lunedì 28 maggio 2012

Martiri contesi: i Santi Vittore e Corona



Santi Vittore e Corona Martiri
Siria, III secolo





Martirologio Romano, 14 maggio: In Siria, santi Vittore e Corona, martiri, che subirono insieme il martirio.






La Sicilia dice di aver dato i natali, Otricoli di possederli, ma il Martitologio Romano afferma diversamente ... ora Feltre li custodisce.





Santi Vittore e Corona, martiri
14 Maggio

Vittore, soldato romano, visse a Messina nel II secolo. Il pretore Sebastiano, avendo saputo della sua critica situazione, lo invitò ad abiurare la propria fede, ma, avendone ottenuto un rifiuto lo fece arrestare e torturare. Condannato al rogo, dopo tre giorni di fuoco fu ritrovato illeso scatendando le ire del pretore, che lo fece avvelenare, gli fece tagliare le mani e lo fece scuoiare. Corona, moglie di un altro soldato, vedendo quella scena sentì nel cuore il desiderio di convertirsi e abbracciò le fede cristiana, condannando apertamente l'operato del pretore. Sebastiano, allora, la fece prendere e uccidere allo stesso modo di Vittore e ne fece tagliare il corpo in due. Era l'anno 164.

FONTE: I SANTI SICILIANI di C. Gregorio – Intilla Editore





La traslazione delle Reliquie
È difficile stabilire quando i corpi dei Martiri vennero trasportati a Feltre.
In una tavoletta di piombo, racchiusa nell’arca e risalente ai secoli VIII-IX, il Vescovo Solino ricorda che i
corpi dei Santi Martiri furono trasportati dal luogo del martirio - forse, la Siria, data la vicinanza - a Cipro, dal suo predecessore, il martire Teodoro, nell’anno 205 d.C. e come lui stesso li fece deporre in un sepolcro più degno. La provenienza dall’Oriente dei corpi, come vuole la tradizione, è confermata anche dai tipi di polline rinvenuti di recente (1981) sulle Reliquie da una équipe di studiosi dell’Università di Padova.
Da Cipro, attraverso varie traslazioni, i corpi pervennero a Venezia, come quello di S. Marco dove rimasero per vario tempo e dove esiste la tradizione di una antichissima chiesa intitolata a S. Vittore rifatta e intitolata a S. Moisè. Da Venezia i Santi arrivarono sul Miesna probabilmente nel secolo IX.


Fonte: SANTUARIO DI FELTRE


Santa Corona Martire
detta anche Stefania
14 Maggio


San Senatro (Senatore) Monaco





Santo italo-greco, monaco basiliano (cioè religioso secondo le regole di vita monastica di S. Basilio Magno di Cesarea di Cappadocia).

S. Senatro (o Senatore di Missanello, come lo indica p. Alessio) è nato in Sicilia nella prima metà del X secolo (anche se alcune fonti lo definiscono "il calabrese"). Vissuto prima nel Mercurion di Rossano, poi si stabilì fino alla morte nel monastero di S. Elia in Missanello (fondato da S. Vitale di Castronovo), dove, ancora oggi, si conservano le reliquie.
Qui muore un 11 Novembre di un anno introno al Mille.

Un documento certo su San Senatro è la “Bolla” di papa Eugenio III (beato, al secolo Bernardo Paganelli, eletto 167° papa il 18 febbraio 1145, morto l'8 luglio 1153), datata 1 agosto 1151 che attesta S. Senatro è vissuto a Missanello nel monastero di S. Elia e in cui viene riconosciuto il culto pubblico al Santo. La statua è del XVI secolo.

Beata Margarita da Piazza, vergine




7 Settembre

Nata a Piazza Armerina nel 1495 da Giovanni Tommaso dei Corleoni (detto Calascibetta) e Angela Negro, ben presto lasciò la casa materna per assistere il fratello Antonino, sacerdote, che le insegnò a leggere e a conoscere le cose di Dio e le vite dei santi. Dopo aver incontrato il beato Simone da Calascibetta, decise di diventare terziaria francescana professa e si dedicò a una vita di penitenza e preghiera. I frequenti digiuni e la grande carità di questa pia donna la fecero presto conoscere in tutta la Sicilia e, spesso, visitò monasteri femminili per esortare le monache all'osservanza dei voti e alla carità. Visse d'elemosine, donando sempre tutto ai poveri e ai bisognosi. Morì il 7 Settembre 1560.

Beato Vincenzo Maria Izquiero Alcòn

sacerdote dell’Arcidiocesi di Valencia e martire




Beato Vincenzo Maria Izquiero Alcòn
Basilica di Nostra Signora “de los Desamparados” in Valencia
(opera di Melchor Gutiérrez San Martín)


nato il 24 maggio 1891 a Mosquerela, Teruel (Spagna)
morto per la fede il 18 agosto 1936 a Rafelbunyol, Valencia (Spagna)

Appartiene al gruppo dei Beati 233 martiri spagnoli di Valencia, beatificati del beato Giovanni Paolo II il 11 marzo 2001.

Martirologio Romano, 18 agosto: Nel villaggio di Rafelbunyol nel territorio di Valencia in Spagna, beato Vincenzo Maria Izquierdo Alcòn, sacerdote e martire, ucciso anch’egli in odio alla fede.


