DATE:
24 (25) agosto – 30 agosto
L’Albergo
alla Comparsa è situato in luogo tranquillo ed immerso
nel verde, gode di una particolare posizione; a 5 km dalla cittadina di
Pergine, al limite con i confini dell’Altopiano di Pinè e a pochi passi dal
rinomato Santuario che insieme al Prato della Comparsa e al Monumento al
Redentore rappresenta il cuore della devozione mariana trentina. La struttura
completamente rinnovata, è gestita direttamente da noi proprietari, attenti
alla cura della ristorazione tipica trentina e tradizionale, con dolci e ricche
colazioni a buffet accuratamente preparate in casa. L'hotel dispone di taverna
per serate danzanti e di una nuovissima sala tv-lettura.
Le camere, molto ampie e confortevoli sono arredate in
tipico stile alpino e tutte dotate di balcone, telefono, asciugacapelli, TV Icd
digitale, cassaforte.
La quota include:
Trattamento di pensione completa
- Prima colazione a buffet
-Pranzo (con menù a scelta tra due proposte, verdure a
buffet, ampia scelta di dessert)
- Cena (con
menù a scelta tra due proposte, verdure a buffet, ampia scelta di dessert)
Si mangia magnificamente! Camera meravigliosa!
ORARIO
Colazione: ore 7:45-10:00
Pranzo: ore 12:30
Cena: ore 19:30
Montagnaga, Baselga di Pine
IL SANTUARIO. Durante il giorno è sempre aperto. Si erge al centro del paese di Montagnaga. È il luogo
santo più importante e più venerato nel quale sarebbero avvenute la
seconda, la terza e la quinta Apparizione della Madonna.
All'interno, la cappella di destra del transetto è il punto che attrae
maggiormente la devozione dei pellegrini e visitatori: secondo la
tradizione, l'altare e la pala che raffigura l'apparizione di Maria a
Caravaggio, sarebbero stati benedetti dalla Madonna stessa nella sua
apparizione dell'8 settembre 1729.
LA STORIA
La 1ª apparizione, 14 maggio 1729.
Quadro originario di
Caravaggio portato a Montagnaga da Giacomo Moser
Un certo Giacomo Moser, pio contadino di
Montagnaga, al principio del secolo XVIII si era recato più volte al santuario
della Madonna di Caravaggio, e da uno dei suoi viaggi aveva portato un’Immagine
della Madonna che esponeva su un altare della chiesa di Montagnaga - dedicata a
S. Anna - il 26 maggio di ogni anno. Il racconto delle grazie e delle feste di
Caravaggio suscitava in molti il desiderio di recarsi nel celebre santuario
bergamasco. Fra gli altri c’era anche una giovane di nome Domenica
Targa (9 agosto 1699 - 24 ottobre 1764), nata in un paesino vicino
a Montagnaga chiamato Guardia. Le era però difficile ottenere il consenso dei
genitori.
Verso il mezzogiorno del sabato 14 maggio 1729,
Domenica stava con i suoi armenti nella conca del “Palustel” (oggi detta
“Comparsa”). A un tratto, tutte le bestie, come colte da terrore, si mettono a
fuggire disorientate. Domenica, che stava recitando il rosario, esce in
un’esclamazione: "Gesù, Maria, aiutatemi!". Appena pronunciata
l’invocazione, vide davanti a se una bellissima Signora in vesti candide come
la neve. “Figlia mia, che fai?” le chiese. “Recito il rosario”, rispose
Domenica. La Signora la lodò e, dopo averle fatto esprimere l’ardente desiderio
di recarsi a Caravaggio, soggiunse: “Ubbidisci a me. Non andare a Caravaggio.
Invece, la sera della festa dell’Ascensione, (quell’anno era il 26 maggio)
rècati nella chiesa di S. Anna, dove sarà esposto il quadro della Beata Vergine
di Caravaggio. Tu inginocchiati sul primo gradino dell’altare: vedrai una cosa bellissima”.
