domenica 31 marzo 2013

DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)





Voi sapete ciò che è accaduto” – afferma l’Apostolo Pietro – ciò è accaduto “cominciando dalla Galilea” è sorgente di salvezza - infatti quel bimbo nato nella mangiatoia il cui nome significava “Dio salva” – oggi - in forza della sua Pasqua - “chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome”.
Questo è il giorno atteso. “questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo”!
Scrive S. Gregorio di Narek, “monaco, dottore degli Armeni, insigne per la dottrina, gli scritti e la scienza mistica”: “Nicodemo riceve il corpo di Cristo, se ne prende cura e lo depone in un sepolcro, in mezzo a un giardino che ricorda quello della Creazione. Gesù si lascia seppellire come si è lasciato crocifiggere, nello stesso abbandono, interamente «consegnato» nelle mani degli uomini e «perfettamente unito» ad essi «fino al sonno sotto la lastra della tomba»”
Oggi da quel giardino, da quella lastra tombale è risorto: anche noi con lui!
Risorti con Cristo, cerchiamo le cose di lassù, dove è Cristo, perché il Regno sia in Cielo come in terra! Perché la sua volontà di compia in terra come in Cielo! Amen.






CRISTOS ANESTH!
SURREXIT DOMINUS VERE, ALLELUIA!
ХРИСТОС ВОСКРЕСE!
QIMTHA BRIKHTHA - MSIKHA QAM!
 AL MASSIH QAM!   -  !لمسيح قام  - Haqan Qam!
المسيح قام ! حقاً قام !
CHRIST IS RISEN!
LE CHRIST EST RESSUCITÉ!
BUONA PASQUA!
FELIZ E BOA PÁSCOA
BUENA PASQUA DE RESURRECCIÓN!!
CHRISTUS IS VEREZEN!
ХРИСТОС ВОСКРЕС!
CPETAN YCKPC!
HRISTOS A îNVIAT!
KRISTU
S VSTAL ZMŔTVYCH!

venerdì 29 marzo 2013

Venerdì Santo





“Io ti ho dissetato dalla rupe con acqua di salvezza
e tu mi hai dissetato con fiele e aceto.
Io per te ho colpito i re dei Cananei,
e tu hai colpito il mio capo con la canna”

giovedì 28 marzo 2013

Giovedì Santo




«Tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato, sono strettamente uniti alla sacra Eucaristia e ad essa sono ordinati. Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua» (Presbyterorum ordinis, 5)

mercoledì 27 marzo 2013

Nuovi Beati e Venerabili!




La Chiesa cattolica si arricchita di ben 63 nuovi Beati. A 62 dei prossimi Beati è stato riconosciuto il martirio. Tra questi, 58 sono sacerdoti e religiosi uccisi in odio alla fede in Spagna, durante la guerra civile del biennio 1936-38.

- il martirio dei Servi di Dio Emanuele Basulto Jiménez, Vescovo di Jaén (Spagna), e 5 Compagni; uccisi in odio alla Fede in Spagna tra il 1936 e il 1937;

- il martirio dei Servi di Dio Giuseppe Massimo Moro Briz e 4 Compagni, Sacerdoti della Diocesi di Ávila (Spagna); uccisi in odio alla Fede in Spagna nel 1936;

- il martirio del Servo di Dio Vladimiro Ghika, Sacerdote diocesano; nato ad Istanbul (Turchia) il 25 dicembre 1873 e ucciso in odio alla Fede a Bucarest (Romania) il 16 maggio 1954;

- il martirio dei Servi di Dio Gioacchino Jovaní Marín e 14 Compagni, della Società dei Sacerdoti Operai Diocesani; uccisi in odio alla Fede in Spagna tra il 1936 e il 1938;

- il martirio dei Servi di Dio Andrea da Palazuelo (al secolo: Michele Francesco González Ganzález), Sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, e 31 Compagni; uccisi in odio alla Fede in Spagna tra il 1936 e il 1937;

- il martirio del Servo di Dio Giuseppe Girotti, Sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Predicatori; nato ad Alba (Italia) il 19 luglio 1905 e ucciso in odio alla Fede a Dachau (Germania) nel 1945;

- il martirio del Servo di Dio Stefano Sándor, Laico professo della Società di San Francesco di Sales; nato a Szolnok (Ungheria) il 26 ottobre 1914 ed ucciso in odio alla Fede a Budapest (Ungheria) l'8 giugno 1953;

- il martirio del Servo di Dio Rolando Rivi, Alunno del Seminario; nato a San Valentino di Castellarano (Italia) il 7 gennaio 1931 e ucciso in odio alla Fede a Piane di Monchio (Italia) il 13 aprile 1945.

