sabato 9 maggio 2020

VIAGGIO VIRTUALE tra i santuari d’Italia: Porzùs



Oggi saliamo la penisola ed adiamo in Friuli, la terra del mandi - mi racomandi a Diu (mi raccomando a Dio).
Il luogo mariano sorge dopo l’apparizione della Madonna nella dolina di Porzùs a Teresa il 8 settembre 1855.

Teresa Dush nasce 1'11 settembre 1845, a Porzus (sopra Attimis), e lo stesso giorno riceve il battesimo. I genitori, Giuseppe e Caterina Grimaz sposati già da 18 anni, accolgono come un dono di Dio quella creatura che per tanto tempo hanno atteso. La piccola Teresa conosce presto la durezza della vita povera, in una terra erta e sassosa dove il raccolto è scarso e il resto è prato e pascolo. È una bambina buona e docile, condivide volentieri la fatica e il lavoro dei genitori, ma è gracile e cagionevole di salute. Frequenta la chiesa parrocchiale, ed è molto attenta alle lezioni di catechismo del parroco. l'8 settembre 1855, festa della natività della Beata Vergine Maria, avviene il fatto straordinario, che segnerà profondamente tutto il paese di Porzus. Mamma Caterina non si è accorta delle due feste di precetto che si succedono il sabato 8 settembre e la domenica seguente; non ha perciò provveduto erba sufficiente per sfamare le bestie. Chiama Teresa e le ordina di scendere nella dolina a tagliarne un po'. La bambina, osserva timidamente che non si deve lavorare di festa: così ha detto il sacerdote a catechismo.
"Mangiamo noi, devono mangiare anche le bestie" è la risposta perentoria della madre. Teresa s'incammina. È combattuta dentro di sé: obbedire al cappellano? o obbedire alla mamma? Chiede aiuto alla Vergine che ama tanto. Arrivata al prato si accinge al lavoro, ma qualcuno le toglie il falcetto di mano. Alza gli occhi e vede una bella Signora col suo falcetto in mano che le sorride e dolcemente le dice: "Non si deve lavorare di festa!". Teresa confida il suo piccolo dramma. La signora si china, taglia una manata di erba e la porge alla bambina dicendo: "Prendi, questa basterà". Poi aggiunge: "Di' a tutti di santificare il nome del Signore e di non bestemmiare, perché così facendo offendono mio Figlio e addolorano il mio Cuore materno. Inoltre desidero che si osservino i digiuni e le vigilie". Al ritorno, Teresa racconta il fatto straordinario alla madre che la guarda incredula, benché noti sul volto di lei una espressione di intensa gioia; ma quando constata che quella manata di erba è sufficiente per quel giorno, per il giorno successivo, e anche per il lunedì mattino, rimane profondamente colpita. La notizia del fatto si diffonde. Non tutti credono. "Di' alla Madonna. a che ti dia. un segno", suggeriscono alla bambina, e c'è chi ha un sorriso motteggiatore.
È un’altra domenica, forse la successiva. Teresa è in chiesa, e la Signora ritorna. È accanto all'altare con un vestito ricoperto di rose, e la chiama. Teresa è presa da timore. Si rivolge alle compagne, e queste la sospingono e l'accompagnano, ma non vedono nulla. Le sussurrano: "Chiedi il segno". Teresa parla a lungo con la Madonna, poi esce di chiesa come trasognata e s'incammina verso casa. Dirà, più tardi, che la Madonna l'accompagnava. La piccola Teresa ha ricevuto in questa apparizione 'il segno'. E' una crocetta lunga tre centimetri che brilla come oro. La Madonna gliel'ha impressa sul dorso della mano sinistra. Tutti la possono vedere e, per quanto si cerchi di cancellarla, sfregandola e lavandola nell' acqua, rimane intatta, anzi diventa ancora più lucente. Monsignor Nicolò Tiossi, decano del Capitolo di Cividale, arriva lassù. Con lui la bambina si confida e il sacerdote le crede.
