domenica 9 dicembre 2012

SECONDA DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C)





Domenica scorsa ci siamo detti alla luce del profeta Geremia di non attendere l’Avvento di Cristo con paura o con angoscia, ma con gioia, perché come dice il profeta: “verranno giorni nei quali io realizzerò le promesse di bene”.

Anche questa domenica il profeta Baruc ci dice di avere fiducia in Dio perché dopo tutte le fatiche e le umiliazioni – qui il tema è l’esilio a Babilonia – ci sarà una sovrabbondanza di bene.

L’esilio a Babilonia è simbolo della lontananza da Dio, è il peccato di Israele, che lo ha allontanato dal Signore

Ora il popolo ritorna pieno di gioia – quanta gioia risuona nel Salmo 125 -, e Dio desidera questo ritorno, anzi lo prepara, lo incentiva: spinando gli ostacoli – montagne, rupi, valli – perché Israele proceda sicura, e per di più per aiutarlo in questo suo ritorno, perfino la natura allieva la calura del giorno facendo ombra durante il cammino del popolo.

Tutto questo avvenne un momento preciso della storia, così come in un momento preciso della storia dell’impero romanonell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio CesareDio prepara un altro incontro, un altro ritorno, prepara la strada della conversione del popolo affinché accolga l’Avvento del suo Figlio Unigenito che nella pienezza dei tempi era nato a Betlemme – al tempo di Cesare Augusto quando Quirinio era governatore della Siria.

Preparate la via del Signore. Siamo invitati questa domenica a vivere dei percorsi di avvicinamento o di riavvicinamento o di affinamento della nostra fede, cioè della nostra adesione messaggio evangelico. (dipende da ciascuno di noi: a che punto siamo?)

Il Signore lo desidera fortemente, e come ci ha raccontato già il profeta Baruc, ora l’evangelista Luca, citando il profeta Isaia, ci racconta che tutti gli ostacoli per questo incontro saranno abbattuti. L’uomo non deve cercare più Dio, ma è Dio stesso che viene incontro all’uomo: in Gesù ed “ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!”.

Con l’Avvento di Cristo è iniziato un nuovo tempo di bene, che va accolto e vissuto. Dio desidera che tutto ciò abbiamo successo.
Abbandoniamoci alla volontà di Dio e l’opera buona iniziata con noi e in noi sarà portata a compimento.
Guardiamo cosa ha fatto con Maria di Nazareth. Il suo sì ha cambiato la sua vista e le sorti del mondo.
Saremo anche noi semplice voce prestata a Colui che è la Parola eterna, perché il Vangelo con la sua novità di vita sia il seme buona che porti a compimento l’opera buona iniziata da Dio in Gesù.
Preghiamo gli uni per gli altri perché cooperiamo per l’Avvento del Regno; preghiamo gli uni per gli altri per “essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo”, cioè interi, cioè non cristiani a metà, così veramente cristiani da non ricevere nessuna critica (che meta alta che ci propone San Paolo!).

Come argilla mi rimetto alle Tue mani,
perché Tu costruisca e faccia di me ciò che vuoi.
Liberami dai vincoli del mio io,
affinché possa meglio obbedire alla Tua volontà.
Liberami dalle difficoltà,
perché la vittoria testimoni il Tuo potere,
il Tuo amore,
le Tue vie a coloro che potrei aiutare.
Sia fatta sempre la Tua volontà!
(Alcolisti anonimi, Il filo, novembre 1999)