“Chissà se i miei genitori mi permetteranno di
andare a Montagnaga a quell’ora!” osservò la fanciulla. “Non temere, te lo
permetteranno di sicuro!” soggiunse la bella Signora, e scomparve».
La 2ª apparizione, 26 maggio 1729.
«Venne il 26 maggio 1729, festa
dell’Ascensione. Senza eccessive difficoltà, Domenica poté intervenire alla
funzione nella chiesa di Montagnaga. Si cantavano, quel giorno, anche le
litanie dei Santi, per ottenere il dono della pioggia. All’invocazione “Omnes
sancti Martyres” Domenica Targa si piegò sul fianco destro, e rimase in quella
posizione, come estranea a quanto succedeva intorno, finché la funzione fu
finita. Quando i sacerdoti, uscendo dalla sacrestia, la richiamarono alla
realtà, si lamentò di essere stata tolta da una dolce visione: vedeva la
Vergine Santissima con il Bambino in braccio; nella destra aveva il rosario e
stava invitandola a manifestare la sua apparizione a tutto il popolo presente.
Naturalmente, ci furono anche gli scettici: specialmente tra il clero. Ma la
pia giovane, prima di tornare a casa, fu costretta da una forza interiore a
proclamare, per tre volte, le meraviglie della Vergine Maria e la sua presenza.
Intanto, pur tra vari commenti e contrasti,
cominciò a svilupparsi una particolare devozione per la Vergine Santissima di
Caravaggio anche sull’altare della chiesa di S. Anna in Montagnaga. Lo zelante
Giacomo Moser fece preparare dalla pittrice trentina Elena Zambaiti un nuovo e
più grande quadro della apparizione della Madonna alla veggente Giovanetta
Varoli, testimone delle apparizioni che furono all’origine del celebre
Santuario nel Bergamasco. È la sacra Immagine che tuttora veneriamo a
Montagnaga di Pinè, mentre il canonico mons. Girolamo conte Bucelleni, fece
ricostruire l’altare nella forma in cui lo vediamo oggi. Tutto fu preparato con
tanto zelo e rapidità, che già 1’8 settembre dello stesso anno 1729 si poté
procedere alla benedizione del nuovo altare. Era stato predisposto un rito
solenne con la partecipazione del pievano di Pinè».
La 3ª apparizione, 8 settembre 1729.
«Già la gente di
Montagnaga si trovava raccolta in chiesa, e si sentivano arrivare le
invocazioni del popolo che veniva processionalmente da Baselga, quando la
Vergine SS. apparve alla Veggente con il Bambino sulle braccia, ma questa volta
ferito e sanguinante, ed era seguita dai santi Gioacchino, Anna e S. Giuseppe.
La SS. Vergine stessa benedisse il quadro, e poi - dopo aver imposto a Domenica
di gridare per tre volte “viene la Beatissima Vergine” - assicurò che quello
sarebbe stato il luogo nel quale avrebbe accolto le preghiere dei suoi devoti.
Mostrando, poi, le ferite del suo divin Bambino, spiegò che esse erano causate
dai peccati, ed esortò a pregare molto per la conversione dei peccatori. Naturalmente,
anche questa volta, Domenica Targa incontrò scetticismo, specialmente da parte
del pievano di Baselga».
La 4ª apparizione, 10 settembre 1729.
Quarta apparizione
nella località detta "Pralongo", oggi "Quarta Comparsa".
«La SS. Vergine, quasi
a consolare Domenica, le apparve due giorni dopo per la quarta volta, nella
località detta “Pralongo”, e la esortò a esporre tutto al suo confessore, don
Michele Bernardi, che l’avrebbe aiutata. Difatti fu così. L’Autorità diocesana promosse
un regolare processo canonico, che durò più anni, e che si concluse con
l’autorizzazione a celebrare solennemente la festa dell’apparizione di Maria in
Montagnaga nel giorno 26 maggio».
