Dicono che ancora ragazzino ebbe il coraggio di
rimanere accanto a Gesù nell’orto degli Ulivi, più a lungo di tutti gli altri,
che scappavano pieni di paura.
Non bisogna avere paura di stare vicino a Gesù.
Ha parole importanti da dire a tutti. Marco l’aveva
capito e per questo poi ha sentito l’esigenza, come evangelista, di raccontare
Gesù ad altri.
Ascoltare Gesù non è come una nostra visita ad un
museo, dal quale si corre via in fretta per andare a comperare il gelato. Stare
con Gesù significa fare con Lui un cammino di esplorazione dentro di noi. Non è
un viaggio in senso fisico, ma una illuminazione che ci dona una conoscenza vera
di noi e del mondo, come la possiedono e la gustano queste suore di clausura
che ci ospitano.
Quando si incontra Gesù, si comprende anzitutto
questo: per Lui si può donare tutto.
Voglio cogliere due elementi che si contrappongono.
Pietro in Atti 2 dice:
Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni.
Mentre di contro Matteo ricorda che:
Questo racconto (del furto del corpo e della finta resurrezione) si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.
Capiamo che sono due notizie contrapposte.
Ma sono due notizie sul messaggio fondamentale per noi cristiani.
È così fondamentale che l’Apostolo Paolo dice:
Se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato il Cristo mentre di fatto non lo ha risuscitato, …. ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati.
Ecco l’importanza di questo evento, tanto che la liturgia ci fa celebrare la Pasqua per otto giorni.
La speranza nella Pasqua è fondamento sia per la vita presente che per quella futura, così che l’Apostolo aggiunge:
Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini. Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.
E infine sottolineando che il senso del vivere e del morire si sostengo sull’evento pasquale, scrive ai Corinzi:
Se soltanto per ragioni umane io avessi combattuto a Èfeso contro le belve, a che mi gioverebbe? Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo.
Ricordiamoci: Egli vive e ci precede in tutto.
Cristo, mia speranza, è risorto: precede i suoi.. (Sequenza)
Il
Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola
che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai
tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.
Che scena meravigliosa!
Signore Gesù, ogni volta che
ti rinneghiamo, ogni volta che sbagliamo, ogni volta che sciupiamo i tuoi doni,
guardaci, e fa che anche noi, non fuggendo a quello sguardo ci ricordiamo che
Tu hai promesso che pregherai per noi, perché una volta convertiti possiamo
confermare nella fede i nostri fratelli. Il primo dovere di un discepolo è
santificarsi, cioè vivere la piena adesione con il Maestro, per poi essere
strumento di redenzione nelle mani del Maestro.
Vedendo
Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per
averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. … In
quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro
vi era stata inimicizia.
Come Zaccheo, anche Erode
vuole vedere Gesù, ma è un vedere esteriore, è un vedere i suoi trucchi, vedere qualche miracolo fatto da lui, e
non un farsi guardare da Gesù.
Signore Gesù, guardaci, e il
tuo sguardo rinnovi il nostro desiderio di vederti, di guastare la tua
presenza, e la tua presenza ci renda veramente amici tuoi, amici dello sposo,
che preparano con te l’avvento del tuo Regno.
«In
verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Il Paradiso! Nel Nuovo
Testamento il termine è presente solo tre volte, ma ha perso il suo valore
vegetale di base e si è trasformato in un simbolo dell’aldilà, dell’oltrevita,
del “Regno di Dio”, come appare nel primo passo ove è introdotto, quello di
Luca sopra citato.
Il Regno di Dio citato
all’inizio della Passione secondo Luca, e poi alla sua fine nel descrivere
Giuseppe d’Arimatea che aspettava il
regno di Dio, è in questa scena già si compie: è un oggi!
È il già non ancora, in cui c’è sempre un oggi!
Signore Gesù, sia oggi il tuo
Regno, possa vederlo, gustarlo, viverlo, annuncialo, edificarlo, possa
comprendere che, dopo la tua Pasqua, dentro ogni ora delle tenebre, il Regno è
già in mezzo a noi, è già un dono donato, che sta per compiersi, anzi che si
sta compiendo per ogni uomo che lo cerca e che lo accoglie.
Nella Arcipretura di S. Andrea
(1151) in Arienzo (CE), sono venerati il corpo completo di S. Clemente Martire, traslato dal cimitero di San Callisto in Roma
in Arienzo il 12 dicembre 1797, e le Reliquie insigni di S. Costanza Martire,
donate al cavaliere Gaetano Colletta in riconoscimento dei servizi resi a
Gregorio XVI. La loro festa è l’ultima domenica di giugno.
San Valfredo (Walfroy)monaco stilita nelle Ardenne. Difatti la piccola colonna al fianco ricorda che fu per un certo tempo stilita, poi per obbedienza al vescovo locale entro in cenobio e la colonna fu abbattuta.
