martedì 28 febbraio 2017

Santa Fausta, prega per noi!




Fausta, martire, secondo il Baronio subì il martirio nel IV secolo, i suoi resti, unitamente a quelli della figlia Anastasia furono posti, in epoca imprecisata, sotto l’altare maggiore della chiesa di S. Anastasia al Palatino.
 
Ma l'immagine che ammirate, non è la madre di S. Anastasia. Stiamo parlando di omonima martire romana estratta dalle catacombe e conservata già dal 1621 in una località della provincia del capoluogo ligure.
 
 
 
 
Dall'iconografia si deduce che è una martire, e fu sottoposta al supplizio delle frecce e della graticolo come i rispettivi martiri romani Sebastiano e Lorenzo. Per di più la nostra martire è anche un vergine, visto che impugna nella mano un serto di gigli e una foglia di palma.
 
 
 
Altri martiri romane - di nome Fausta - estratte dalle catacombe sono venerate a:
- Salandra (MT)
- Frosinone
 
 

sabato 25 febbraio 2017

San Ciriaco di Roma

 



S. Ciriaco D. M.
compatrono di Filetto (SA)
Tra i santuari dell'Orbe italico uno è dedicato al Santo diacono e martire di Roma, in Irpinia, a Torre Le Nocelle (AV).
 
Qui il culto ebbe inizio con l'arrivo di alcune reliquie nel 1635 (data sospetta, visto che siamo in piena epoca di corpi santi.... ma Dio solo sa di chi sono quelle sacre ossa ... per noi sono di San Ciriaco di Roma!).
 
Per certo sappiamo che le reliquie del Martire sono presenti a Roma e la sacra testa è nella Chiesa di S. Maria in Via Lata, luogo da dove arrivarono nel XVII - per dare vigore al culto - a Torre Le Nocelle (AV).

In questa località irpina è anche conservato il sangue del Martire e il miracolo della liquefazione avviene puntualmente




S. Ciriaco D.M.
patrono di Torre Le Nocelle (SA)
Il culto è presente in varie parti dell'Europa, grazie anche alla traslazione di alcune reliquie a Neuhausen (Germania).


Chi è S. Ciriaco?

S. Ciriaco fu Diacono illustre della Chiesa di Roma con i Papi Marcellino e Marcello (296-309). In quei tempi il Diacono aveva molta parte nella Chiesa: predicazione, amministrazione dei santi sacramenti, aiuto ai poveri e agli ammalati. Perciò Ciriaco come Diacono operò numerose conversioni alla fede cattolica e guarì molti infermi; egli a Roma era conosciuto da tutti per il suo zelo, per la sua carità e per il suo amore al servizio dei bisognosi, tutto facendo per amore di Gesù Cristo.

Noi qui vogliamo ricordare tre fatti della sua vita a Roma. Quando Diocleziano costruì le terme a Roma, Ciriaco era uno dei cristiani che l'imperatore costrinse ai lavori. Ciriaco nei lavori ed in carcere si distinse per la sua carità ed il servizio. Poi, essendo Artemia, figlia di Diocleziano, ammalata e l'imperatore avendo saputo che solo Ciriaco potesse guarirla, lo fece liberare dal carcere e dai lavori e lo pregò di guarirgli la figlia. Ciriaco, commosso, guarì Artemia e ne cacciò il demonio che la affliggeva. In seguito a questo fatto Artemia volle il Santo Battesimo e Diocleziano donò al Diacono Ciriaco una casa a Roma. Anche la famiglia del re persiano Sapore aveva lo stesso male e Diocleziano con la moglie Serena, avendone avuta richiesta da Sapore, inviarono Ciriaco in Persia dove operò la guarigione di Giobbia, liberandola dal demonio. Essa stessa, il padre Sapore e molti persiani si fecero battezzare. Sapore voleva regalare a Ciriaco molte ricchezze ma il Diacono non accettò e fece ritorno a Roma dopo 45 giorni di digiuno. Due anni dopo questo fatto Diocleziano morì e Massimiano, geloso e adirato per la conversione della sorella Artemia, fece togliere la casa a Ciriaco e lo fece incarcerare. Il pretore Carpazio non riuscì a far cedere nell'idolatria Ciriaco e i suoi compagni e dopo averlo legato sul cavalletto torturatore e versato pece bollente sul corpo lo fece decapitate insieme a Largo, Smaragdo ed altri compagni. (FONTE)
 
* * *

È patrono della città di Ciriè (TO), di Torre Le Nocelle (AV), ed compatrono di Felitto (SA).

Il culto a Ciriè ha una curiosità: perché qui lo si era anche definito appartenente alla legione tebea, ma questa definizione non trova nessun riscontro locale.






San Seriè, in dialetto piemontese, da cui la toponomastica, è venerato con una sagra agostana.

PREGHIERA






O glorioso S. Ciriaco, voi che dal Pontefice
S. Marcellino per il vostro zelo foste elevato
alla dignità di Diacono della Chiesa Romana
e che sopportaste con santa intrepidezza
gli slogamenti delle membra,
i laceramenti della carne,
la pece bollente, e la morte stessa, volgete il
vostro sguardo verso di noi,

ed otteneteci la grazia
di  mantenerci sempre immobili nella nostra fede
malgrado tutte le tentazioni del demonio

e di vivere così conformi
al nostro Divino modello da meritarci
una beata eternità.

Sì, o Martire insigne,
oggi la Chiesa vi glorifica
fate sentire anche a noi la potenza del vostro braccio
anche a noi mostrate la misericordia divina.
Cosi sia.

