martedì 31 marzo 2015

beato Taddeo Gerardi (Gerardus) vescovo e martire























beato Taddeo Gerardi (Gerardus) vescovo e martire

Il nome: Deriva dall'ebraico "Thaddai"  che a seconda delle interpretazioni, viene ricollegato ad una parola che significa "cuore" oppure al significato "colui che loda"

Vita Terrena:

Attività e caratteristiche:

Legame con altri santi:

Devozioni Particolari:

Protezione:

Diffusione del culto:

Ricorrenza:

Letture:

Segni iconografici distintivi: pallio, mitria e pastorale all'orientale


 
 
beato Gioacchino da Siena 
 
 
 















Il nome: Deriva dall'ebraico "Jeho-iakin" e significa "Dio rende forti"

Vita Terrena: circa 1258 - 1305

Attività e caratteristiche: nasce a Siena intorno al 1258. All'età di tredici anni viene accolto nell'Ordine dei Servi da san Filippo Benizi. Trascorse la sua vita nei conventi di Siena e di Arezzo, ove diede mirabili esempi di devozione alla Vergine, di umiltà e di carità. Amo tanto il prossimo fino a chiedere e ottenere di prendere su di sé la malattia di un epilettico, che non era riuscito a consolare con le sue parole.

Legame con altri santi: san Filippo Benizi; beato Francesco da Siena; san Pellegrino Laziosi.

Devozioni Particolari: il suo corpo si conserva nella Basilica di San Clemente ai Servi, a Siena. Si usa ancora portare i neonati all'altare del Beato Gioacchino per invocarne la protezione.

Protezione: epilettici e bambini

Diffusione del culto: Paolo V, nel 1609, concesse all'Ordine di celebrarne l'Ufficio e la Messa. Nel 1636, l'Ufficio del beato Gioacchino venne esteso a tutta la diocesi di Siena

Ricorrenza: 3 febbraio per l'Ordine dei Servi; 16 aprile per la diocesi di Siena

Letture: Galati 6, 2-3.7-10; Salmo 33; Vangelo di Matteo 25, 31-40

Segni iconografici distintivi: ramo di rose, fiamma sul capo, apparizione della Vergine che porge due corone di fiori.


beato Francesco da Siena
 
 
  












Il nome: aggettivo di origine germanica con il significato di "franco" poi di "francese".

Vita Terrena: circa 1266 - 1328

Attività e caratteristiche: Nato a Siena nel 1266, a 22 anni entrò nell'Ordine dei Servi. Ordinato sacerdote, si distinse per la sua carità, nell'impegno della predicazione e per la sua saggezza. Su di lui ci è rimasta una "Legenda" scritta con tutta probabilità da fra Cristoforo da Parma, contemporaneo e confidente del beato.

Legame con altri santi: beato Gioacchino da Siena; san Pellegrino Laziosi.

Devozioni Particolari: Il suo corpo si venera a Siena, nella chiesa dei Servi.

Protezione: giovani

Diffusione del culto: Benedetto XIV ne confermò il culto nel 1743.

Ricorrenza: 12 maggio per l'Ordine dei Servi; 8 giugno per la diocesi di Siena

Letture: 1ª Pietro 4, 7b-11; Salmo 83; Vangelo di Matteo 5, 13-16

Segni iconografici distintivi: giglio

 
 beato Bonaventura da Pistoia
 
 
 















Il nome: nome benaugurante che significa "buona fortuna".

Vita Terrena: circa 1250 - 1315.

Attività e caratteristiche: nacque a Pistoia intorno al 1250. Spinto ad una vita più santa dalle parole e dagli esempi di San Filippo Benizi, entrò nell'Ordine dei Servi e ricevette il sacerdozio. Come priore di diversi conventi, rivelò singolari doti di saggezza e umanità. Durante il suo priorato a Montepulciano ricevette la professione di santa Agnese, nativa di quella città, e l'assistette nella fondazione del suo monastero. Morì a Orvieto verso l'anno 1315.

Legame con altri santi: san Filippo Benizi; sant'Agnese da Montepulciano

Devozioni Particolari: il suo corpo è venerato a Pistoia, nella nostra chiesa della SS. Annunziata. Una sua reliquia è conservata nella chiesa dei Servi di Orvieto.

Diffusione del culto: Pio VII ne confermò il culto nel 1822.

Ricorrenza: 15 dicembre

Letture: Siracide 15, 1-6; Salmo 36; Vangelo di Luca 9, 57-62

beato Giacomo da Città della Pieve
 
 














Il nome: forse di origine ebraica; la radice "gb" potrebbe significare "proteggere" o "seguire".

Vita Terrena: circa 1270 - 1304.

Attività e caratteristiche: Nacque a Città della Pieve verso il 1270. Esperto nel diritto, fu l'avvocato dei poveri e degli oppressi. A sue spese fece restaurare la chiesa e l'ospizio fuori della Porta del Vecciano, dove accoglieva e serviva con estrema carità malati e poveri. Per aver difeso i loro diritti contro il vescovo di Chiusi, questi lo prese tanto in odio che lo fece uccidere a tradimento.

