lunedì 13 agosto 2012

A SAN ROCCO IL PELLEGRINO (VII)







13 agosto
Il cane di San Rocco
Gli uomini trattano Rocco "come un cane", ed è proprio un cane che riscatta la categoria trattando Rocco "come un uomo". Il cane in questione (che la tradizione vuole si chiamasse "Reste") fa parte della muta del nobile Gottardo Pallastrelli, signore del castello di Sarmato; un giorno Gottardo vede il suo cane prendere un pane dalla tavola e scappar via. La scena si ripete per più giorni e allora il padrone, incuriosito, lo segue e scopre così il rifugio di Rocco al quale, malato e sofferente, il cane porta il pane rubato. Il nobiluomo prende Rocco con sè e lo cura. La santità di Rocco è contagiosa come la peste: Gottardo rinuncia ai suoi beni e presta il suo servizio ai malati. Gottardo è il primo "discepolo" di San Rocco.

preghiera composta a Montpellier nel 1809 in occasione della ricollocazione delle Reliquie della tibia del santo nell’antica chiesa di San Paolo (già dei Trinitari), e nel 1830 poi dedicata a San Rocco.

Glorioso San Rocco, (nato nella nostra città e divenuto Patrono di questa Parrocchia),
accetta l’omaggio che vogliamo rendere ai tuoi meriti.
Fin dalla tua infanzia, per te la vita del mondo non contava: ai suoi vani piaceri preferivi
il digiuno, l’austerità, le privazioni.
I tuoi beni terreni, titoli, speranze, a tutto rinunciasti: ti bastavano le qualifiche di povero
e di cristiano.
Nascosto dall’anonimato, le pene di Cristo furono le tue beatitudini e negli ospedali ti prodigavi, dando la tua vita, nel curare e nel servire i poveri, i malati e gli appestati. Quanta pazienza nel tuo dolore, quale abbandono in Dio nel tuo venir emarginato, che eroico impegno a voler vivere e morire da sconosciuto!
Ma Dio che glorifica i suoi santi in Cielo ti ha voluto anche glorificare sulla terra. Il tuo culto comincia subito dopo la tua morte: Montpellier ti invoca, intere regioni e nazioni ti invocano, durante il Concilio di Costanza la Chiesa stessa ti invoca, e, ovunque, Dio esaudisce le invocazioni di chi si rivolge a te. Grande santo, anche noi abbiamo la stessa fiducia in te, fiducia che in questo nostro luogo è ancora più ravvivata dalle insigni reliquie che provvidenzialmente possediamo. Proteggici dai danni della peste, allontana i suoi flagelli, allontanali dai nostri luoghi.

Noi siamo inginocchiati ai tuoi piedi, però, perché richiamati da un altro nobile obiettivo. Siamo meravigliati dal modo in cui le tue virtù si sono manifestate: che ci sia dato almeno di essere tuoi seguaci e di tendere alla perfezione evangelica su cui hai forgiato il tuo carattere!
Ottienici almeno, nella nostra debolezza umana, di camminare sulla strada che ci hai tracciato.
Ottienici un vero spirito di mortificazione e di penitenza, di umiltà e di rinuncia di sé, di abnegazione e di sacrificio, di pazienza e di sottomissione, di zelo e di carità, che ci faranno santi.
Con questo spirito, il peccato non infetterà più la nostra anima; con questo spirito praticheremo le virtù che desideriamo avere; e per mezzo di tutto ciò, ci troveremo rivestiti dello spirito dei giusti che ci renderà graditi agli occhi di Dio: cosicché, dopo esser stati tuoi concittadini e, meglio ancora, tuoi imitatori sulla terra, ci sia possibile diventare con te concittadini del Cielo, ed abitare insieme, per sempre, nella stessa patria eterna.
Così sia!

domenica 12 agosto 2012

Novena alla Madre di Dio in Cielo assunta (VII)




Pievo di Teco (IM)

7° GIORNO:
* Sia benedetta, o Maria, l'ora in cui vi fu dato il titolo di Figlia, Madre e Sposa del Re del cielo.
Ave Maria...

O Vergine Maria, Madre della Chiesa, a Te raccomandiamo la Chiesa tutta. Tu che sei chiamata “aiuto dei Pastori”, proteggi e assisti i vescovi nella loro missione apostolica, e quanti, sacerdoti e religiosi, laici, li aiutano nella loro ardua fatica.