- il miracolo della Venerabile Serva di Dio Maria Teresa Bonzel (al secolo: Regina Cristina Guglielmina), Fondatrice delle Povere Suore Francescane dell'Adorazione Perpetua di Olpe; nata ad Olpe (Germania) il 17 settembre 1830 ed ivi morta il 6 febbraio 1905

Riconosciute, inoltre, le virtù eroiche di 7 Servi di Dio che diventano così Venerabili:

- il Servo di Dio Eladio Mozas Santamera, Sacerdote diocesano, Fondatore delle Suore Giuseppine della Ss.ma Trinità; nato a Miedes de Atienza (Spagna) il 18 febbraio 1837 e morto a Plasencia (Spagna) il 18 marzo 1897;

- il Servo di Dio Emanuele Aparici Navarro, Sacerdote diocesano; nato a Madrid (Spagna) l'11 dicembre 1902 ed ivi morto il 28 agosto 1964;

- il Servo di Dio Mosè Lira Serafín, Sacerdote professo dei Missionari dello Spirito Santo, Fondatore della Congregazione dei Missionari della Carità di Maria Immacolata; nato a Tlatempa (Messico) il 16 settembre 1893 e morto a Città del Messico (Messico) il 25 giugno 1950;

- il Servo di Dio Generoso del Ss.mo Crocifisso (al secolo: Angelo Fontanarosa), Sacerdote professo della Congregazione della Passione di Gesù Cristo; nato a Vetralla (Italia) il 6 novembre 1881 e morto a Mascalucia (Italia) il 9 gennaio 1966;

- il Servo di Dio Olinto Marella, Sacerdote diocesano; nato a Pellestrina (Italia) il 14 giugno 1882 e morto a San Lazzaro di Savena (Italia) il 6 settembre 1969;

- il Servo di Dio Antonio Kowalczyk, Fratello Laico della Congregazione dei Missionari Oblati della Beata Vergine Maria Immacolata; nato a Dzierzanów (Polonia) il 4 giugno 1866 e morto a Edmonton (Canada) il 10 luglio 1947;

 - la Serva di Dio Silvia Cardoso Ferreira da Silva, Laica; nata a Paços de Ferreira (Portogallo) il 26 luglio 1882 e morta a Porto (Portogallo) il 2 novembre 1950.

martedì 26 marzo 2013

Martedì della Settimana Santa





“Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. …
Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte”. (Gv 13)

Ancora Giuda, appare in questo secondo giorno della Settimana Santa.
Egli partecipa con le sue opere, alle opere della notte. Egli, forse inconsapevolmente, voleva dar una luce al popolo di Israele, ma il suo operato è per le tenebre!

Preso il boccone, entrò in lui Satana!
Siamo ancora di fronte al tema del mangiare – del bere – e tutto questo ci fa comprendere che questa immagine è allegoria di libertà: come il Cristo era libero di bere e di mangiare per il compimento del Regno, così il mangiare il boccone di Giuda è libertà donata per la distruzione del Regno.

Una allegoria molto forte, che ci propone la riflessione sulla nostra fame, sulla nostra sete: la nostra libertà può essere a favore o contro il Regno. Per la luce o per le tenebre.




“Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù”. (Gv 13)

Gesù mio,
voglio stare alla tua tavola, al tuo fianco!
voglio avere la tua fame e la tua sete.
“Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera”. (Gv 4)
“Apro anelante la mia bocca, perché ho sete dei tuoi comandi” (Sal 119)

Mio Signore,
l’impeto di Pietro attraversa l’anima mia:
«Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». (Gv 13)

Mio Dio,
non canti ancora il gallo,
non abbia a rinnegarti ancora,
Tu, va’, mio Gesù,
ti contemplerò nella gloria della Croce,
perché abbia poi l’ardore di seguirti!
Amen.




lunedì 25 marzo 2013

Lunedì - Settimana Santa 2013





"e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo". (Gv 12)


« Siano rese grazie
a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo
in Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero!
Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono »
(2 Cor. 2, 14-15).