Legame con altri santi: beato Benedetto XI, papa.

Devozioni Particolari: il suo corpo è conservato a Città della Pieve nella chiesa dedicata al beato. I suoi concittadini lo venerano col titolo di "Elemosiniere".

Protezione: avvocati d'Italia

Diffusione del culto: Pio VII ne approvò il culto nel 1806.

Ricorrenza: 15 gennaio

Letture: 1ª Giovanni 3, 14-18; Salmo 111; Vangelo di Matteo 16, 24-27

Segni iconografici distintivi: circondato da sicari nel momento della sua morte; la presenza dell'abito dei Servi, del cordone francescano e del berretto degli Oblati dell'Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena.

beato Ubaldo da Borgo Sansepolcro
 
 
















 
Il nome: deriva dall'antico sassone "hyg" e "bald", latinizzato in "Ubaldus", significa "forte soccorritore".

Vita Terrena: nasce verso la metà del XIII secolo. Muore nel 1315.

Attività e caratteristiche: Entrato nell'Ordine dei Servi e ordinato sacerdote, si distinse per santità di vita e operosità. Grande fu la sua amicizia con san Filippo; e si racconta che essendo questi già in agonia, all'arrivo di fra Ubaldo sembrò riprendere un po' di vita e spirò poi tra le sue braccia. Ubaldo morì nel convento di Monte Senario intorno al 1315.

Legame con altri santi: san Filippo Benizi.

Devozioni Particolari: il suo corpo viene conservato nella Chiesa dei Servi di Monte Senario.

Protezione: -

Diffusione del culto: il suo culto fu confermato da Pio VII nel 1821.

Ricorrenza: 4 luglio

Letture: Filippesi 4, 4-9; Salmo 14; Vangelo di Luca 12, 35-40.

Segni iconografici distintivi: la pazienza piena d'acqua

beato Andrea da Borgo Sansepolcro
 
 



 
 
 
 Il nome: dal greco, significa "virilità e coraggio".

Vita Terrena: nasce nel XIII secolo, muore verso il 1315.

Attività e caratteristiche: Entusiasmato dalle parole e dalla vita di San Filippo, Andrea ricevette l'abito dei Servi nel 1278, nel convento di Borgo San Sepolcro. Amante della penitenza e della solitudine, si ritirò in un eremo presso il Borgo. Molti altri eremiti, attratti dal suo esempio, si unirono all'Ordine dei Servi, e si affidarono alla sua guida.

Legame con altri santi: san Filippo Benizi.

Devozioni Particolari: il suo corpo viene conservato nella chiesa dei Servi di Borgo Sansepolcro.

Protezione: -

Diffusione del culto: nel 1806, Pio VII ne confermò il culto.

Ricorrenza: 31 agosto

Letture: Colossesi 3, 1-4; Salmo 26; Vangelo di Marco 10, 17-30.


beato Tommaso da Orvieto

 
 











 
Il nome: dall'aramaico, significa "gemello".

Vita Terrena: nasce a cavallo dei secoli XIII e XIV. Morì nel 1343.

Attività e caratteristiche: Tommaso nacque a Orvieto, in Umbria tra la fine del secolo XIII e l'inizio del XIV. Spinto dal desiderio del cielo e dall'amore verso la Vergine, entro nell'Ordine dei Servi e, per la sua grande sensibilità al servizio verso tutti, chiese di far parte dei fratelli "conversi". Svolse per lunghi anni l'ufficio di questuante, segnalandosi per la sua carità e umiltà; la sua intensa preghiera ottenne da Dio vari prodigi.

Legame con altri santi: -

Devozioni Particolari: il suo corpo si conserva nella chiesa dei Servi di Orvieto.

Protezione: -

Diffusione del culto: nel 1768 Clemente XIII ne confermò il culto.

Ricorrenza: 27 giugno.

Letture: 1ª Timoteo 6, 6-12; Salmo 130; Vangelo di Luca 12, 29-34.

Segni iconografici distintivi: ramo di fichi.


beata Giovanna da Firenze
 










 
 
 
 
Il nome: deriva dall'ebraico e significa "il Signore ha avuto misericordia"

Vita Terrena: nasce nel XIII sec. Muore probabilmente nel 1367.

Attività e caratteristiche: fiorì nel primo secolo dell'Ordine dei Servi, ricevuto l'abito del terz'Ordine, si dedicò alla Vergine in una vita casta e penitente. Alcune antiche immagini la ritraggono con i santi più illustri dell'Ordine.

Diffusione del culto: Leone XII ne confermò il culto nel 1828.

Ricorrenza: l'Ordine dei Servi ne ricorda la memoria il 1 settembre; per le monache e suore la memoria è obbligatoria.

Letture: 1 Corinzi 10, 17 - 11, 2; Salmo 44; Vangelo di Luca 10, 38-42.

Segni iconografici distintivi: giglio o crocifisso tra le mani


beato Benincasa da Montepulciano
 
 

























 
Il nome: nome di buon auspicio andato in disuso da molti anni.

