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VENERATO DA
SECOLI,… ESALTANO LA «SAPIENZA», «LA FEDE» ED IL «MARTIRIO».
Il libro non dice la Sapienza del Santo, semmai
che è testimone della Parola, del Verbo fatto carne, ed è annunciatore in
parole ed opere del Signore Gesù, la Sapienza Eterna incarnata .
MA CHI È STATO «SAN FELICE»? ….. SAN BASILIO M. (PLACANICA).
Quanto scritto è sensato, ma la domanda si pone:
chi veramente porto la reliquia? Esistono documenti? Si può supporre che siano
ossa di un martire Felice, semplicemente e non attribuibile a nessun martire
del Martirologio e dei Sinassari?
Per secoli chi hanno venerato in quel mezzobusto?
Anche a Montauro esiste un mezzobusto di S. Alessandro, ma chi è? Un martire,
semplicemente un martire non identificabile. Oppure come per le reliquie di San
Vittore venerate a Davoli, quelle ossa arrivarono da Roma. Quindi un
sconosciuto testimone della fede nella Roma dei primi quattro secoli?
DA TEMPO
ANTICHISSIMO, A MONTEPAONE ED A GASPERINA, SONO VENERATI S. FELICE E S.
INNOCENZO, IDENTICI I MOTIVI ICONOGRAFICI, EGUALE – NEL PETTO – LA CUSTODIA
DELLE LORO «RELIQUIE», COMUNE LA LORO STORIA.
Questo stile iconografico non può essere preso
come criterio agiografico, se no bisognerebbe accumunare a loro i succitato S.
Alessandro venerato a Montauro e il San Giusto, patrono di Palermiti.
LA NOSTRA
PERSONALE CONVINZIONE, PIÙ CHE IPOTESI, … SANTO BASILIO SCAMARDÌ.
Che la Calabria abbia un
presenza di culti orientali è certo, come la Puglia, la Sicilia, eccetera. Però
questa sovrapposizione di identità per omonimia è azzardata. Difatti il santo Martire
patrono di Gasperina, risulta un diacono dall’iconografia, detto compagno di
martirio di papa Sisto a Roma.
Per di più i santi citati
come martiri orientali sono anche inseriti nel Martirologio Romano (Ed. 2001)
il 17 giugno con il seguente testo: A
Pojani in Macedonia, nell’odierna Albania, santi Isauro, Innocenzo, Felice,
Ermia, Pellegrino e Basilio, martiri.
Come poter dire che il
diacono di Gasperina, sia il compagno di martirio del “milite” di Montepaone?
Supposizioni azzardate,
fantasia che nasce dall’omonimia.
Credo che la soluzione sia nel capire da dove vengono
le reliquie, chi si è venerato fino ad oggi in quel simulacro. Forse è uno di
quel gruppo di martiri macedoni, forse, ma non perché vicino c’è un omonimo di
nome Innocenzo, ma perché così lo si venerava da secoli, che le sue reliquie
veramente vengono dall’Oriente, non per supposizione vengano dall’est
cristiano, e non in epoca recente (1600
in poi) da Roma.
Concludo con un aneddoto popolare che mi raccontava
mio nonno. Mi diceva che alcuni santi venerati nella costa ionica era fratelli
– e me ne faceva i nomi – solo dopo crescendo ho capito che quel racconto
popolare aveva la sua scintilla di storicità nel fatto che a Isca sullo Jonio
si venerava San Marziale, uno dei sette figli di Felicita, matrona e martire
romana, per cui l’aneddoto popolare era un falso storico, una rilettura della
realtà attraverso ciò che si sapeva su San Marziale.