domenica 20 maggio 2018

Un marchigiano patrono di Comiziano (NA)






San Severino nacque a Septempeda, l’odierna San Severino Marche (MC), da nobile famiglia cristiana alla fine del V secolo. Le poche notizie che si hanno di lui sono tratte dalla Sanctorum Severini et Victorini Vita, ripresa in un rifacimento tardivo che amplia ed arricchisce di episodi l’antico testo, già leggendario, a scapito della verità storica.
Composta nel VII-VIII secolo, la vita del Santo Vescovo manca di ogni riferimento cronologico. La tradizione pone il santo tra il 540 e il 545, indica nell’area attigua alla Pieve, al margine della zona archeologica, la sede dell’antica cattedrale,fa coincidere le date delle feste del Santo con l’8 gennaio, l’8 giugno, e il 30 novembre.
Il Lanzoni avanza l’ipotesi che il santo potesse essere identificato con il vescovo Severus, ricordato al Concilio di Sardica intorno al 342 ( IV sec.). Trattasi di ipotesi verosimile non solo perché il posto occupato da quel Severus potrebbe essere quello del vescovo di Septempeda, ma anche perché tra il IV e il V secolo nella Regio V esistevano almeno 15 diocesi.
Dalla Vita apprendiamo che Severino, insieme al fratello Vittorino, alla morte dei genitori, rinunciò ad un’esistenza facile ed agiata e si spogliò di tutti i suoi beni per darsi ad una vita di solitudine, di preghiera e di penitenza sul Monte Nero. Per la sua fama di santità, il clero e il popolo, morto il vescovo di Septempeda, lo elessero suo successore, e tale fu ordinato a Roma da Papa Vigilio. Morì un 8 gennaio mentre i Goti muovevano alla conquista del Piceno.
Sempre secondo la tradizione, con le prime invasioni barbariche, gli abitanti di Septempeda incominciarono ad abbandonare la città ed a rifugiarsi sulle alture vicine, stabilendosi definitivamente sulla vetta del Monte Nero. Le spoglie del Vescovo, eletto Santo, furono nascoste sotto un altare nella chiesa di Santa Maria della Pieve. Solo nel 590 furono portate al Monte Nero che era un luogo sacro (in cui il santo aveva vissuto vita eremitica), più sicuro e centro più abitato.
Qui fu costruita una chiesa in suo onore, l’attuale Duomo del Castello, e gli abitanti decisero di dedicare al Santo Vescovo il nome della città. La chiesa, costruita per concessione del vescovo Eudo nel 944, sarà poi ingrandita ed abbellita e solennemente consacrata l’8 giugno 1198. Le spoglie del santo, nuovamente, occultate nel 1197 per il timore di profanazioni, furono ancora una volta ritrovate il 15 maggio 1576 durante i lavori di ampliamento del presbiterio.

San Severino, vescovo di Septempeda, è il santo patrono di Comiziano. Si tramanda che il culto del Santo sia stato portato da alcuni marchigiani esuli a Comiziano in seguito alla conquista del Regno di Napoli da parte di Carlo VIII. Non manca chi fa risalire l’origine del culto alla presenza  di un monastero di benedettini a Casamarciano. Tuttavia, se così fosse, il Santo venerato a Comiziano dovrebbe essere San Severino del Norico, un abate benedettino le cui spoglie riposano nel cenobio benedettino di Napoli.
 
Questa seconda ipotesi è più probabile, in quando il santo del Norico è molto venerato nel napoletano, ma...

Nel 1947 un pullman partì da Comiziano alla volta delle Marche per prendere la reliquie del santo. Nel 1980, per la prima volta, il corpo di San Severino fu portato a Comiziano, esposto in chiesa e portato in processione per tutto il paese. Solenni festeggiamenti, in onore del santo patrono, si tengono l'8 gennaio ed agli inizi del mese di settembre, mentre la comunità comizianese, ogni anno, si reca in pellegrinaggio a San Severino Marche.
 
Quindi dal 1947 il culto si è definito nella persona di San Severino di Septempeda.

mercoledì 2 maggio 2018

Un creatura a servizio del Creatore


Don Luigi Ghinelli


«Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c’era uomo che lavorasse il suolo». La fecondità del suolo deriva dal dono gratuito di Dio (la pioggia) e dal lavoro dell’uomo.

Ecco il racconto di collaborazione tra Dio e un uomo.

 

Don Luigi Ghinelli, fondatore dell'omonimo istituto ancora oggi in attività, nasce a Gatteo il 4 maggio 1848 e viene ordinato sacerdote il 23 dicembre 1876. Viene inviato come cappellano a Sant'Angelo nell’anno 1883, dove prende in affitto una casa di quattro stanzette dove accoglie una decina di bambini… “per toglierli dalla strada, procurare loro un pane onorato e avviarli alla vita religiosa e cristiana”.

Alcuni anni più tardi trasporta l’opera a Gatteo, prima provvisoriamente in casa sua, poi in un modesto fabbricato a un solo piano su terreno donatogli dalla nobildonna Maria Ghiselli di Gatteo. A questo aggiunge un fabbricato con piano superiore; in seguito innalza un corpo di fabbricato più vasto.