Stabat Mater dolorósa
iuxta crucem lacrimósa,
dum pendébat Fílius.

Cuius ánimam geméntem,
contristátam et doléntem
pertransívit gládius.

O quam tristis et afflícta
fuit illa benedícta
Mater Unigéniti !

Quae moerébat et dolébat,
pia mater, cum vidébat
nati poenas íncliti.

Quis est homo, qui non fleret,
Christi Matrem si vidéret
in tanto supplício?

Quis non posset contristári,
piam Matrem contemplári
doléntem cum Filio ?

Pro peccátis suae gentis
vidit Jesum in torméntis
et flagéllis subditum.

Vidit suum dulcem natum
moriéntem desolátum,
dum emísit spíritum.

Eia, mater, fons amóris,
me sentíre vim dolóris
fac, ut tecum lúgeam.

Fac, ut árdeat cor meum
in amándo Christum Deum,
ut sibi compláceam.





Sancta Mater, istud agas,
crucifíxi fige plagas
cordi meo válide.

Tui Nati vulneráti,
tam dignáti pro me pati,
poenas mecum dívide.

Fac me vere tecum flere,
Crucifíxo condolére
donec ego víxero.

Iuxta crucem tecum stare,
te libenter sociáre
in planctu desídero.

Virgo vírginum praeclára,
mihi iam non sis amára,
fac me tecum plángere.

Fac, ut portem Christi mortem,
passiónis fac me sortem
et plagas recólere.

Fac me plagis vulnerári,
cruce hac inebriári
et cruóre Fílii.

Flammis urar ne succénsus,
per te, Virgo, sim defénsus
in die iudícii.

Fac me cruce custodíri
morte Christi praemuníri,
confovéri grátia.

Quando corpus moriétur,
fac, ut ánimae donétur
paradísi glória. Amen


domenica 24 marzo 2013

Una preghiera per ogni dito della mano

del Cardinale Bergoglio





1. Il pollice è il dito a te più vicino. Comincia quindi col pregare per coloro che ti sono più vicini. Sono le persone di cui ci ricordiamo più facilmente. Pregare per i nostri cari è "un dolce obbligo".

2. Il dito successivo è l'indice. Prega per coloro che insegnano, educano e curano. Questa categoria comprende maestri, professori, medici e sacerdoti. Hanno bisogno di sostegno e saggezza per indicare agli altri la giusta direzione. Ricordali sempre nelle tue preghiere.

3. Il dito successivo è il più alto. Ci ricorda i nostri governanti. Prega per il presidente, i parlamentari, gli imprenditori e i dirigenti. Sono le persone che gestiscono il destino della nostra patria e guidano l'opinione pubblica. Hanno bisogno della guida di Dio.

4. Il quarto dito è l'anulare. Lascerà molti sorpresi, ma è questo il nostro dito più debole, come può confermare qualsiasi insegnante di pianoforte. È lì per ricordarci di pregare per i più deboli, per chi ha sfide da affrontare, per i malati. Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Le preghiere per loro non saranno mai troppe. Ed è li per invitarci a pregare anche per le coppie sposate.

5. E per ultimo arriva il nostro dito mignolo, il più piccolo di tutti, come piccoli dobbiamo sentirci noi di fronte a Dio e al prossimo. Come dice la Bibbia, "gli ultimi saranno i primi". Il dito mignolo ti ricorda di pregare per te stesso.
Dopo che avrai pregato per tutti gli altri, sarà allora che potrai capire meglio quali sono le tue necessità guardandole dalla giusta prospettiva. Così sia!

DOMENICA DELLE PALME (ANNO C)





Siamo arrivati all’inizio della Settimana Santa, dopo aver percorso il cammino quaresimale in cui attraverso la penitenza, la preghiera, il digiuno e la carità abbiamo ricercato la strada della figliolanza divina: essere figli nel Figlio unigenito.