Gloria.

lunedì 20 febbraio 2017

San Buono Martire






San Buono di San Buono (CH)

 
“Sii buono!”, dice la mamma al figlio, la nonna al nipote, la maestra all’alunno e il sacerdote al chierichetto. Essere buoni è una prerogativa divina: Dio è buono. Essere buono significa somigliare a Dio, essere di Dio. Quando un paese intero si chiama San Buono, è tutto un progetto!

San Buono sorge su una collina dell’appennino frentano, sul versante sinistro del Fiume Treste, affluente del Fiume Trigno.

Anticamente denominato SANCTI BONI, o CASTRUM BONUM successivamente Sancto Bono ed infine San Buono.

Una località che ha le origini tra il VI e X secolo.

A rimarcare la denominazione toponomastica è l’arrivo di un corpo dalle catacombe, di nome Buono (forse così denominato per la sua destinazione!): è la metà del XVIII secolo.

L’autentica delle reliquie è datata 1753, e il sacro deposito arrivò su richiesta di uno dei Principi Caracciolo, feudatario di San Buono.

Chi è il Martire Buono?

Nel Martirologio Romano, al primo di agosto, si legge che nella via Latina vi fu il martirio di Bono prete, Fausto, Mauro, con altri nove che sono scritti negli Atti di papa Stefano: Accadde che tra i suoi chierici si trovavano dodici di cui indichiamo i nomi: Bono, Fausto, Mauro etc. i quali, senza essere interrogati, furono condannati alla decapitazione. Furono decollati nella via Latina presso la forma dell’acquedotto. I loro corpi furono raccolti da Tertullino e furono seppelliti vicino ai corpi dei Santi Giovino e Basileo, nella via Latina, lo stesso giorno primo di agosto 259, sotto l’Imperatore Valeriano”. ( 254-260 d.C.).

Ma questo Martire romano non corrisponde al protettore del comune omonimo, per un solo elemento, essenziale, la catacomba. Difatti il Martire Buono di San Buono è stato estratto dalla cimitero di Priscilla, sulla via Salaria, e non sulla via Latina.

Infine la traslazione dei Santi Bono, Fausto e soci, dalla catacomba sulla Via Latina, avvenne nel IX secolo con Papa Pasquale e furono deposti nella Basilica di Santa Prassede. Reliquie dei Santi Martiri, suddetti, sono nella Basilica dei Santi XII Apostoli e in San Lorenzo in Damaso a Roma.

Quindi direte, chi è questo San Buono? Un altro, che potremmo definire “romano della Via Salaria”.

sabato 18 febbraio 2017

Da Kore a Gesù





La festa di San Giuseppe a Giuliana è resa particolare ed unica in Sicilia dalla festa du Bamminu che si svolge nelle tre giornate precedenti il 19 marzo. 
 
La piccola statua di Gesù Adolescente si stacca dalla mano di San Giuseppe per visitare tutte le case del paese. Ad organizzare la festa sono i falegnami che portano sulle braccia Gesù Bambino accompagnato anche dalla banda musicale e da numerosi ragazzi. Viene accolto con festa nelle famiglie e fatto posare per alcuni istanti sui letti in posizione eretta. Se il letto appartiene a una coppia che si è sposata durante l’anno allora la statua di Gesù Bambino viene fatta adagiare in posizione supina. I giovani sposi offrono una cospicua offerta in denaro (un tempo in grano) ed appendono alla statua una scocca, cioè una coccarda di colore celeste o rosa a seconda se desiderano un primogenito maschio o femmina. E’ il ricordo di riti propiziatori in onore di divinità pagane, come la Gran Madre Dèmetra (San Giuseppe) e la figlia Kore (Gesù), per assicurarsi la fecondità e la continuazione della famiglia. 
 
Ciò è naturalmente vissuto in maniera inconsapevole dai protagonisti che vivono tutta la festa du Bamminu come espressione di fede cristiana. E' Gesù che visita e benedice le case, a ricordo dell’episodio evangelico del suo smarrimento e del ritrovamento nel Tempio dopo tre giorni.
 
La statua di Gesù Bambino si ricongiunge proprio la terza sera con quella di San Giuseppe e, ormai unito, il gruppo scultoreo viene portato in processione la sera del 19 marzo con la banda musicale e gli spari dei fuochi d’artificio.
 

domenica 5 febbraio 2017

S. Agata





immaginetta festa 2017






Agata,


oggi la Chiesa ci ha tramandato la memoria di questa donna vissuta come sale e luce.


Agata significa colei che è buona.


Sorge spontanea la domanda cosa vuol dire essere buoni?


Gesù dice in passo nel Vangelo: solo Dio è buono.


Essere buoni quindi vuol dire essere di Dio? Venire da Dio?


Una affermazione:


"Essere buoni è facile, il difficile è essere giusti". (S. Pio da Pietralcina)


 


Essere buoni, non vuol dire apparire buoni!


Cioè un bravo ragazzo, brava gente.


Generalmente si pensa che il cristiano è il "buono", colui che porge l'altra guancia e deve accettare tutto, essere tollerante di tutto. Ma il cristiano deve essere "Giusto". Saper fare delle distinzioni... essere sale e luce. Noi Cristiani dobbiamo essere uno e l'altro. Dobbiamo porgere l'altra guancia, ma allo stesso tempo non essere indifferenti alle ingiustizie.


Questo significa essere buoni, cioè venire da Dio.


 


Ma aggiungo. In questo festa di S. Agata pensiamo alle donne nelle nostre comunità, le ringraziamo per tutto quello che fanno, per come si fanno carico della Chiesa, e le esortiamo ad essere tra di loro non antagoniste, ma protagoniste di una stessa storia di fede e di carità.