domenica 18 agosto 2013

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)





Un contorto vangelo abbiamo or ora ascoltato.

Gesù, l’uomo buono, l’uomo su cui poniamo etichette di buonismo… spesso si sente quando un non credente deve sbeffeggiare un credente: Ma Gesù era buono, non cacciava via nessuno, Egli non avrebbe fatto così … e via dicendo.
 
Eppure il vangelo ci propone un Gesù che strilla: "Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione".
 
 
Gesù è venuto a portare un divisione netta, ma tra cosa?
Tra la nuora e la suocera? Tra il padre o la madre e il figlio o la figlia? Si, ma non come la intendiamo noi. Egli non è venuto a dare un significato alle nostre beghe quotidiane, o alle nostre incapacità di relazione.

Queste immagini esulano dai nostri discorsi o dalle nostre ovvie supposizioni… Gesù non aveva la suocera (qualcuno dirà: che fortuna, se fosse stata come la mia, allora capisco perché ha affermato così!). Ma il problema non è questo!
 
 
Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
 



Nell'Antico Testamento il fuoco simbolizza la parola di Dio pronunciata dal profeta

Si capisce quindi questo riferimento nella prima lettura a Geremia!

Ma è anche il giudizio divino che purifica il suo popolo, passando in mezzo ad esso.
 
 
Così è la parola di Gesù:
essa costruisce, ma contemporaneamente distrugge ciò che non ha consistenza, ciò che deve cadere, ciò che è vanità e lascia in piedi solo la verità.

 
La verità delle relazioni! La loro freschezza. La loro dignità.
 
Dunque la missione di Gesù è gettare il fuoco sulla terra, portare lo Spirito Santo con la sua forza rinnovatrice e purificatrice. Giovanni Battista aveva detto di lui: "Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco".
 
Gesù ci dona lo Spirito. Ma in che modo lo Spirito Santo agisce?
 
Lo fa diffondendo in noi l'amore. Quell'amore che noi, per suo desiderio, dobbiamo mantener acceso nei nostri cuori.
 



E com'è questo amore?
 
 
Non è terreno, limitato; è amore evangelico. È universale come quello del Padre celeste che manda pioggia e sole su tutti, sui buoni e sui cattivi, inclusi i nemici .

È un amore che non attende nulla dagli altri, ma ha sempre l'iniziativa, ama per primo.

È un amore che si fa uno con ogni persona: soffre con lei, gode con lei, si preoccupa con lei, spera con lei. E lo fa, se occorre, concretamente, a fatti. Un amore quindi non semplicemente sentimentale, non di sole parole.
 
 
Un amore per il quale si ama Cristo nel fratello e nella sorella, ricordando quel suo: "L'avete fatto a me" .
 
L'amore è come un fuoco, l'importante è che rimanga acceso.

Una amore che chiede decisione!
 
"Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento … perché non vi stanchiate perdendovi d’animo".
 
Un amore, un fuoco acceso, se pur piccolo, se alimentato, può divenire un grande incendio.

Ognuno alimenti il fuoco … siamo "circondati da tale moltitudine di testimoni", ciascuno uomo e donna nella Storia della Chiesa ha alimentato e sta alimentando il fuoco dell’Amore di Dio, e questo fuoco è rimasto acceso fin ad ora!
 
Quanto vorrei che fosse già acceso! Ha detto Gesù. Quest’incendio di amore, di pace, di fraternità, di nuova umanità è iniziato con Gesù … per cui pensiamo "attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato", alla fine il fuoco dell’amore di Dio incendierà il mondo intero! Amen.