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Nuovo record per il Papa beati 233 martiri spagnoli
12 marzo 2001 – La Repubblica.it

CITTA' DEL VATICANO Un nuovo record di beatificazioni e un nuovo appello contro il terrorismo spagnolo: ancora due obiettivi centrati da papa Wojtyla, ieri mattina in piazza San Pietro. Alla presenza di oltre 30 mila pellegrini giunti in gran parte dalla penisola iberica, Giovanni Paolo II eleva agli onori degli altari 233 religiosi e laici cristiani uccisi durante la guerra civile di Spagna e, per l' occasione, lancia un accorato appello per «la fine del terrorismo in Spagna», ritornato di nuovo drammaticamente in auge negli ultimi tempi. L' esortazione arriva nel mezzo di una beatificazione senza precedenti: mai nella storia della Chiesa un Papa aveva creato un numero così alto di beati in una sola celebrazione. Papa Wojtyla, parlando in spagnolo, ha esplicitamente affidato «alla intercessione dei nuovi beati una intenzione che alberga nei cuori: la fine del terrorismo in Spagna» che, specifica, va avanti da decenni con una serie orrenda di violenze e assassini, e ha «radice in una logica perversa che va denunciata». « Il terrorismo per Wojtyla nasce dall' odio, è radicalmente ingiusto e incrementa le situazioni di ingiustizia, offende gravemente Dio e la dignità delle persone; con il terrore l' uomo perde sempre, solo la pace costruisce i popoli; il terrore è nemico dell' umanità». E' il male che lamenta ancora il Papa grava sulla Spagna, dove «una serie orrenda di violenze e assassini ha causato numerose vittime e grandi sofferenze. Nessun motivo, nessuna causa o ideologia possono giustificarlo, solo la pace costruisce i popoli e il terrore è nemico dell' umanità». Nella successiva domenicale preghiera dell' Angelus, Wojtyla è tornato ad evocare il significato del martirio, ricordando in particolare «le comunità cristiane e i singoli cristiani che oggi soffrono e sono perseguitati a causa della fede». A questi «fratelli ha esortato il Papa vadano le nostre preghiere e le nostre raccomandazioni a Dio», magari attraverso la riscoperta del rosario che «in ogni epoca ha costituito un valido aiuto per innumerevoli credenti e, specialmente, per quelli che soffrono». I 233 nuovi beati provengono, in gran parte, dalla provincia di Valencia, e sette della Catalogna; 39 i laici e, tra gli altri, 37 sacerdoti dell' Azione cattolica, due suore figlie di Maria Ausiliatrice e religiosi di vari ordini, dai cappuccini, ai conventuali, ai gesuiti. Col rito di ieri, Giovanni Paolo II porta a 1.229 i beati proclamati nel suo pontificato in 124 celebrazioni; 446 i santi "wojtyliani", in 40 cerimonie. I predecessori di questo Papa, dal 1588 (cioè dall' anno di costituzione del dicastero vaticano per i santi) fino al 1978 (l' anno dell' elezione di Giovanni Paolo II), hanno proclamato complessivamente 1.310 beati e 300 santi. - ORAZIO LA ROCCA



Beato Luigi Biraghi, sacerdote





Nacque a Vignate (MI) il 2 novembre 1801, quinto degli otto figli di Francesco Biraghi e Maria Fina; a 12 anni entrò nel piccolo seminario di Castello sopra Lecco, fu ordinato sacerdote il 28 maggio 1825 a 24 anni. Subito destinato all’insegnamento nei Seminari di Castello sopra Lecco, di Seveso e di Monza, nel 1833 fu direttore spirituale del Seminario Maggiore di Milano; nel 1855 fu nominato dottore della prestigiosa Biblioteca Ambrosiana e nel 1864 viceprefetto.

Fu educatore dei beati Talamoni e Mazzucconi.

Il papa Pio IX lo stimava moltissimo, tanto che nel 1862 gli chiese di farsi mediatore e paciere nel clero milanese, in quel tempo di contrasti diviso in due fazioni; i sostenitori della nuova unità nazionale italiana che stava concretizzandosi, ed i sostenitori del potere temporale dei Papi.

Mons. Luigi Biraghi, uomo di grande cultura e profonda vita interiore, fondò l’Istituto delle Suore di Santa Marcellina, per l’educazione della gioventù femminile. L’Istituto, popolarmente detto delle “Marcelline”, fu fondato da mons. Luigi Biraghi nel 1838 a Cernusco sul Naviglio, con la collaborazione di madre Marina Videmari (1812-1891) che ne fu la prima superiora e la continuatrice della fondazione dopo la morte di lui.

Mons. Biraghi consacrò tutte le sue energie, fino all’ultimo, alla formazione spirituale delle sue suore ed all’organizzazione della nuova Congregazione. Morì l’11 agosto 1879 a 78 anni, fu sepolto nella tomba di famiglia a Cernusco sul Naviglio, ma poi nel 1951 le sue spoglie furono traslate nella Cappella della Casa-madre delle Marcelline sempre a Cernusco. È stato proclamato beato il 30 aprile 2006 nel Duomo di Milano.