Vita Terrena: circa 1375 - 1426.

Attività e caratteristiche: nacque a Montepulciano circa l'anno 1375. Entrato giovinetto nell'Ordine dei Servi, condusse vita solitaria e penitente.

Legame con altri santi: -

Devozioni Particolari: Il suo corpo si conserva nella chiesa parrocchiale di Monticchiello, dedicata a San Leonardo.

Protezione: -

Diffusione del culto: Pio VIII ne confermò il culto nel 1829

Ricorrenza: 11 maggio

Letture: Filippesi 3, 8-14; Salmo 15; Vangelo di Luca 14, 25-33


beato Girolamo da Sant'Angelo in Vado
 
 
 

















Il nome: nome latino di derivazione greca, da "Hieronymus" che significa "nome sacro".

Vita Terrena: forse 1404 - 1468.

Attività e caratteristiche: Girolamo nasce agli inizi del secolo XV a Sant'Angelo in Vado. Ancora adolescente vestì l'abito dei Servi nel convento della sua città, dal quale per un po' di tempo dovette allontanarsi per compiere gli studi. Divenuto sacerdote, ritornò nel suo convento di origine. si distinse per l'amore al silenzio e alla solitudine, per lo spirito di contemplazione, per il dono del consiglio e della prudenza. Nel 1775 Pio VI ne approvò il culto.

Legame con altri santi: -

Devozioni Particolari: il suo corpo è conservato nella chiesa dei Servi di Sant'Angelo in Vado.

Protezione: comprotettore di Sant'Angelo in Vado.

Diffusione del culto: nel 1775 Pio VI ne approvò il culto.

Ricorrenza: 10 dicembre

Letture: Proverbi 2, 1-9; Salmo 33; Vangelo di Marco 5, 13-16


beata Elisabetta Picenardi
 
 
  




















Il nome: di origine ebraica, potrebbe significare "Dio ha giurato" oppure "Dio è il mio giuramento"

Vita Terrena: 1428 circa - 1468.

Attività e caratteristiche: Elisabetta nacque verso il 1428, forse a Cremona. Frequentava la chiesa di san Barnaba, a Mantova, officiata dai Servi, presso la quale abitava. Si consacrò al Signore e rivestì l'abito del nostro Ordine verso il quale dimostrò sempre grande predilezione: nel testamento, datato un anno prima della sua morte, lasciò ai frati il breviario e trecento ducati per il culto della chiesa. Grande fu il suo amore all'Eucarestia e alla Madre di Dio.

Legame con altri santi: -

Devozioni Particolari: Il suo corpo, già deposto nella chiesa di san Barnaba, dopo la soppressione del convento fu trasportato nel paese di Tor dei Picenardi (Cremona).

Protezione: -

Diffusione del culto: Pio VII ne approvò il culto nel 1804.

Ricorrenza: 19 febbraio

Letture: 1ª Corinzi 7, 25-28.32-35; Salmo 44; Vangelo di Luca 10, 38-42


beato Giacomo Filippo da Faenza 

 
 
















 
Il nome: Giacomo: forse di origine ebraica; la radice "gb" potrebbe significare "proteggere" o "seguire". Filippo: di origine greca, significa "amante dei cavalli".

Vita Terrena: 1454 - 1483.

Attività e caratteristiche: nacque nel 1454 a Celle di Monte Chiaro, in diocesi di Faenza. All'età di due anni fu colpito da epilessia; allora il padre fece voto di consacrarlo al Signore se fosse guarito. Ottenuta la grazia, a nove anni lo offrì a Dio nell'Ordine dei Servi. Giacomo Filippo si distinse per lo spirito di preghiera e di penitenza e per il suo amore alla Scrittura e alle opere dei Padri. Ordinato sacerdote, nella celebrazione dei divini misteri dimostrava la sua intensa spiritualità e il suo amore per la liturgia.

Legame con altri santi: -

Devozioni Particolari: Il suo corpo, dopo essere stato a lungo conservato nella chiesa dei Servi, è custodito nella chiesa cattedrale di Faenza.

Protezione: -

Diffusione del culto: Clemente XIII ne confermò il culto nel 1761.

Ricorrenza: 30 maggio

Letture: 2ª Timoteo 3, 14-17; Salmo 18; Vangelo di Giovanni 15, 9-17.

Segni iconografici distintivi: una crocetta e un cartiglio con la scritta "Dominus illuminatio mea".


beato Bonaventura da Forlì 
 
 
 















 
 
 
Il nome: nome benaugurante che significa "buona fortuna".

Vita Terrena: 1410 - 1491.

Attività e caratteristiche: nato a Forlì intorno al 1410. Entrato nell'Ordine dei Servi, si applicò allo studio della teologia, conseguendo il titolo di maestro. Nella predicazione mostrò grande coraggio e sapienza. Ricoprì numerose cariche nell'Ordine, svolgendo il suo servizio con estrema saggezza. Condusse vita penitente, amò la solitudine, promosse l'osservanza regolare.

