mercoledì 3 febbraio 2016

San Biagio, prega per noi!




Busto di San Biagio
Maratea (PZ)


Biagio, vissuto nel IV secolo, era un medico di origine armena. Divenne vescovo della città di Sebaste dove operò numerosi miracoli. Arrestato dal preside Agricolao durante la persecuzione ordinata da Licinio, fu imprigionato, lungamente picchiato e sospeso ad un legno, dove con pettini di ferro gli fu scorticata la pelle e quindi lacerate le carni. Dopo un nuovo periodo di prigionia, fu gettato in un lago, dal quale uscì salvo, quindi per ordine dello stesso giudice, subì il martirio decapitato insieme con due fanciulli e dopo l'uccisione di sette donne arrestate perché raccoglievano le gocce di sangue che scorrevano dal corpo dello stesso martire, durante il suo supplizio. è stato innalzato alla dignità di santo ed è invocato contro i mali di gola, perché durante la sua prigionia, guarì miracolosamente un ragazzo che aveva una lisca di pesce conficcata nella trachea. È Patrono di Maratea, città che ne conserva le reliquie. Secondo la tradizione, queste, insieme a quelle di san Macario, giunsero a Maratea nel 732, quando una nave proveniente da un porto orientale, si arenò a causa di una tempesta presso l'isolotto di S. Janni. Gli abitanti del Castello raggiunsero l'imbarcazione per portare soccorso e vi trovarono oltre l’equipaggio, le sacre reliquie conservate in un urna marmorea, che fu portata in cima al monte dove rimase custodita. Il 3 maggio 1941 fu fatta una ricognizione ufficiale per il riconoscimento di quanto contenuto nell’urna: il torace, una parte del cranio, un osso di un braccio e un femore del santo armeno. La venerazione di Maratea per il santo protettore accrebbe l'evento miracoloso della santa manna, e poi in più di un’occasione, la statua e le pareti della basilica si ricoprirono, e in modo abbondante, di un liquido acquoso, di colore giallastro, raccolto dai fedeli e adoperato con estrema devozione per la cura dei malati, in quanto proprietario di poteri taumaturgici. Fu papa Pio IV, all’epoca vescovo di Cassano, che nel 1563 riconobbe il liquido come “manna celeste”. San Biagio è ricordato dalla chiesa il giorno natale, cioè il 3 febbraio, quando fu decapitato, ma a Maratea la festa patronale si celebra nella seconda domenica di maggio con un cerimoniale stabilito da un protocollo vecchio di secoli. I festeggiamenti durano otto giorni e si aprono il sabato precedente la prima domenica di maggio con la processione al Castello, detta "S. Biagio va per la terra". Il giovedì successivo, il simulacro del Santo viene portato a Maratea Inferiore, e la mattina della seconda domenica di maggio la statua, coperta col drappo rosso, torna nella sua abituale sede al Castello. (FONTE)
 
Esaudisci Signore, la tua famiglia, riunita nel ricordo del martire san Biagio e donale pace e salute nella vita presente, perché giunga alla gioia dei beni eterni. Per il nostro Signore.
(Dalla Liturgia)


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Mercoledì della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Il re Davide disse a Ioab, … «Percorri tutte le tribù d’Israele, da Dan fino a Bersabea, e fate il censimento del popolo…

Ecco il nuovo peccato di Davide, non confidare in Dio e porre la propria sicurezza nella forza di un numeroso esercito.

Ma Davide riconosce questa sua fragilità e ripone il suo peccato in Dio: «Sono in grande angustia! Ebbene, cadiamo nelle mani del Signore, perché la sua misericordia è grande, ma che io non cada nelle mani degli uomini!».

Davide conosceva bene il suo Signore, e se pur aveva diffidato della sua forza ora confida nella sua Misericordia.

… Quando l’angelo ebbe stesa la mano su Gerusalemme per devastarla, il Signore si pentì di quel male e disse all’angelo devastatore del popolo: «Ora basta! Ritira la mano!».

Un linguaggio che noi ascoltiamo è fortemente umano, ma è un modo per comprendere la Misericordia di Dio.

È l’autore del libro di Samuele che usa questo linguaggio per farci comprendere Dio.

Io ho compreso chi è Dio per me, come difatti lo ha compreso Davide?

So confidare nella sua Misericordia?

Infatti è l’incomprensione dei nazaretani che non fa compiere miracoli a Gesù nella sua patria: Nazareth.

Essi dicono: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui…

Invece di stupirsi, si scandalizzano, cioè la loro comprensione della Verità è ostacolata dalla modalità con cui la Verità stessa si fa conoscere.

Quindi non è Gesù che crea scandalo, sono loro che non accettano il modo in cui Dio viene a visitarli.

Questa durezza di cuore, questa incredulità non permette a Gesù di sovrabbondare con la sua Misericordia ma impose le mani a pochi malati e li guarì.

Comunque Gesù compie l’opera di Dio anche a Nazareth, certo si meravigliava della loro incredulità, ma questo non lo ostacola, anzi …

Celebrando la memoria di San Biagio, vescovo e martire armeno sepolto a Maratea (PZ), noi vediamo in lui un pastore che confida in Dio, anzi che si abbandona in Lui fino al martirio, e attraverso San Biagio, il Signore, compie l’opera di Dio: elargendo la sua Misericordia.

In San Biagio vediamo la fede vissuta, che ha il compimento nel martirio.

Invochiamo quindi il Signore, per intercessione di San Biagio, perché certamente ci liberi dal mal di gola e da ogni altro male, ma soprattutto ci liberi dall’incredulità e dal cinismo di questo tempo, ci dia una fede forte e salda, e ci faccia confidare sempre nella sua Misericordia, perché Egli possa continuare a guarire l’umanità con la sua Grazia, amen.