L'approvazione dell'Istituto Fanciulli Poveri da parte dell'autorità diocesana avviene in data 7 maggio 1888.

Don Luigi Ghinelli fondò dapprima una fabbrica di fiammiferi, poi una per la lavorazione di cappelli di paglia e una calzoleria (1888), un’ebanisteria (1890), ma tutte queste opere dovettero soccombere. Restò solo la tipografia acquistata con don Benedetto Bassi a Monza e aperta nel 1891 per stampare, fra le altre cose, anche il giornale cattolico “La sveglia della Romagna”.

Nel 1902 s’incontra con Luigi Guanella, cui cede il proprio istituto già ben avviato. Avvia la costruzione dell’ospedale e del ricovero per gli anziani e invalidi: ospedale e ricovero maschile facevano parte di un unico fabbricato di fronte all’istituto, dal quale si trovavano separati dalla strada comunale che conduce a Gambettola. L’inaugurazione dei locali venne fatta da monsignor Giovanni Cazzani, vescovo di Cesena, nel 1908.

I lavori proseguono poi con la costruzione del fabbricato ad uso Colonia agricola, che verrà infine utilizzato come ricovero femminile e abitazione delle Suore addette all’assistenza dei ricoverati.

Muore il 19 marzo 1909.
 
 

Altre date significative dell’opera di don Ghinelli:

3 agosto 1909

Nomina di don Martino Cugnasca, guanelliano, a direttore dell'Istituto.

6 agosto 1915

Don Martino Cugnasca acquista per l'Opera don Guanella l'Istituto Fanciulli Poveri.

24 marzo 1924

Posa della Prima Pietra della nuova chiesa dell'Istituto. Direttore don Samuele Curti.

30 maggio 1926

Consacrazione della nuova chiesa fatta da Mons. Fabio Berdini.

29 maggio 1927

Traslazione della salma di don Ghinelli dal cimitero di Gatteo alla chiesa

dell'Istituto.

23 ottobre 1933

Cinquantenario dell'Istituto Fanciulli Poveri e inaugurazione dei nuovi edifici.

Direttore don Francesco Frigo.

Dicembre 1941

Don Abramo Rivellini riprende i lavori per la realizzazione del progetto edilizio

che sarà completato dal suo successore don Pietro Calvi.

6 giugno 1944

Benedizione dei nuovi edifici fatta da Mons. Beniamino Socche e Mostra

Laudativa del Nome di Gesù.

Ottobre 1944 - Giugno 1945

Nel passaggio del fronte di guerra l'Istituto rimane semidistrutto. Nel Giugno 1945 inizia la seconda ricostruzione, direttore don Pietro Calvi.
 


8 dicembre 1947

Il Vescovo Mons. Vincenzo Gili eleva a Santuario la chiesa dell'Istituto.

Giugno 1948

Celebrazione del 1° Centenario della nascita di Don Luigi Ghinelli e inaugurazione degli edifici ricostruiti.

18 luglio 1948

Inaugurazione della Colonia don Guanella a Gatteo Mare.

1952 - 53

Inizia la scuola dell'avviamento professionale di tipo industriale.

1959 - 60

La scuola viene riconosciuta sezione staccata della Statale di Cesena.

1963

Costruzione campo da tennis, pallavolo e pallacanestro nel cortile interno.

1980 - 81

L'Istituto ospita: 300 alunni, 100 semiconvittori e 30 interni.

1983

1° Centenario dell'Istituto don Ghinelli.

1991

Chiusura del convitto.

1996 - 2000

Terza ristrutturazione per un "Servizio Educativo - Riabilitativo e Assistenziale

a favore di disabili fisici e psichici.

19 Marzo 2009

Centenario della nascita al cielo don Luigi Ghinelli.

3 Agosto 2009

Centenario della presenza a Gatteo dell'Opera don Guanella.

2018

La causa di don Ghinelli è al momento ferma e non iscritta all’Index status causarum.

«A che scopo passiamo da questo mondo? Per quale fine siamo venuti in questa vita? Per che scopo lavoriamo e lottiamo? Perché questa terra ha bisogno di noi? Pertanto, non basta più dire che dobbiamo preoccuparci per le future generazioni. Occorre rendersi conto che quello che c’è in gioco è la dignità di noi stessi. Siamo noi i primi interessati a trasmettere un pianeta abitabile per l’umanità che verrà dopo di noi. È un dramma per noi stessi, perché ciò chiama in causa il significato del nostro passaggio su questa terra» (FRANCESCO, Laudato sì, 160).

 

 

Il Santuario Nostra Signora del Sacro Cuore ubicato alla periferia di Gatteo, venne costruito nel 1926.

Oggetto del culto e della devozione popolare è l’immagine a stampa della Madonna con Bambino che tiene sulle ginocchia e che gli tocca il cuore con la mano destra.

Presente anche la statua della Vergine con il Bambino in braccio e con Sant’Antonio da Padova, inginocchiato ai suoi piedi.

Il culto nasce a seguito della fondazione dell’Istituto Poveri Fanciulli da parte di don Luigi Ghinelli sotto la protezione di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù.