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mercoledì 14 marzo 2018
Tra i patroni degli agricoltori ...
Oltre al re d’Illiria, di nome Genzio, raffigurato su una banconota di 2000 lek albanesi, esiste anche San Genzio di Le Beaucet (XII secolo), venerato il 16 maggio. È uno dei patroni degli agricoltori con sant’Amalberga, sant’Antonio abate, san Benedetto abate, san Biagio di Sebaste, sant’Enrico IX re di Svezia, san Foca di Sinope, san Guido di Anderlecht, san Isidoro l’Agricoltore, san Leodovaldo di Avranches, san Leonardo di Nobiliacum, santa Notburga di Eben vergine, san Procopio di Sázava, santa Valburga di Heindenheim.
Cinque santi, due beati e sei venerabili
San Paolo VI, papa e San Oscar Arnolfo Romero Galdámez, vescovo |
Decreti del 6 marzo 2018
SANTI
Un sudamericano e quattro europei, di cui tre italiani.
–
il miracolo, attribuito all’intercessione del Beato Paolo VI (Giovanni Battista Montini), Sommo Pontefice; nato a
Concesio (Italia) il 26 settembre 1897 e morto a Castel Gandolfo (Italia) il 6
agosto 1978;
–
il miracolo, attribuito all’intercessione del Beato Oscar Arnolfo Romero Galdámez, Arcivescovo di San Salvador,
Martire; nato a Ciudad Barrios (El Salvador) il 15 agosto 1917 e ucciso a San
Salvador (El Salvador) il 24 marzo 1980;
–
il miracolo, attribuito all’intercessione del Beato Francesco Spinelli, Sacerdote diocesano, Fondatore
dell’Istituto delle Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento; nato a Milano
(Italia) il 14 aprile 1853 e morto a Rivolta d’Adda (Italia) il 6 febbraio
1913;
–
il miracolo, attribuito all’intercessione del Beato Vincenzo Romano, Sacerdote diocesano; nato a Torre del Greco
(Italia) il 3 giugno 1751 e ivi morto il 20 dicembre 1831;
–
il miracolo, attribuito all’intercessione della Beata Maria Caterina Kasper, Fondatrice dell’Istituto delle Povere
Ancelle di Gesù Cristo; nata il 26 maggio 1820 a Dernbach (Germania) ed ivi
morta il 2 febbraio 1898;
BEATI
Una europea e una sudamericana
–
il miracolo, attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Maria Felicia di Gesù Sacramentato (al
secolo: Maria Felicia Guggiari Echeverría), Suora professa dell’Ordine dei
Carmelitani Scalzi; nata a Villarica (Paraguay) il 12 gennaio 1925 e morta a
Asunción (Paraguay) il 28 aprile 1959;
–
il martirio della Serva di Dio Anna
Kolesárová, Laica; nata a Vysoká nad Uhom (Slovacchia) il 14 luglio 1928 e
ivi uccisa in odio alla Fede il 22 novembre 1944;
VENERABILI
Cinque italiani e un polacco
–
le virtù eroiche del Servo di Dio Bernardo
Łubieński, Sacerdote professo della Congregazione del Santissimo Redentore;
nato a Guzów (Polonia) il 9 dicembre 1846 e morto a Warszawa (Polonia) il 10
settembre 1933;
–
le virtù eroiche del Servo di Dio Cecilio
Maria Cortinovis (al secolo: Antonio Pietro), Religioso professo
dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini; nato a Nespello (Italia) il 7 novembre
1885 e morto a Bergamo (Italia) il 10 aprile 1984;
–
le virtù eroiche della Serva di Dio Giustina
Schiapparoli, Fondatrice della Congregazione delle Suore Benedettine della
Divina Provvidenza di Voghera; nata a Castel San Giovanni (Italia) il 19 luglio
1819 e morta a Voghera (Italia) il 30 novembre 1877;
–
le virtù eroiche della Serva di Dio Maria
Schiapparoli, Fondatrice della Congregazione delle Suore Benedettine della
Divina Provvidenza di Voghera; nata a Castel San Giovanni (Italia) il 19 aprile
1815 e morta a Vespolate (Italia) il 2 maggio 1882;
–
le virtù eroiche della Serva di Dio Maria
Antonella Bordoni, Laica, del Terz’Ordine di San Domenico, Fondatrice della
Fraternità Laica delle Piccole Figlie della Madre di Dio ora Piccole Figlie
della Madre di Dio; nata il 13 ottobre 1916 ad Arezzo (Italia) e morta a Castel
Gandolfo (Italia) il 16 gennaio 1978;
–
le virtù eroiche della Serva di Dio Alessandra
Sabattini, Laica; nata il 19 agosto 1961 a Riccione (Italia) e morta a
Bologna (Italia) il 2 maggio 1984.
