mercoledì 4 dicembre 2013

Serie VERONICA e altro





Ecco gli ultimi santini stampati della Serie Veronica .... una passione infinita!

Sono richiedibili per scambio, tranne due (quello mariano con fondo verde e quello a disegno in basso a dx) inviando mail.

Mercoledì della I settimana di Avvento





San Giovanni Damasceno
Santa Barbara V.M.

Anche oggi leggiamo la Parola di Dio dal libro del profeta Isaia. Ci viene presenta una nuova profezia, una nuova speranza: un banchetto per tutti i popoli. Un banchetto in cima al monte Sion, il monte dell’Alleanza.

Un banchetto di alleanza che ben ci fa pensare a Bambino Gesù, un pane posto nel paniere per essere cibo di tutti i popoli: il bue e l’asino. Ma tutto questo lo affermiamo avendo come chiave di lettura la Pasqua. In essa Gesù si è fatto pane ed ha immolato la sua vita come agnello senza peccato e senza macchia per svelarci la nuova strada di comunione con il Padre; così da strappare il velo e svelarci il vero volto di Dio.

Egli “eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato”.

Egli è il misericordioso che libera dall’uomo dà ogni male: “attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì”. La guarigione del male fisico è profezia di liberazione e di salvezza. Egli “eliminerà la morte per sempre”, dice il profeta Isaia.

Egli è compassionevole verso la folla, non solo guarisce, ma provvede al loro cammino preparando per lo loro un frugale banchetto: fatto di pesce crudo e pane.

Egli così, già in questo gesto rende, visibile la profezia del banchetto in cima al monte, il monte Calvario dove la sua compassione per l’umanità si consumerà fino all’ultima gocce di sangue.

Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini».

Egli chiede la nostra partecipazione perché il Signore è salvatore solo attraverso la mediazione dell’umano. In Gesù, prima, e poi ogni fratello e sorella compassionevole per l’umanità, si perpetua il banchetto del Calvario.

Concludo con uno scritto di San Giovanni Damasceno, la cui memoria liturgica è in questo giorno:

Cristo mio Dio, tu hai umiliato te stesso per prendere sulle tue spalle me, pecorella smarrita, e farmi pascolare in pascolo verdeggiante e nutrirmi con le acque della retta dottrina per mezzo dei tuoi pastori, i quali, nutriti da te, han poi potuto pascere il tuo gregge eletto e nobile.
    Ora, o Signore, tu mi hai chiamato per mezzo del tuo sacerdote a servire i tuoi discepoli. Non so con quale disegno tu abbia fatto questo; tu solo lo sai. Tuttavia, Signore, alleggerisci il pesante fardello dei miei peccati, con i quali ho gravemente mancato; monda la mia mente e il mio cuore; guidami per la retta via come una lampada luminosa; dammi una parola franca quando apro la bocca; donami una lingua chiara e spedita per mezzo della lingua di fuoco del tuo Spirito e la tua presenza sempre mi assista.
    Pascimi, o Signore, e pasci tu con me gli altri, perché il mio cuore non mi pieghi né a destra né a sinistra, ma il tuo Spirito buono mi indirizzi sulla retta via perché le mie azioni siano secondo la tua volontà e lo siano veramente fino all'ultimo.
(San Giovanni Damasceno, Dichiarazione di fede)

Amen.



Tu che il peccato ignori ...





Dal primo albore di vita, o Vergine,
più pura sei del sole:
Pietro ha parlato e la Chiesa
gioiosamente crede.

Chiara dai secoli suona la voce
degli antichi presagi.
Tu sei la Donna preannunziata e vinci
l’insidia del serpente.

Arca di vita, solitaria vai
sull’incubo mortifero dell’onda.
Aridi sono i nostri campi, e scende
su te la rugiada di grazia.

O solo bellissimo fiore,
nato sui nostri rovi!
O sola città che risplendi
sugli inviolati monti!

Dalla cattedra il detto irrevocabile
il voto dei popoli compie:
mite e dolce vittoria
accresce i tuoi tronfi.

Tu che il peccato ignori,
dalla tristezza del peccato scámpaci:
sotto il tuo piede, invano
si dibatta il Nemico.... (Inno Ambrosiano)