Ricordati di tutti i tuoi figli; avvalora presso Dio le loro preghiere; conserva salda la loro fede; fortifica la loro speranza; aumenta la carità.

Ricordati di coloro che versano nelle tribolazioni, nelle necessità, nei pericoli; ricordati di coloro soprattutto che soffrono persecuzioni e si trovano in carcere per la fede. A costoro, o Vergine, concedi la forza e affretta il sospirato giorno della giusta libertà.

3 Ave Maria

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)





«Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri».

L’esperienza di Elia è forse anche nostra: quando siamo stanchi del nostro quotidiano oppure vediamo la pochezza delle nostre risorse.

«Ora basta, Signore! Prendi la mia vita…». Il profeta invoca la morte. Ma il Signore ci chiede ben altra morte.

Ecco cosa ci dice la liturgia attraverso la II lettura:

“Fratelli, non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione. Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo. Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore”.

Ancora una volta il Signore ci chiede di passare il varco, lasciare l’uomo vecchio. Ecco la morte che dobbiamo chiedere al Signore.

«Ora basta, Signore! Liberami dal vecchio Adamo e fa che impari a rivestirmi del nuovo Adamo: che sei Tu».
Qui si colloca la promessa evangelica, il patto che il Signore ci chiede di fare:
«Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Quando riceviamo l'Eucaristia diciamo AMEN, cioè non solo facciamo un atto di fede (si è il corpo di Cristo!), ma diciamo sì io desidero mangiare di questo Pane che è per la vita eterna: è il farmaco che mi da l'essenza del nuovo Adamo.
Scrive il Salesio:

“Chi si comunica, ha Gesù nel cervello, nel cuore, nel petto, negli occhi, nelle mani, sulla lingua, negli orecchi. Ma questo Salvatore che fa? Raddrizza tutto, purifica tutto, mortifica tutto, vivifica tutto. Egli ama nel cuore, capisce nel cervello, anima nel petto, vede negli occhi, parla nella lingua: Egli fa tutto in tutto; e, allora, noi viviamo, ma non noi, Gesù vive in noi”. (San Francesco di Sales)
 
Concludo con un pensiero di S. Massimiliano Maria Kolbe:
“Ricevi Gesù nella S. Comunione e accogli tutto dalle Sue mani, con l'umile disposizione che la Santa Vergine Maria ebbe nel momento dell'Annunciazione: Eccomi, sono la serva del Signore: avvenga di me secondo quello che mi hai detto”

Sia ogni nostra eucaristia un FIAT che rinnova in noi la completa adesione a Dio così come fu per la Beata Vergine Maria perché la nostra carne sia luogo dell’incarnazione del Verbo!

A SAN ROCCO IL PELLEGRINO (VI)





12 agosto
L'ora della prova
Mentre presta servizio in un ospedale a Piacenza, in sogno gli compare un angelo che, in nome di Dio, gli dice:"Rocco, per amor mio hai patito tanti disagi... Ora dovrai soffrire i tormenti e gli strazi del corpo". Rocco si sveglia divorato dalla febbre: è appestato. Ricoverato in ospedale attende la morte; ma i giorni passano, la morte non sopraggiunge e le sofferenze aumentano. Gli altri malati, guariti da Rocco, non sopportano più la sua presenza; allora egli lascia l'ospedale. S'incammina verso la campagna, respinto dal popolo che prima egli aveva guarito. Si rifugia in una casupola abbandonata, vicino ad una sorgente; al cibo provvederà il Padre celeste in modo singolare.

PREGHIERA A SAN ROCCO

Signore nostro Dio, ti benediciamo per averci dato San Rocco di Montpellier.
La sua testimonianza ci incoraggia a fare il grande pellegrinaggio della vita con Te.
Alla sua epoca egli ha saputo abbandonare le sue ricchezze ed onori per vivere il Tuo
Evangelo.
Egli ci invita a seguire il Signore Gesù nella via dell’umiltà, della condivisione,
dell’attenzione ai malati ed agli emarginati di oggi.
Per sua intercessione donaci la salute dello spirito e del corpo, per imitarlo e servirTi nei
poveri, nostri fratelli.
San Rocco: prega Dio per noi! Amen.

