Secondo gli studiosi contemporanei, tra i quali Padre
Vincenzo Mario Cannas e il vescovo emerito d’Ogliastra Mons. Antioco Piseddu, è
certo che san Giorgio di Suelli sia stato il primo vescovo
della Ecclesia Barbariensis nominato intorno all’anno 1000 D.C. sotto il
Giudicato di Torchitorio e di sua moglie Nispella.
San Giorgio Vescovo di Suelli, nato a Cagliari nel
rione di Stampace da famiglia modesta, sarebbe stato consacrato vescovo in
giovane età per le sue grandi qualità morali e culturali, che lo rendevano
idoneo alla difficile opera di evangelizzazione delle popolazioni che vivevano
nelle lontane contrade orientali del Giudicato di Cagliari.
Sulla base dei documenti epigrafici e
delle pergamene rinvenute nell’archivio arcivescovile di Cagliari, si ritiene
oggi legittimo sostenere che i racconti agiografici riguardanti la figura di
san Giorgio di Suelli abbiano un fondamento storico.
SAN GIORGIO VESCOVO ARBATAX (NU) |
De su Suellense admirandu Preladu
Sa rara
concezione, vida e morte
Cantare in
pianu stile hapo pensadu
Cun su
favore de sa celeste Corte,
Donu meda
preziosu et segnaladu
A sa
Sardigna nostra dadu in sorte,
Santu de una
vida incomparabile
Pro seculos
eternos memorabile.
Così lo decantava il Sacerdote Lorenzo
Scano, Parroco di Suelli, in una lode risalente all’ottobre del 1896.
Non sappiamo molto di san Giorgio. I
pochi dati biografici sono presentati in modo vago e non circostanziato e, per
lo più, nel contesto di episodi miracolistici, che disorientano gli studiosi
impegnati a definire la personalità di questa singolare e poetica figura della
Chiesa sarda.
L’agiografia narra di un vescovo pastore saggio ed
energico, dotato di poteri taumaturgici: a lui vengono attribuiti numerosi
miracoli sia in vita che dopo la morte. È però probabile che le gesta del
giovane vescovo barbariense siano state talvolta confuse con quelle di san
Giorgio martire e cavaliere, il cui culto era stato diffuso dalla Chiesa greca.
Ma nonostante tale confusione e sovrapposizione di
nomi, la figura di Giorgio vescovo si staglia nitidamente tra le vicende della
storia isolana, a cavallo di un secolo nebuloso e l’inizio di un altro non
molto più chiaro.
Apostolo, missionario, civilizzatore di gente indomita e battagliera ma fondamentalmente buona, svolse un ruolo di animatore della rinascita non solo spirituale, ma anche economica e sociale di quella società arcaica, portandovi una luce nuova di vita, di speranza e di fede.
www.camminodisangiorgiovescovo.it |