Sebbene ogni esercizio di apostolato
nasca e attinga il suo vigore dalla carità, tuttavia alcune opere per natura
propria sono atte a diventare vivida espressione della stessa carità; e Cristo
Signore volle che esse fossero segni della sua missione messianica (cfr. Mt 11,4-5).
Il più grande dei comandamenti della legge è amare Dio con tutto
il cuore e il prossimo come se stessi (cfr. Mt 22,37-40).
Cristo ha fatto proprio questo precetto della carità verso il prossimo e lo ha
arricchito di un nuovo significato, avendo identificato se stesso con i
fratelli come oggetto della carità e dicendo: « Ogni volta che voi avete fatto
queste cose ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me
» (Mt 25,40). Egli infatti, assumendo la natura umana, ha legato a
sé come sua famiglia tutto il genere umano in una solidarietà soprannaturale ed
ha stabilito che la carità fosse il distintivo dei suoi discepoli con le
parole: «Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avrete amore
gli uni verso gli altri » (Gv 13,35).
La santa Chiesa, come fin dalle sue prime origini, unendo insieme
l'«agape» con la cena eucaristica, si manifestava tutta unita nel vincolo della
carità attorno a Cristo, così, in ogni tempo, si riconosce da questo
contrassegno della carità, e mentre gode delle iniziative altrui, rivendica le
opere di carità come suo dovere e diritto inalienabile. Perciò la misericordia
verso i poveri e gli infermi con le cosiddette opere caritative e di mutuo
aiuto, destinate ad alleviare ogni umano bisogno, sono da essa tenute in
particolare onore.
Oggi che i mezzi di comunicazione sono divenuti più rapidi, le
distanze tra gli uomini quasi eliminate e gli abitanti di tutto il mondo resi
membri quasi di una unica famiglia, tali attività ed opere sono divenute molto
più urgenti e devono prendere di più le dimensioni dell'universo. L'azione
caritativa ora può e deve abbracciare tutti assolutamente gli uomini e tutte
quante le necessità. Ovunque vi è chi manca di cibo, di bevanda, di vestito, di
casa, di medicine, di lavoro, di istruzione, dei mezzi necessari per condurre
una vita veramente umana, ovunque vi è chi afflitto da tribolazioni e da
malferma salute, chi soffre l'esilio o il carcere, la carità cristiana deve
cercarli e trovarli, consolarli con premurosa cura e sollevarli porgendo loro
aiuto. E quest'obbligo si impone prima di tutto ai singoli uomini e popoli che
vivono nella prosperità.
Affinché tale esercizio di carità possa essere al di sopra di ogni
critica e appaia come tale, si consideri nel prossimo l'immagine di Dio secondo
cui è stato creato, e Cristo Signore, al quale veramente è donato quanto si dà
al bisognoso; si abbia estremamente riguardo della libertà e della dignità
della persona che riceve l'aiuto; la purità di intenzione non macchiata da
ricerca alcuna della propria utilità o desiderio di dominio; siano anzitutto
adempiuti gli obblighi di giustizia, perché non avvenga che offra come dono di
carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia; si eliminino non soltanto
gli effetti ma anche le cause dei mali; l'aiuto sia regolato in t modo che
coloro i quali lo ricevono vengano, a poco a poco, liberati dalla dipendenza
altrui e diventi sufficienti a se stessi.
I laici dunque abbiano in grande stima e sostengano, nella misura
delle proprie forze, le opere caritative e le iniziative di «assistenza sociale»,
private pubbliche, anche internazionali, con cui si porta aiuto efficace agli
individui e ai popoli che si trovano nel bisogno, e in ciò collaborino con tutti gli uomini di buona volontà.
(APOSTOLICAM
ACTUOSITATEM n. 8)