La Madonna le appare ancora una volta, in tale occasione le consegna un segreto, al quale rimarrà sempre fedele: nessuno riuscirà mai a strapparle di bocca un indizio o una parola. A chi indaga e fa domande, risponde che alla Madonna piace che si preghi il santo Rosario. Intanto un’epidemia di colera imperversa implacabile a Porzus. A distanza di poco tempo l'uno dall'altra, muoiono anche i genitori di Teresa. La bambina è sofferente, sembra ammalata, e mons. Nicolò Tiossi la conduce a Udine da padre Luigi Scrosoppi, nella Casa delle Derelitte. È il 21 giugno 1856.Tutti si prendono cura della piccola Teresa. Teresa è buona. umile e obbediente. Le viene detto di non mostrare il segno che porta a nessuno, e si adegua con semplicità a tale ordine. Prega con fervore, si lascia docilmente guidare sul cammino della santità da padre Luigi, che è un maestro eccezionale. Non è difficile intuire il suo desiderio di donarsi totalmente al Signore.
 Nel 1860, dopo quattro anni, la sua formazione nella casa è terminata. Ha quindici anni e viene collocata presso una famiglia buona e religiosa, dove inizierà a guadagnarsi il pane. Padre Luigi la segue da lontano. Teresa è consapevole della sua povertà, della sua ignoranza e della sua malferma salute, vorrebbe donarsi completamente al Signore, ma potrà padre Luigi che pure è tanto buono, accettare una che non sa leggere l'Ufficio della Madonna in latino, sa appena sillabare l'italiano?
Nella preghiera apre il suo cuore alla Madre di Dio, e ancora una volta la Vergine viene a consolarla e rassicurarla. "Va' pure in convento e quando dovrai leggere in latino lo saprai fare come le altre suore". Teresa ritorna a Udine all'inizio del 1864, per rimanervi definitivamente. È ammessa nel postulandato delle Suore della Provvidenza, ma la sua salute è precaria. Padre Luigi la invia in campagna ad Orzano, perché riprenda forza, ma non giova molto. Sarebbe ragionevole non ammetterla in noviziato, ma la Madonna l'ha inviata lì, perché lui, padre Luigi, gliela custodisca, e l'accompagni nel cammino della santità. Il 19 marzo 1867, Teresa inizia il noviziato. Lo trascorre, per qualche tempo, nella comunità di Cormons, accanto al Santuario di Rosa Mistica. Ritornata a Udine, il 14 settembre 1868, veste l'abito religioso ricevendo il nome di suor Maria Osanna. La sua malattia (tubercolosi polmonare) si va lentamente, ma inesorabilmente aggravando. Viene trasportata in infermeria, dove riceve le cure più assidue ed amorose da parte delle suore e di padre Luigi. Questi le prende la mano diafana, segnata dalla Madonna, per tastarne il polso, e anche perché chi l'accompagna possa vedere quel segno misterioso. La croce, durante la malattia, non è più lucente come oro, ma è rossa. Dopo la morte diventerà bianca, e tutta la grande comunità del Collegio passerà a baciarla. Il 16 agosto 1870, suor Maria Osanna termina il suo Calvario quaggiù. Non ha ancora compiuto 25 anni. A Porzus, intanto, la gente, dopo l'apparizione della Madonna, comincia ad osservare un fenomeno insolito sul luogo dell’apparizione: il prato è sempre fiorito e la neve lì si scioglie prima che all'intorno, mentre dovrebbe avvenire il contrario, essendo la dolina un abbassamento di terreno simile ad una conca! Lì gli abitanti di Porzus vanno a pregare il Santo Rosario tutte le domeniche, e tutto il mese di maggio. Nel 1885 decidono di costruire una piccola cappella. Nel 1886 all'interno pongono, un dipinto che rappresenta la scena dell’apparizione. Il messaggio è scritto in alto, in forma lapidaria: "Santificate le feste. Non bestemmiate e osservate i digiuni e le vigilie".

Sancta Maria, Regina Sanctorum omnium, ora pro nobis

Preghiamo perché impariamo gustare il giorno del Signore, la domenica.
Preghiamo perché ognuno viva in pienezza la sua vocazione.