Legame con altri santi: beato Giovannangelo Porro

Devozioni Particolari: A lungo a Venezia, il suo corpo venne trasferito a Udine nel 1977 e si conserva ora nel Santuario della Beata Vergine delle Grazie.

Protezione: -

Diffusione del culto: Pio X ne confermò il culto nel 1911.

Ricorrenza: 6 settembre

Letture: 1 Corinzi 1, 18-25; Salmo 95; Vangelo di Marco 1, 14-20

         
beato Giovannangelo Porro
 















 
 
Il nome: Giovanni: deriva dall'ebraico e significa "il Signore ha avuto misericordia", "dono del Signore"; Angelo: deriva dal greco "anghelos" che significa "messaggero o nunzio".

Vita Terrena: 1451 - 1505

Attività e caratteristiche: Giovannangelo Porro nacque nel 1451, nel ducato di Milano. Entrato nell'Ordine, visse dapprima nel convento milanese di santa Maria, poi fu trasferito a Firenze. Per dedicarsi interamente alla penitenza e alla contemplazione, si ritirò sul monte Senario, rimanendovi per quasi vent'anni. Fece ritorno, infine, a Milano, dove si preoccupò in modo speciale dell'educazione cristiana dei fanciulli.

Legame con altri santi: beato Bonaventura da Forlì

Devozioni Particolari: il suo corpo si conserva nella chiesa dei Servi a Milano.

Protezione: patrono dei bambini e dei catechisti

Diffusione del culto: fu proclamato beato da Clemente XII nel 1737.

Ricorrenza: 25 ottobre

Letture: Romani 12, 1-8; Salmo 1; Vangelo di Marco 9, 34-37



beato Bartolo da S. Angelo in Vado 


 
 
Il nome: deriva dall'ebraico aramaico (bar Talmay) che significa "figlio di Talmai"

Vita Terrena: Dalla Sinossi biografica si apprende : “...nato a Castellaccia di Carpegna nella parrocchia di San Michele al Bacciucaro, della famiglia Vagnerini…”., Visse nei secoli XIII e XIV nel convento di Sant’Angelo in Vado

Attività e caratteristiche:    

Legame con altri santi: beato Angelo da S. Angelo in Vado

Devozioni Particolari: il suo corpo si conserva nella chiesa di S. Maria dei Servi a S. Angelo in Vado (PU)

Protezione:

Diffusione del culto:

Ricorrenza:

Letture:


beato Ferdinando M. Baccillieri
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il nome: Deriva dal gotico Frithunanths che significa "ardito nella pace". Usato anche nella forma femminile Ferdinanda. Tra i personaggi più famosi che hanno portato questo nome ricordiamo: un principe del Portogallo, tre imperatori di Germania e alcuni granduchi di Toscana.

Vita Terrena: nasce a Campodoso di Finale Emilia (Modena) il 14 maggio 1821. Muore a Galeazza Pepoli il 13 luglio 1893.

Attività e caratteristiche: a 17 anni entrò nel noviziato della Compagnia dì Gesù a Roma, ma dovette desistere per motivi di salute. Ripresi gli studi nei seminari di Modena e Ferrara, in questa città fu ordinato sacerdote il 2 marzo 1844. Nel 1850, all'università di Bologna, consegui la laurea «in utroque». Temporaneamente assegnato alla parrocchia rurale di Galeazza Pepoli, fu confermato nell'ufficio per l'efficacia del suo apostolato. Resse quindi questa parrocchia fino alla morte nel 1893
Caratteristiche del servizio pastorale del Baccilìeri furono l'istruzione cristiana e numerose iniziative sociali favorite curando molteplici associazioni. Terziario Servo di Maria, nel 1855 iniziò nella sua parrocchia un sodalizio del Terz'Ordine servitane. Il gruppo femminile del Terz'Ordine scelse ben presto una forma di vita religiosa consacrata, inizialmente in famiglia, poi, a partire dal 1862, con la vita comune. Da questo gruppo iniziale ebbe origine la Congregazione delle Serve di Maria di Galeazza.
Del Baccilieri, tuttora largamente venerato, furono esemplari, oltre all'intensa cura pastorale, la vita povera, la rinomata e dotta predicazione, l'assiduità al confessionale, la propagazione della devozione alla Vergine, soprattutto Addolorata, il vigore, lo zelo e l'intelligenza con cui seppe coinvolgere, in tempi non facili, il laicato nella vita della comunità ecclesiale. Nei 41 anni di permanenza, quale semplice parroco di campagna, a Galeazza Pepoli, esaltò con l'esempio la figura del sacerdote umile e colto, uomo di preghiera e pienamente partecipe delle sofferenze e dei problemi della sua gente. Il Baccilieri, che amava definirsi, nelle sue Lettere ai Superiori dell'Ordine, «fra Ferdinando M. Baccilieri, terziariuccio dei Servi», ebbe vivissimo il senso della spiritualità servitana. Conclusosi nel 1961 il processo informativo diocesano, la causa passò alla Congregazione per le cause dei Santi.

