domenica 18 ottobre 2015

OMELIA XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) NELLA DEDICAZIONE DELLA CHIESA CATTEDRALE






Afferma il beato Paolo VI,:

«La cattedrale della Diocesi si distingue specialmente per la sua dignità di contenere la cattedra del Vescovo, che è fulcro di unità, di ordine, di potestà e di autentico magistero in unione con Pietro. La cattedrale poi è anche possente simbolo della Chiesa visibile di Cristo, che in questa terra prega, canta e adora; di quel corpo mistico, in cui le membra diventano compagine di carità, alimentata dalla linfa della grazia»

Nella terza domenica di ottobre si celebra tradizionalmente la festa della Dedicazione della Chiesa Cattedrale, il Duomo di Milano, Chiesa Madre di tutti i fedeli della diocesi milanese o ambrosiana.

Fu San Carlo Borromeo a fissarne la festa; egli, infatti, volle consacrare di nuovo la cattedrale il 20 ottobre 1577, III domenica del mese, perché in quella data ricorreva l'anniversario della consacrazione dell'antica cattedrale milanese.

Oggi celebrabriamo l’appartenza alla Chiesa in quanto chiesa locale: cioè un gruppo di credenti in Gesù Cristo che si incontra regolarmente in una località geografica.

Come affermava il beato Paolo VI:

“Chiesa visibile di Cristo, che in questa terra prega, canta e adora; di quel corpo mistico, in cui le membra diventano compagine di carità, alimentata dalla linfa della grazia”.

Oggi contemplano la “discendenza” del Servo di Jhwh, così come è definita dal libro del profeta Isaia.

La Chiesa è, come dicevamo domenica scorsa, l’erede del Cristo, perché appartiene a lui. La Chiesa di Milano è come il bambino evangelico: si è fatta accompagnare in questi secoli, da quando il primo vescovo Anatalo, designato dall’apostolo Barnaba, ne divenne il primo pastore. La Chiesa di Milano è che come il povero del Vangelo, cerca in Gesù la sua ricchezza.

Un discendenza che ancorata a Cristo, mediante la sua obbedienza al Padre, vive nella volontà del Signore.

La parola chiesa deriva da due termini. Il primo indica “l’assemblea” salvata e santificata per opera stessa di Dio. Quindi come leggiamo alla lettera agli Ebrei “Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno”. Ecco la forza della Chiesa… una e santa, un manipoli di 12 uomini, poi di circa 500… e così via, ora la sola diocesi di Milano conta 1108 parrocchie distribuite in 73 decanati, in sette zone pastorali. L’Arcidiocesi di Milano è la prima diocesi europea per numero di cattolici battezzati e la prima al mondo per numero di sacerdoti diocesani (2.101), secondo il censimento del 2007 (sic! però sono passati 8 anni, solo le parrocchie sono invariate!)

La seconda parola significa letteralmente “appartenenti al Signore”. Questo seconda definizione trova un eco nella II lettura (Ebrei): Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.

Egli è parte di noi, e noi gli apparteniamo!

Afferma il Decreto sulla pastorale dei vescovi, del 28 ottobre 1965, Christus Dominus:

"La diocesi è una porzione del popolo di Dio affidata alle cure pastorali del vescovo, coadiuvato dal suo presbiterio, in modo che, aderendo al suo pastore, e da questi radunata nello Spirito Santo per mezzo del Vangelo e della Eucaristia, costituisca una Chiesa particolare nella quale è presente e opera la Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica e apostolica".

Quindi non celebriamo solo l’anniversario di edificazione di un edificio, ma la sua consacrazione a Dio che è reale in un popolo di collaboratori, un campo fecondo e un edificio santo che ha testimoniato in questa porzione del mondo la presenza di Cristo guidata dal successore degli Apostoli nella persona del Vescovo.

Di questo popolo, la Chiesa, siamo parte: godiamo della sua-nostra gloria, patiamo per i suoi-nostri peccati. Noi siamo la Chiesa, non c’è una Chiesa e poi ci siamo noi i credenti.

Scrive dal carcere il teologo protestante Bonhoeffer:

Chi sono io?

 Oggi sono uno, domani un altro?

 Sono tutt'e due insieme? Davanti agli uomini un simulatore e davanti a me uno spregevole vigliacco?

 Chi sono io? Questo porre domande da soli è derisione.

 Chiunque io sia, tu mi conosci, o Dio, io sono tuo!

Ecco “io sono tuo”, celebrare la festa della Dedicazione ci aiuti a mostrare che in questa terra ambrosiana c’è un popolo che appartiene al Signore.

Che mostra che la salvezza è per tutti; che si pone a servizio di Dio per essere a servizio dell’uomo; che non vuole sedersi al suo posto perché gli spetta, quasi come un privilegio, ma che inviti altri a sedersi al banchetto del Regno; che non si ponga davanti a Dio solo con pretese e richieste ma che sappia obbedire alla sua Parola così che la propria esistenza sia un servire e dare la vita in riscatto per molti. Questo è il fine della Chiesa, questo il senso del mio\tuo\nostro essere Chiesa.

Il 18 ottobre (oggi) papa Francesco canonizzerà, cioè proclamerà santi, 4 persone, 2 donne e 2 uomini, 2 consacrati e 2 sposati. Cristo si manifesta in ogni vocazione. Tra costoro un lombardo: don Vincenzo Grossi, parroco.
 
 
Concludo con un suo pensiero sulla Chiesa:
“Ascoltando la Chiesa vi comunicate col Verbo, come facendo la Santa Comunione vi unite al Corpo di Gesù Cristo … Amare la Chiesa con tutto il cuore, comporta tre cose: sposarne gli interessi, essere sensibili a ciò che la riguarda, essere pieni di un amore compassionevole per tutti i suoi dolori.” Amen.