– il miracolo, attribuito
all’intercessione del Venerabile Servo di Dio Donizetti Tavares de Lima, Sacerdote diocesano; nato il 3 gennaio
1882 a Cássia (Brasile) e morto il 16 giugno 1961 a Tambaú (Brasile);
VENERABILI
– le virtù eroiche del Servo
di Dio Carlo Cavina, Sacerdote
diocesano, Fondatore della Congregazione delle Figlie di San Francesco di
Sales; nato a Castel Bolognese (Italia) il 29 agosto 1820 e morto il 15
settembre 1880 a Lugo (Italia);
– le virtù eroiche del Servo
di Dio Raffaele da Sant’Elia a Pianisi
(al secolo: Domenico Petruccelli), Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati
Minori Cappuccini; nato a Sant’Elia a Pianisi (Italia) il 14 dicembre 1816 e
ivi morto il 6 gennaio 1901;
– le virtù eroiche del Servo
di Dio Damiano da Bozzano (al
secolo: Pio Giannotti), Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori
Cappuccini; nato a Bozzano (Italia) il 5 novembre 1898 e morto a Recife
(Brasile) il 31 maggio 1997;
– le virtù eroiche del Servo
di Dio Vittorino Nymphas Arnaud Pagés
(al secolo: Agostino), Fratello professo dell’Istituto dei Fratelli delle
Scuole Cristiane; nato a Onzillon (Francia) il 7 settembre 1885 e morto a San
Juan de Puerto Rico (Porto Rico) il 16 aprile 1966;
– le virtù eroiche della
Serva di Dio Consolata Betrone (al
secolo: Pierina Lorenzina Giovanna), Monaca professa delle Clarisse Cappuccine;
nata a Saluzzo (Italia) il 6 aprile 1903 e morta a Moriondo (Italia) il 18
luglio 1946;
– le virtù eroiche del Servo
di Dio Nelson Santana, Laico; nato a
Ibitinga (Brasile) il 31 luglio 1955 e morto ad Araraquara (Brasile) il 24
dicembre 1964;
– le virtù eroiche della
Serva di Dio Gaetana Tolomeo, chiamata “Nuccia”, Laica; nata a
Catanzaro (Italia) il 10 aprile 1936 e ivi morta il 24 gennaio 1997.
Questa frase suscita in
me una memoria: un canto e un film.
Un canto. Appartenente
alla tradizione dei Focolarini, è dei Gen Rosso.
Ora
è tempo di gioia
non
ve ne accorgete?
Ecco
faccio una cosa nuova,
nel
deserto una strada aprirò.
Come
l'onda che sulla sabbia
copre
le orme e poi passa e va,
così
nel tempo si cancellano
le
ombre scure del lungo inverno.
È uno squarcio di speranza
nel nostro cammino di Quaresima e ci proietta verso il tempo della gioia: la
Pasqua!
È la primavera dopo l’inverno.
Un tempo nuovo, una nuova
memoria ci viene chiesta. Non più la memoria del peccato, ma la memoria del
perdono, il Signore nel deserto della nostra vita apre una nuova strada. Gioisci!
«Neanch’io
ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». (Cfr. Gv 8,1-11)
È nuova memoria, che Gesù
chiede alla donna! Non una condanna, ma un giudizio di speranza: va’ e d’ora in poi non peccare più.
Gustare il perdono di
Dio, la pazienza di Dio, il dolore della lontananza, per vivere nel dimensione
della riconoscenza, genera una nuova rinnovata vita.
Rendimi
la gioia di essere salvato, dice il Sal. 51.
Un film. È The Passion of the Christ, un film del
2004 scritto e diretto da Mel Gibson.
L’incontro sulla via del
Calvario tra la Madre e il Figlio.
In esso ci viene detto
quello che ora qui è solo in profezia, è solo memoria per noi che sappiamo ciò che
accadrà. Maria vuole consolare il Figlio, ma sa che non è possibile, però il
Figlio si sforza alla vista della Madre di riprendere il cammino verso il
Golgota. Maria semplicemente dirà: Sono
qui. Gesù risponderà donando a Lei e a noi il segreto per ottenere la forza
necessaria ad una sofferenza redentrice: "Vedi
Madre, io faccio nuove tutte le cose".
La via nuova, passa
attraverso il sacrificio di Gesù, ogni nostro sacrificio, ogni nostra fatica,
ogni nostra conquista per il Regno di Dio, traccia sentieri che conducono verso
il desiderio di Dio, fare in Cristo nuova ogni cosa.
Come dice l’Apostolo
Paolo, ciascuno di noi dice:
Non
ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di
correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù.
Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo:
dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di
fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in
Cristo Gesù. (Cfr. Fil 3,8-14)
"Corpo Santo" proveniente dalla Catacomba di Calepodio in Roma e donato
alla Confraternita di San Pietro martire.
Il "santo martire" è ora venerato
nella Chiesa della Madonna del Ponte a Formigine (MO).
È il
compatrono di Formigine (Modena).
Come
si può notare dall’immagine usata per “raffigurare”
il martire Curio, è stato usato un santino AGB 155, che a sua volta raffigura
il diacono e martire Lorenzo di Roma.
Certamente
un scelta un po’ empirica. Mi domando: il Martire Curio era un diacono? Dubito!