Diffusione del culto: conclusosi nel 1961 il processo informativo diocesano, la causa passò alla Congregazione per le cause dei Santi. Ferdinando Maria Baccillieri venne dichiarato beato da papa Giovanni Paolo II nel 1991.

Ricorrenza: 1 luglio, memoria per l'Ordine dei Servi.
 
 
beata Maria Maddalena Starace
 















Il nome: Maria: nome ebraico di probabile origine egizia, legato al verbo amare, composto a "Maddalena" significa "originaria di Magdala".

Vita Terrena: nasce il 5 settembre 1845 a Castellamare di Stabia (Napoli); muore il 13 dicembre 1921.

Attività e caratteristiche: Costanza Starace, prima di sei figli, fu dalla mamma, subito dopo il battesimo, consacrata alla Vergine Addolorata. Educata cristianamente, prima in casa, poi presso vari convitti, sentì presto una viva inclinazione per il chiostro. A 12 anni entrò in convento, ma due anni dopo, per malattia, fu costretta a ritornare in famiglia. A 15 anni si legò a Dio con voti privati; a 21 anni, ancora come «monaca in casa», ricevette dal suo Vicario diocesano Francesco Saverio Petagna, l'abito di Terziaria Serva di Maria. Per la circostanza assunse il nome di Maria Maddalena della Passione. Era già da tempo impegnata nell'istruzione e nell'assistenza alle giovani, quando il suo Vescovo ottenne dal padre della Starace la donazione di una casa per accogliervi alcune orfane abbandonate, il cui numero crebbe in breve tempo, tanto che Maddalena della Passione ebbe bisogno di collaboratrici. Anche queste ottennero di vestire l'abito dì Terziarie Serve di Maria. Il piccolo gruppo fu eretto in comunità religiosa, con superiora Maria Maddalena delia Passione. Ciò avveniva nel 1869, anno dì nascita della futura Congregazione delle Compassioniste Serve di Maria.
Nel rapido sviluppo dell'opera avviata da Maria Maddalena della Passione, avrà decisiva influenza Mons. Vincenzo Sarnelli. Vescovo di Castellamare di Stabia, poi arcivescovo di Napoli e anch'egli terziario Servo di Maria. Nel 1893, superate non poche difficoltà, la nuova Congregazione venne aggregata all'Ordine dei Servi dì Maria. La Fondatrice assistè alla promettente crescita della sua opera. Morì il 13 dicembre 1921.
Ha lasciato numerosi scritti: un'autobiografia, conferenze, lettere circolari alle suore, un fitto epistolario.

Devozioni Particolari: Numerose grazie speciali si attribuiscono alla sua intercessione. I suoi resti mortali riposano nel santuario del Sacro Cuore di Scanzano di Stabia. Sovrasta il sarcofago la scritta: «Visse di umiltà, di preghiera, di sacrificio. Sua unica gloria l'esser Serva di Maria».

Diffusione del culto: il 7 luglio 2003 alla presenza del Santo Padre Giovanni Paolo II è stato firmato dal cardinale Giuseppe Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Decreto sull'eroicità delle virtù di Madre Maddalena Starace. Viene proclamata beata il 15 aprile 2007.

Ricorrenza: 5 settembre, memoria facoltativa per l'Ordine dei Servi.
 
 
beata Guadaluper Ricart Olmos
 














Vita Terrena: nasce ad Alabal (Valencia, Spagna) il 23 febbraio 1881. Muore il 2 ottobre 1936.

Attività e caratteristiche: fu battezzata con il nome di Francesca. Ebbe un'infanzia e un'adolescenza serene, distinguendosi per una tenera devozione alla Madonna e per il vivo desiderio di essere fedele a Gesù fino alla morte. Nel 1896, alla soglia dei 16 anni, entrò nel monastero della Vergine Addolorata «Pie de la Cruz» di Valencia, vestendo l'abito delle claustrali Serve di Maria. L'anno successivo, nella festività di Santa Giuliana Falconieri, emise i voti con l'intento di una donazione totale a Dio. In monastero ricoprì, a varie riprese, gli uffici di Maestra e di Priora, assolvendoli con dedizione e umiltà. Molto attratta dalla spiritualità servitana, impostò la sua vita contemplativa nella continua riflessione e meditazione sulla Passione di Cristo e sui Dolori della Madonna. Allo scoppiare della guerra civile spagnola, consapevole dei pericoli, si dichiarò pronta ad offrire la propria vita al Signore, anche con il martirio, incitando le consorelle a condividere questa interiore disposizione.
Nel 1936, assieme alle sue consorelle, fu costretta dai «miliziani» ad abbandonare il monastero. Riparò nella casa paterna, continuando ad offrire la propria testimonianza di fede e ad offrire la sua vita per la conversione dei peccatori e affinchè il popolo di Spagna non si allontanasse dalla fede cristiana.
Il 2 ottobre 1936, verso mezzanotte, i «miliziani» irruppero nella casa paterna, strapparono ai familiari Suor Maria Guadalupe, la condussero in aperta campagna e la trucidarono perché «religiosa e nubile». Aveva 55 anni. Le testimonianze dei parenti presentì alla cattura, attestano che ella seguì serena ì suoi carnefici, ripetendo che si sarebbe offerta come «ostia» per la preservazione della fede in Spagna e per la rinascita, nella sua terra, dell'Ordine dei Servi di Maria.
Maria Guadalupe Ricart Olmos non ha lasciato scritti, ma la sua memoria è ancor viva in Spagna.

