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giovedì 19 luglio 2018
lunedì 16 luglio 2018
I santi, viaggiano!
S. Atenogene V. M. |
Atenogene è di Sebaste in Armenia, come mai il suo culto è giunto in Italia e soprattutto in Calabria, a Tritanti di Maropati?
Possiamo supporre che fu introdotto dalla diaspora armena che portò lo stesso culto e le reliquie di San Biagio a Maratea oppure dal monachesimo orientale che ha dimorato e dimora in Calabria.
Il
monachesimo orientale ha evangelizzato e organizzato il cristianesimo calabrese
lasciando tracce di culto, che hanno poi fatto nascere culti e santità locale,
un esempio sono i santi italo-greci (Nicodemo di Mammala, Elia di Melicuccà,
ecc…)
Ma
chi era S. Atenogene?
Il Martyrologium Romanum lo ricorda il 16 luglio:
Lo
definisce corepiscopo, cioè un
vescovo rurale. La più antica attestazione del termine risale ad Eusebio di
Cesarea (II secolo). Inizialmente, sembra che il corepiscopo esercitasse le
funzioni episcopali nei distretti rurali, dal tardo III secolo fu soggetto alla
città, ovvero al vescovo metropolita.
Lo
definisce un martire. Cioè un testimone
di Cristo e del suo Vangelo fino al dono della vita. Secondo la tradizione
Atenogene morì a Sebaste, Armenia, tra il 303 e il 305 dopo Cristo.
La
feroce persecuzione di Diocleziano iniziò nel 303 e due anni dopo morì
l’imperatore: in quest’arco di tempo è collocabile il martirio di
Sant’Atenogene.
Il
culto e la memoria del corepiscopo e martire Atenogene è attestata da Basilio
Magno, che ne loda la fede, per l’inno allo Spirito Santo, e menziona il
martirio con il fuoco.
San
Gregorio l’Illuminatore († 330 ca.), istituì una festa per la Chiesa Apostolica
Armena in onore dei Santi Atenogene e Giovanni Battista, dedicando a loro una
chiesa ad Achtichat e una Bagauan.
La
comunità cristiano di Maropati ha dedicato al santo corepiscopo la
parrocchiale, e qui lo venera con questa preghiera:
O
inclito Santo Vescovo e martire Atenogene, nostro celeste patrono, noi
rivolgiamo a Te la nostra umile e fervorosa preghiera.
Tu
che dedicasti tutta la vita al servizio, pronto e generoso nella cure delle
anime a te affidate.
Rendici
sensibili alle tante voci di soccorso che si levano dai nostri fratelli
bisognosi e sofferenti.
Tu,
intrepido assertore del Vangelo, rafforza la nostra fede e non permettere mai
che alcuno ne affievolisca la vivida fiamma.
Se,
lungo la strada, dovesse assalirci la stanchezza, risveglia in noi l’ardore
della carità e l’odorosa fragranza della speranza.
O
dolce nostro Protettore, Tu che, con la luce delle opere e del martirio, fosti
il primo splendido testimone di Cristo, infondi nelle nostre anime un po’ del
Tuo spirito di sacrifico e di ablativo amore, a riprova che «Non è tanto
gioioso il ricevere quanto il dare».
Infine,
Ti preghiamo, o nostro grande Patrono, di benedire tutti noi affinché, insieme
con Te, possiamo, un giorno, contemplare nei cieli la gloria di Cristo Gesù,
Figlio di Dio. Così sia.
Il simulacro venerato a Tritanti di Maropati si presenta come un vescovo benedicente, con le insegne episcopali classiche, unica curiosità è un animale ai suoi piedi, che pare un cervide.
Perché?
La Bibliotheca sanctorum non ci da nessuna notizia, tanto meno cita
questo particolare.
Forse è un simulacro adattato?
Era in precedenza nato come Egidio
abate?
La somiglianza con il simulacro di Borrello (CH) è evidente.
Certo c’è
il cervide, ma manca la palma del martirio!
giovedì 12 luglio 2018
“Ei fu”, il 5 maggio 1836!
Giovedì 19 luglio 2018, alle ore 10.00, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco presiederà la celebrazione dell’Ora Terza e il Concistoro Ordinario Pubblico per la Canonizzazione del Beato Nunzio Sulprizio, laico.
Forse
lo stesso giovane operaio e il pontefice che riconobbe la sua santità con la
beatificazione saranno canonizzati insieme.
Nunzio
Sulprizio era nato a Pescosansonesco, in provincia di Pescara, il 13 aprile
1817. Fin dalla prima infanzia aveva perso entrambi i genitori; a nove anni,
poi, morì anche la nonna materna Anna Rosaria, che lo aveva cresciuto. A quel
punto uno zio lo prese con sé nella sua officina di fabbro ferraio. Ma il lavoro
troppo pesante per l'età, minò il suo fisico: colpito nel 1831 da una malattia
alla tibia, fu ricoverato in ospedale prima a L'Aquila e poi a Napoli. Qui il
colonnello Felice Wochinger si prese cura di lui e iniziò a trattarlo come un
figlio. Nonostante i dolori terribili, Nunzio affrontò la malattia con una
pazienza e un'offerta del proprio dolore che colpì chi gli stava vicino.