sabato 11 agosto 2012

A SAN ROCCO IL PELLEGRINO (V)





11 agosto
Rocco infermiere
Rocco si reca nelle città colpite dal morbo e, spinto da sentimenti di compassione, chiede di essere ammesso al servizio dei malati. L'ospedale di allora non aveva ambienti lindi, sale operatorie sterilizzate, stanze ariose e luminose in cui l'igiene fosse scrupolosamente curata; no, erano o stanzoni o capannoni costruiti fuori delle città in cu i malati venivano semplicemente depositati per limitare il contagio nella città e ffidati alla pietà di confratelli delle varie congreghe di carità che volontariamente prestavano questo rischiosissimo servizio; chi aveva il soprannaturale coraggio di buttarsi nella bolgia di questi ambienti in tempo di peste veniva accolto a braccia aperte. Rocco inizia così la sua nuova attività di infermiere. Egli, da campione di Dio, non va a combattere con mezzi umani il male, ma con la potenza della fede e dell'amore; il Signore gli concederà il dono di guarire gli ammalati che egli segnerà sulla fronte benedicendoli con una particolare formula. Rocco esce dall'ospedale e va per i fondaci, per le strade, per le case già segnate dalla morte; tutti avvicina e tutti guariscono. Quando la gente, scomparsa la peste, va in cerca di Rocco per portarlo in trionfo, lui scompare, si avvia verso altri paesi infestati dal terribile morbo. Giunge anche a Roma dove vi sconfigge la peste; vi resta tre anni ma, giuntagli notizia che nel nord Italia dilaga di nuovo l'epidemia, lascia la Città Eterna per andare a prestare soccorso ai suoi fratelli appestati, il suo operato si concentra a Piacenza, città particolarmente colpita.

preghiera a San Rocco
venerato nella sua chiesa-santuario di Montpellier

Signore nostro Dio, ti benediciamo per averci dato San Rocco di Montpellier.
La sua testimonianza ci incoraggia a fare il grande pellegrinaggio della vita con Te.
Alla sua epoca egli ha saputo abbandonare le sue ricchezze ed onori per vivere il Tuo Evangelo. Egli ci invita a seguire il Signore Gesù nella via dell’umiltà, della condivisione, dell’attenzione ai malati ed agli emarginati di oggi. Per sua intercessione donaci la salute dello spirito e del corpo, per imitarlo e servirTi nei poveri, nostri fratelli.
San Rocco: prega Dio per noi! Amen.

Novena alla Madre di Dio in Cielo assunta (VI)



Palermo

6° GIORNO:
* Sia benedetta, o Maria, l'ora nella quale foste coronata con tanta gloria in cielo.
Ave Maria...

Ave Maria! Piena di grazia, più Santa dei Santi, più elevata dei cieli, più gloriosa degli Angeli, più venerabile di ogni creatura. Ave, celeste Paradiso! Tutto fragranza, giglio che olezza soave, rosa profumata che si schiude alla salute dei mortali.

Ave, tempio immacolato di Dio costruito santamente, adorno di divina magnificenza, aperto a tutti, oasi di mistiche delizie.

Ave purissima! Vergine Madre!

Degna di lode e di venerazione, fonte d’acque zampillanti, tesoro d’innocenza, splendore di santità. Tu, o Maria, guidaci al porto della pace e della salvezza, a gloria di cristo che vive in eterno con il Padre e con lo Spirito Santo. Amen.

3 Ave Maria

Madonne "Vestite" tra nord e sud Italia



Beata Vergine di San Rocco
Mariano Comense


Verdello (BG)

Ecco una tradizione italica.
Un interessante video.
Spesso dicono che questa devozione è del Sud d'Italia,
ma in realtà il video dimostra ben altro!




Questo video irrompe nell'ignoranza del Nord che non conosce la sua storia ... e le sue tradizioni.
Dice un'Italia che nei secoli passati aveva tanti elementi comuni tra nord e sud con meno divario forse anche economico e sociale ...
poi dopo le vicende storiche hanno creato le differenze!