Diffusione del culto: Il processo canonico, terminò a Valencia nel 1958. Viene canonizzata insieme ad altri 233 martiri spagnoli da papa Giovanni Paolo II l'11 marzo del 2001.

Ricorrenza: 2 ottobre, memoria per l'Ordine dei Servi; festa per le monache e le suore dell'Ordine.

* * *
 
FONTE:

* SS. Annunziata - Firenze
* Chiesa Marche
* archivio privato del BLOG

La Valtorta ... negativo!





3 ottobre 2002

         Reverendissimo Padre,
rispondo alla Sua istanza a favore dell’introduzione della Causa di Beatificazione di Maria Valtorta.
I Vescovi toscani, da me consultati secondo le norme vigenti in materia, hanno dato, quasi all’unanimità, parere negativo. Pertanto, almeno per il momento, ritengo che si debba rinunciare a fare ulteriori passi.
La saluto con stima ed affetto nel Signore.
+ Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze
 
Dunque non se ne parla, “almeno per il momento”. L’ora del discernimento sulla base di un sereno esame degli Scritti – unici testimoni della santità di Maria Valtorta – non è ancora arrivata.

Arriverà mai?

sabato 21 marzo 2015

Credo in un Cristianesimo...


... che ci ridoni tutto il nostro essere umani secondo la Santa Umanità di Gesù.






Oggi la gente ti giudica,
per quale immagine hai.
Vede soltanto le maschere,
e non sa nemmeno chi sei.

Devi mostrarti invincibile,
collezionare trofei.
Ma quando piangi in silenzio,
scopri davvero chi sei.

Credo negli esseri umani.
Credo negli esseri umani.
Credo negli esseri umani
che hanno coraggio,
coraggio di essere umani

Credo negli esseri umani.
Credo negli esseri umani.
credo negli esseri umani
che hanno coraggio,
coraggio di essere umani.

Prendi la mano e rialzati,
tu puoi fidarti di me.
Io sono uno qualunque,
uno dei tanti, uguale a te.

Ma che splendore che sei,
nella tua fragilità.
E ti ricordo che non siamo soli
a combattere questa realtà.

Credo negli esseri umani.
Credo negli esseri umani.
Credo negli esseri umani che hanno coraggio,
coraggio di essere umani.

Credo negli esseri umani.
Credo negli esseri umani.
Credo negli esseri umani che hanno coraggio,
coraggio di essere umani.

Essere umani.

* * *
 


"Pensare al suo silenzio mite: questo sarà il tuo sforzo. Lui farà il resto. Lui farà tutto quello che manca. Ma devi fare quello: nascondere la tua vita in Dio con Cristo. Questo si fa con la contemplazione dell'umanità di Gesù, dell'umanità sofferente. Non c'è un'altra strada: non ce n'è. E' l'unica. Per essere buoni cristiani, contemplare l'umanità di Gesù e l'umanità sofferente. Per dare testimonianza, per poter dare questa testimonianza, quello. Per perdonare, contempla Gesù sofferente. .... per diventare umili, magnanimi, teneri". (Papa Francesco)


* * *

L'amore, amore, amore
ha vinto, vince, vincerà.
L'amore, amore, amore
ha vinto, vince, vincerà.

L'amore, amore, amore
ha vinto, vince, vincerà.
L'amore, amore, amore,
ha vinto, vince, vincerà.

Credo negli esseri umani.
Credo negli esseri umani.
Credo negli esseri umani che
hanno coraggio,
coraggio di essere umani.

Credo negli esseri umani.
Credo negli esseri umani.
Cedo negli esseri umani che hanno coraggio,
coraggio di essere umani.

Essere umani.
Essere umani.

(Marco Mengoni, 2015)

giovedì 19 marzo 2015

Redemptoris Custos, ora pro nobis!

 
Parrocchia San Bartolomeo
Brugherio (MB)