Aldilà della cronaca
…quasi a consolare
Domenica, le apparve due giorni dopo per la quarta volta…
Non vi è mai stata
alcuna vicenda di apparizioni che non abbia trovato scetticismo, diffidenza o
rifiuto, anche da parte dei responsabili della Chiesa. Il che non va inteso in
termini di malafede, ma piuttosto di prudenza, dal momento che fenomeni di tal
genere si prestano ad essere interpretati con diverse chiavi di lettura: plagio
o suggestione psichica, possesso diabolico (“…anche Satana si maschera da
angelo di luce” mette in guardia san Paolo: 2Cor 11,14), oppure autentica
manifestazione del soprannaturale, se pure in forma privata. In quest’ultimo
caso il veggente incontrerà certamente prove, difficoltà, derisione e rifiuto,
ma tutto questo non sarà che il prezzo di sofferenza (di croce!) che
l’autenticità e la preziosità dell’esperienza richiedono necessariamente. Che
se poi tale esperienza è autentica, si guarderà bene dall’assumere
atteggiamenti arroganti di contestazione o disobbedienza nei confronti
dell’autorità ecclesiastica: la condizione perché ciò che è vero venga alla
luce e sia giustamente riconosciuto, richiede la sua attesa paziente,
silenziosa e sofferta. Non è affatto strano, peraltro, che Maria – riconosciuta
nella tradizione cristiana quale “Consolatrice degli afflitti” – intervenga a
consolare Domenica con parole e atteggiamento materno. E, ancora una volta, non
in un contesto religioso fuori dall’ordinarietà, ma nel concreto profano e
operoso della vita quotidiana: infatti, è là, quando si spengono i riflettori e
si torna alla propria vita monotona e nascosta, che si fa più forte la
tentazione di cedere al dubbio e alla sfiducia.
La 5ª apparizione, 26 maggio 1730.
«La Vergine comparve
un’ultima volta a Domenica Targa nella chiesa di S. Anna in Montagnaga, il 26
maggio 1730. Avvolta da una luce fulgidissima, e circondata da uno stuolo di
vergini, la Madonna invocò la benedizione del Signore sopra la moltitudine dei
presenti, operò alcune guarigioni, manifestò a Domenica la sua soddisfazione,
e, salutandola amabilmente, s’allontanò per sempre. L’incontro successivo
sarebbe avvenuto in cielo, il 24 ottobre 1764».
M e s s a n e i G i o
r n i F e r i a l i
Al Santuario ogni giorno:
ore 8.00 - preceduta da Adorazione alle 7.30
Alla Comparsa ogni giorno: ore 18.00 -
preceduta dal Rosario alle 17.30
CONFESSIONI
Santuario
Giorni Festivi: prima e durante le Messe
Giorni feriali: 9.00 -
11.00
(Salvo impegni d'altro genere, un sacerdote potrà essere disponibile anche
nelle ore pomeridiane
Comparsa
Giorni Festivi: prima e durante le Messe
Giorni Feriali: 16.00 - 18.00
ADORAZIONE
EUCARISTICA
Santuario: Adorazione comunitaria il Giovedì dalle 20.00 alle 21.00
Comparsa (nella Cappella sottostante il Calvario della Scala
Santa):
Adorazione individuale e silenziosa ogni
pomeriggio dalle 16.00 alle 17.30
LA COMPARSA
La prima apparizione al
"Palustèl", oggi Conca della Comparsa.
È la conca naturale che si apre tra i boschi a sud di Montagnaga e che già
nel 18° secolo era caratterizzata da una radura erbosa (oltre che paludosa,
tanto da essere denominata "Palustèl"). In quella radura, Domenica Targa - ma probabilmente
non soltanto lei - era solita portare al pascolo il poco bestiame di proprietà
della sua famiglia. È esattamente il luogo tradizionale della prima
apparizione, che si sarebbe verificata il sabato 14 Maggio del 1729.