Abbiamo ascoltato la ricchezza della Parola di Dio che la domenica delle palme ci propone.
In essa un particolare:
“Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto”
(Lc 23,36)

All’inizio della lettura di Passione abbiamo anche ascoltato che Gesù non vorrà più bere del frutto della vita fino al compimento del Regno.
In tutti i vangeli si scorge qua e là la sete di Gesù e lui propone a noi di bere e di mangiare, come accade nella passione.
Gli altri evangelisti ci aiutano in questa indagine.
A Gesù durante la Passione proposto di bere, ma Egli, al massimo bagna le labbra, ma non beve.
Cosa non beve? Perché?
Vediamo cosa dicono gli altri Vangeli al riguardo?
S. Matteo ci racconta:
“Gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere”. (Mt 27,34)
Cos’ è il fiele?
Può darsi che l’evangelista Matteo, parlando di fiele, intendesse rimarcare il sapore amaro della mirra.

Certo è che, secondo un antico trattato giudaico “quando un uomo deve essere giustiziato, gli si permette di prendere un grano di incenso in un calice di vino per perdere la coscienza”

Gesù non vuole perdere coscienza.
Egli che “offrendosi liberamente alla sua passione, prese il pane .. prese il calice”.

Gesù non berrà il vino misto a mirra.
Il rifiuto di Gesù è segno che Egli vuole vivere fino in fondo la Passione con coscienza, perché non subisce, ma accoglie la volontà del Padre. Perché è suo desiderio compierla per amore!

Ecco il suo nuovo insegnamento.
Essere figli di Dio fino in fondo, con piena libertà, liberi solo nel compiere – sempre – la volontà del Padre.
Infatti Gesù nel vangelo di Giovanni aveva detto: “Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera”.

Ora si capisce che il grido di Gesù sulla Croce, “ho sete”, è in questa prospettiva: Egli è assetato non di acqua, o di vino, ma di amore per compiere la volontà del Padre: salvare l’umanità!

Concludendo. Se il cammino quaresimale è ritornare ad essere figli nel Figlio, chiediamo a Gesù di avere come lui il coraggio di vivere fino in fondo nella nostra vita la volontà del Padre, la nostra libertà di figli: in piena coscienza, “con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Amen.

mercoledì 20 marzo 2013

Claudia, tra i testimoni di Gesù



S. Claudia martire

Rappresenta il femminile del nomen latino Claudius, ricondotto più spesso al termine latino claudus, dal significato di claudicante, zoppo. Altra interpretazione fa derivare il nome Claudia del termine sabino Clausus che significa chiuso o misterioso. (Wikipedia).

Santa Claudia martire di Amiso
Il 20 marzo il Martyrologium Romanum commemorava un gruppo di sette donne martiri: Claudia, Alessandra, Eufrasia, Matrona, Giuliana, Eufemia e Teodosia, le quali, in piena persecuzione dei cristiani nel secolo IV, sotto l’imperatore Massimino Cesare (309-313), furono arrestate ad Amiso (Turchia) e qui martirizzate.

Santa Claudia martire di Ankara (Ancira).
Il 18 maggio sono ricordate le sante martiri Alessandra, Claudia, Eufrasia e Matrona, Giulitta, Eufemia e Tecusa, annegate ad Ancira. L’odierno M. R. riporta in data 18 maggio: “Ad Ankara in Galazia, nell’odierna Turchia, santi martiri Teódoto e Tecúsa, sua zia, Alessandra, Claudia, Faina, Eufrasia, Matrona e Giulitta, vergini; queste ultime furono dapprima costrette dal governatore alla prostituzione e poi immerse in una palude con dei massi legati al collo”.

Santa Claudia martire di Roma.
Il M.R. antico, ricordava il 25 dicembre: “A Roma, nel cimitero Aproniano, santa Eugenia Vergine, figlia del beato Martire Filippo, la quale, al tempo dell'Imperatore Gallieno, dopo aver dato moltissimi illustri segni di virtù, dopo aver condotto a Cristo sacri cori di Vergini, sotto Nicezio, Prefetto della città, lungamente combattè, e alla fine fu uccisa con la spada”.
I loro resti sono nella cappella di S. Antonio nella basilica dei Ss. XII Apostoli.

