lunedì 30 maggio 2011

Santuario Madonna del Divin Pianto in Cernusco sul Naviglio (MI)






“La Vergine Maria del Gesù Piangente”

E' appena iniziato l'anno 1924.
A Cernusco sul Naviglio, presso Milano, nella casa natale dell'Istituto Marcelline, adibita a casa di riposo per le Suore malate e anziane, una giovane Suora, Sr. Elisabetta, da due anni ammalata, è ridotta quasi in fin di vita: paralizzata, cieca da un anno, minata da un male che non perdona.
6 Gennaio 1924. A sera inoltrata, le Consorelle sentono la Suora parlare ad alta voce. Pensano che sogni. Ma ella non dorme; conversa, invece, come dirà la mattina dopo, con una "bella Signora" andata a visitarla. La "Signora" conforta la Suora a ben soffrire per amore di Dio. Ispira tanta fiducia! Suor Elisabetta si raccomanda alle sue preghiere e dice: - Signora, com'è buona Lei! Preghi Lei che è tanto buona. Sono sicura che, se Ella pregherà, il Signore ascolterà le mie preghiere, perché Lei ha compassione delle malate!…-

La Signora l'incoraggia: - Prega, confida e spera: tornerò dal 22 al 23 -(Sr. Elisabetta capisce dal 2 al 3 del mese seguente...).

La Suora, dimentica di sé, prega la Signora di andare a confortare anche le altre ammalate. La Signora sorride e - come dirà poi Suor Elisabetta - "se ne va composta".
La Suora infermiera, il mattino dopo, nella relazione sul decorso della notte riferisce: - Sr. Elisabetta ieri sera parlava a voce alta, in sogno -.
L'ammalata, stupita, interviene: - Ma no, non ho sognato, ho parlato con la Signora che è venuta a trovare noi malate. L'ho vista; mi ha parlato e verrà dal 2 al 3… Suor Elisabetta era cieca da più di un anno: come poteva "avere visto"? Si pensò ad un sogno. Passò la notte dal 2 al 3 Febbraio; invano Sr. Elisabetta aspettò la visita della buona Signora. Ciò convinse ancor più le Suore della Casa che la cara ammalata aveva sognato e non ne parlò più. Sr. Elisabetta, invece disse: - Non è venuta, perché non sono stata abbastanza buona…-
Il male intanto fa passi rapidi. Siamo alla notte dal 22 al 23 Febbraio. Da quindici giorni la paralisi progressiva ha tolto alla Suora anche l'uso della parola, della deglutizione, delle membra, tanto che nessun movimento le è più possibile. Il Medico curante, nella malattia aveva dichiarato: - E' questione di ore; continuino a vegliarla- .
Difatti, la vegliano due consorelle: la suora infermiera ed un'altra che saranno poi le testimoni del fatto prodigioso. Sono appena passate le 23:45. L'ammalata ha un sussulto: le suore balzano in piedi, credendo imminente la fine. Suor Elisabetta emette un grido: - Oh, la Signora, la Signora!-

Ecco il testuale colloquio.
- Ti avevo detto che sarei venuta dal 22 al 23!
- Oh, dal 22 al 23? Io avevo capito dal 2 al 3.

Breve silenzio.
Suor Elisabetta, ad un tratto:

- Ma Lei… ma Lei… ma Lei è la Madonna!… è la Madonna…

La Santa Vergine sorride mesta. Altro silenzio.
- Oh, la Madonna, la Madonna col Bambino… ma il Bambino (Suor Elisabetta si fa triste, quasi piangente) il Bambino piange… piange per me? Piange per i miei peccati?-
Il Bambino è sorretto dalla braccia materne, la sua lunga veste nivea si perde nel manto della Vergine; dagli occhi scendono due lacrimosi a rigare le guance; le labbra chiuse nell'accorato pianto!
Alle trepide parole della Veggente la madonna risponde:

- No, il Bambino piange perché non è abbastanza amato, cercato, desiderato anche dalle persone che gli sono consacrate… tu devi dire questo! -

Suor Elisabetta non afferra la missione che la Vergine vuole affidarle, ed esclama:
- Madonna, Madonna, portatemi in Paradiso!…-
- Dovresti, ma devi rimanere per dire questo -.

La Suora ora comprende, misura la sua miseria, la sua incapacità e ne ha immenso spavento.
- Oh Madonna - insiste - io sono l'ultima di tutte, io non so nulla, sono un peso per la mia Comunità: portatemi in Paradiso!… -
- Devi rimanere per dire questo! -
- Madonna chi mi crederà?… sono un'ignorante… non so nulla… non sono nemmeno più capace di parlare; chi mi crederà?… -

Silenzio da parte della Vergine, che la guarda tenera e mesta.

A questo punto, Sr. Elisabetta confessa che, disperata nell'anima per non sapere conciliare il desiderio della Vergine con la sua incapacità intellettuale e fisica - nel colloquio elle si pensava muta e morente - ebbe, nel colmo del dolore, una luce improvvisa e si sentì ispirata a dire:

- Oh, Madonna, datemi un segno! -

La Vergine sorride benevola, ma sempre mesta.
S'inchina leggermente verso la Suora e dice:

- Ti rendo la salute! - e scompare con il Divino Figlio.

La Veggente confessò di avere sentito un dolore terribile in tutto il corpo, a cui seguì un senso di benessere e di vita che la inondò tutta. Balzò dal letto ed alle Suore di veglia, trepide e commosse, che avevano udito la sua parte di colloquio:

- Sono guarita, sono guarita: la Madonna mi ha guarita!
Erano le 0:15 circa.

La Superiora, chiamata da un semplice - Venga, venga - dell'infermiera, si precipita in camera di Suor Elisabetta, credendola in extremis, e se la ritrova davanti, in piedi, luminosa, splendente negli occhi, che le butta le braccia al collo e le dice:
- Superiora, Superiora, la Madonna mi ha guarita e mi ha detto di dire… di dire che Gesù piange, perché non è abbastanza amato, cercato, desiderato anche dalle persone che gli si sono consacrate. - E dopo un breve silenzio - Che lacrimoni, che lacrimoni, povero Gesù! - e fa con le dita da arco l'indicazione della grossezza e del cammino delle lacrime.

La Congregazione delle Marcelline ha raccolto il divino messaggio con impegno ed amore. A Cernusco la cameretta dell'apparizione si è trasformata in Cappella: una statua della Madonna, eseguita appositamente sotto le indicazioni della Veggente, ricorda a tutti il messaggio di cui la Vergine ci ha fatto depositarie.

Innumerevoli ex voto attestano quanto la Madonna gradisca di essere onorata sotto il titolo di Madonna del Divin Pianto.

Nella stessa casa sono sepolti il beato Luigi Biraghi, sacerdote e fondatore delle Marcelline, e la prima beata della Congregazione: Anna Maria Sala.





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Fonte sul sito Web mariadinazareth.it (CLICCA QUI)