Esso diventò ben presto meta di pellegrinaggio, analogamente - se non in misura
anche maggiore - alla cappella che custodisce l'immagine taumaturga nella
chiesa parrocchiale di Montagnaga.
A ricordo dell'evento vi fu collocato, su basamento circondato da cancellata
in ferro battuto, un monumento-memoriale a cura dello zelante Rettore don
Giuseppe Zanotelli: analogamente alla raffigurazione su tela, opera della
pittrice E.Zambaiti nella chiesa-santuario di Montagnaga, rappresenta
plasticamente l’apparizione della Madonna a Giannetta Varoli a Caravaggio.
Le statue della Vergine e della veggente inginocchiata davanti a lei (in
grandezza quasi naturale) sono in ghisa, opera realizzata in una fonderia di
Lione nel 1887 e benedetta solennemente dal Vescovo E. Carlo Valussi il 14 Maggio
di quello stesso anno.
È in questo luogo che - dalla primavera inoltrata all'inizio dell'autunno - si
tengono i raduni e le Celebrazioni più importanti, specie in occasione di
grandi pellegrinaggi.
Anche per la sua conformazione di radura naturale tra i boschi l'ambiente si
presta degnamente al raccoglimento e alla preghiera.
IL MONUMENTO AL
REDENTORE
SCALA SANTA
è accessibile nei giorni dal 1° Aprile al 31 Ottobre, dalle 9,00 alle 17,00.
S'innalza sulla collina antistante la Comparsa
e custodisce la Scala Santa di 28 gradini (contenenti ciascuno terriccio o
sassolini dai diversi luoghi santi della Palestina).
Lo si scorge già
dalla Valsugana sottostante e lo si intravvede da Trento: sorge su di un colle
che sovrasta con la sua mole solenne l'intera conca della Comparsa.
L'iniziativa della sua realizzazione fu dovuta
al già nominato rettore don Giuseppe Zanotelli, che cogliendo l’invito del Papa
Leone XIII a erigere in ogni Diocesi un memoriale a ricordo dell’anno santo
della redenzione (1900), ritenne opportuno impreziosire il Santuario di
Montagnaga con l'aggiunta di quest'altro edificio sacro. La sua realizzazione
richiese sei anni di lavoro (1900 – 1906). Fu consacrato dal Principe Vescovo
di Trento, Celestino Endrici, nel settembre 1906.
Non è una chiesa come le altre: al suo interno,
poco oltre l'ingresso, si snoda una Scala Santa, a somiglianza di quella ben
più antica che si trova a Roma nei pressi di san Giovanni in Laterano le cui
pietre, provenienti dal Pretorio di Pilato a Gerusalemme e calcate dal Signore
nelle ore della sua Passione, furono fatte trasferire a Roma ad opera di
S.Elena.
Anche a Montagnaga i 28 gradini della Scala
santa (che racchiudono ciascuno una teca contenente terra o sassolini
provenienti dai Luoghi santi della Palestina), richiamano i vari momenti e
luoghi della Passione di Cristo: è il motivo per cui i pellegrini la salgono in
ginocchio. Lo confermano anche le raffigurazioni che la decorano: plastiche
(come i due gruppi lignei ai lati dell’arco appena oltre l’ingresso,
raffiguranti l’Ecce Homo e il Bacio di Giuda) e
pittoriche (quali le scene e i simboli dipinti sulle pareti che fiancheggiano
la scala stessa). Alla sommità si apre una cappella con un altare sormontato da
un “Calvario” ligneo che è copia esatta di quello venerato nel Duomo di
Trento.
Ai lati della cappella – detta del Santo
Crocifisso – due porte immettono su scale laterali adibite per l’uscita.
La si sale in ginocchio, meditando la Passione del Signore e
all'ingresso, sono disponibili dei dèpliant che riportano brevi riflessioni e
preghiere, per aiutare a compiere degnamente quest'atto di spiritualità.
