Afferma il beato Paolo VI,:
«La cattedrale
della Diocesi si distingue specialmente per la sua dignità di contenere la
cattedra del Vescovo, che è fulcro di unità, di ordine, di potestà e di
autentico magistero in unione con Pietro. La cattedrale poi è anche possente
simbolo della Chiesa visibile di Cristo, che in questa terra prega, canta e
adora; di quel corpo mistico, in cui le membra diventano compagine di carità,
alimentata dalla linfa della grazia»
Nella terza
domenica di ottobre si celebra tradizionalmente la festa della Dedicazione della Chiesa
Cattedrale, il Duomo di Milano, Chiesa
Madre di tutti i fedeli della diocesi milanese o ambrosiana.
Fu San Carlo Borromeo a fissarne la festa;
egli, infatti, volle consacrare di nuovo la cattedrale il 20 ottobre 1577, III
domenica del mese, perché in quella data ricorreva l'anniversario della
consacrazione dell'antica cattedrale milanese.
Oggi celebrabriamo
l’appartenza alla Chiesa in quanto chiesa locale: cioè un gruppo di credenti in Gesù
Cristo che si incontra regolarmente in una località
geografica.
Come affermava il beato Paolo VI:
“Chiesa visibile di Cristo, che in questa terra prega, canta e adora; di quel corpo mistico, in cui
le membra diventano compagine di carità, alimentata dalla linfa della grazia”.
Oggi contemplano la “discendenza” del Servo di Jhwh, così
come è definita dal libro del profeta Isaia.
La Chiesa è, come dicevamo domenica scorsa, l’erede
del Cristo, perché appartiene a lui. La Chiesa di Milano è come
il bambino evangelico: si è fatta accompagnare in questi secoli, da quando il primo vescovo
Anatalo, designato dall’apostolo Barnaba, ne divenne il primo pastore. La
Chiesa di Milano è che come il povero del Vangelo, cerca in Gesù la sua
ricchezza.
Un discendenza che ancorata a
Cristo, mediante la sua obbedienza al Padre, vive
nella volontà del Signore.
La parola chiesa deriva da due termini. Il primo indica “l’assemblea” salvata e santificata per
opera stessa di Dio. Quindi come leggiamo alla lettera agli Ebrei “Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della
grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al
momento opportuno”. Ecco la
forza della Chiesa… una e santa, un manipoli di 12 uomini, poi di circa 500… e
così via, ora la sola diocesi di Milano conta 1108 parrocchie distribuite in 73
decanati, in sette zone pastorali. L’Arcidiocesi di Milano è la prima diocesi
europea per numero di cattolici battezzati e la prima al mondo per numero di
sacerdoti diocesani (2.101), secondo il
censimento del 2007 (sic! però sono passati 8 anni, solo le parrocchie sono invariate!)
La seconda parola
significa letteralmente “appartenenti al
Signore”. Questo seconda definizione trova un eco nella II lettura (Ebrei): Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia
prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in
ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Egli è parte di noi, e noi gli apparteniamo!
Afferma il
Decreto sulla pastorale dei vescovi, del 28 ottobre 1965, Christus Dominus:
"La diocesi è una porzione del popolo di Dio affidata alle cure
pastorali del vescovo, coadiuvato dal suo presbiterio, in modo che, aderendo al
suo pastore, e da questi radunata nello Spirito Santo per mezzo del Vangelo e
della Eucaristia, costituisca una Chiesa particolare nella quale è presente e
opera la Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica e apostolica".
Quindi non celebriamo solo l’anniversario di
edificazione di un edificio, ma la sua consacrazione a Dio che è reale in un popolo di collaboratori, un
campo fecondo e un edificio santo che ha testimoniato in questa porzione del
mondo la presenza di Cristo guidata dal successore degli Apostoli nella persona
del Vescovo.
Di questo popolo, la Chiesa, siamo parte: godiamo della sua-nostra gloria, patiamo per i
suoi-nostri peccati. Noi siamo la Chiesa, non c’è una Chiesa e poi ci siamo noi
i credenti.
Scrive dal carcere il teologo
protestante Bonhoeffer:
Chi sono io?
Oggi sono uno, domani un altro?
Sono tutt'e due insieme? Davanti
agli uomini un simulatore e davanti a me uno spregevole vigliacco?
Chi sono io? Questo porre domande da
soli è derisione.
Chiunque io sia, tu mi conosci, o
Dio, io sono tuo!
Ecco “io sono tuo”, celebrare la festa della Dedicazione ci aiuti a mostrare che in questa terra ambrosiana c’è
un popolo che appartiene al Signore.
Che mostra che la salvezza è per tutti;
che si pone a servizio di Dio per essere a servizio dell’uomo; che non vuole
sedersi al suo posto perché gli spetta, quasi come un privilegio, ma che inviti
altri a sedersi al banchetto del Regno; che non si ponga davanti a Dio solo con
pretese e richieste ma che sappia obbedire alla sua Parola così che la propria
esistenza sia un servire e dare la vita in riscatto per molti. Questo è il
fine della Chiesa, questo il senso del mio\tuo\nostro essere Chiesa.
Il 18 ottobre (oggi) papa
Francesco canonizzerà, cioè proclamerà santi, 4 persone, 2 donne e 2 uomini, 2
consacrati e 2 sposati. Cristo si manifesta in ogni vocazione. Tra costoro un
lombardo: don Vincenzo Grossi, parroco.
Concludo con un suo pensiero sulla
Chiesa:
“Ascoltando la Chiesa vi comunicate col Verbo, come facendo la Santa
Comunione vi unite al Corpo di Gesù Cristo … Amare la Chiesa con tutto il
cuore, comporta tre cose: sposarne gli interessi, essere sensibili a ciò che la
riguarda, essere pieni di un amore compassionevole per tutti i suoi dolori.” Amen.