo è possibile.
Nei Martiri poi ci accorgiamo che la Parola di Dio: quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell'ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo (Mc 13,11), si è realizzata!
Deboli, fragili creature che vivono con un coraggio e una fortezza il martirio, sembra di sentire la Parola di Dio: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre (Gv 14,12).

Nel Martirologio romano antico si commemorava al 4 gennaio:
A Roma i santi Martiri Prisco Prete, Priscilliano Chierico, e Benedetta, donna religiosa, i quali compirono con la spada il martirio al tempo dell'empissimo Giuliano.
Romae sanctorum Martyrum Prisci Presbyteri, et Priscilliani Clerici, ac Benedictae, religiosae feminae; qui, tempore impiissimi Juliani, gladio martyrium compleverunt.
L’odierno martirologio, edizione tipica 2004, tradotta in italiano nel 2007, non contiene questa commemorazione.
La motivazione è semplice, come dice il Sicari: la loro esistenza è messa in dubbio da alcuni studiosi.
Le reliquie insigni di S. Prisco, martire di Roma, nel XVIII secolo si trovavano in S. Maria del Popolo. Mentre le reliquie dei Santi Priscilliano e Benedetta si trovavano in varie chiese romane. S. Benedetta era particolarmente venerata a S. Lucia in Selci.
Per cui se già le reliquie di S. Benedetta erano in una chiesa non potevano essere estratte dalla catacomba di Priscilla ed essere donate, per poi giungere, nel 1752 a Monacilioni.
Con questo non voglio demolire il culto verso la gloriosa martire, ma affermare che S. Benedetta di Monacilioni è un unicum rispetto alle altre con lo stesso nome, rispetto alla martire Benedetta del 4 gennaio, socia di Santi Prisco e Priscilliano.

La santa di Monacilioni è una martire del cimitero di Priscilla dove rimane sepolta fino al 1752, anno nel quale viene traslata a Monacilioni. Il corpo santo viene richiesto dal parroco don Giuseppe Giuliano, dal Sindaco e dagli eletti, legati da stima con l'abate don Gennaro de Simone di S. Elia a Pianisi, amico del Segretario di Stato, Cardinale Giovanni Antonio Guadagni, custode delle reliquie, il quale il 27 novembre 1751 concede il corpo santo. Giunge a Monacilioni sabato 23 aprile 1752 e
viene collocata nella cappella di S. Reparata. Successivamente, è il 29 ottobre 1752, avviene la traslazione dell'urna nella cappella della Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta. Il 29 giugno 1753, l'arcivescovo di Benevento, Mons. Francesco Pacca, effettua la ricognizione canonica del corpo santo. Il 24 giugno 1873 avviene il prelievo di un frammento dell'osso occipitale della Martire, che sarà in seguito portato in processione in un reliquiario, che il 3 gennaio 1991 viene donata ai cittadini di Monacilioni residenti in Argentina e venerata nella Parrocchia di Nostra Signora in Bernal (Buenos Aires).

Recentemente dal Museo diocesano di Brindisi è stata donata un reliquiario contenete varie reliquie, tra cui una che ha il cartiglio: S. Benedicte Mart.
Per quanto detto sopra sulla questione del corpo santo questo frammento osseo se pur di una omonima non fa di questa reliquia una parte del corpo santo di nome Benedetta venerata a Monacilioni, anche se la ricognizione sulle ossa comprova la mancanza di quel frammento nel corpo santo di Monaciloni, è puramente un caso fortuito. Unica prova sarebbe l’analisi delle ossa o un documento che attesta il prelievo del frammento, poi traslato a Brindisi.


Il paese di Monacilioni celebra la patrona, S. Benedetta, il 4 gennaio (sic!) e la terza domenica di maggio.

“Ite ad Joseph” - SECONDO GIORNO


“Ite ad Joseph”
«Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà». (Gen 41,55)
NOVENA A S. GIUSEPPE,
SPOSO DI MARIA
Patrono universale della Chiesa
150 anniversario della proclamazione
1870 – 2020

Novena 10 – 18 marzo 2020

O San Giuseppe,
Patrono della Chiesa,
Tu che accanto al Verbo incarnato
lavorasti ogni giorno per guadagnare il pane, traendo da Lui la forza di vivere e faticare;

Tu che hai provato l’ansia del domani, l’amarezza della povertà, la precarietà del lavoro;

Tu che irradi oggi l’esempio della tua figura, umile davanti agli uomini, ma grandissima davanti a Dio; guarda alla immensa famiglia che ti è affidata!

Benedici la Chiesa, sospingendola sempre più sulle vie della fedeltà evangelica, e custodisci la pace nel mondo, quella pace che sola può garantire lo sviluppo dei popoli e il pieno compimento delle umane speranze:
per il bene dell’umanità,
per la missione della Chiesa,
per la gloria della Trinità Santissima. Amen.
(S. Paolo VI, papa)