Chi fosse impossibilitato a salirvi in ginocchio, può farlo a piedi
dall'esterno e sostare alla sommità in preghiera dinnanzi al Calvario.
SALITA DELLA SCALA
SANTA
Con la “Preghiera di
Gesù”
La
“Preghiera di Gesù”, molto nota e familiare ai cristiani d’Oriente, è
costituita dalla ripetizione incessante di queste brevi parole: “Gesù,
Figlio di Dio, abbi pietà di me!”.
La Scala santa la si sale in ginocchio. Ad ogni gradino si prega con le
parole riportate qui di seguito.
1.
Tu sei il Verbo fatto
carne, venuto ad abitare in mezzo a noi. Quel Dio che nessuno
ha mai visto, tu ce l’hai fatto conoscere.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
2.
Tu sei l’Agnello di Dio che porti
su di te i peccati del mondo: li annienti nella tua
morte, perché noi possiamo avere la vita.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
3.
Tu sei mite e umile di cuore e dai
ristoro agli stanchi e agli oppressi.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
4.
Tu sei sorgente d’acqua viva: chi crede
in te non avrà mai più sete in eterno.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
5.
Tu sei il pane vivo disceso dal
cielo perché chi ne mangia non muoia, ma abbia la vita eterna.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
6.
Tu sei la luce del mondo: chi ti segue
non cammina nelle tenebre. Gesù,
Figlio di Dio, abbi pietà di me!
7.
Tu sei la porta delle pecore, chi entra
attraverso te sarà salvato. Gesù,
Figlio di Dio, abbi pietà di me!
8.
Tu sei il buon Pastore,
conosci le tue pecore e per esse dai la tua
vita.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
9.
Tu sei la risurrezione e la vita. Chi
crede in te, anche se muore, vivrà; e chi vive e crede in te non morirà in
eterno. Gesù, Figlio di
Dio, abbi pietà di me!
10.
Tu sei il chicco di grano, caduto nella
terra: muore e produce molto frutto.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
11.
Tu sei stato innalzato sulla croce per
attrarre a te tutta l’umanità.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
12.
Tu sei il Maestro, il Signore, che si
cinge il grembiule e lava i nostri piedi.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
13.
Tu sei la via, la verità, la vita. Per
mezzo di te noi arriviamo al Padre.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
14.
Tu sei la vite e noi i tralci. Se
rimaniamo in te, e tu in noi, porteremo molto frutto.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
15.
Tu sei re, ma il tuo regno non è
di quaggiù. Sei venuto in questo mondo per dare testimonianza alla
verità. Gesù, Figlio di
Dio, abbi pietà di me!
16.
Chi potrà mai separarci dal tuo
amore? Tu sei morto e sei risorto, stai alla destra di Dio e
intercedi per noi. Gesù,
Figlio di Dio, abbi pietà di me!
17.
Eri morto, ma sei ritornato alla
vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
18.
Tu, crocifisso, sei scandalo per i
Giudei stoltezza per i pagani, ma per coloro che credono sei potenza
e sapienza di Dio.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
19
Tu sei la nostra pace: per mezzo della
croce hai eliminato ogni inimicizia.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
20.
Tu non hai ritenuto un
privilegio l’essere come Dio, ma hai svuotato te
stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile
agli uomini
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
21.
Hai umiliato te stesso, facendoti
obbediente fino alla morte di croce. Per questo Dio ti ha esaltato e
ti ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
22.
Tu hai pacificato, per mezzo della tua
croce, le cose che stanno sulla terra e quelle che stanno nei cieli.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
23.
Con te siamo stati sepolti nel
Battesimo. Con te siamo anche risorti, per la fede nella potenza di
Dio che ti ha risuscitato dai morti.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
24.
Ti sei fatto in tutto simile a
noi, e per aver patito sei divenuto il nostro sommo
Sacerdote, che sempre intercede per noi presso il Padre.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
25.
