martedì 29 gennaio 2019

Beata Arcangela Girlani, prega per noi!




O mia colomba,
che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è incantevole».
(Ct 2,14)

Arcangela Girlani, al secolo Eleonora (Trino, 1460Mantova, 25 gennaio 1494).

La sua era una famiglia benestante. Durante la sua infanzia, aveva programmato di diventare una suora benedettina. Tuttavia, per la sua strada per l'abbazia, il suo cavallo si rifiutò di portarla lì. Interpretò questo come un segno, così divenne monaca carmelitana a Parma con le sorelle Maria e Francesca; le fu dato il nome religioso di Arcangela. Fece la professione di fede nel 1478.

Fu poi eletta priora del suo monastero, ed ha fondato un nuovo monastero carmelitano a Mantova. Lei è stato segnalato per i doni di estasi, e miracoli, tra cui la levitazione.

La Beata visse profondamente il mistero della sua vita interiore in unione con Dio e nella percezione della sua presenza in purezza di cuore conducendo una vita fraterna semplice e austera, praticando la mortificazione, il distacco, l’umiltà e il nascondimento. Per amore della Regola, la Beata chiese ed ottenne che fosse tradotta in lingua italiana perché lei e le consorelle non comprendevano il latino. Tutto il cammino della spiritualità dell’epoca è attraversato dal tema dell’amore e del dono di sé che Arcangela trasmise alle sue consorelle insegnando loro a custodire la cella interiore dove l’intimo rapporto con Dio conduce alla perfezione e nel ricercare la cella esteriore come luogo d’incontro con lo Sposo, luogo di silenzio, di raccoglimento, di nascondimento per pregare, amare, correggere i propri errori e risalire dalle tante cadute causate dalla fragilità umana.

Dopo la sua morte, avvenuta nel 1494, si è manifestata una devozione diffusa accompagnata da relazioni di guarigione.

Sepolta nella tomba comune, dopo tre anni ebbe sepoltura distinta. Nel 1782, l'imperatore Giuseppe II d'Austria soppresse il monastero e il corpo incorrotto della Beata Arcangelo fu conservato con una soluzione di imbalsamazione e fu trasferito nella natia Trino, presso le Carmelitane. Soppresse anche loro nel 1802 fu traslato nella chiesa dell’Ospedale di S. Lorenzo e qui è tuttora venerato

Il 1 ° ottobre 1864, il beato papa Pio IX approvò il culto immemorabile e concesse all'Ordine di celebrare la sua memoria il 29 gennaio, e nella città di Trino e nella diocesi di Vercelli, il 27 gennaio.

Nel 1932 il corpo fu nuovamente scoperto e si scoprì che la procedura chimica per conservare il corpo era stata mal fatta e in alcuni punti la carne si era polverizzata. Una maschera d'argento è stata posta sul viso e sulle mani.  Nel 1960, in un'analisi finale, il corpo era ancora flessibile e alcune parti erano ben conservate.

Martirologio Romano, 25 gennaio: A Mantova, beata Arcangela (Eleonora) Girlani, vergine dell’Ordine delle Carmelitane, priora del convento di Parma e fondatrice del cenobio di Mantova.

Nella diocesi di Mantova la sua memoria si celebra il 29 gennaio.

Anche le due sorelle della Beata, in religione Maria e Scolastica, ricevettero il culto come beate, ma non fu mai confermato e si perse nel tempo.

La Beata nell’iconografia è raffigurata come l’abito dell’ordine religioso e con una colomba.

Questa iconografia a tratti, se non fosse diverso abito, assomiglia a quello della beata domenicana Colomba da Rieti, la quale in più ha i giglio come simbolo di purezza, e la colomba invece è simbolo del suo ruolo civile: colomba di pace. Nella beata Arcangela invece è la colomba che significa la purezza di cuore, ma anche ci potrebbe ricordare due immagini: la sua intima unione con Dio, che dimora nelle fenditure delle rocce, nella ferita del Cuore d Cristo; e poi ci ricorda la sapienza della sua vita che seppe trasmettere alle sue consorelle con scelte profetiche.

Altra iconografia vede la Beata con il libro e il giglio. Quest’ultimo lo si comprende per quanto detto sopra. Il libro aperto ci fa certamente pensare a quella intuizione “pastorale” di tradurre la regola in italiano. Altrove è in contemplazione della Croce, quindi della Passione a cui la Beata era misticamente unita.

sabato 26 gennaio 2019

Purscél!





Abruzzo
maiale: pòrche,majèle, puorc

Basilicata
maiale: porce, puorco, purcelle

Calabria
maiale: perceju, porcèju, puarcù, purceddru, purceddu, tròja, vèrru

Campania
maiale: puorco/ purciello, puorco/purciello, puorcu

Emilia Romagna
maiale: busgat,, gogn, gozen, gozén, gognén, grëin, gusèn, guzén, lümäl, nimäl, ninàtt, nümàl, nümäl, pórch, pôrk (baghìn a Cesena-Rimini), tabarèin

Lazio
maiale: puórche

Liguria
maiale: porcu

Lombardia
maiale: animal, cion, gnut, gugét, gugnei, Gugnìn, maàl, maiàl, nimal, nimàl, nimàl, nimàl, porc, porc, porch (raro), purcèll, purscell, pursé, pursél, pursél, roi, sunì, Ver, verr (Milano)

Marche
maiale: baghìn, baghin (Urbino), cióncarìn, guerru, porcu, puorche, vilurdu