Santa Claudia matrona, identificata come:
- Santa Claudia, discepola di S. Paolo e madre di San Lino papa
- Santa Claudia Procla, moglie di Ponzio Pilato (27 ottobre)
- Santa Claudia Romana, moglie di San Pudente (Aulus Pudens) e madre dei Santi Novato, Timoteo, Pudenziana e Prassede (19 maggio)
- Santa Claudia principessa britannica, idenficata secondo il poeta latino Marziale con la sposa di Aulus Pudens (7 agosto)

Beata Claudia di Corcey, clarissa
Compagna nella riforma dell’Ordine con S. Colette di Corby. Fu da questa nominata badessa del monastero di Poligny. Qui muore nel 1439 (8 agosto).

martedì 19 marzo 2013

San Giuseppe, sposo di Maria





Sull'origine e i primi anni di S. Giuseppe, il cui nome significa "Jahve dia incremento" non abbiamo notizie. Discendeva dal re Davide, secondo S. Matteo (1,16) il padre di Giuseppe si chiamava Giacobbe; secondo S. Luca (3,23) si chiamava Eli, forse per una specie di adozione.
Di S. Giuseppe conosciamo solo la sua vita durante l’infanzia di Gesù, fino al suo ritrovamento al Tempio.
S. Giuseppe non appare mai durante il ministero pubblico di Gesù, né con Maria o con i fratelli (Mt. 12,46), né ai piedi della croce (Gv., 19,27).
Il Vangelo e la tradizione tacciono del tutto sulla sua sepoltura e sulla sua pretesa risurrezione. Sua principale grandezza consiste nell'essere vero sposo di Maria, padre verginale di Gesù, suo nunzio e custode.
La Chiesa Orientale fu la prima a celebrare, la domenica precedente il Natale, una festa degli "antenati" di Gesù, tra cui S. Giuseppe occupava il primo posto. Ancora oggi il Martirologio Romano il 24 dicembre afferma: “Commemorazione di tutti i santi antenati di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo, ovvero di quei padri che piacquero a Dio e che, trovati giusti, pur senza avere ricevuto le promesse, ma avendole soltanto guardate e salutate da lontano, morirono nella fede: da essi nacque secondo la carne il Cristo, che è al di sopra di tutto il creato, Dio benedetto nei secoli”.

In occidente s'incominciò a venerarlo a cominciare dal secolo XI. La devozione verso di lui fiorì quando Gregorio XV rese la sua festa di precetto (8-V-1621 – era di precetto!); fino all’inserimento del suo nome nel canone della Messa (1962).

Nella sua vita rifulse la perfetta osservanza della legge, la laboriosità silenziosa e amorosa, e l'abbandono fiducioso alla volontà di Dio.

Abbiamo letto nella I lettura:
“Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno”.

È Dio che dona stabilità al suo popolo. S. Giuseppe è custode con le sue virtù umane e nella fede della stabilità donatagli da Dio.
S. Giuseppe è in questo patrono della Chiesa universale perché custode della Sposa del suo Figlio.
Afferma Papa Francesco:
“La Chiesa, infatti, pur essendo certamente anche un’istituzione umana, storica, con tutto quello che comporta, non ha una natura politica, ma essenzialmente spirituale: è il Popolo di Dio, il Santo Popolo di Dio, che cammina verso l’incontro con Gesù Cristo. Soltanto ponendosi in questa prospettiva si può rendere pienamente ragione di quanto la Chiesa Cattolica opera. Cristo è il Pastore della Chiesa, ma la sua presenza nella storia passa attraverso la libertà degli uomini”.

La libertà di S. Giuseppe e della sua sposa Maria, giocate per il Regno di Dio, ci hanno fatti eredi della promessa di Cristo.
È la fede di S. Giuseppe, pari alla fede del Patriarca Abramo, che ci ha fatti eredi. Afferma l’Apostolo Paolo: “Eredi dunque si diventa in virtù della fede”. Imitiamo la fede di S. Giuseppe.
Scrive il beato Giovanni Paolo II: “San Giuseppe, con te, attraverso di te, noi benediciamo il Signore. Egli ti ha scelto fra tutti gli uomini per essere il casto sposo di Maria, colui che sta alla soglia del mistero della sua maternità divina, e che, dopo di lei, accoglie questa maternità nella fede come opera dello Spirito Santo … Continua a proteggere tutta la Chiesa, la famiglia nata dalla salvezza portata da Gesù”.