Insultato, non rispondevi con insulti;
maltrattato, non minacciavi vendetta, ma ti affidavi a Colui che
giudica con giustizia.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
26.
Tu hai portato i nostri peccati nel tuo
corpo sul legno della croce, perché non vivendo più per il peccato,
vivessimo per la giustizia.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
27.
Tu sei Colui che ci ama e ci ha
liberati dai nostri peccati con il suo sangue. Hai fatto di noi un
regno, sacerdoti per il tuo Dio e Padre.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
28.
Tu sei il Primo e l’Ultimo, e il
Vivente. Eri morto, ma ora vivi per sempre, e hai le chiavi della
morte e degli ìnferi. Tu sei la stella radiosa del mattino.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di
me!
Si
invita a sostare per la riflessione personale o la preghiera
silenziosa. Si concluda con il Padre Nostro e l’Ave Maria.
Il luogo della QUARTA COMPARSA
Il luogo
della quarta apparizione si trova nella località detta “Pralongo”, in un bosco
a qualche chilometro dal paese, e si può raggiungere a piedi attraverso una
strada forestale comoda, sebbene interdetta al traffico. Per tale motivo il
luogo è mèta poco frequentata da quanti compiono il pellegrinaggio nell'arco di
un sol giorno, cionondimeno rappresenta un'oasi privilegiata di preghiera,
umile e suggestiva, nella quale è bello invocare la Vergine Maria quale
"Consolatrice": qui infatti colse di sorpresa Domenica Targa, intenta
al suo consueto lavoro di pastora, e da buona Madre si premurò di alleviarne
l'amarezza per non essere stata nemmeno presa in considerazione nell'assolvere
il suo compito di messaggera.
In mezzo
alla pineta si apre una piccola radura erbosa ove nell’anno 1900, per espresso
desiderio testamentario di un devoto abitante di Montagnaga, tale Giovanni
Erspan, fu eretta un'edicola a memoria di quella quarta apparizione della
Madonna.
L'opera fu realizzata in quello stesso anno grazie anche alla generosità dei
due nipoti dell'Erspan, Luigi e Michele, e alla zelante sollecitudine del
rettore dell'epoca, don Giuseppe Zanotelli.
Il 10 Settembre di ogni anno, anniversario dell'apparizione, vi si effettua
un pellegrinaggio a piedi dalla Chiesa-Santuario e vi si celebra la S. Messa
La CASA
NATALE di Domenica Targa
Il piccolo borgo rurale chiamato
"Guardia", non distante dal luogo del Monumento al Redentore e della
Comparsa, custodisce ancor oggi la casa dove nacque il 9 agosto 1699, Domenica
Targa, l'umile pastora che ebbe il privilegio di diventare la principale destinataria
di cinque apparizioni di Maria.
Era figlia di un certo Nicolò Targa,
marito di Domenica Cristel (da cui ricevette lo stesso nome), originaria del
Puel, un altro piccolo caseggiato poco distante.
Fin dalla giovinezza i genitori la educarono
alla fede e alla devozione alla Madonna; lei vi corrispose con amore filiale,
crescendo nella preghiera, nella purezza, nella bontà e lavorando
diligentemente nelle attività contadine.
Era già da alcuni anni che un certo Giacomo Moser aveva portato e diffuso nel
Pinetano la devozione alla Madonna di Caravaggio (la cui immagine, portata da
quel pio pellegrino a Montagnaga, si conserva ancor oggi tra gli ex voto nella
cappella laterale destra della Chiesa-Santuario).
Domenica, affascinata da questa
devozione e dai racconti delle grazie e dei miracoli che si verificavano nel
noto Santuario del Bergamasco, desiderava recarvisi in pellegrinaggio in
compagnia di altri devoti della zona.