Piemonte
maiale: (lo) crin, crin, crin, porc, porchët, purscél, pursé

Puglia
maialetto: ciaccarìedde, porcu

Sardegna
maialetto: porcheddu

Sicilia
maiale: porcu, porceddu

Toscana
maiale: baghino, maiale, nino, zizò (Carrara)

Umbria
maiale: porcu, verro

Valle d'Aosta
maiale: gadin, cayon

Veneto
maiale: másc-cio, porselo, Porthel

venerdì 25 gennaio 2019

St-Lizier! San Licerio



San Licerio, nato in Spagna, fu discepolo di San Fausto vescovo di Riez che poi seguì in esilio. Dopo la morte di Fausto, Licerio si recò a Rodez presso San Quinziano che lo ordinò prete. Infine fu eletto vescovo del Couserans. Un episcopato sconvolto dalla lotta franco-visigota del principio del VI secolo. In questo contesto fu definito defensores civitatis.

La tradizione e il martirologio ricorda la morte del vescovo Licerio il 27 agosto del 540.

I suoi resti mortali, ritrovati alla fine del IX secolo, vennero custoditi in una nuova chiesa, consacrata nel 1117 da san Raimondo, vescovo di Barbastro. Il culto del vescovo Licerio è diffuso nel Sud della Francia e in Spagna.

San Licerio ha dato il suo nome al piccolo borgo dell’Ariège, St-Lizier, la cui chiesa conserva un busto reliquiario del XIII secolo.

Nella regione dell’Aquitania in Francia nella cittadina che poi da lui prese il nome, san Licerio, vescovo, che, di origine spagnola e discepolo del vescovo san Fausto di Riez, protesse con le sue preghiere la città dall’invasione dei Visigoti.

lunedì 21 gennaio 2019

Madre du Bourg




La serva di Dio Anna Rosa Giuseppina du Bourg, nata a Rochemontes, Haute-Garrone (Francia) il 25 giugno 1788, è la fondatrice della Congregazione della Suore del Salvatore e della Santa Vergine (in francese Sœurs du Sauveur et de la Sainte-Vierge).

Anna Rosa Giuseppina, anima contemplativa, rimasta orfana, si stabilì a Limoges, dove era vescovo suo zio Mons. Filippo du Bourg, e trascorse molti anni come religiosa tra le Ospedaliere di Sant'Alessio e poi tra le monache del Verbo Incarnato: ma poi sempre più capì che il Signore la chiamava a fondare un nuovo istituto, dedito all'insegnamento, la catechesi parrocchiale e alla cura dei malati.

Nel 1835 diede inizio a Terrasson alla Congregazione delle Suore del Salvatore e della Santa Vergine, approvata il 25 febbraio 1834 da Mons. Alessandro de Lostanges, vescovo di Périgueux. Le suore si diffusero rapidamente nelle diocesi di Périgueux, Clermont e Limoges e nel 1835 la casa-madre venne stabilita a La Souterraine.

Madre Maria di Gesù du Bourg fondò anche il ramo delle Piccole suore istitutrici delle campagne, composto da suore di vita apostolica, inviate a due e due nei piccoli villaggi rurali come insegnanti, catechiste e infermiere, ramo che poi su richiesta della Santa Sede fu soppresso nel 1891.

La venerata madre Maria di Gesù muore in odore di santità a La Souterraine il 26 settembre 1862.
La Congregazione conobbe un rapido e notevole sviluppo, ma tra il 1902 e il 1903, a causa delle leggi anticattoliche e anticlericali, subì un arresto, tanto che le suore dovettero chiudere 68 delle 82 case in Francia e stabilirsi all'estero (Belgio, Italia)

L'istituto ricevette il riconoscimento pontificio il 13 gennaio 1873 e il 6 giugno 1904 giunse l'approvazione definitiva delle costituzioni.

La causa di canonizzazione di Madre Maria du Bourg fu aperta il 21 Novembre 1920 presso la diocesi di Limonges. Il decreto di non culto, secondo le normativa di papa Urbano, sono del 22 Marzo 1927.

venerdì 18 gennaio 2019

Beata Bionda Foschi, prega per noi!



Il primo post di questo 2019 è legato ad una nuova scoperta, per me, infatti la Bibliotheca Sanctorum riporta questo esempio di santità.
È la Beata Bionda Foschi.
È uno dei quattro Beati nativi nella città di Verucchio, cioè: Gregorio Celli, Galeotto Roberto Malatesta e Giovanni Gueruli.

Bionda era una nobildonna alla quale furono uccisi il marito ed il figlio dai tiranni Malatesta. Perdonando ed accettando con cristiana rassegnazione la sua sorte. La Beata è terziaria dei Servi di Maria ed è solo "ricordata" nella sua città di Verucchio. Morì nel 1411. Si crede fosse sepolta nella chiesa di S. Maria dei Servi nel borgo Vernino in Verucchio (FC).

Narra la tradizione, immortalata dall’iconografia, che la Beata rimasta vedova, i nemici della famiglia, i Malatesta, uccidono il suo unico figlio, a cui cavano il cuore. Poi con uno stratagemma venne dato alla povera madre da mangiare. La Beata scoperto la crudeltà reagì con il perdono per i suoi nemici.
 
Un video su youtube, anche se con qualche errore sull'iconografia e sull'Ordine dei Servi di Maria, ne delinea la figura.
Un'altra pagina sul web, menziona una figura di santità omonima, di cui però non c'è traccia sulla Bibliotheca Sanctorum.