Madonna di Loreto
Fontana Liri

Madonna del Borgo
Lissone (MB)


Madonna del Castello
Ambivere (BG)










Madonna "vestita" o Madonnine Agghindate
Cortona (Arezzo)

Madonna Bambina, Milano
Santuario di via S. Sofia

Chiesa in Lavina
Madonna vestita del '700
proveniente dalla parrocchia di Vedeseta

venerdì 10 agosto 2012

A SAN ROCCO IL PELLEGRINO (IV)





10 agosto
La peste nera
La peste nera era scoppiata in Asia e poi si diffuse in Europa portata dai pellegrini di Terra Santa e ancor più dalle navi delle Repubbliche Marinare che avevano scambi commerciali con l'oriente; Pisa e Genova furono le prime città ad esserne colpite: di lì il flagello passò al resto d'Italia e d'Europa. Il morbo si sviluppa in modo veloce ed inarrestabile; uno scrittore del tempo così descrive la malattia: "Il corpo brucia in una febbre altissima ed è riarso da una sete divorante e insaziabile. L'occhio si intorpidisce, la voce si fa rauca e il respiro diventa difficoltoso. Un continuo vomito scuote il malato in conati atroci. La pelle si annerisce e diventa viscida emettendo da tutti i pori un fetore insopportabile. L'appestato muore tra indescrivibili convulsioni". Abbiamo parlato della peste per comprendere la grandezza dell'opera di San Rocco a favore degli appestati e quali atroci sofferenze dovrà a sua volta patire quando il morbo lo colpirà presso Piacenza.

preghiera composta nel 1927
VI Centenario della morte di San Rocco
(N.B.: le attuali, aggiornate datazioni la collocano verosimilmente tra il 1376-79)

Nobilissimo eroe della Chiesa Cattolica e singolare esempio di carità cristiana, glorioso San Rocco, oggi - nella ricorrenza sei volte centenaria del tuo felice passaggio dalla vita terrena a quella eterna - ci prostriamo riverenti innanzi a te, invocandoti a nostro celeste Protettore. Quanto bisogno abbiamo del validissimo tuo Patrocinio contro le pestilenze che infuriano sulla terra! Ora che godi la divina beatitudine in Cielo, dove la tua carità è anche più perfetta e più viva, abbi pietà delle nostre miserie e proteggi gli uomini stessi, che tanto amasti qui in terra, quand’eri in vita. Guardaci - te ne preghiamo – dal tremendo flagello che in altri tempi rese abbandonate le città e le campagne coprendo di cadaveri e di lutto le contrade d'Italia; tieni lontano ogni male dalle nostre case, conservandoci immuni da ogni infermità che metta in pericolo la salute dell'anima e del corpo; liberaci dall'epidemia del malcostume e dell'immoralità che dilaga spaventosamente distruggendo i fiori divini che sono l'innocenza e la grazia; difendici dal contagio della colpa e dell'errore che, oscurando le intelligenze e inaridendo i cuori, uccide i germi santi della virtù e del bene; e fà - o glorioso Taumaturgo dell'umanità sofferente - che imitando la tua ammirabile fortezza e vivendo fedeli alla dottrina cattolica, possiamo meritare il favore dei tuoi prodigi nelle nostre necessità e partecipare a quella gloria che ora godi in grembo all'Eterno Amore. Così sia.
Pater, Ave, Gloria

Novena alla Madre di Dio in Cielo assunta (V)



Cagliari

5° GIORNO:
* Sia benedetta, o Maria, l'ora nella quale sedeste alla destra del vostro Figlio in cielo.
Ave Maria...

O Vergine, bella come la luna, delizia del Cielo, nel cui volto guardano i beati e si specchiano gli Angeli, fa’ che noi, tuoi figli, ti assomigliamo, e che le nostre anime ricevano un raggio della tua bellezza che non tramonta con gli anni, ma che rifulge nell’eternità.

O Maria, Sole del Cielo, risveglia la vita dovunque è la morte e rischiara gli spiriti dove sono le tenebre. Rispecchiandoti nel volto dei tuoi figli, concedi a noi un riflesso del tuo lume e del tuo fervore.

Salvaci, o Maria, bella come la luna, fulgida come il sole, forte come un esercito schierato, sorretto non dall’odio, ma dalla fiamma dell’amore. Amen.