Gli impedimenti, tuttavia, erano tanti, in
particolare per via dell'insostituibile impegno di governare i pochi capi di
bestiame, fonte principale di sussistenza della famiglia. Il 26 Maggio, giorno
della ricorrenza dell'apparizione mariana a Caravaggio, si avvicinava e la
giovane viveva giorni di trepidazione e speranza, pregando il Signore e la
Madonna per la buona riuscita del pellegrinaggio.
Ma le vie che il Signore le stava preparando
erano diverse: il 14 Maggio avrebbe avuto il primo di quegli straordinari
incontro con la Vergine Maria poco distante da casa sua.
Nell'autunno del 2001 vi furono
eseguiti importanti lavori di restauro, in particolare sulla facciata esterna
decadente e nella soffitta al piano superiore; furono ultimati nel 2002.
L'interno della casa tuttavia ha mantenuto la struttura antica.
L'abitazione è costituita semplicemente da una stanza disadorna a pianoterra
con le pareti e la volta senza intonaco. Sulla parete in cui si apre la porta
d'accesso vi è un'unica piccolissima finestra.
Fino a qualche anno fa vi si conservava una
cassa appartenuta già alla Targa ed era possibile vedere anche la sede del
focolare, costituito da una rozza pietra dalla forma piatta, sporgente
dal muro nell’angolo in fondo a destra; fu tolto di là per impedire
l’infiltrazione dell’acqua nella stanza.
All’esterno, sulla parete restaurata nel 1981 a cura dell’amministrazione
del santuario che l'aveva acquistata, è murata un’iscrizione commemorativa.
A poche decine di metri dalla casa, in cima ad
una collinetta, sorge una piccola
cappella votiva che venne eretta nel 1742 per vivo desiderio di Domenica
Targa. La cappella venne restaurata nel 1904 e successivamente nel 1981.
COME ARRIVARE
ll santuario della Madonna di Pinè si
trova su un altopiano nel cuore del Trentino, posizionato a circa 900
m s.l.m. e dista circa 22 km dalla città di Trento. Qui si danno
alcune indicazioni utili, a seconda che si provenga da Ovest (Trento) o da Est
(Bassa Valsugana).
Per quanti arrivano da Ovest via Autostrada A22 (dalla direzione di Verona o di Bolzano) si
consiglia di uscire al casello di TRENTO NORD.
Ci si immette in direzione PADOVA sulla
Superstrada (SP 235 e quindi SS 47) prossima all'uscita
autostradale .
Percorsi circa 15 Km, si consiglia di non uscire
dalla SS 47 alla prima indicazione "Altopiano di Pinè" o
"Baselga di Pinè", ma a quella successiva poco
dopo: Pergine Nord > Santuario di Pinè
Si incontrano tre rotatorie (distanti circa 500
m. una dall'altra): ad ognuna di esse si imbocca la seconda
uscita (segnalata anche dall'indicazione Baselga di
Pinè).
In tal modo ci si immette nella SP
66, che poi prosegue in salita e dopo circa 8 chilometri
passa accanto all'abitato di Montagnaga, cioè al "Santuario
di Pinè".
Se ne scorge il campanile in alto, al centro dell'abitato. Coloro
che intendono accedervi per la visita o per la Celebrazione della Messa
proseguono per qualche centinaio di metri fino all'indicazione SANTUARIO
che invita a deviare a sinistra (costeggiando il Camposanto). Dopo un breve
tratto in leggera salita si trovano davanti al Santuario: sulla destra
dell'edificio sacro si apre un piazzale ove automobili e pullman possono
parcheggiare. (Se intendono poi recarsi alla Comparsa in pullman, si vedano le
indicazioni al NB! qui sottostante).
Quanti invece hanno in programma d'iniziare la visita dalla Comparsa e dal
Monumento al Redentore (o Scala Santa), giunti in prossimità di Montagnaga
saranno invitati da queste indicazioni a prendere la deviazione a sinistra
(percorribile anche dai pullman, i quali, dopo un paio d'alberghi e un
breve tratto in salita, trovano un ampio parcheggio a loro disposizione).
SITO: www.santuariodipine.it


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