Anche noi, come S. Giuseppe, non temiamo di prendere con noi “il bambino che è generato”. “E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca”.

“Cristo è il riferimento fondamentale – afferma Papa Francesco -, il cuore della Chiesa. Senza di Lui, Pietro e la Chiesa non esisterebbero né avrebbero ragion d’essere. Come ha ripetuto più volte Benedetto XVI, Cristo è presente e guida la sua Chiesa. In tutto quanto è accaduto il protagonista è, in ultima analisi, lo Spirito Santo”.

“Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore”
Amen.

domenica 17 marzo 2013

Un pensiero ...






"La Chiesa, infatti, pur essendo certamente anche un’istituzione umana, storica, con tutto quello che comporta, non ha una natura politica, ma essenzialmente spirituale: è il Popolo di Dio, il Santo Popolo di Dio, che cammina verso l’incontro con Gesù Cristo. Soltanto ponendosi in questa prospettiva si può rendere pienamente ragione di quanto la Chiesa Cattolica opera.
Cristo è il Pastore della Chiesa, ma la sua presenza nella storia passa attraverso la libertà degli uomini: tra di essi uno viene scelto per servire come suo Vicario, Successore dell’Apostolo Pietro, ma Cristo è il centro, non il Successore di Pietro: Cristo. Cristo è il centro. Cristo è il riferimento fondamentale, il cuore della Chiesa. Senza di Lui, Pietro e la Chiesa non esisterebbero né avrebbero ragion d’essere. Come ha ripetuto più volte Benedetto XVI, Cristo è presente e guida la sua Chiesa. In tutto quanto è accaduto il protagonista è, in ultima analisi, lo Spirito Santo. Egli ha ispirato la decisione di Benedetto XVI per il bene della Chiesa; Egli ha indirizzato nella preghiera e nell’elezione i Cardinali"

(papa Francesco)

La festa del papà, non è opportuna!



Avvenire 17 marzo 2013


Ecco le nuove derive della libertà esasperata ed individualistica...

Eppure la Costituzione Italiana dice:

"Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume". (art. 19).

V DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO C)





“«Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova” (Is 43)

Perché il Signore ci richiama in questa domenica a non ricordare? Ci vuole senza memoria, ci vuole smemorati?
Qual è il senso di questa esortazione?

Leggiamo il Vangelo.
“Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». (Gv 8)

Sant’Agostino ha immortalato l’atto finale di questa mancata lapidazione in sei parole: “Relicti sunt duo: misera et Misericordia - Rimasero soltanto loro due: la misera e la Misericordia”

Credo che queste parole del Vangelo danno luce, significato alla pagina del profeta Isaia: il Signore ci chiede di dimenticare il nostro passato di peccato – come lui lo dimentica – per vivere una nuova vita senza peccato: “va’ e d’ora in poi non peccare più”.
La conversione quaresimale è allora uno scrivere sul nostro cuore – di terra - un nuovo percorso di Vita – di Cielo - , possa il Signore Gesù scrivere con il suo dito sul nostro: ecco, ora va, io ti amo, ma tu non peccare più, vivi la tua vita rinnovata in me, sii il Cielo sulla terra.

Infine con un pensiero di S. Teresa d’Avila, donna di vera e profonda conversione:
“Quando la terra dell’anima mia si sarà cambiata in Cielo, sarà pure più facile che si compia in essa la volontà del Padre, mentre senza questa trasformazione, non vedo proprio come ciò possa farsi, non trattandosi che di una terra sterile e vile.”
(Cammino di perfezione, c. 32, n. 2).




Concludendo, quindi con San Paolo diciamo:
“Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù”
Amen.

Riflessione ...






