domenica 26 giugno 2011

Vivi per non Morire








Meditate sulla fragilità umana, miei fratelli; e per ottenere la vita correte mentre siete vivi; correte da vivi per non morire in eterno. Non v'intimorisca l'austera disciplina di Cristo, poiché è lui che proclama: Il mio giogo è soave e il mio peso leggero. Proprio nel capitolo che poco fa stavamo spiegando egli afferma: Imparate da me, che sono mite ed umile di cuore. Infatti il mio giogo è soave e il mio peso leggero. Ora tu obietti contro di lui e dici: " Non voglio per ora passare tra i fedeli. Non lo posso ". Che significa questo tuo " Non lo posso " se non che il giogo di Cristo ti è duro e il suo fardello pesante? È dunque la tua carne a suggerirti la verità, mentre Cristo dice menzogne? Lui dice: È soave, la tua insipienza dice: " È duro "; lui dice: È leggero, la tua vanità replica: " È pesante ". Su dunque! Presta fede a Cristo e credi che il suo giogo è soave e il suo peso leggero. Non temere! Sottoponi coraggiosamente il tuo collo a quel giogo: il quale tanto più ti sarà soave quanto più il tuo collo sarà sostenuto dalla fede. Questo volevamo dirvi, fratelli, per ammonire la vostra carità; e questo vi abbiamo detto per due motivi: primo, perché nessuno di voi venga a chiederci cose come questa, rattristandosi poi se non gli riesce di ottenerle; secondo, perché voi, catecumeni, mentre siete ancora in vita provvediate con cura a non andare in perdizione nell'ora della morte. Lì infatti non potranno venirvi in aiuto né i vostri cari né la santa madre Chiesa.

S. Agostino d'Ippona






 
E poi ascolta.... (QUI) XXV Anniversario GMG - Nek canta "Per non morire mai"

L'Inno alla Carità di San Paolo.... Se Non Ami...






1 Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.
2E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.
3E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.
4La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d'orgoglio, 5non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6non gode dell'ingiustizia ma si rallegra della verità. 7Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
8La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. 9Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. 10Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.
12Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. 13Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!








Ascoltalo nella versione di Nek (QUI) al XXV Anniversario GMG.. una bellissima testimonianza!

Domenica 26 Giugno 2011

SOLENNITA' DEL SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO










Oggi festeggiamo il Sacramento dell’Eucaristia che il Signore ci ha lasciato come segno della sua presenza, della sua realtà corporale, del suo sacrificio sulla croce e della vita eterna di cui ci ha reso partecipi.

Una preghiera, forse di S. Agostino, ho letto in questi giorni e volevo condividerla con voi:

“O Sacramento di misericordia! O segno di unita! O vincolo di amore! Chi desidera vivere, qui trova dove vivere, e trova di che vivere; si accosti e creda: divenga parte di questo corpo e sarà vivificato. Non disdegni la comunione con gli altri fedeli, non sia un male di cui vergognarsi, sia profondamente unito a tutto il corpo, che è la Chiesa. Viva di Dio, viva con Dio, viva per Dio. Lavori ora sulla terra, per regnare poi in cielo. Amen”.

Volevo, usando la Parola di Dio di questa solennità, commentare questa preghiera.





O Sacramento di misericordia!
“Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto”.

Dio si prende cura del suo popolo. In Cristo, Dio si fa compagno del cammino dell’uomo, facendosi compagno dell’uomo. L’Eucarestia è segno della misericordia di Dio, in Cristo. Essa ci ricorda il suo amore per noi: lavanda dei piedi- passione-croce, è anche il suo corpo glorioso presente in mezzo fino alle fine dei tempi. “Io sono voi tutti i giorni fino al fine del mondo”. La sua Misericordia ci accompagna sempre.