Le letture vogliono descrive chi è Giuseppe in riferimento alla storia della salvezza.
Chi sono io in riferimento alla storia della salvezza?
Egli discendenza di Davide, in cui si innesta la stirpe della famiglia di Nazaret di cui Giuseppe è capo famiglia.
Giuseppe è il sostegno genealogico. Propaggine per una nuova umanità.
Nella secondo lettura, creando un parallelo con Abramo, Giuseppe è l’uomo della fede.
Questa fede è la virtù per diventare veramente eredi della promessa di Abramo.
Così Giuseppe è anche propaggine per una continuata speranza, sempre più duratura ed eterna.
Nel Vangelo infine Giuseppe è l’uomo che si affida ad un progetto di Dio che non comprende tutto, ma è certo che è cosa buona.
Ecco così descritto San Giuseppe.
Un uomo nuovo, pieno di speranza e affidato a Dio. Concludo con un testo di Giovanni Paolo II:
28. In tempi difficili per la Chiesa Pio IX, volendo affidarla alla speciale protezione del santo patriarca Giuseppe, lo dichiarò «Patrono della Chiesa cattolica» (S. Rituum Congreg., «Quemadmodum Deus», die 8 dec. 1870: «Pii IX P. M. Acta», pars I, vol. V, 283). Il Pontefice sapeva di non compiere un gesto peregrino, perché a motivo dell'eccelsa dignità concessa da Dio a questo suo fedelissimo servo, «la Chiesa, dopo la Vergine Santa, sposa di lui, ebbe sempre in grande onore e ricolmò di lodi il beato Giuseppe, e di preferenza a lui ricorse nelle angustie» (S. Rituum Congreg., «Quemadmodum Deus, die 8 dec. 1870: «Pii IX P. M. Acta+, pars I, vol. V, 282s).
Quali sono i motivi di tanta fiducia? Leone XIII li espone così: «Le ragioni per cui il beato Giuseppe deve essere considerato speciale Patrono della Chiesa, e la Chiesa, a sua volta, ripromettersi moltissimo dalla tutela e dal patrocinio di lui, nascono principalmente dall'essere egli sposo di Maria e padre putativo di Gesù... Giuseppe fu a suo tempo legittimo e naturale custode, capo e difensore della divina Famiglia... E' dunque cosa conveniente e sommamente degna del beato Giuseppe, che, a quel modo che egli un tempo soleva tutelare santamente in ogni evento la famiglia di Nazaret, così ora copra e difenda col suo celeste patrocinio la Chiesa di Cristo» («Quamquam Pluries», die 15 aug. 1889: «Leonis XIII P. M. Acta», IX [1890] 177-179).
29. Questo patrocinio deve essere invocato ed è necessario tuttora alla Chiesa non soltanto a difesa contro gli insorgenti pericoli, ma anche e soprattutto a conforto del suo rinnovato impegno di evangelizzazione nel mondo e di rievangelizzazione in quei «paesi e nazioni dove - come ho scritto nell'esortazione apostolica "Christifideles Laici" - la religione e la vita cristiana erano un tempo quanto mai fiorenti», e che «sono ora messi a dura prova» (34). Per portare il primo annuncio di Cristo o per riportarlo laddove esso è trascurato o dimenticato, la Chiesa ha bisogno di una speciale «virtù dall'alto» (cfr. Lc 24,49; At 1,8), donazione certo dello Spirito del Signore non disgiunta dall'intercessione e dall'esempio dei suoi santi. (Redemptoris Custos, 1989).
Amen.

mercoledì 18 marzo 2015

Decreti, 2 santi e 7 venerabili





CITTA' DEL VATICANO, 18 Marzo 2015 (Zenit.org) - Ci sono anche i genitori di Santa Teresa di Lisieux tra i nuovi santi di cui Papa Francesco ha approvato oggi la promulgazione dei decreti. Ricevendo in udienza il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il cardinale Angelo Amato, il Santo Padre ha riconosciuto il miracolo attribuito all'intercessione dei Beati coniugi Lodovico Martin, laico e padre di famiglia; nato a Bordeaux il 22 agosto 1823 e morto ad Arnières il 29 luglio 1894, e Maria Zelia Guérin in Martin, laica e madre di famiglia; nata a Saint-Denis-Sarthon il 23 dicembre 1831 e morta ad Alençon il 28 agosto 1877.

Orologiaio lui, proprietaria di un negozio di merletti lei, si conobbero nel 1858, dopo un tentativo da parte di entrambi di entrare in monastero. Dal loro solido matrimonio nacquero nove figli, di cui quattro morirono in tenera età. Impostarono la loro vita familiara sulla preghiera comune, non mancando mai ogni giorno di partecipare ad una Messa o ad una adorazione notturna. Santa Teresa disse infatti: “Il Signore mi ha dato due genitori più degni del cielo che della terra”.

Oltre ai beati coniugi, il Papa ha autorizzato il dicastero a promulgare anche i decreti riguardanti:

- le virtù eroiche del Servo di Dio Francesco Gattola, Sacerdote diocesano, Fondatore della Congregazione delle Suore Figlie della Santissima Vergine Immacolata di Lourdes, nato a Napoli il 19 settembre 1822 ed ivi morto il 20 gennaio 1899;

- le virtù eroiche del Servo di Dio Pietro Barbarić, Novizio Scolastico della Compagnia di Gesù; nato a Klobuk (Bosnia ed Erzegovina) il 19 maggio 1874 e morto a Travnik (Bosnia ed Erzegovina) il 15 aprile 1897;

- le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Aikenhead, Fondatrice dell'Istituto delle Suore della Carità in Irlanda; nata a Cork (Irlanda) il 19 gennaio 1787 e morta a Dublino (Irlanda) il 22 luglio 1858;