3 Ave Maria

giovedì 9 agosto 2012

ANNO LAVERIANO 312 - 2012







San Laverio: primo martire lucano della storia.
San Laverio (chiamato anche, per corruzione dialettale, san Laviero o Oliviero) nacque ad Acerenza o a Ripacandida o a Teggiano nel IV secolo, durante l'impero di Costantino, e morì martire a Grumentum il 17 novembre del 312.

San Laverio è il patrono  di Grumento Nova, Tito, compatrono di Acerenza, ed è inoltre venerato anche a Teggiano, a Ripacandida e a Laurignano è una frazione di Dipignano (CS). Si festeggia il 17 novembre, giorno del suo martirio, sebbene secondo il martirologio il suo giorno sia il 27 novembre.


Cattedrale di Santa Maria Maggiore a Teggiano (SA)

Martirologio Romano, 27 novembre : A Grumento in Basilicata, san Laverio, martire.


Tito (PZ)

San Laverio predicò a Grumentum, dove poi venne decapitato, alla confluenza del fiume Agri e del torrente Sciaura. Il 17 novembre dello stesso anno, dopo l'uccisione del futuro patrono di Grumento, la città romana diventò sede episcopale e il culto di San Laverio si diffuse rapidamente in tutta la Basilicata.

FONTE:
Sito web istitutocomprensivoviggiano.it

A SAN ROCCO IL PELLEGRINO (III)





9 agosto
I pellegrini nel Medio Evo
Le vie d'Europa erano allora percorse da moltissimi pellegrini che, o per adempiere un voto, o per lucrare indulgenze, o per un semplice proposito di santificazione, si mettevano in viaggio, fidando nell'aiuto di Dio e nella carità dei fratelli. Avevano un abito caratteristico: un mantello, una bisaccia per le elemosine, un cappello a larghe falde, un lungo bastone alla cui impugnatura era legata una zucca vuota per l'acqua. Le mete più frequenti erano Gerusalemme, Santiago dei Compostela, e soprattutto le tombe degli Apostoli e dei Martiri a Roma. I pellegrini mendicavano il pane di porta in porta e riposavano negli ospizi attrezzati per loro, dove ve ne erano. Rocco è uno di questi pellegrini: inizia la sua avventura spirituale avviandosi verso Roma, passando attraverso la Liguria e la Toscana; si ricorda presente ad Acquapendente in quell'ospedale dove si prende cura degli appestati compiendovi molti miracoli.

A SAN ROCCO (Card. Angelo Comastri)

O San Rocco, tu hai mirabilmente vissuto il comandamento nuovo che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli; tu hai amato i fratelli fino al dono di te stesso e sei diventato immagine viva di Gesù, che ha piantato la Croce dell’Amore Divino nei solchi dell’odio e dell’egoismo umano.

Tu ci ricordi che la carità è indispensabile per essere veramente cristiani perché, al termine della vita , saremo giudicati sulla carità.

Prega per noi, o san Rocco, discepolo fedele del Signore! Prega perché finisca l’indifferenza che chiude i cuori e ci rende estranei gli uni agli altri.

Prega perché noi cristiani diventiamo sempre di più lievito di misericordia, invito al dono della vita, esempio di attenzione e di gioioso servizio ai piccoli, agli ultimi, agli ammalati, agli emarginati.

Prega per noi, o san Rocco, apostolo della carità! Prega perchè la nostra fede si limpida e coerente; prega perché ogni nostro giorno si trasformi in bontà vissuta e prepari la festa dei figli di Dio, completamente risorti con Gesù nello spirito dell’Amore.
Amen.

Novena alla Madre di Dio in Cielo assunta (IV)





4° GIORNO:
* Sia benedetta, o Maria, l'ora nella quale foste ricevuta con tanto onore in cielo.
Ave Maria...

Regina nostra, inclita Madre di Dio, ti preghiamo: fa’ che i nostri cuori siano ricolmi di grazia e risplendano di sapienza. Rendili forti con la tua forza e ricchi di virtù. Su noi effondi il dono della misericordia, perché otteniamo il perdono dei nostri peccati. Aiutaci a vivere così da meritare la gloria e la beatitudine del Cielo.

Questo ci conceda Gesù Cristo, tuo Figlio, che ti ha esaltata al di sopra degli Angeli, ti ha incoronata Regina, e ti ha fatto assidere in eterno sul fulgido trono. A Lui onore e gloria nei secoli. Amen.

3 Ave Maria