“Amiamoci a vicenda in lui, per mezzo di lui e per lui. Corriamo nel vicendevole amore per Gesù stesso che è la via. Sotto la guida di Gesù che è la verità giungeremo a lui che è la vita”.
(Beato Giordano di Sassonia)
Beato Giordano di Sassonia
Sacerdote (c. 1176 - † 1237)
memoria 13 febbraio
Nessun altro divise con san Domenico il merito di aver tanto efficacemente diffuso e consolidato l'Ordine, come il beato Giordano. Nato a Burg Berg, in Westfalia, dagli Ebernstein, conseguì il baccellierato in teologia e insegnò poi nella stessa università come “magister artium”. Quando nell'estate del 1219 il Fondatore, di passaggio a Parigi, raccontò la prodigiosa guarigione e la vocazione di Reginaldo, il brillante docente fu conquiso dal programma dei Predicatori: povertà e apostolato. Ma Domenico volle che per il momento Giordano ricevesse il diaconato; solo alcuni mesi dopo, su invito di Reginaldo giunto da Bologna, entrò nell'Ordine il mercoledì delle Ceneri, 12 febbraio 1220, nel convento di Saint Jacques. Nel maggio successivo lo troviamo al I Capitolo Generale di Bologna (probabilmente in qualità di definitore). Al II Capitolo Generale (maggio 1221) Domenico affida a Giordano il provincialato di Lombardia e l'anno seguente tutto l'Ordine si sceglie in lui il suo Capo. Intraprendente (si parla di 240 fondazioni e di un migliaio di novizi), gioviale, Giordano promosse con abilità la canonizzazione di Domenico, interessando alla cosa Gregorio IX, già intimo del Santo. Giordano fu presente alla prima apertura della tomba (notte tra il 23 e 24 maggio del 1233) e quando, a Strasburgo, apprese che il Pontefice aveva emanato da Rieti la bolla di canonizzazione (3 luglio 1234) lanciò a tutto l'Ordine una lettera in cui riassumeva con traboccante gioia le fasi che avevano portato al riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa. Oltre all'epistolario rivolto al monastero di Sant'Agnese di Bologna (da lui inaugurato nel 1223) e altri scritti scolastici, Giordano ci ha lasciato la prima e più preziosa biografia del Santo, nel suo Libellus de principiis ordinis praedicatorum (redatto a Milano o a Bologna tra il 1233 e 1234): equilibrio, profondità d'intuito, concisione, esattezza, il tutto lievitato da contenuta commozione. Partito alla volta della Terra Santa sulla fine del 1236, morì in un naufragio il 13 febbraio dell'anno successivo presso le coste della Siria.
Il corpo del beato, ricuperato dal mare, fu sepolto nel convento di San Giovanni d'Acri. Venne beatificato da Leone XII nel 1826.
Al beato Giordano risale la consuetudine del canto, a Compieta, della Salve Regina. Egli sintetizzava così l’ideal domenicano: “Vivere secondo bellezza spirituale, imparare e insegnare” (honeste vivere, discere, docere). Il Capitolo Generale del 1955 lo ha dichiarato patrono dell’opera delle vocazioni domenicane. (tratto da centosantidomenicani)