mercoledì 26 agosto 2015

Studiosi inventori....





In cui si sostiene la tesi che in un'urna vi sono le reliquie di San Brizio di Tours e di San Sossio di Miseno.

“Nell'urna furono deposte, separate dalle prime, anche altre reliquie, in particolare quelle di San Brizio, vescovo di Tours e di San Socio (o Sossio) martire del Miseno. Infatti sul rovescio della stessa lapide è scritto:

HIC REQUIESCUNT CORPORA SANCTORUM BRICII ET SOCII MARTIRUM”

Scrivendo avevo sostenuto che non sono i suddetti santi ma semplicemente delle ossa di martiri delle catacombe di cui il capo gruppo si chiama Brizio.

Risposta.

Mi è stata recapitata la sua osservazione circa l'epigrafe attestante le reliquie custodite nella chiesa di San Menna a Sant' Agata de' Goti. La sua interpretazione è rispettabile, storicamente plausibile, grammaticalmente non sostenibile, in quanto SOCII è un genitivo singolare (socium-socii). Siccome la lapide è correttamente scritta, è più probabile che il lapicida ignorasse che San Bricio, vescovo di Tour, non era stato un martire.

Per una completa esposizione può consultare "La chiesa di San Menna a Sant' Agata de' Goti - Atti del convegno di studi 19 giugno 2010", pp.31-4

(by xxx)

La risposta non si sbilancia, perché deve sostenere la tesi (errata), barricandosi solo dietro l’errore grammaticale (bazzecola rispetto al contenuto, ma certamente un errore!). Riformulo la questione.

 

La lapide dice:

HIC REQUIESCUNT CORPORA SANCTORUM BRICII ET SOCII MARTIRUM

La traduzione è:

QUI RIPOSANO I CORPI DEI SANTI BRICIO E SOCIO MARTIRI.

Bricio e non Brizio, perché in latino San Brizio si scrive Sancti Britii.

Idem per Socio, nel senso di compagno, e non nel senso di Sossio. Perché in latino il nome del martire di Miseno si scrive Sòsii.

Quindi non è che il lapicida ignorasse, ma conosceva bene la questione delle reliquie, ora mal interpretate.

Concludendo: le reliquie sono di due santi martiri Bricio e Socio.

Ogni altra interpretazione è errata!


CONTINUA...