Siete stranieri!
Una storia al colmo della realtà.
Una famiglia calabrese emigra al nord, negli anni '60-'70, qui crea una famiglia con figli e figlie, i quali si sposano ed a loro volta hanno figli e figlie. Qui tutto normale. Ben integrata nel territorio - che non è sempre così! - vive la vita della comunità parrocchiale e i nipoti, figli dei figli, frequentano la sportiva parrocchiale, il catechismo e l'oratorio.. anche quello estivo.
Ogni anno i nonni scendo al paese nativo e portano con se un nipote.
Qui scoprono che il parroco a metà luglio inizia l'oratorio estivo.
Che bello come a Milano!
Ed allora vanno dal parroco del paese nativo per chiedere se anche il nipote può partecipare alle attività.
Risposta?
No.
Perchè?
Siete stranieri. Sì! gli ha detto s-t-r-a-n-i-e-r-i, forse giustifico voleva dire estranei.
Boh!
Ma sapete il colmo di questa storia, il parroco non è calabrese, e tanto meno di pelle bianca... è di colore! :) :) :)
Non è una invenzione questa storia, se pur assurda, mi è stata raccontata dalla mamma del bambino "straniero" che mi diceva che sua volta sua madre, la nonna del bambino "straniero", era indignata e quando ne parla si infuria!
Che bella storia: terrona a Nord e al sud... straniera! :) ;)
Una volta al sud ti chiamavano polentone o esagerando "minchianese" .... ma straniero è nuova!
Mi fa tristezza per il sacerdote, mi fa ridere per l'assurdità!
buona serata!
lunedì 9 luglio 2018
San Fortunato martire romano venerato a Bari
Ho sempre avuto un sospetto
circa le reliquie del martire Fortunato venerate a Bari.
Qui viene definito lettore e
martire, patrono dei lettori della Diocesi.
Le reliquie arrivarono a Bari
negli anni del ministero episcopale di Mons. Clary Basile (1823 – 1858), perché?
Non si sa. Si può supporre un dono: è molto plausibile.
Ma dove vengono le reliquie e chi
è il martire?
L’autentica che le accompagna è
chiara: catacombe di Priscilla in via Salaria, quindi da Roma.
Un corpo santo o martire delle
catacombe, ecco chi è il martire.
Ma come sempre qualcuno deve
unire la memoria di santo martire con un sacro deposito ed ecco l’arcano.
Il bello è che il profilo
biografico sul santo (Profilo del Santo
Martire Fortunato – Don Ernesto Tentori – Grafischena Fasano 1983) afferma:
Quando e come il corpo col sangue di
Fortunato sia giunto a Roma, la storia non fa menzione.
Per forza! Non giunsero mai le
sacre reliquie a Roma, ma qui abitava un cristiano, detto Fortunato, che fu
martirizzato e poi sepolto sulla via Salaria.
Nulla a che vedere con l’omonimo
di Venosa.
Purtroppo però il sacro deposito
giunto a Bari e poi traslato il 4 maggio 1981 nella Parrocchia della Madonna
Addolorata è stato fatto diventare il martire di Venosa.
Il solito errore sui corpi santi!
Lo stesso santino stampato da un
collezionista cade in questa sovrapposizione di identità.
Una curiosità il profilo biografico suddetto ha anche l’imprimatur della curia barese! Sic!!
Infine, purtroppo, lo stesso sito santiebeati
unisce le due identità in un’unica scheda, alimentando l’errore.
Quindi ... quando c'è di mezzo un vaso di sangue come testimonianza è sempre un corpo santo o martire delle catacombe, MAI un martire del Martirologio.
giovedì 5 luglio 2018
Decreti 5 luglio 2018
VENERABILE
- le virtù eroiche del Servo di Dio Pietro
Di Vitale, Laico, seminarista; nato il 14 dicembre 1916 a Castronovo di Sicilia
(Italia) e ivi morto il 29 gennaio 1940;
- le virtù eroiche del Servo di Dio
Giorgio La Pira, Laico; nato a Pozzallo (Italia) il 9 gennaio 1904 e morto a
Firenze (Italia) il 5 novembre 1977;- le virtù eroiche della Serva di Dio Alessia González-Barros y González, Laica; nata il 7 marzo 1971 a Madrid (Spagna) e morta a Pampl ona (Sp agna) il 5 dicembre 1985;
- le virtù eroiche del Servo di Dio Carlo
Acutis, Laico; nato il 3 maggio 1991 a Londra (Inghilterra) e morto a Monza
(Italia) il 12 ottobre 2006.
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