- le virtù eroiche della Serva di Dio Elisabetta Baldo, già Vedova, Fondatrice della Pia Casa di San  Giuseppe a Gavardo, Confondatrice della Congregazione delle Umili Serve del Signore; nata a Gavardo (Italia) il 29 ottobre 1862 ed ivi morta il 4 luglio 1926;

- le virtù eroiche della Serva di Dio Vincenza della Passione del Signore (al secolo: Edvige Jaroszewska), Fondatrice della Congregazione delle Suore Benedettine  Samaritane della Croce di Cristo; nata a Piotrków Trybunalski (Polonia) il 7 marzo 1900 e morta a Warszawa (Polonia) il 10 novembre 1937;

- le virtù eroiche della Serva di Dio Giovanna della Croce (al secolo: Giovanna Vázquez Gutiérrez), Monaca professa del Terzo Ordine di San Francesco, Abbadessa del Convento di Santa Maria della Croce a Cubas di Madrid; nata a Villa de Azaña oggi Numancia La Sagra (Spagna) il 3 maggio 1481 e morta  a Cubas de La Sagra (Spagna) il 3 maggio 1534;

- le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Orsola Bussone, Laica; nata a Vallo Torinese (Italia) il 2 ottobre 1954 e morta a Ca' Savio (Italia) il 10  luglio 1970.

San Martino e il Drago






San Martino. Chi non conosce il santo caritatevole di Tours, famoso per il gesto del mantello?

Nasce in Pannonia (oggi in Ungheria) a Sabaria da pagani. Viene istruito sulla dottrina cristiana ma non viene battezzato. Figlio di un ufficiale dell'esercito romano, si arruola a sua volta, giovanissimo, nella cavalleria imperiale, prestando poi servizio in Gallia. È in quest'epoca che si colloca l'episodio famosissimo di Martino a cavallo, che con la spada taglia in due il suo mantello militare, per difendere un mendicante dal freddo. Lasciato l'esercito nel 356, già battezzato forse ad Amiens, raggiunge a Poitiers il vescovo Ilario che lo ordina esorcista (ordine minore nel cammino per il sacerdozio). Dopo alcuni viaggi Martino torna in Gallia, dove viene ordinato prete da Ilario. Nel 361 fonda a Ligugé una comunità di asceti, che è considerata il primo monastero databile in Europa. Nel 371 viene eletto vescovo di Tours. Per qualche tempo, tuttavia, risiede nell'altro monastero da lui fondato a quattro chilometri dalla città, e chiamato Marmoutier. Si impegna a fondo per la cristianizzazione delle campagne. Muore a Candes nel 397.

Qui la storia di San Martino.

Ma il titolo di questa ricerca è legata ad una iconografia trovata in una libreria a Monza lo scorso febbraio. Un santino della ditta Egim (serie Isonzo 409) porta la dicitura San Martino, senza specificare nulla. Certo mi incuriosisce, potrebbe essere un tebeo, uno dei tanti della Legione.

Poi il retro del medesimo santino mi fa capire che è il Santo di Tours.
 
 
Se analizziamo l’immagine capiamo che è un errore iconografico.

La palma e il drago fanno di questo soldato romano, un legionario, un martire, probabilmente san Giorgio, però non è certamente il Santo di Tours come lo descrive la preghiera sul retro.

Diciamo che hanno voluto variare l’iconografia del santo pastore delle Gallie, utilizzando un soggetto che lo richiamasse, ma che in realtà è solo un pasticcio iconografico da …. sbadati!

mercoledì 4 marzo 2015

San Lucio I, papa





San Lucio I, papa, nato a Roma, governò la Chiesa come successore di Pietro dal 25 giugno 253 al 5 marzo 254.
Sepolto precedentemente nel Cimitero di Callisto, fu poi da papa Pasquale I traslato in S. Cecilia. Sue reliquie insigni sono a S. Sisto a Via Appia in un cofanetto murato nella parete sinistra.
Nella chiesa di S. Cecilia venne posto in un sarcofago, oggi nella cripta voluta dal cardinale Rampolla del Tindaro, unitamente ai resti di Urbano martire.
Il 19 ottobre del 1589 vi fu la ricognizione delle reliquie e il 22 novembre dello stesso anno Clemente VIII le ricollocò nel loro sito.
L’antico Martirologio Romano in data 4 marzo, riportava: A Roma, sulla via Appia, il natale di san Lucio primo, Papa e Martire, il quale nella persecuzione di Valeriano per la fede di Cristo mandato prima in esilio, e poi per divino volere avendo ottenuto il permesso di ritornare alla sua Chiesa, finalmente, dopo essersi moltissimo affaticato contro i Novaziani, con la decapitazione compì il martirio. San Cipriano poi lo celebrò con somme lodi.

Il nuovo Martirologio Romano, edito in italiano nel 2004, riporta in data 5 marzo:
“A Roma sulla via Appia nel cimitero di Callisto, deposizione di san Lucio, papa, che, successore di san Cornelio, subì l’esilio per la fede in Cristo e, insigne testimone della fede, affrontò le difficoltà del suo tempo con moderazione e prudenza”.