Spero che il vostro entusiasmo per il Santo Padre Francesco, non si spenga mai... io ho la sensazione di troppa enfasi, smodata, idealista, spero che Egli non abbia a fare o a dire cose troppo cattoliche da far smontare l'entusiasmo.... credo che ascoltandolo le abbia già dette, ma nel frastuono di questi giorni sfuggono.
Il richiamo alla povertà della Chiesa, ci richiama tutti, la Chiesa siamo tutti: ed allora facciamoci un esame di coscienza su come viviamo la virtù della povertà e non come vogliamo che debbano viverla gli altri nella Chiesa. Da papa Francesco si comprende che per “cambiare” bisogna per prima “cambiarsi”. Qui allora ci sta bene il monito di questa V domenica di Quaresima: Gesù ha misericordia per al donna, certo, ma gli dice «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più», quindi la esorta ad essere diversa da come era prima di quell'incontro... ecco il frutto della Misericordia.
Poi oggi il S. Padre ci ha detto che siamo noi che non chiediamo la misericordia: certo ci ha esortati a vivere con costanza il sacramento della Confessione. E poi infine all'inizio dell'Angelus, ci ha detto ben due volte che oggi è il GIORNO DEL SIGNORE ... decliniamo il significato.... come cristiani dobbiamo ridare valore alla domenica ... sapete non è scontato – quanti cristiani non vivevo l’incontro settimanale con Gesù - ciò è evidente anche le dice in modo velato, ma lo capiamo oppure siano solo travolti dall'enfasi?
Io sono felice per il Papa perché non è italiano, è figlio di emigrati - Salvini a detto che se eleggevano Scola era una occasione per il Nord :( - e infine credo sia quello che ci vuole perché dono della Spirito alla Chiesa … al di là di tutti i pronostici dei media!

Rammentate… quando lo hanno annunciato la folla per pochi secondi è andata in tilt, una manciata di secondi di silenzio, perché si attendevano altro (forse Scola) …

sabato 16 marzo 2013

Un pensiero ...





"La verità cristiana è attraente e persuasiva perché risponde al bisogno profondo dell’esistenza umana, annunciando in maniera convincente che Cristo è l’unico Salvatore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Questo annuncio resta valido oggi come lo fu all’inizio del cristianesimo, quando si operò la prima grande espansione missionaria del Vangelo"

(Papa Francesco)

venerdì 15 marzo 2013

Zaccheo, santo?





Salve,
Ho notato dal Suo sito che si occupa di agiografia, Con il presente messaggio, gradirei sapere se Zaccheo, il noto personaggio biblico presente solo nel Vangelo di Luca 19, 1-10, è santo per la Chiesa Cattolica.

* * *

Gent.mo
"non è menzionato nel Martirologio Romano", ma questo non lo preclude dal culto. Ci sono santi, come Miro di Canzo o Gerardo da Monza, che pur non essendo nel M.R. sono molto venerati localmente. Nel caso di Zaccheo, come molti altri santi del N.T., ebbero culto nella tradizione Orientale, pressappoco che nullo in quella Occidentale. Altre esempi sono la Samaritana, Lazzaro il mendico, ma lo stesso Costantino imperatore, che non è del N.T., non ebbe molta diffusione di culto: in Italia, ad esempio, è venerato in Sardegna.
Altro caso particolare è Giobbe, dell'A.T., che è contenuto nel M.R. ed ebbe un culto popolare diffuso, oggi tramontato.

Venerdì della IV settimana di Quaresima




Santa Luisa de Marillac e
S. Vincenzo de' Paoli

«Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».

Ecco l’arringa difensiva di Gesù di fronte al mormorare del popolo:
“Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia»”.

Infatti i capi del popolo “Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui”. Per quale motivo infastidiva Gesù?
Lo descrive bene la prima lettura, Sapienza al cap. 2:
“si oppone alle nostre azioni;
ci rimprovera le colpe contro la legge
e ci rinfaccia le trasgressioni contro l’educazione ricevuta.
Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e chiama se stesso figlio del Signore.
È diventato per noi una condanna dei nostri pensieri;
ci è insopportabile solo al vederlo,
perché la sua vita non è come quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
Siamo stati considerati da lui moneta falsa,
e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure.
Proclama beata la sorte finale dei giusti
e si vanta di avere Dio per padre”.

Questa parola del libro della Sapienza tocca anche il nostro cuore, ci mettono alle strette: ci richiamano ad un profondo esame di coscienza.
Che azioni compio? Che legge seguo? Che eduzione ho ricevuto e che educazione propongo? Conosco Dio come lo conosce il Figlio? Dio è per me Padre? Seguo la vita del Signore oppure seguo quella di altri? Sono anche io una moneta falsa? Sono annoverabile tra i giusti: sull’esempio dei tanti uomini e donne che hanno seguito Gesù? Dio è per me Padre?

