mercoledì 13 febbraio 2013

Mercoledì delle Ceneri 2013





“Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando.
Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato.
Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro …” (Benedetto XVI)

La dichiarazione del S. Padre ci ha sorpresi, ma in realtà i dovrebbe interrogare. C’è un bene “di grande rilevanza” che apre a nuove possibilità in libertà di cuore: è quello che soggiace alla liturgia odierna: “Ritornate a me con tutto il cuore … Laceratevi il cuore”. Il Signore all’inizio di questa Quaresima ha voluto farsi presente, e come Lui fa sempre, è sempre oltre la misura a noi pensabile.

Nel suo libro Gesù di Nazaret, Papa Benedetto XVI, parlando dei diversi modi in cui Gesù viene nella storia degli uomini, prima della venuta definitiva, scrive:
“Esistono anche modi epocali di tale venuta. Francesco e Domenico… Teresa d’Avila, Giovanni della Croce, Ignazio di Loyola, Francesco Saverio portano con sé nuove irruzioni del Signore nella storia confusa del loro secolo che andava alla deriva allontanandosi da lui… E perché non chiedere a Lui di donarci anche oggi testimoni nuovi della sua presenza nei quali Egli stesso si avvicini a noi?”.

In questo Mercoledì delle Ceneri siamo chiamati a lasciarci lacerare il cuore perché il Signore possa abitare nella nostra vita, nella nostra storia, nella nostra società e nella Chiesa stessa come Egli vuole!
“Egli dice infatti: «Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso». Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!”. Ecco …. l’ora! La Quaresima è l’ora del discepolo.

Anche la Quaresima inizia sempre con questo monito, quest’anno l’ammonizione paolina ha una novità: il Signore ci chiede un sussulto di libertà, una libertà individuale che lasci libero spazio alla Sua libera azione.

Pensando a Benedetto XVI, come risuona diverso il richiamo odierno di S. Paolo: Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”
Quale riconciliazione il Signore pretende da noi?
Quale passo nella fede dobbiamo fare per essere riconciliati, cioè incamminati, veramente nel suo progetto?
Non basta compiere gesti religiosi, bisogna essere riconciliati a Dio: essere suoi con tutto il cuore.
“Ritornate a me con tutto il cuore … Laceratevi il cuore”.

Il Vangelo di Matteo ci propone di cercare la giustizia di Dio, attraverso l’elemosina, la preghiera e il digiuno.
Tre esercizi di ascesi non fini a se, ma in riferimento alla ricerca della giustizia.
Nota sant’Agostino: se “la giustizia è la virtù che distribuisce a ciascuno il suo... non è giustizia dell’uomo quella che sottrae l’uomo al vero Dio” (De civitate Dei, XIX, 21).
La prima giustizia che devo praticare è quindi quella verso me stesso: tornare al vero volto di Dio.
Gesù è la vera giustizia di Dio.
Scrive Benedetto XVI: “Si capisce allora come la fede sia tutt’altro che un fatto naturale, comodo, ovvio: occorre umiltà per accettare di aver bisogno che un Altro mi liberi del “mio”, per darmi gratuitamente il “suo”. Ciò avviene particolarmente nei sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Grazie all’azione di Cristo, noi possiamo entrare nella giustizia “più grande”, che è quella dell’amore (cfr Rm 13,8-10), la giustizia di chi si sente in ogni caso sempre più debitore che creditore, perché ha ricevuto più di quanto si possa aspettare. Proprio forte di questa esperienza, il cristiano è spinto a contribuire a formare società giuste, dove tutti ricevono il necessario per vivere secondo la propria dignità di uomini e dove la giustizia è vivificata dall’amore”.

Attraverso l’elemosina, la preghiera e il digiuno il Signore ci renda umili e liberi di cuore per accogliere la sua Giustizia,.
Amen.