“Ognuno comprende che la divina Eucaristia conferisce al popolo cristiano incomparabile dignità. Giacché non solo durante l’offerta del Sacrificio e l'attuazione del Sacramento, ma anche dopo, mentre l’ Eucaristia è conservata nelle chiese e negli oratori, Cristo è veramente l'Emmanuel, cioè il « Dio con noi ». Poiché giorno e notte è in mezzo a noi, abita con noi pieno di grazia e verità: restaura i costumi, alimenta le virtù, consola gli afflitti, fortifica i deboli, e sollecita alla sua imitazione tutti quelli che si accostano a lui, affinché col suo esempio imparino ad essere miti e umili di cuore, e a cercare non le cose proprie, ma quelle di Dio”. (Servo di Dio papa Paolo VI)

O segno di unita!
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui.
Nell’Eucarestia, Dio abita in noi, in modo reale e vero. La sua Presenza, il suo rimanere è fonte e vincolo di unità, interiore e esteriore.

“Sebbene noi siamo molti nel numero, noi siamo un sol pane, un sol corpo per lo stesso pane di cui tutti siamo partecipi; e l’effetto della partecipazione del corpo e del sangue di Cristo non è altro che la nostra trasformazione in Lui”. (San Leone Magno)

“Ricevere la Santa Comunione ogni giorno. La mia dissipazione è grande, e con Gesù io imparo a raccogliermi. Le occasioni di offendere Dio sono frequenti, e io prendo ogni giorno forza da Lui per fuggirle. Ho bisogno di lumi e di prudenza per sbrigare affari molto difficili, e ogni giorno posso consultare Gesù nella Santa Comunione: Egli è il mio grande Maestro” (San Tommaso Moro)

O vincolo di amore!
E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?
Con L’Eucarestia noi ci nutriamo dell’Amore di Cristo, per cui siamo intrisi di questa presenza amorosa

“O umiltà sublime! O sublimità umile, che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio, così si umilii da nascondersi, per la nostra salvezza in poca apparenza di pane! Guardate, frati, l’umiltà di Dio, e aprite davanti a Lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché Egli vi esalti. Nulla, dunque, di voi tenete per voi; affinché vi accolga tutti Colui che a voi si dà tutto”. (San Francesco d’Assis)






Chi desidera vivere, qui trova dove vivere, e trova di che vivere; si accosti e creda: divenga parte di questo corpo e sarà vivificato.
Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.

“In questo Sacramento il Signore si fa cibo per l'uomo affamato di verità e di libertà. Poiché solo la verità può renderci liberi davvero, Cristo si fa per noi cibo di Verità”. (papa Benedetto XVI)

Non disdegni la comunione con gli altri fedeli,
Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane.

L’Eucarestia è segno di comunione e di fraternità con ogni uomo e donna redenta dall’amore misericordioso di Cristo. Non si può fare la S. Comunione e non vivere le sfumature dell’Amore (perdono, mansuetudine, pazienza, compassione), e le opere di Misericordia corporale e spirituale.

“L'Eucaristia è istituita perché diventiamo fratelli; viene celebrata perché da estranei e indifferenti gli uni gli altri, diventiamo uniti, uguali ed amici; è data perché, da massa apatica e fra sé divisa, se non avversaria, diventiamo un popolo che ha un cuore solo e un'anima sola” (beato Giovanni Paolo II)

non sia un male di cui vergognarsi,
sia profondamente unito a tutto il corpo, che è la Chiesa.
il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo?

“Nella stretta del dolore e dell'afflizione, nella tristezza dell'animo tribolato, il prostrarci con fede e con amore dinanzi all'Ostia Santa vuol dir essere ristorati e fortificati nel cammino, spesso difficile, della vita. Vorrei che non ci fosse chiesa alcuna in cui, nel pomeriggio verso sera, non accorresse un buon numero di persone a visitare Gesù Sacramentato”. (beato Andrea Carlo Ferrari)

Viva di Dio, viva con Dio, viva per Dio. Lavori ora sulla terra, per regnare poi in cielo.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Chi mangia questo pane vivrà in eterno.