Ma torniamo al Vangelo. Gesù continuava a insegnare liberamente “perché non era ancora giunta la sua ora”.
Qual è l’ora di Gesù?
Dal giorno del primo miracolo a Cana, Gesù pensa a quest'ora; l'ora della sua morte come vertice della sua missione salvifica, come momento decisivo della sua obbedienza al Padre. L'ha sempre avuta presente, quest'ora; un giorno disse: "C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto" (Lc 12,50). Ma all'avvicinarsi, ne sente tutta la paura: "Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora?".

È il momento del suo Getsemani, quando sudando sangue e pieno d'angoscia, dirà: "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà" (Lc 22,42). Qui, ormai alla vigilia di quel momento, affronta con decisione il suo destino: "Ma per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome".

L’ora di Gesù è quella della sua passione, e quella del dono totale della sua vita.
Anche noi abbiamo la nostra “ora” alla luce dell’ora di Gesù. Anche noi partecipiamo alla sua passione e come abbiamo pregato con il Salmo 33:
“il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore”.

Per l’intercessione di Santa Luisa de Marillac – vedova e fondatrice delle “Vincenziane” - il Signore ci renda forti, disponibili, mansueti nel vivere la nostra “ora” in conformità alla sua, perché anche la nostra vita sia un atto d’amore per il Regno di Dio. Amen.

mercoledì 13 marzo 2013

papa Francesco






“Fratelli e sorelle, buonasera. Voi sapete che il dovere del conclave era quello di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali lo siano andati a prendere quasi alla fine del mondo, ma siamo qui. Grazie per l’accoglienza. E prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito Benedetto XVI: preghiamo tutti insieme per lui perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”. (Padre nostro, Ave Maria) “E adesso incominciamo questo cammino, vescovo e popolo, un cammino di fratellanza. Preghiamo per tutto il mondo perché ci sia una fratellanza. Mi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi iniziamo sia fruttuoso per la evangelizzazione di questa città. Vi chiedo una preghiera perché il Signore benedica il vostro vescovo”. Una preghiera silenziosa, e proprio in un silenzio surreale viste le migliaia di persona a San Pietro, i fedeli pregano con il papa. “Grazie per l’accoglienza, pregate per me. Domani andrò a pregare la Madonna.
Buona notte e buon riposo”.



papa Francesco

Camilla, tra i testimoni di Gesù

"I santi … lineamenti del volto di Cristo".
(D.M.G)


Santa Camilla di Auxerre
(3 marzo)

iconografia liberamente intepretata

Camilla. Deriva dal cognomen latino Camillus. Presso i romani, il camillus e la camilla erano fanciulli di condizione libera che assistevano il sacerdote durante i riti sacri. Il termine ha probabilmente origine etrusca ed orientale. Nell'Eneide di Virgilio, Camilla è una vergine guerriera a capo dei Volsci. (Wikipedia)


Sante, Beati e Cause in corso

Beata Angela Maria (Sofia Camilla) Truszkowska (1825 - 1899) vergine e fondatrice (10 ottobre)
Santa Camila Battista da Varano (1458 - 1524), vergine clarissa (31 maggio, festeggiata il 2 giugno)
Santa Camilla di Auxerre (V secolo), vergine (3 marzo)
Beata Camilla Gentili di Rovellone (XV secolo – 1486), sposa e martire (26 luglio, festeggiata il 27 luglio)
Serva di Dio Camilla Pio di Savoia (1440 – 15 aprile 1504), vergine badessa, detta “beata”.
Serva di Dio Camilla Orsini Borghese (Maria Vittoria), vergine religiosa (1603 – 14 marzo 1685)
Serva di Dio Camilla Estermann (1881 – 21 novembre 1944), martire, laica della diocesi di Linz (Austria), OFS


“O dolce Gesù mio, se sono tanto belle le opere delle tue mani, che sarà allora il tuo volto splendente? Mostrati a me, lasciati vedere, Signore mio benigno! Perché mi fai tanto spasimare? Tu solo sei la mia vita, la mia speranza, tutto l’amore del cuore e dell’anima mia. Perché mi celi, perché mi nascondi la tua santissima faccia?”

(S. Camilla Battista da Varano, Autobiografia, cap. X).