Gennaro o Firmino?
Quanto ho
incontrato questo errore iconografico ho subito sorriso, ripensando all’articolo del Sig. Giovanni
Mascia, che ricordavo di aver letto su S. Mercurio.
C’è però una
differenza.
L’iconografia codificata per il santino cromolitografico di S.
Mercurio, è quella un soldato martire, certo che richiama la statua di Toro, ma che a sua volta è un soldato martire codificato: poteva essere San … Martire,
chiunque!
È poi il
contorno iconografico che lo definisce quale santo patrono di Toro, perché
oltre a riprodurre la statua ivi venerata, c’è sullo sfondo il paese. Ma questo
è comprensibile per chi conosce S. Mercurio di Toro e la stessa cittadina di
Toro
Nel caso invece di San Gennaro e San
Firmino, oltre lo sfondo, che è Napoli e il Vesuvio, il santo vescovo ha gli
attributi iconografici del vescovo beneventano (ampolle del sangue) che
non sono elementi generici per qualunque vescovo - come la mitria e il
pastorale - e poi c'è la mano benedicente: evidente richiamo all’intercessione
del vescovo martire sulla città partenopea nel mettere a tacere la furia del Vesuvio
(che nell’iconografia sta eruttando!)
Per cui
questa iconografia non può essere utilizzata per un altro santo vescovo.
Nel caso
di S. Mercurio e S. Fermo, essendo un generico soldato martire una certa modifica
grafica può essere applicata usando lo stesso cliscé per più santi martiri. Certo
non è la via maestra per l’iconografia di un santino, sono più della linea che
esso effigi il simulacro locale, per cui il santino della Sagdos di Milano (1941)
ha evidentemente subito questo processo. La stessa identica cosa la si può dire
per il santino di S. Vittore patrono di Asigliano Vercellese. Qui è ancora può
evidente il lavoro di modifica iconografica, che per giunta lo rende simile a
S. Espedito per il fatto di innalzare la croce, che nell’iconografia del
martire di Militene porta la scritta “hodie”.
Quindi
infine va evidenziato che essendo la ditta a Milano è abbastanza plausibile che,
avendo il cliscé e ricevendo un ordine successivo per un santo martire – qual è
Fermo o Vittore – molto venerato in Lombardia, l’abbia usato – se pur
modificato e in modo arbitrare – per creare un nuovo santino. Con buona pace
dell’infuocato Sig. Giovanni Mascia.
Senza
nessun oltraggio, S. Gennaro benedica e così spenga l’eruzione verbale!
Due domandi finali.
Ma se vogliamo fare confronti anche la statua di San Mercurio e di San Sostene (Napoli 1817) si richiamano, a dimostrazione che sono iconografie di Santi Martiri che poi vengono codificate con il culto e le esigenze locali.
PS. Se volete sorridere un po', leggete i commenti: tra preoccupazioni e conclusioni assurde .. tutto partendo da un santino!
Due domandi finali.
Perché
stampare a Milano nel 1941 un santino e non a Napoli ad esempio?
La stamperia di Milano aveva finito i grafici o gli artisti tanto da non poter inventare una nuova iconografia oppure giocava al risparmio?
La stamperia di Milano aveva finito i grafici o gli artisti tanto da non poter inventare una nuova iconografia oppure giocava al risparmio?
Sostene di S. Sostene (CZ) |
Mercurio di Toro (CB) |
Ma se vogliamo fare confronti anche la statua di San Mercurio e di San Sostene (Napoli 1817) si richiamano, a dimostrazione che sono iconografie di Santi Martiri che poi vengono codificate con il culto e le esigenze locali.
PS. Se volete sorridere un po', leggete i commenti: tra preoccupazioni e conclusioni assurde .. tutto partendo da un santino!
"Stolto pregiudizio"
Per tutti i laici e i sacerdoti che mormorano sul Romano Pontefice.
Il demonio vi sta usando per dividere la sua S. Chiesa dal suo interno!
Rev.mo Signore Mons. Dario Edoardo Viganò
Prefetto della Segreteria per la Comunicazione
Città del Vaticano, 7 febbraio 2018
Reverendissimo Monsignore,
La ringrazio per la sua cortese lettera del 12 gennaio e per l'allegato dono degli undici piccoli volumi curati da Roberto Repole.
Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi.
I piccoli volumi mostrano, a ragione, che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento. Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti. Sono certo che avrà comprensione e la saluto cordialmente.
Suo, Benedetto XVI
La ringrazio per la sua cortese lettera del 12 gennaio e per l'allegato dono degli undici piccoli volumi curati da Roberto Repole.
Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi.
I piccoli volumi mostrano, a ragione, che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento. Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti. Sono certo che avrà comprensione e la saluto cordialmente.
Suo, Benedetto XVI
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