domenica 12 ottobre 2014

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)





Le partecipazioni sono state spedite.
Gli invitati sono avvisati, lo Sposo è pronto.
La Sposa è pronta?
Ma chi è lo sposo e la sposa?

Le letture di questa domenica parlano di
una festa di nozze
per tutti i popoli, su questo monte
un banchetto di grasse vivande,
un banchetto di vini eccellenti,
di cibi succulenti, di vini raffinati.

È un invito per tutti, nessuno è escluso, buoni e cattivi
un banchetto abbandonante
per come è descritto fa ingrassare solo al pensiero!

Ecco la salvezza operata dal Signore, lo Sposo, è così…
abbondante e per tutti!

Un banchetto in cui traspare la gioia degli invitati,
il tintinnio dei calici di vino,
un banchetto che è svelamento del vero volto di Dio:

Egli strapperà su questo monte
il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
e la coltre distesa su tutte le nazioni.

Un banchetto che quando accadrà
in quel giorno
Eliminerà la morte per sempre

Un banchetto che ci riporta alla mente un’immagine: ecco la gioia che dobbiamo avere nell’accogliere la salvezza portata da Gesù sul Golgota, una salvezza per tutti, abbondante nel senso di eterna, che non viene meno, non si consuma!
Quindi: mai disperare della salvezza di Dio! Mai disperare di fronte al male … in quel giorno tutto sarà vinto anche la morte per sempre.

Anche noi con il Salmista diciamo:

Il Signore è il mio pastore:
Rinfranca l’anima mia. (Sal 22)
Rendimi la gioia della tua salvezza (Sal 51, 14)

Ma dobbiamo aspettare solo in quel giorno?

Non esiste un orizzonte quotidiano per gustare la salvezza, per avere la gioia della salvezza?

Ogni giorno il Signore si svela a noi nella sua Parola e ci dona il gusto di quel giorno.
Lo stesso accade nell’Eucaristia quotidiana,
nel vestire ogni giorno l’abito nuziale.

Ma cos’è l’abito nuziale.

Il Vangelo ci dice che la salvezza può essere rifiutata per gli affanni di ogni giorni, perché abbiamo altro da fare …
non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero …
la salvezza di Gesù può essere venduta per altro, può essere osteggiata, distrutta, uccisa… fino a farci diventare indegni di riceverla, la salvezza è un dono che va indossato, è un dono che va accolto per come è e non va modificata…. Chi è invitato al banchetto nuziale deve avere l’abito nuziale.

Capite la durezza del Vangelo!

Tutti sono invitati, tanto che l’immagine che cogliamo è una stanza strapiena – come una treno della metro in estate in orario di punta -, come è abbondante il banchetto decritto nella prima lettura, tutti assiepati, vicini vicini, per riempire ogni spazio, Gesù vuole tutti, cerca buoni e cattivi, ma vuole la nostra conversione, vuole che noi accogliamo il Vangelo così come, ci vuole vestiti solo con il suo abito quello che ci ha donato quanto ci ha chiamato, ricordiamoci cosa dice il sacerdote quando ci consegno la veste bianche:

sei diventato nuova creatura,
e ti sei rivestito di Cristo.
Questa veste bianca
sia segno della tua nuova dignità:
portala senza macchia per la vita eterna.

Portala fino ad entra con essa nella vita eterna!
Fino in quel giorno!
Quindi non dobbiamo aspettare solo la fine dei giorni per gustare la salvezza, ma dobbiamo viverla in ogni circostanza della vita, dice San Paolo:
so vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza.

Perché la certezza di essere salvato e la gioia che scaturisce da questa consapevolezza, è la forza per vivere tutto ciò che accade!
Non è sempre facile, ma è la strada da percorrere … l’Apostolo Paolo ci ricorda:
Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù.

* anonimo brasiliano

Questa notte ho fatto un sogno, ho sognato che camminavo sulla sabbia accompagnato dal Signore e sullo schermo della notte erano proiettati tutti i giorni della mia vita.
Mi sono guardato alle spalle ed ho visto che, per ogni giorno della mia vita, come proiettate in un film, apparivano orme sulla sabbia: una mia e una del Signore.
Così sono andato avanti, finché tutti i miei giorni si esaurirono. Allora mi fermai guardando indietro, notando che in certi posti c’era solo un’orma… Questi posti coincidevano con i giorni più difficili della mia vita, i giorni di maggior angustia, di maggior paura e di maggior dolore…
Ho domandato allora: “Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me tutti i giorni della mia vita ed io ho accettato di vivere con te. Ma perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti peggiori della mia esistenza?”
Ed il Signore: “Figlio mio, io ti amo e ti dissi che sarei stato con te tutta la vita e che non ti avrei lasciato solo neppure un attimo, e non ti ho lasciato… I giorni in cui hai visto solo un’orma sulla sabbia sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio.”

Non diceva il Salmo…. Il Signore è il mio pastore:
Rinfranca l’anima mia. (Sal 22)?

Concludo con un pensiero di San Damiano da Molokai, sacerdote missionario divenuto lebbroso per assistere i lebbrosi, canonizzato da papa Benedetto XVI l’11 ottobre 2009, che ci svela la palestra dove allenarci, per essere come dice San Paolo… sono allenato a tutto e per tutto
Afferma padre Damiano:

“Essendo temporaneamente l'unico sacerdote sull'isola di Molokai, ho dovuto prendere come confessore il grande Sacerdote nostro Signore che abita nel tabernacolo. ... mio caro fratello, è ai piedi dell'altare che, nel nostro isolamento, troviamo la forza necessaria per non mollare ed è proprio là che mi incontro con te e con tutti i padri della nostra congregazione. Senza il Santissimo Sacramento, una situazione come la mia non sarebbe sostenibile, ma con il Signore al mio fianco, riesco a essere sempre allegro e contento ..."
Amen.