“Come il cibo corporale è necessario per la vita a tal punto che senza di esso non si può vivere,...così il cibo spirituale è necessario per la vita spirituale, in modo che senza di esso la vita spirituale non si può mantenere”. (San Tommaso d'Aquino)




Cristo Maestro
leunetta del portale
Chiesa di San Babila a Milano



Concludo con un preghiera del Cardinale Comastri:

“Signore Gesù, quando mi inginocchio davanti all'Eucarestia sento il profumo di Betlemme, respiro il mistero dell'umiltà di Dio e provo vergogna per l'orgoglio che è dentro di me e che continuamente esplode nelle rivalità tra le persone e nelle vergognose guerre che insanguinano i  popoli.
Gesù, donami una briciola della Tua umiltà! Signore Gesù, quando mi  inginocchio davanti all'Eucarestia capisco che Tu ci ami perché sei  buono e non perché noi  meritiamo il Tuo amore.
Nel cenacolo tutto parlava di tradimento e Tu, con un  gesto di puro amore, donasti l'Eucarestia all'umanità: a questa umanità che continuamente Ti tradisce!
Gesù, donami una briciola del Tuo amore! 

Signore Gesù, accanto all'Eucarestia si sente il mormorio dell'acqua che Tu versasti sui piedi degli apostoli e, attraverso di loro, versasti sui piedi di ciascuno di noi.
Signore, arrossisco a  motivo dell'egoismo che ancora abita in me e soffro per lo spettacolo  del mondo d'oggi, che moltiplica divertimenti frivoli invece di moltiplicare le opere di misericordia.

Signore, donami una goccia d'acqua dell'ultima Cena!” E donaci di essere santi: discepoli innamorati dell'Eucarestia!

AMEN!

I Santi del Giorno, secondo il Calendario della Chiesa Ambrosiana di rito romano





affresco del Santo presso
Santuario di Caravaggio (BG)


26 giugno
SAN CIRILLO D’ALESSANDRIA
vescovo e dottore della Chiesa

Cirillo (370-444), patriarca di Alessandria d’Egitto, teologo acuto e profondo, amò e studiò il mistero di Cristo; difese l’autenticità della fede contro ogni travisamento dei nestoriani al Concilio di Efeso (431), dove propugnò con vigore la prerogativa di Madre di Dio della Vergine Maria. La sua deposizione il 27 giugno è ricordata dai copti e dai bizantini.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)


Martirologio Romano, 27 giugno: San Cirillo, vescovo e dottore della Chiesa, che, eletto alla sede di Alessandria d’Egitto, mosso da singolare sollecitudine per l’integrità della fede cattolica, sostenne nel Concilio di Efeso i dogmi dell’unità e unicità della persona in Cristo e della divina maternità della Vergine Maria.










26 giugno
SAN JOSEMARIA ESCRIVA DE BALAGUER
sacerdote

Josemaría Escrivá nacque a Barbastro (Spagna) il 9 gennaio 1902. Fu ordinato sacerdote nel 1925. Nel 1927 iniziò a Madrid un instancabile lavoro sacerdotale dedicato in particolare ai poveri e ai malati nelle borgate e negli ospedali. Il 2 ottobre del 1928 ricevette una speciale illuminazione divina e fondò l'Opus Dei, un'istituzione della Chiesa che promuove fra cristiani di tutte le condizioni sociali una vita coerente con la fede in mezzo al mondo attraverso la santificazione delle opere quotidiane: il lavoro, la cultura, la vita familiare. Alla sua morte, il 26 giugno del 1975, la sua fama di santità si è diffusa in tutto il mondo, come dimostrano le molte testimonianze di favori spirituali e materiali attribuiti all'intercessione del fondatore dell'Opus Dei, fra cui anche guarigioni clinicamente inesplicabili. Il 6 ottobre 2002 è stato canonizzato nel corso di una solenne cerimonia presieduta dal Santo Padre Giovanni Paolo II alla presenza di oltre 300 mila fedeli.

(dal PROPRIO DEI SANTI della Chiesa di Milano secondo il rito romano)


Martirologio Romano, 26 giugno: A Roma, san Giuseppe Maria Escrivà de Balaguer, sacerdote, fondatore dell’Opus Dei e della Società sacerdotale della Santa Croce.