domenica 8 novembre 2020

Anne-Marie Bernier (1870 - 1908)



Anne-Marie Bernier è nata Lion-d'Angers nel 1870. Entrata tra le suore di Saint-Charles di Angers nel febbraio 1887, riceve l'abito religioso con il nome di Gertrude-Marie il 21 giugno 1888. Originariamente assegnata ad insegnare, le cattive condizioni di salute la costrinsero a ritirarsi nella casa di Saint-Charles e infine ritorna a casa dei suoi genitori. Donna paziente, caritatevole e mistica.
 

Muore dopo una lunga malattia il 24 maggio 1908, lasciando diversi appunti spirituali che rimangono apprezzati fino ad oggi. La sua tomba è nel cimitero di Ouest di Angers, dove fu collocata nel 1913 dopo essere stata originariamente sepolta in una fossa comune. Non esiste traccia dell’apertura della sua causa di canonizzazione, anche se l’immagine con reliquia racconta una fama di santità. Difatti è vivo il ricordo di Suor Gertrude-Marie, tanto che sua tomba è molto visitata. Anche se da ricerche sul web si ha la sensazione di una figura spirituale un po' controversa.

FONTE

Vigilare nella speranza ...

 


Ai tempi di Gesù
la sposa aspettava nella casa dei genitori l’arrivo dello sposo. Dopo il tramonto del sole, lo sposo arrivava con un corteo nuziale per portarla nella sua casa. Alcune damigelle seguivano la sposa. Diverse ragioni potevano causare il ritardo dello sposo come, per esempio, lunghi discorsi con i genitori della sposa sui doni e sulla dote. Il tirare in lungo le trattative era di buon auspicio.

La parabola delle dieci vergini usando questa immagine culturale ci fa iniziare un percorso interiore che pian piano ci porterà alla festa di Cristo Re, nell’Avvento, fino al Natale del Signore: è la vigilanza, l’attesa del Messia, il Cristo, nell’attesa “ultimo giorno”, la parusia: il ritorno glorioso di Gesù e il compimento della storia. Tutto è riassunto nelle ultime parole: “Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.

È un’attesa vigile, sapiente, saggia, prudente…. Il non condividere l’olio non è mancanza di compassione o di misericordia, ma l’evangelista ci vuole suggerire che non si può chiedere o pretendere ciò che non può essere dato.

La seconda lettura però ci sottolinea che l’avvento del regno è un giudizio: sui morti e sui vivi.

Dice San Paolo: “Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza”.

 

Noi attendiamo il compimento di quello che speriamo, di quello che crediamo e di quello che amiamo. È la speranza di eternità, è il compimento dell’amore di Cristo, che è più forte della morte.

 

Vigilare nella speranza è certamente l’esercizio spirituale che dobbiamo compiere in queste straordinario tempo.

Più che mai in tempo di pandemia dobbiamo aprire i sensi (vista, udito …) sui segni di speranza e custodirli con un buon esercizio di intensa vita sacramentale e di vita di preghiera. Lontano da noi il lamento, è da disperati…. Difatti: La speranza … non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. (S. Paolo)

Maria, madre della speranza, prega per noi.

Amen.